SESSUALITA' E AFFETTIVITA' GAY

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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progettogayforum
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SESSUALITA' E AFFETTIVITA' GAY

Messaggio da progettogayforum » venerdì 15 maggio 2009, 0:47

admin ha scritto:Ho incontrato in chat decine di persone gay di tutte le età, e di tutti le condizioni, dai ragazzi giovani agli uomini sposati e con figli. Mi sono sempre chiesto che cosa potesse spingere queste persone a leggere i blog di Progetto Gay, a scrivere sul Forum e a parlare con me in chat. Se queste persone avessero cercato sesso sarebbero andate altrove, se hanno avuto un interesse per Progetto Gay i motivi devono essere altri. C’è tra queste persone la costante sottolineatura che Progetto Gay è diverso, che non ci sono immagini, che non ci sono video, che non c’è pornografia e ci sono invece testimonianze autentiche di vita gay ordinaria, cioè della vita gay di tutti i giorni di tantissimi ragazzi. Progetto Gay, d’altra parte, non ha mai avuto e non avrà mai fini di lucro, né diretto né indiretto.

Quando con alcuni lettori si arriva ad uno scambio di e-mail mi rendo conto che non si tratta mai di banalità o di pure forme di cortesia, dietro c’è la volontà di costruire un dialogo vero. Ciò che mi colpisce è la qualità umana alta di queste cose che sono un vero tentativo di migliorare la propria vita aprendosi al confronto su temi sui quali un confronto serio probabilmente non c’è mai stato, incontrando altri ragazzi gay, leggendo le loro storie e i loro commenti. Quando poi arrivo ad avere dei colloqui in chat con le persone che mi hanno scritto arrivo a percepire il senso di un contatto personale autentico.

Certe volte il dialogo e difficile ma non scade quasi mai nel banale e nella conversazione di circostanza, si percepisce praticamente sempre la tensione di un dialogo vero, dietro il quel c’è una persona reale, con le sue ansie, i suoi dubbi, i suoi bisogni di certezze. Spesso da un primo contatto che ha l’apparenza di un incontro quasi casuale o di cortesia, nascono delle vere e proprie consuetudini che hanno delle motivazioni affettive profonde, in pratica nascono delle vere e proprie forme di amicizia. Che cosa cerchiamo io e i miei interlocutori quando parliamo in chat - e spesso lo facciamo per ore - ? Una risposta me la sono data: cerchiamo di sentirci valorizzati, di sentirci importanti l’uno per l’altro, abbiamo bisogno di capire che occupiamo un posto vero nella vita di un’altra persona.

Ho notato spessissimo che le persone che mi contattano gradiscono molto sentirsi dire che essere gay è una cosa bella, nobile, alta, di grande dignità e che una strada verso un futuro dignitoso c’è. Trovarsi a parlare seriamente con un altro gay della vita comune di ogni giorno e sentirsi dire che la felicità esiste e si può realizzare non è una cosa indifferente. All’inizio, in chat, i miei interlocutori mi parlano di sé, anche in riferimento alla sessualità, ma la nota predominante è quella affettiva. Con l’andare del tempo, anzi, la sessualità diventa una tematica piuttosto marginale, salvo il caso che intervengano novità di rilievo, e il clima della chat diventa molto più discorsivo. Quando compaiono le battute e ci si può lasciare andare ad un’atmosfera giocosa senza che questo suoni come una svalutazione della conversazione, il dialogo assume caratteristiche di tipo quasi familiare, ci sente per darsi la buonanotte e per avere il piacere di uno scambio, anche brevissimo, come per dire: “io ci sono e non mi dimentico di te”.

Qualche volta, è non è una cosa rarissima, si arriva a dirsi “ti voglio bene” espressione che non è affatto un modo di dire. Scambiarsi un’espressione del genere significa fare un passo importante. Quando dico a un ragazzo un’espressione del genere lo faccio perché sento che dall’altra parte c’è una corrispondenza autentica. Non è un modo di dire generico o che si usa solo verso ragazzi giovanissimi quasi a mo’ di complimento, è un’espressione che uso e che mi sento rivolgere da persone di tutte le età, è un’espressione che amo. I ragazzi che sento in chat, con ogni probabilità, non li conoscerò mai di persona (fino ad ora ne ho conosciuto personalmente uno solo... Ciao Ritter!) eppure a quei ragazzi voglio bene veramente, partecipo in modo profondo delle loro gioie e delle loro preoccupazioni; della loro presenza affettiva non saprei fare a meno, in qualche modo si producono dinamiche tipicamente familiari. La gratificazione che ne riporto è enorme. Le chat, per me non sono questioni di carattere tecnico, le vivo in termini profondamente affettivi e poi in questo modo vedo che si crea una specie di solidarietà di gruppo, i ragazzi si conoscono tra loro e si vogliono bene e si aiutano vicendevolmente e lo fanno in modo assolutamente spontaneo e disinteressato, sono solidali, sono come si deve. Sentirsi in mezzo a questi ragazzi e partecipare della loro vita dà una senso alla mia vita, mi fa vivere a un livello alto. Grazie ragazzi!

Ho scritto questo post per aprire una discussione che mi interessa in modo particolarissimo, su ciò che i ragazzi gay cercano in termini di affettività, innanzitutto tra loro. Vorrei capire in che modo, secondo voi la dimensione affettiva profonda (quella familiare in particolare, ma anche quella relazionale generale) influisca sulla sessualità, quanto conti il sentirsi sereni, il sentirsi coccolati, il sentirsi amati e che cosa tutto questo abbia a che vedere con la sessualità.

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