Cavolo se mi piace questo brano Nicomaco! E' a dir poco splendido e direi quasi che rispecchia in pieno la mia visione più alta della sessualità. La contemplazione della bellezza dell'amato che diventa quasi estasi e si fa preghiera perché eleva verso dimensioni che altrimenti resterebero precluse; la concezione di un rapporto sessuale visto non come mera consumazione dell'altrui corpo; l'assenza della voglia del predominio... Devo assolutamente procurarmi quel libro! Grazie Nicomaco!!!Nicomaco ha scritto:“A volte gli era capitato di pregare, mentre faceva l’amore. Il suo sguardo si distendeva sulla nudità del corpo desiderato con una devozione castissima, addirittura verginale. Sentiva il miracolo di avere accanto a sé la bellezza della creazione e di poterla contemplare in silenzio. Di poterla toccare, assorto, con al punta delle dita così come, con lo sguardo, poteva accarezzare, in certi tramonti, la montagna. Non lo sfiorava nemmeno lontanamente l’idea del possesso e del dominio sull’altro. Non voleva rubare niente, né pretendere, né strappar via. Voleva che tutto si mantenesse intatto in un senso di gratitudine e di pienezza. Potevano trascorrere ore in queste ricognizioni in cui il corpo dell’amato diventava l’universo, con le sue costellazioni e i suoi mondi. E le volte in cui era Thomas ad addentrarsi in lui, a percorrere con lo sguardo e le mani il suo corpo, anche allora lui pregava, scivolando nel sonno, perché provava la felicità di vivere la sua imbarazzante finitezza come un valore che dava pace agli altri. E questi momenti d’amore e di devozione per arrivare ai quali aveva impiegato praticamente una vita – poiché erano momenti estremi di ricapitolazione – lui li chiamava, fra Isaia e Virgilio, l’età dell’oro. Erano momenti talmente intimi che, per un istintivo pudore, lui non ne aveva mai parlato a Thomas.”
Quanto alla domanda che tu hai posto (NB: però devi rispondere anche tu alle mie! Non basta farlo indirettamente con un brano splendido di un romanzo!!! ), posso confermare che la dimensione onirica ha avuto un peso importante, anche se per me al risveglio era l'inizio della lotta: i sogni erotici, infatti, erano molto più frequenti in me durante il mio decennio di repressione totale, per cui la libertà e il piacere sperimentato nel sogno diventava tormento nel momento della veglia. Progredendo nell'accettazione di me anche il sogno erotico si è fatto meno frequente, ma adesso di sicuro lo vivo con piacere quando mi capita. Più frequente è il sognare ad occhi aperti. Ma si tratta sempre di fantasie nell'ottica del brano da te riportato, dove la volgarità è del tutto assente e prevale il desiderio dell'unione fisica come segno altissimo dell'unione dei due cuori, il mio e quello del mio immaginario amante (dove amante, lo ribadisco come ho fatto in un altro post, mantiene il suo significato letterale, vale a dire COLUI CHE AMA e non colui che permette la conificazione di un altro ).
barbara ha scritto:Poichè ognuno di noi può trovarci un senso diverso, ti dirò cosa rappresenta per me. Ho pensato a quando si dice: non volgere le spalle al nemico. E' come se il gesto contenesse in sé un segno di fiducia assoluta, che puoi permetterti sono con chi è amico , complice, fidato.
Se io avessi questa fantasia , la assocerei a questo : al desiderio di incontrare qualcuno del quale possa fidarmi così ciecamente da poter rinunciare a controllare ciò che succede , avendo la certezza che non approfitterà della mia fiducia per farmi del male.
Cavoletti di Bruxelles Barbara!!! Mi piace la tua interpretazione e la sento mia. Non mi ero soffermato all'interpretazione del gesto, per cui la tua è la prima. Ed è bellissima!!! Ed è anche il desiderio che ho: incontrare l'amato e unico che mi accolga e che si lasci accogliere totalmente da me... Da qualche parte ci sarà e speriamo che si faccia vivo presto!!!