innanzitutto preciso che non ho alcuna intenzione di giudicarti, nè leggendoti ho avuto il minimo sentore di giudizio... Direi piuttosto tenerezza per il pudore con cui hai manifestato questo tuo imbarazzo.
Andando invece alla questione che poni, probabilmente non aggiungerò nulla a quanto già scritto da altri, però vorrei provare a dire la mia.
Penso che sia possibile costruire una relazione senza doverci per forza far entrare la dimensione genitale. Dico genitale perché credo che Alyosha abbia ragione nel dire che anche una carezza è "sessualizzata" se fatta con e verso il proprio partner. In questo senso allora bisognerebbe evitare ogni contatto fisico per le paure che tu hai? Credo di no, anzi. Solo che porrei la questione da un altro punto di vista.
Partendo dal presupposto che tu ci parli di una relazione d'amore, credo che tutto debba essere basato, se di amore si vuol parlare, oltre che sul rispetto reciproco, sulla capacità di fidarsi e affidarsi. E in questo senso quando due persone decidono di stare insieme, dovrebbero avere la consapevolezza, almeno implicita, del fatto che non si resterà uguali a prima. L'amore, se è vero, modifica in modo spontaneo gli amanti e li rende semre più simili, senza ovviamente annulare l'individualità di ciascuno dei due. O, per dirla meglio, tende a renderli una cosa sola.
Alla luce di questo mi viene da pensare che quello che per te oggi è un problema, domani, forse, potrebbe essere un ricordo del passato se sulla tua strada avrai la fortuna di incontrare la persona giusta che sappia accoglierti e rispettarti per quello che sei e così come sei. Nella fiducia reciproca si diventa capaci di accogliersi e, di conseguenza, aprirsi all'altro abbandonando pian piano ogni paura e timore di essere giudicati, nella consapevolezza che l'amante, dietro tutte le posizioni, convinzioni, fragilità, paure e dubbi, sa - o almeno si sforza di farlo - che c'è l'amato nella sua essenza ed è a questa che indirizza il suo amore accogliendo tutti gli "orpelli" che si frappongono nel mezzo.
Per il resto, ogni coppia sceglie come vivere la propria dimensione affettiva, e lo fa (dal mio punto di vista) in modo spontaneo, senza dover necessariamente "contrattare" cosa fare o dire...
Spero di essermi fatto capire. Il guaio è che ho tentato di riportare la mia personale visione dell'amore, ma siccome è una visione molto alta, faccio fatica a tradurla in modo chiaro con le parole.

Ps: leggo adesso il tuo ultimo intervento. Comprendo bene quello che scrivi riguardo al vivere e gestire la propria sessualità e alle difficoltà ad essa connessa. Fortunatamente abbiam la possibilità di cambiare e non restare sempre gli stessi, refrattari ad ogni possibile cambiamento interiore. Ci vuole pazienza e tanta tanta delicatezza verso se stessi, cercando di evitare di restare fermi a guardare le brutte sensazioni che proviamo in determinati contesti (passando automaticamente al giudizio negativo su di sè), ma tentare di andare al di sotto di esse nella speranza di riuscire a capire da cosa dipendano quelle reazioni ed emozioni (il disagio potrebbe derivare per esempio dalla formazione ricevuta, dalla difficoltà ad accettare il proprio corpo, dal rifiuto per esso, dal sentire che per come è fatto ci impedisce di vivere come sentiamo e vorremmo vivere, da traumi subiti... e via dicendo. Il cuore della persona umana è un abisso). Cosa molto difficile da fare, ma essenziale per poter diventare sempre più liberi interiormente e puntare alla propria realizzazione nella felicità. Già il tuo metterti a nudo qui con noi è stato un passo importante e per questo hai tutta la mia stima.
Un abbraccio cara Isabella
Felix