UN GAY NORMALE

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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progettogayforum
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UN GAY NORMALE

Messaggio da progettogayforum » sabato 1 marzo 2014, 2:33

Ciao Project,
sono rimasto incuriosito dal tuo forum che mi pare suonare una musica diversa dalla solita musica che trovo nelle chat e nei siti di incontri. Ho più di 45 anni e le mie esperienze me le sono fatte. Per fortuna non mi sono giocato la salute, ma non è un caso perché ci sono stato attentissimo. Non saprei nemmeno dire se sono dichiarato oppure no, di me lo sa un sacco di gente ma non proprio tutti, per esempio sul lavoro penso che non lo sappia nessuno e lo stesso in famiglia, perché abito per conto mio. Alla mia età mi sono stufato del mondo gay. Un po’ è per il fatto che quando non sei più giovane ti rendi conto che le cose cambiano ma non tanto perché i ragazzi ti rubano la scena ma perché arrivi proprio alla saturazione. Il mondo gay come l’ho conosciuto io è quello fatto di chat, di locali, di serate e il resto te lo puoi immaginare. All’inizio tanta curiosità, conoscere un ragazzo gay, arrivare a fare sesso con un ragazzo, poi ti accorgi che quel ragazzo prima o poi se ne va per la sua strada e che di stabile non c’è proprio nulla, che tu sei solo uno di una lunga serie e non sei quello che conta per la vita di nessuno. Poi arriva un altro ragazzo e più o meno il copione si ripete, poi un altro e così via, sono storie che durano pochi mesi, quando va bene, e poi finiscono e ti rendi conto che in queste cose alla fine c’è ben poco di spontaneo e che tutto è in qualche modo preordinato. Un amico col quale mi lamentavo di queste cose mi diceva: “ma è normale che sia così”, quella parola “normale”, applicata alla vita di un gay, mi suona sinistra. Io non voglio una vita normale in cui si ripete una routine per la quale è normale conoscere un ragazzo e fare sesso con lui la sera stessa ma è altrettanto normale che poi finisca tutto in poche settimane. Ho pensato che in fondo è considerato normale perfino che qualcuno si prenda l’hiv e purtroppo li ho visti. Io ci sono rimasto veramente sconvolto ma mi rendevo conto che i miei amici davano per scontato che queste cose dovessero succedere, per loro era normale. Tante volte mi sono sentito anche stupido quando volevo cercare di capire qualcosa di più senza dare tutto per scontato. Per me essere gay doveva essere trasgressivo, anche rischioso, ma non doveva certo comportare l’incasellamento in altre scatolette di normalità. Se cerco un ragazzo e spero che sia un po’ più che per qualche settimana mi sento non normale, perché è normale che le cose debbano durare poco ed è stupido aspettarsi il contrario. È terribile pensare quanto i gay si facciano prendere dall’andazzo della solita routine, la vita gay diventa una recita in cui le parti sono già scritte. Un giorno, lo ricordo bene, in un locale dove andavo spesso mi hanno presentato un ragazzo che lì andava per la maggiore, abbiamo parlato un po’ poi alla fine mi ha fatto la solita proposta e gli ho detto di no, mi ha guardato come se fossi un deficiente che stava buttando via una perla rara. Project, te le immagini le storie che facevano quando pretendevo che usassero sempre il preservativo? Beh lì mi prendevano proprio per stupido senza rimedio e quando qualcuno insisteva e gli dicevo di no mi facevano segno che ero del tutto suonato. Mi sono sentito spesso condizionato molto pesantemente da tanti rituali e da tanti cliché che non capivo proprio, come se esistesse il manuale delle giovani marmotte gay. Non ti dico poi la questione delle preferenze sessuali per questa o per quella pratica, tutto ritualizzato come se la sessualità fosse quella, tutto diviso per categorie: orso, sado, ecc. ecc.. Qualche ragazzo diciamo normale in senso sano c’era ma ci durava poco, in poco tempo te lo trasformavano in un gay standard di questa o di quella categoria, oppure il ragazzo spariva e non si faceva più vedere. Personalmente credo di aver frequentato gli ambienti gay più stereotipati, c’erano certamente ambienti diversi e, diciamo così, più iberi, ma io ho visto soprattutto conformismo, anzi omologazione e poi abbandono fatalistico alla vita come viene. Sul tuo forum vedo cose diverse, sospettavo che ci fossero, ma leggendo ho potuto capire che stanno in posti dove non sono mai andato e che ingenuamente ho ritenuto meno liberi di quelli che frequentavo io. Credo che oggi non sarei più capace di vivere una vita non stereotipata o forse sì ma penso che mi limiterei al massimo a qualche amicizia per parlare un po’. Mi rendo conto che sono troppo vecchio per cambiare strada e francamente non ci proverei nemmeno, però mi fa piacere sapere che quella che mi sono sforzato di considerare come normalità gay non sia in pratica che una realtà molto di nicchia. Mi piacerebbe una vita gay sul modello della persona non sul modello dello stereotipo. Project, a che mi serve avere avuto tanti ragazzi se poi se ne sono andati tutti? Non è colpa loro, hanno fatto esattamente quello che ho fatto io, si sono integrati in quello che hanno pensato essere il mondo gay e hanno assimilato un modo di essere, perché essere se stessi è maledettamente difficile. Project, negli ambienti che ho frequentato io non ho trovato gente cattiva ma gente sola, tanta gente sola, che cercava disperatamente di riempire la solitudine con un po’ di sesso. In tanti ragazzi che ho avuto mi sono proprio rispecchiato, quando uno non trova amore, quando uno non trova rispetto, non trova affetto da parte di nessuno si dà alla ricerca di qualcosa che riempia il vuoto e comincia una corsa senza fine per inseguire un sogno d’amore abbracciando un ragazzo che perderà dopo pochi giorni. Io la disperazione dei ragazzi coi quali sono stato l’ho sentita tante volte e qualche volta ho anche provato ad andare oltre ma finiva che non ci si capiva più, che mi guardavano come se io volessi invadere la loro vita mentre loro erano lì solo per un attimo. L’ho sentita spessissimo l’incomunicabilità e la disperazione di fondo di tanti ragazzi, che poi era la mia. Quanto sarebbe meglio anche una semplice amicizia che dura, che ci accompagna per un più lungo tratto di strada. Non voglio più essere una gay normale, voglio solo essere me stesso.

barbara
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Re: UN GAY NORMALE

Messaggio da barbara » sabato 1 marzo 2014, 10:15

E' una storia davvero toccante, Project. Parole che sanno trasmettere il senso vero di alcune scelte , che derivano dalla solitudine e portano solitudine.
Posso dire di avere percepito molte volte in certi ragazzi una sorta di cinismo, di chiusura all'altro, di paura nel fidarsi.
Si copre il malessere , si maschera la disperazione dietro a una falsa sicurezza . Si mente a se stessi dicendosi che in fondo questa vita va bene così, ma solo perché illudersi e sperare in una vita che poi non si riesce a realizzare potrebbe essere più doloroso.
C'è questo disincanto , che mi fa pensare a quello che accomuna una minoranza che vive in un ghetto. I gay consegnano se stessi a uno stile di vita che è proprio quello che gli etero gli hanno prefigurato, esattamente come un ragazzo di harlem consegnava se stesso a un futuro di delinquenza , come i bianchi si aspettavano da lui.
Questo è molto triste. Ma fa comprendere anche che c'è bisogno di qualcosa di diverso. Qualcosa che, a costo di andare controcorrente, possa smuovere le persone da questo pantano , che è soprattutto nella loro testa, prima ancora che nella realtà in cui vivono.
Spero davvero che questa persona riesca a trovare l'amicizia di cui parla. Sarebbe un buon amico per tante persone.

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