La mia storia

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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FeralHearts
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Re: La mia storia

Messaggio da FeralHearts » mercoledì 9 marzo 2016, 2:52

Ciao Isabella! Grazie anzitutto per l'attenzione che mi hai prestato. Comunque no, non vogliono farmi capire che non è qualcosa di sporco, ma parlando esce fuori sempre la faccenda delle frequentazioni.. E comunque in generale mi spronano a fare esperienze con altri ragazzi. Se solo sapessero la mia situazione.. Comunque, tornando al fatto della bisessualità, okay, non bisogna etichettare la sessualità però io al pensiero di poterlo essere sto molto male, è intollerabile per me.. pero secondo me è solo fantasia, nella realtà non farei mai nulla di questo tipo (ne sono certo).. E sessualizzo nella mente cose di cui non ho proprio idea e quindi provo piacere, ma la realtà è diversa... nemmeno sono fantasie ma immagini mentali che mi vengono così all'improvviso. Poi il fatto di avere fatto coming out con i miei amici complica le cose perché con questi casini metto sempre tutto in dubbio :(

Alyosha
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Re: La mia storia

Messaggio da Alyosha » mercoledì 9 marzo 2016, 9:21

La tentazione di intervenire a gamba tesa sarebbe forte, altro che tirata di orecchie, questa polemica con il fondatore del forum torna ciclicamente. Il forum è uno strumento che seppure ti aiuta molto a fare i primi passi risulta di impiccio quando si vuole andare avanti. I giovani gay hanno davanti a loro una prospettiva radicalmente diversa da quella che aveva Project e anche da quella che avevo io alla loro età. Ricordo bene la mia adolescenza, allora non avevo internet e non mi azzardavo neanche a rivolgermi ad un edicolante per comprare fumetti porno. Altro che sessualità distorta dalla pornografia. Le uniche immagini sessuali erano quelle che vedevo in tv a tarda notte, con il dito puntato sul telecomando per cambiare canale non appena sentissi il minimo rumore. L’unica Tv a casa mia era in cucina e l’unico telefono fisso stava lì, altro che privacy. Adesso internet che ha cambiato la vita a me ed anche a Project, ma soprattutto a voi nuove generazioni. Io ho vissuto una seconda adolescenza grazie ad internet. La psicologa me la sono cercata su Google, mandando la stessa mail a tutte quelle che mi facevano simpatia e rispondendo alla mail dell’unica che mi aveva convinto. Senza internet non avrei avuto mai modo di farlo. Internet mi ha messo a disposizione tutto il porno che volevo, le chat e questo forum. Il porno distorce l’immagine del sesso? Forse anzi sicuramente, ma meglio questo che andarsi a chiudere nei bagni pubblici sperando di vedere un pisello mentre qualcuno urina o chiudersi in macchina con uno sconosciuto per vedere l’effetto che fa o ancora rubare numeri dalle cassette dell’acqua dei cessi. Credetemi, meglio le chat, almeno puoi filtrare un minimo.
Mi rendo conto io stesso che le chat sono troppo spesso meccanismi perversi che spingono un giovane verso luoghi molto pericolosi e tuttavia continuo a pensare che la sperimentazione sessuale sia da preferire all'astinenza e alla repressione, ma soprattutto che essa sia inevitabile allorché si decide finalmente di uscire allo "scoperto". Mi spiaccio quando mi accorgo che per un giovane gay è più facile che la fase di sperimentazione diventi un labirinto dal quale non riesce più uscire, una lama a doppio filo, una dipendenza vera e propria. La sperimentazione sessuale ed emotiva però è una fase della crescita naturale ed è persino un diritto, un diritto negato nel nostro caso. Un gay di oggi arriva a questa fase in ritardo, spesso impreparato, esce dal mutismo magari dopo anni di tentativi e per lui è tutto in salita o al contrario tutto una burrascosa discesa, a seconda di quale sentiero decide di percorrere. Un giovane andrebbe guidato in questa fase piuttosto che sconsigliato o ammonito in continuazione sui rischi del contagio. L’abbiamo capito che si rischia l’HIV e se vi fa schifo mangiare dalla stessa posata da cui ha mangiato un perfetto sconosciuto, sia chiaro, scansionatelo ai raggi X prima di ficcarci la vostra lingua o qualunque altra cosa dentro. Tuttavia non si può arrivare ad una sessualità matura, ad una vita di coppia adulta senza passare dalla storiella, dall’innamoramento, dalla scappatella e da tutte quelle cose che la mia adolescenza vissuta da etero ricorda bene essere luoghi comuni di quell’età.
È assolutamente vero quello che scrive Geografo, dietro un incontro con altri gay c'è sempre una tensione erotica più o meno celata. Non si incontrano altri gay per amicizie gratuite. Però è anche vero che un gay soprattutto se adolescente avrebbe un bisogno estremo di circondarsi dell’amicizia di altri gay come lui. Questo tuttavia è proprio il paradosso dell'omosessualità. Un adolescente gay che ha problemi con il suo stesso sesso difficilmente può trovare altre amicizie "disinteressate" in altri gay, proprio perché tra gay legittimamente esistono di rado relazioni disinteressate o forse sarebbe meglio dire non erotizzate. Insomma il gruppo dei pari per un gay non esiste o se esiste ha contorni veramente frastagliati. Questo paradosso però non lo crea Project e di conseguenze non lo può nemmeno risolvere. Bisognerebbe piuttosto abituarsi a pensare all'omosessualità in modo diverso, come ad una normale variante della sessualità umana. Pensarle per davvero queste parole e farle proprie, abbandonando i preconcetti e i presupposti omofobi che dentro per forza di cose abbiamo. Gli omosessuali semplicemente non formano un gruppo, perché sono diversissimi tra loro come diversissimi sono tra loro gli esseri umani.
Infine volevo a FeralHearts volevo dire a proposito dei suoi desideri, che la sessualità è varia e cangiante nel tempo. Matura assieme a noi, è sfumata e tutto si mescola in un’alchimia unica ed individuale. Ci si eccita pensando alle donne perché attraggono le donne pur essendo omosessuali? Si resta omosessuali anche se non si è indifferenti al corpo delle donne? Ci si eccita piuttosto pensando di essere donne? Donne nel senso di volere il ruolo delle donne? Donne nel senso di desiderare gli organi genitali delle donne? Desiderare di essere una donna durante il rapporto omosessuale, fa di te un transessuale? La transessualità è tutta uguale? Insomma qual è l'importanza di queste domande? A che servono realmente? Non è più importante viversi i propri desideri per quello che sono? Contattarsi fino infondo? Capirli innanzitutto?
Ecco, in questo condivido molto il discorso di Isabella, l'ho sempre condiviso e quando sento che i gay sono maschi che amano altri maschi, penso sempre alla tabellina del maschioXmaschio, che leggevo spesso nei sotto testi delle chat e mi viene l’orticaria. Infondo però il segreto sta proprio qui, gli opposti si accompagnano sempre mentre si contendono: l’autosufficienza emotiva e la sperimentazione frenetica, sono due facce della stessa medaglia, comunque espressione della discriminazione che subiamo.

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IsabellaCucciola
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Re: La mia storia

Messaggio da IsabellaCucciola » mercoledì 9 marzo 2016, 11:16

FeralHearts ha scritto:non vogliono farmi capire che non è qualcosa di sporco, ma parlando esce fuori sempre la faccenda delle frequentazioni.. E comunque in generale mi spronano a fare esperienze con altri ragazzi.
Allora, parto da una premessa. Nel mondo etero è normale che i ragazzi parlino di ragazze, calcio e motori, ed è naturale che possano spronare il ragazzo che ha meno esperienza a fare esperienza, soprattutto se si parla di ragazzi giovani. Non credo che questi tuoi amici ti dicano di fare esperienze con la “malizia”, ma penso che lo facciano perché la vedono come una cosa normale l’esperienza. Non esiste un’età per avere il primo rapporto sessuale, però diciamo che la sessualità viene sperimentata nell’adolescenza. Il consigliarti di fare esperienze penso che sia una cosa che la maggior parte delle persone ti direbbe di fare. Però teniamo sempre a mente che le cose vanno fatte se ce la sentiamo di farle!
FeralHearts ha scritto:Comunque, tornando al fatto della bisessualità, okay, non bisogna etichettare la sessualità però io al pensiero di poterlo essere sto molto male, è intollerabile per me.. pero secondo me è solo fantasia, nella realtà non farei mai nulla di questo tipo (ne sono certo).. E sessualizzo nella mente cose di cui non ho proprio idea e quindi provo piacere, ma la realtà è diversa... nemmeno sono fantasie ma immagini mentali che mi vengono così all'improvviso.
La domanda che mi sorge spontanea è questa: “Perché ti dà fastidio il pensiero di essere bisessuale?” non mi aspetto che tu mi dia una risposta, per il semplice motivo che molte volte è difficile capire il perché una certa cosa ci dà fastidio, diciamo che ci dà fastidio e basta.

Ti butto lì una cosa che mi è venuta in mente. Chi ti dice che pure questi tuoi amici gay non abbiano avuto anche loro qualche fantasia come la tua?
Alyosha ha scritto:La sperimentazione sessuale ed emotiva però è una fase della crescita naturale ed è persino un diritto, un diritto negato nel nostro caso. Un gay di oggi arriva a questa fase in ritardo, spesso impreparato, esce dal mutismo magari dopo anni di tentativi e per lui è tutto in salita o al contrario tutto una burrascosa discesa, a seconda di quale sentiero decide di percorrere. Un giovane andrebbe guidato in questa fase piuttosto che sconsigliato o ammonito in continuazione sui rischi del contagio. […] non si può arrivare ad una sessualità matura, ad una vita di coppia adulta senza passare dalla storiella, dall’innamoramento, dalla scappatella e da tutte quelle cose che la mia adolescenza vissuta da etero ricorda bene essere luoghi comuni di quell’età.
Questo non solo lo condivido, ma lo farei veramente scolpire nella pietra!
Alyosha ha scritto:È assolutamente vero quello che scrive Geografo, dietro un incontro con altri gay c'è sempre una tensione erotica più o meno celata. Non si incontrano altri gay per amicizie gratuite. Però è anche vero che un gay soprattutto se adolescente avrebbe un bisogno estremo di circondarsi dell’amicizia di altri gay come lui. Questo tuttavia è proprio il paradosso dell'omosessualità. Un adolescente gay che ha problemi con il suo stesso sesso difficilmente può trovare altre amicizie "disinteressate" in altri gay, proprio perché tra gay legittimamente esistono di rado relazioni disinteressate o forse sarebbe meglio dire non erotizzate.
Finalmente qualcuno che ha avuto le palle di dire una cosa che penso la maggior parte di noi sappia, ma che non vogliamo ammettere!
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Re: La mia storia

Messaggio da FeralHearts » mercoledì 9 marzo 2016, 19:13

Alyosha, lo so che non ha senso porsi tutte queste domande, ma che ci posso fare se questi pensieri mi fanno stare male e contaminano la mia omosessualità che prima vivevo bene senza di essi?
Isabella, hai ragione, chiederò ahahah. Si un mio amico a volte si è sentito attratto da una donna e ci ha anche fatto qualcosina, ora è gay. Ma io non riesco a guardare gli altri, guardo me stesso e in me il fatto di avere questi pensieri e il fatto di poter essere bisessuale mi fa stare troppo male, non lo tollero. Anche quando mi dico che sono solo pensieri e fisse, mi tranquillizzo, però poi ricomincia tutto daccapo.

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IsabellaCucciola
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Re: La mia storia

Messaggio da IsabellaCucciola » mercoledì 9 marzo 2016, 20:20

FeralHearts, ti lascio questo link, Consultori Familiari in Italia, http://www.comuni-italiani.it/salute/consultori.html.
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Re: La mia storia

Messaggio da FeralHearts » mercoledì 9 marzo 2016, 22:47

Lo so, conosco il consultorio del mio paese. C'è pure la psicologa. Vedremo più in là, se non riesco a risolvere da solo....

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IsabellaCucciola
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Re: La mia storia

Messaggio da IsabellaCucciola » giovedì 10 marzo 2016, 8:29

FeralHearts ha scritto:Si un mio amico a volte si è sentito attratto da una donna e ci ha anche fatto qualcosina, ora è gay. Ma io non riesco a guardare gli altri, guardo me stesso e in me il fatto di avere questi pensieri e il fatto di poter essere bisessuale mi fa stare troppo male, non lo tollero. Anche quando mi dico che sono solo pensieri e fisse, mi tranquillizzo, però poi ricomincia tutto daccapo.
Mi verrebbe da scriverti di non cercare di pensare a cose che ti fanno stare male, ma riflettendoci è un consiglio “idiota”, perché se bastasse ripetersi di non pensare a una cosa, sai quante paranoie e menate non ci faremmo? Purtroppo è un circolo vizioso, anche se cerchiamo di non pensarci certe cose ci rimangono in testa, è come avere un continuo ronzio di sottofondo.
Ora che mi fai pensare, il problema della bisessualità non è un problema nostro, ma è un problema che ci fanno gli altri. Se le persone incominciassero a piantarla di dire che l’omosessualità è sbagliata, un ragazzo che capisce di essere gay si farebbe delle paranoie? Se si incominciasse a piantarla di dire che se sei gay devi per forza provare determinati sentimenti o emozioni, penso che ci faremmo mene pippe mentali tutti. Se io voglio fare sesso con un ragazzo, ma per una volta vorrei anche farlo con una ragazza, per quale motivo devo cercare di “giustificare” questa cosa? Perché bisogna pensare sempre in “binario”?
Mi rendo proprio conto che nelle persone c’è questo bisogno di classificare ogni cosa, e non solo, ma creare un insieme di “regole”, per ogni cosa classificata. Cerco di spiegarmi meglio, se sei gay devi:
- Essere effeminato e isterico (questo è fondamentale!);
- Devi adorare lo shopping;
- Se frequenti l’università, è più naturale se scegli corsi di laurea di tipo umanistico (scienze dell’educazione, filosofia, lingue, psicologia), a parte che qualcuno mi dovrebbe spiegare perché (ma già immagino la risposta), scienze dell’educazione sia un corso “femminile”, dato che la maggior parte dei pedagogisti sono stati uomini…;
- Devi essere figo e pensare solo alla cura del tuo fisico (naturalmente i ragazzi gay sono “i più fighi”);
- Ti deve piacere andare in discoteca;
- Devi essere un po’ superficiale;
- Devi avere solo amiche donne, perché i gay sono tutti “dolci, sensibili, hanno una marcia in più” (quando sento queste frasi mi scappa sempre un: “MA VAFF…”);
- I lavori che può fare un gay sono: barista, parrucchiere, truccatore, o personal trainer. Certo, puoi anche fare altri lavori, ma se sei gay che senso ha fare altri lavori?

Queste cose che ho scritto (e che ha rileggerle mi provocano il volta stomaco), sono alcune delle caratteristiche che gli eterosessuali pensano che deve avere un gay. Il problema è che queste idiozie sono così radicate che molti ragazzi gay le assorbono senza rendersene conto. Ti faccio un esempio che ti dimostra come questo influenzi così a fondo le persone. Chiedo scusa seriamente per quello che leggerete. Conosco un ragazzo gay. A questo ragazzo piacciono le auto. Le auto piacciono ai ragazzi etero. Quando ho saputo che a questo ragazzo gay piacevano le auto, il mio cervello ha avuto un “corto circuito”. Ho pensato: “È gay… e gli piacciono le auto?” (le somiglianze tra me e Peter Griffin si fanno sempre più evidenti…).
Altro esempio, pensa a un ragazzo che si iscrive a Scienze dell’educazione. Il primo giorno di università, va a seguire il corso, l’aula è piena per il 99% di ragazze che vedendo il ragazzo penseranno: “Un ragazzo a Scienze dell’educazione? È gay!”. Ma secondo questa logica tutti i pedagogisti maschi dovrebbero essere gay… è pazzesco, grazie a un corso di laurea, o a un mestiere si riesce a capire l’orientamento sessuale di una persona! Quindi, “Dimmi a quale corso di laurea ti iscrivi, e ti dirò se sei gay o etero.” Questa è una teoria sociologica degna del Premio Nobel!!!
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Re: La mia storia

Messaggio da progettogayforum » giovedì 10 marzo 2016, 12:20

Isabella dice, col solito garbo e con la solita ironia, cose verissime. Ne aggiungo solo una: il DOC a tema gay, cioè il disturbo ossessivo compulsivo caratterizzato dalla paura di essere gay, ha una distribuzione geografica precisa e non casuale: nei paesi dl sud Europa e in alcuni stati USA è piuttosto diffuso, nei paesi del nord Europa e in Canada, dove ormai da decenni l'omosessualità non è più considerata coma uno spauracchio o come una maledizione biblica è invece pressoché inesistente! E questo la dice lunga circa le cause che indirizzano l'ossessività verso l'orientamento sessuale invece che verso altri oggetti! Purtroppo gli stereotipi pesano ancora moltissimo e condizionano la vita delle persone molto più di quanto non si creda.

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Re: La mia storia

Messaggio da FeralHearts » venerdì 18 marzo 2016, 23:10

avete ragionissima. grazie ragazzi per i vostri consigli.
spero di trovare la persona giusta, in un modo o nell'altro.
e di smetterla di autocommiserarmi, di darmi una mossa e di stare meglio :oops:

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