PRATICHE E FANTASIE OMOSESSUALI SECONDO RAFFALOVICH

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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PRATICHE E FANTASIE OMOSESSUALI SECONDO RAFFALOVICH

Messaggio da progettogayforum » giovedì 20 ottobre 2016, 16:53

Il capitolo di “Uranismo e Unisessualità” che Vi presento oggi, “Soddisfazioni sessuali”, esamina le pratiche e le fantasie sessuali degli omosessuali e cerca di spiegarne la genesi. Il coito anale non è sostanzialmente trattato. Raffalovich sostiene che è una cosa piuttosto rara tra gli omosessuali. Molto spazio è dedicato invece al sesso orale e alla masturbazione. Va sottolineato che oggi si tende a considerare masturbazione e onanismo come sinonimi. Raffalovich distingue un onanismo psichico, in cui la fantasia sessuale è lasciata libera ma non si arriva all’orgasmo, e un onanismo fisico, questo sì equivalente alla masturbazione, in cui invece si arriva all’orgasmo. È significativo che, secondo un modello già da lui sperimentato, Raffalovich usi paragonare e mettere sullo stesso livello comportamenti analoghi sia in campo omosessuale che in campo eterosessuale. Il brano riportato di seguito si conclude con un’analisi del significato degli odori nell’ambito della sessualità, l’argomento è trattato con i mezzi tipici della fine dell’800 ma non è privo di interesse.
Ma lasciamo la parola all’autore.
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SODDISFAZIONI UNISESSUALI

Non basta enumerare le diverse soddisfazioni unisessuali; solo il loro studio psicologico spiegherà come la sodomia estrema e criminale, il coito anale completo, il vero crimine contro natura (due o tre parole di cui ci si è tanto serviti a sproposito) risulti raramente compiuto dagli uranisti. Il coito anale attivo non presuppone affatto necessariamente la tendenza verso il maschio, e lo stesso discorso vale per un uomo che si lasci soddisfare da un fellator; mentre l’uomo che reclama che ci si soddisfi su di lui con il coito anale, o che rivendica la voluttà di praticare su un altro uomo la suzione peniena, è un invertito, quando non agisce esclusivamente per venalità, ambizione, riconoscenza, debolezza di carattere (non lottando contro l’affetto, l’ammirazione, le minacce, le promesse) o per inferiorità di età, o di classe, tutte cause degli atti più inverosimili.

Si sa che le donne sono completamente abituate a favorire o a sedurre i loro clienti o i loro amanti in questi due modi, per cupidigia, obbedienza, passività, o per gusto o per vanità. Tutte le donne che fingono di non soddisfarsi completamente se non lasciando che l’atto sessuale si compia al modo di Sodoma, o rivestendo il ruolo di Oscar Wilde,[1] probabilmente non dicono la verità; il desiderio di farsi pagare meglio, di stupire il cliente, di strangolarlo, di risparmiarsi una maggiore fatica e si tutelare anche lo stato stesso della loro salute o del loro corpo, le spingerebbe a parlare così. Ma anche scartando ed eliminando queste cause, è sicuro che per molte donne, soprattutto se amano l’uomo nel suo sesso, o un uomo in particolare, questi atti devono procurare loro un godimento complicato e violento paragonabile (anche se abbastanza inferiore) al godimento degli invertiti. Oscar Wilde è stato condannato a due anni di lavori forzati per questo genere frequente di sessualità.

Si dovrebbe spostare una parte della severità che ispirano gli atti unisessuali dirigendola su tutti gli uomini che praticano con le donne delle voluttà fellatrici o sodomitiche.

Lasciando da parte il coito anale, i rapporti unisessuali sono i seguenti: l’amor platonico di Platone, il platonismo intenso dei moderni, l’esaltazione virtuosa, lo stringersi le mani, gli accostamenti sentimentali, il braccio intorno al collo, alla vita, alle spalle, carezze timide, sfioramenti, baci da padre, da fratello[2] o da amante, baci sugli abiti più esterni con la stessa devozione che sulle pieghe più riposte del corpo nudo, baci privilegiati che si credono casti; notti passate insieme, all’aria aperta, o alla finestra, o in una camera, a parlare, quasi toccandosi, o in un letto;[3] il contatto di due corpi, il contatto non localizzato, la decentralizzazione della sessualità corporea, scopo dichiarato dell’amor platonico, cosa che lo distingue facilmente dall’amicizia; il coito perineale, tra le cosce, anteriore o posteriore; il coito tra le natiche, molto usato e che non bisogna sospettare di intenzione sodomitica; l’onanismo di uno da parte dell’altro, o dell’uno e dell’altro, o condiviso e reciproco, successivo o simultaneo, con tutti i preliminari, tutte le raffinatezze o senza nulla di tutto questo, semplicemente l’atto sessuale, senza carezze, senza parole, senza dichiarazioni, col il silenzio dopo e prima, - o anche questo stesso atto che diventa il momento definitivo di una grande possessione, equivalente al coito degli amanti eterosessuali appassionati; il coito orale, attivo o passivo, completo o incompleto; il contatto di un corpo nudo contro un corpo nudo con baci “di colomba”. – Interrompo qui la lista avendo indicato le principali soddisfazioni unisessuali. Le altre sono solo variazioni. Ho omesso tutti gli atti dettati dalla follia o dall’astinenza che conduce all’ossessione, il desiderio morboso di secrezioni o escrezioni, tutte le copromanie, che non appartengono né all’amore fisico, né alla dissolutezza, né al vizio. È un difetto delle osservazioni cliniche esagerare queste ossessioni, queste miserie, che si riscontrano sia negli eterosessuali che negli unisessuali malati o alienati.

Certi uomini sembrano cercare sempre uno o più di questi piaceri, sempre lo stesso o sempre gli stessi; altri li ricercano tutti, nello stesso periodo o successivamente; ma malgrado la complessità dell’argomento, è possibile, senza troppi dettagli, identificare delle differenze psicologiche e delle cause fisiche e sociali che spiegano questi diversi gusti.

Gli amori appassionati condivisi, che non finiscono platonicamente, dopo essere passati per le diverse fasi dell’amore-passione, si soddisferanno in un modo che dipenderà dalle circostanze esterne. Se i due uomini dispongono liberamente del loro tempo, passeranno la notte o le notti insieme e non faranno ricorso alla masturbazione[4] reciproca. Si ameranno certamente col massimo del contatto e con la maggiore comodità possibile, e secondo la loro costituzione fisica, la loro configurazione sessuale e l’influenza che l’una avrà sull’altra, le loro soddisfazioni avranno la semplicità di un contatto, di un allacciarsi, di una pressione voluttuosa dei due corpi, oppure si daranno ai coiti che preferiscono. E se provano l’uno per l’altro l’amicizia passione virtuosa, saranno gli amanti platonici scusabili, se non casti, secondo Platone. Se sono sensuali senza essere dissoluti, potranno benissimo lasciare perdere il coito orale: molti invertiti non lo trovano degno del loro amore, molti non ci trovano una voluttà naturale e spontanea.

Se non sono liberi, se non vivono soli né l’uno né l’altro, se sono sposati i vivono con degli amici, dei parenti, se per loro è impossibile isolarsi per un periodo lungo, soddisfarsi completamente, ripiegheranno su delle carezze più brevi, sulla masturbazione, sull’onanismo, in carrozza, in calesse, dovunque è possibile, quasi perfino nei luoghi pubblici, di giorno o di sera.[5] Se per caso si trovano per un po’ più di tempo in una camera o in una carrozza chiusa, uno di loro, esasperato dalle costrizioni sociali o domestiche, probabilmente praticherà il coito orale con passione; e questo sarà probabilmente per l’uno o per l’altro o per entrambi, l’inizio di un ardore durevole per questo genere di sessualità, attiva o passiva o mutua. Saranno le difficoltà della vita sociale che avranno insegnato ad uno di lor o a tutti e due a cercare il coito. È stato scritto che la suzione peniena è il modo abituale della soddisfazione unisessuale, ma solo l’amore delle categorie può continuare a farcelo credere, perché tutti i modi unisessuali dipendono da una quantità di circostanze. L’amore contrastato spinge a tutto proprio come la lussuria libera di agire.

Questi appassionati, questi innamorati, desidereranno con trasporto di procurarsi più tempo per loro, di passare delle ore, delle notti, una notte, insieme, e questo desiderio potrà portarli alla loro rovina, potrà far fare loro delle imprudenze crudeli; oppure alla lunga si separeranno, cercheranno o troveranno un altro amico più libero o il cui genere di vita gli permetta certe ore li libertà e di isolamento. Sto parlando qui di uomini che rispettano le decenze della vita, che non andrebbero mai con un prostituto, che si guardano bene dall’entrare nella cricca unisessuale del miglior mondo aristocratico, e che se ne guardano a seconda dei casi, per non compromettersi, per non compromettere i loro amici, o per sdegno e disgusto. Si vede chiaramente quanto la loro “virtù” assomiglia a quella di una donna di mondo sposata, e i loro rapporti assomigliano agli adulteri mondani. Essi si interessano anche a un romanzo come Peints par eux-mêmes, di
Paul Hervieu,[6] nel quale si trovano rappresentati.

Questi unisessuali considerano la costanza e le fedeltà come un modo per riscattare ciò che ci può essere di reprensibile nel loro amore; simili in questo agli eroi e alle eroine di Hervieu. Ed hanno verso gli unisessuali che amano sempre e chiunque, lo stesso disprezzo che ha la donna che ha un marito o un amante verso quelle verso quelle che ne hanno parecchi tutti in una volta.

Gli incostanti, i capricciosi, i leggeri, se maturano, hanno spesso una soddisfazione speciale. Spesso il loro genere di soddisfazione varia a seconda del tipo fisico, della casta, dell’età dell’altro, dell’amato o dell’amante. Coi bei soldati, con gli uomini di classe inferiore, ci sarà quello che è possibile fare all’angolo della strada, all’ombra di un parco, in una folla compatta, cioè una mano complice, una mano esploratrice.[7]

Con gli uomini del loro mondo, o della classe sociale vicina, ma al di sotto della loro, ci sarà probabilmente di più o una cosa diversa. L’ora, il momento e l’occasione decidono quando la sessualità è più legata alla sensualità che all’affetto. Se hanno la possibilità o il coraggio (che deriva dall’abitudine ancora più che dal desiderio fisico) di isolarsi sufficientemente con un soldato o con un uomo del popolo, dopo essersi accertati del suo stato di salute, potrebbero bene praticare su di lui il coito orale, per desiderio di sedurre, per vanità, per procurargli un piacere nuovo, un piacere che le donne che non sono troppo costose o troppo a buon mercato non gli hanno procurato o non gli procurerebbero. Il coito orale è uno dei modi di persuasione dell’unisessuale nei confronti dell’eterosessuale; e più di un eterosessuale si è lasciato conquistare da questo. Il coito orale può diventare un’abitudine, una mania per l’unisessuale, un bisogno sessuale e cerebrale che gli è necessario per eccitarsi. Altri si dedicano a questo esercizio per convincere il loro compagno (quando non è stato brutalmente comparto) a restituirgli l’equivalente della loro compiacenza.

In questo modo, il coito orale degli appassionati che può essere il risultato della costrizione sociale, quando è praticato dai dissoluti è al contrario il risultato della loro libertà e della loro licenza. I primi lo adottano per avere una compensazione, come un simbolo della loro devozione, della loro servitù; i secondi per eccitarsi.

Onanismo e masturbazione. –

Il ruolo dell’onanismo e della masturbazione è tra i più difficili da caratterizzare. I danni fisici dell’onanismo dei puberi sono stati molto esagerati e probabilmente esistono soltanto nei depravati, nei viziosi, nei malati, negli squilibrati. L’onanismo dei sobri e dei temperanti non può essere più pericoloso per un uomo di buona costituzione fisica, degli altri piaceri sessuali. Per quanto riguarda l’aspetto intellettuale e morale, la questione si complica. Io parlo degli onanisti sensati, le cui soddisfazioni sessuali non sono troppo ripetute o legate a una mania o a una malattia.

Una volta passata la lascivia giovanile, il loro onanismo ha un lato psichico e cerebrale molto importante. Il momento stesso dello spasmo a loro non basta, non li interessa abbastanza, lascerebbe loro troppe delusioni senza una impalcatura romantica.

Alcuni si immaginano degli incontri con delle persone che hanno visto durante la giornata e si inventano dei casi fortunati, molto sentimentali, ma che portano a qualsiasi tipo di soddisfazioni, con degli individui giovani o maturi, a seconda delle inclinazioni di spirito dell’amante solitario. Altri hanno il desiderio di dare agli altri i piaceri che provano essi stessi, ed è così che il masturbatore che ha cominciato solamente per lo spasmo, senza immaginarsi un essere femminile o maschile, può andare a finire nell’unisessualità, nella passione di masturbare gli altri.

Quelli che onanizzandosi (questi si masturbano meno di quanto non si onanizzino: si è troppo confusa la masturbazione con l’onanismo) pensano soprattutto al piacere di un essere immaginario, al punto che essi si illudono di sentirlo accanto a loro; se se ne presenta l’occasione, possono arrivare alla passività, all’offerta delle voluttà callipigie,[8] alla suzione peniena, ma senza provarci gusto, o in tutti i casi senza perdere il gusto dei piaceri attivi, perché la solitudine, sdoppiandoli, avrà
insegnato loro dei desideri doppi: sono questi gli unisessuali docili ma esigenti.

Quelli che onanizzandosi pensano soprattutto al loro piacere, reclameranno invece, quando l’occasione si presenta, tutte le soddisfazioni attive complete possibili.
Alcuni individui, abbastanza freddi o abbastanza robusti fisicamente e sessualmente hanno soprattutto bisogno dell’eccitazione di un altro (sia essa vista o sentita o vivamente immaginata o indovinata) per eccitarsi.

Qualche volta è meno la freddezza fisica che la pudicizia o il pudore o il rifiuto morale, che svanisce davanti al godimento di un altro. Per i più freddi ancora, i più stanchi o più impotenti, l’eretismo dell’altro è sufficiente, li turba e li soddisfa.[9]
Altri amano le tenerezze malaticce, impotenti e profonde, i baci di eunuchi, le voluttà che non finiscono mai, e si credono molto casti e molto serafici.

L’onanismo fisico (molto confessato e molto incriminato), la contemplazione sensuale, congiunta all’immaginazione sentimentale, consolidano le tenerezze erotiche (platoniche o altre). Molti invertiti guardano con attenzione gli uomini o gli adolescenti grandi che passano per la strada o che vedono al teatro, nel mondo, e ne conservano uno nella loro immaginazione per evocarlo senza fretta, per mescolarlo a delle fantasticherie di cui egli sarà l’elemento interessante, l’eroe.

Che queste fantasie, sia di giorno che di notte, non scivolino mai dall’onanismo psichico all’onanismo fisico, come qualcuno pretenderebbe, non sta a me negarlo o affermare il contrario. Ma anche ammettendo l’onanismo esclusivamente psichico negli individui continenti o molto sobri, che conducono una vita ascetica o che vivono con una donna per prudenza o per dovere, o che hanno abbastanza volontà per resistere, bisogna riconoscere che l’onanismo fisico di tutti gli invertiti che non sono dei bruti deve essere più o meno unito all’onanismo psichico. Il coito con una donna è per loro probabilmente il punto culminante dell’onanismo fisico, meccanico.

L’odorato e l’unisessualità.

Molti uomini trovano sgradevole l’odore della donna mentre il sudore di un uomo sano e pulito per loro è attraente, gradevole o indifferente.

Ci sono uomini che non hanno mai avuto rapporti con altri uomini, che hanno delle amanti e le amano, e che nonostante tutto non amano l’odore particolare della donna quando questo odore si manifesta in modo sensibile. Ci sono pochi studi conosciuti sulla precocità dell’associazione tra odorato e sessualità.

Si capisce facilmente che un ragazzo o un giovane uomo invertito che si ricorda l’odore del suo copro in alcune crisi sessuali solitarie, associa il profumo maschile con i piaceri sessuali. Le emozioni erotiche (anche quelle severe e caste) si manifestano attraverso una intensificazione e una modificazione delle secrezioni, del sudore, per esempio, i sentori così prodotti agirebbero come auto-afrodisiaci, e ritrovati, percepiti in un altro, sveglierebbero e ricorderebbero delle emozioni erotiche.

L’argomento non è più scabroso di un altro, ma lo si è spesso trattato con quella disinvoltura e con quella superficialità che si riserva agli argomenti scabrosi. Così non si è ancora osservato e compreso sufficientemente se anche nei loro rapporti con le donne molti uomini non si lascino esaltare dall’odore del loro proprio corpo.

Gli onanisti, i masturbatori, lo si capisce, man mano che il loro senso olfattivo si raffina e diventa iperestesico, si innamorano naturalmente di più degli odori maschili, così numerosi, misteriosi e diversi. Ho sentito dire ad un osservatore di se stesso che ogni individuo che lo interessava era rappresentato più vivamente, per lui, da due elementi: la temperatura e l’odore.

Ci sono degli uomini così nervosi che hanno talmente abusato della sessualità o che si sono così staccati da essa, che dicono di essere sensibili al sentore di ciascun individuo. San Filippo Neri, il fondatore degli Oratoriani, distingueva a quanto hanno raccontato, la castità virile dall’odore del corpo. Gli antichi, che sapevano che lo stesso corpo ha parecchi odori diversi , avevano differenti profumi per le diverse parti del corpo.

Altri personaggi molto seri, che non sono mai stati accusati o sospettati di inversione, hanno descritto l’intossicazione prodotta su un uomo normale dal sudore di uomini ben portanti e poco vestiti.
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[1] Praticava la suzione peniena e pagava dei galoppini che si lasciavano adorare in questo modo.

[2] Nei romanzi tedeschi gli uomini si abbracciano sulla fronte, sulle guance, sulla bocca, seguendo la gradazione dell’amicizia: e questi tre baci si danno in pubblico. Nel libro dell’amicizia di Paul Heyse, un giovane uomo non permette al suo casto amico che gli ha salvato la vita di abbracciarlo, perché, essendo stato un ragazzo molto bello e giovane, aveva ricevuto troppe carezze.

[3] Dormire nel letto dell’amato, con carezze, ma senza atti sessuali, è lo scopo fisico dell’amor platonico secondo Platone. Secondo lui, alcuni atti sessuali molto distanziati, sono degli errori deplorevoli ma non criminali.
Alcuni seri Inglesi, hanno citato, in riviste inglesi serie o in libri seri, che si lascia che nelle raccolte di brani scelti sia inserito anche il brano di Walt Whitman, l’Americano, sulle delizie di condividere il letto dell’amico. Nel processo Wilde, uno dei suoi giudici ha dichiarato apertamente che sulle persone di buona educazione, che per la loro condizione economica potevano avere letti separati, e dormivano insieme per loro scelta, non si poteva che giungere alle conclusioni più severe, affermando la loro unisessualità. Questa è l’opinione che sembra predominare in Inghilterra.
Sarebbe interessante studiare il cambiamento dei nostri costumi che questo punto di vista indica. In altri tempi, nel medioevo, gli uomini dormivano insieme nudi. Più tardi, nell’ultimo secolo, nessuno si vergognava di avere dormito con un uomo, amico o sconosciuto. Goethe e Lavater hanno dormito più di una volta nello stesso letto. L’amor platonico casto ricerca la notte con l’amico amato, mentre l’amicizia più appassionata si accontenta di sopportare pazientemente questo accostamento quando le circostanze lo comportano. Oggi il pudore (parlo soprattutto dell’Inghilterra, ma accade probabilmente lo stesso negli altri paesi) è tale tra noi che gli uomini fanno finta (a meno che non si fidino di colui al quale stanno parlando) di credere che un uomo deve preferire dormire completamene vestito sul pavimento che sotto la medesima coperta con un amico d’infanzia. Se ci si occupasse seriamente di questa questione, si arriverebbe a degli approfondimenti molto importanti. Questa delicatezza, questa pudibonderia moderna, contribuisce all’inversione tanto quanto la promiscuità di altre epoche. Tutto quello che è proibito con sottigliezze esagerate, tutto quello che rende più suggestiva un’azione che non ha in sé niente di reprensibile, tutto quello che separa con enfasi due persone dello stesso sesso, come tutto quello che le avvicina troppo, agisce sulle giovani immaginazioni.
La letteratura inglese non è ancora così delicata come sono delicati gli Inglesi e le Inglesi, e i poveri bambini sono spesso colpiti da questa carenza.

[4] Vorrei riservare la parola onanismo per tutti gli atti sessuali che non sono né della masturbazione né un coito qualsiasi. Sembra che (preso in questo senso) l’onanismo risponda all’ideale di molti uranisti perché non imita in nulla un’unione con una donna.

[5] Un uomo timido o prudente, anche invertito, non potrebbe immaginare tutto quello che succede.

[6] Nota di Project: - Paul Hervieu (1857-1915), accademico di Francia dal 1900, scrittore e commediografo di successo, scrive nel 1893 il romanzo epistolare “Peints par eux-mêmes”.
Paul Hervieu, come ha detto Jules Lemaître [Les Contemporaines. Études et portraits littéraires (1888-89)] “è il pittore più realistico di quello che si chiama il mondo, ma dato che il mondo è in fondo un harem libero, sparso, nascosto, inconfessato, la vernice della vita cosiddetta elegante deve per forza ricoprire delle sorde brutalità.”
“Eccelle nel dipingere queste eleganze e nello stesso tempo i vizi che si nascondono sotto questo grazioso decoro. Ha reso a meraviglia il contrasto che esiste tra la superficie luccicante e lo sfondo cupo, in questa società che vive per le corse, le acqueforti e le prime. Lui non si scompone, Dipinge soprattutto i soggetti attraverso loro stessi senza declamazione e senza insistenza… Peints par eux-mêmes (frode, aborto, ricatto, suicidio, amori sfrenati; ma la faccia è salvata perché la nobile vedova non ha visto e non ha capito niente.)”[ Romans à lire et romans à proscrire - Louis, Abbé Bethleem, Ligaran.]

[7] Ci si può ricordare dei pantaloni che hanno delle aperture al posto delle tasche, che sono state trovati presso Alfred Taylor (nel processo a Wilde).

[8] Nota di Project: - Delle belle natiche.

[9] Si veda nelle confessioni di Arthur W… , in Legludic: Attentats aux mœurs.

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