SESSO GAY DI COPPIA E PAURA DELLE MALATTIE

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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progettogayforum
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SESSO GAY DI COPPIA E PAURA DELLE MALATTIE

Messaggio da progettogayforum » sabato 16 maggio 2020, 10:00

Ciao Project,
ti scrivo perché in questi giorni mi sto facendo mille problemi riguardo al sesso col mio compagno. Io ho 34 anni, lui ne ha 32, va detto subito che purtroppo non viviamo insieme perché lavoriamo e viviamo in città distanti circa 200 km, però, da anni ormai, ci vediamo in pratica tutti i fine settimana, una volta vado io da lui e una volta viene lui da me. Il fatto di non vivere insieme è purtroppo una limitazione grossa, abbiamo provato a cercare in qualche modo di cambiare sede di lavoro, ma è una cosa molto problematica e spostarsi è praticamente impossibile, lo sappiamo tutti e due, come sappiamo che molto probabilmente la situazione resterà così almeno per qualche anno. Tra noi non ci sono recriminazioni su questo fatto perché non è colpa di nessuno e nessuno di noi due può rinunciare al suo lavoro, ma certo pensare di fare i pendolari di coppia destabilizza un po’.

Da quando l’ho conosciuto l’ho trovato sostanzialmente tranquillo. Aveva avuto le sue storie e anche complicate, ma solo mentali e unilaterali, lui le chiama “pippe mentali”, e probabilmente le affrontava buttandocisi dentro con tutte le scarpe e rimediandoci alla fine solo una serie di due di picche. Prima che ci conoscessimo aveva fatto sesso con altri ragazzi solo in cam ma mai di persona. Così aveva costruito delle pseudo-storie, tutte rigorosamente della durata massima di un mese, che però per lui avevano un’importanza notevole, probabilmente perché erano le prime. Non è stato mai lui che ha lasciato un ragazzo, ma sono stati sempre i suoi ragazzi (chiamiamoli così) che lo hanno lasciato perché lo sentivano un po’ strano, diciamo un po’ umorale, un po’ disposto a tutto quando gli girava bene e un po’ depresso, e pure parecchio, quando gli girava male, e soprattutto perché voleva sentirsi libero. Nota, Project, che lui quei ragazzi li conosceva solo attraverso le chat e un po’ di sesso in cam. Come facesse a dare credito a quelle cose proprio non lo so, però per lui devono essere state delle cose molto coinvolgenti, e quando quelle storie finivano ci stava malissimo, almeno così mi ha raccontato.

Lui non ha mai potuto sopportare le cose standard, cioè le coppie di tipo tradizionale, i messaggini, i regaletti per il compleanno e cose del genere, e anche con me il fatto di dover fare un viaggio ogni 15 giorni e di vedersi solo il sabato e la domenica è una cosa che lui non vede bene, mi dice: “Se voglio fare l’amore con te di martedì devo aspettare fino a sabato, ma è assurdo!” Se lui è un po’ strano e umorale, e lo è, io ho i miei difetti: non mi piacciono i cambiamenti imprevisti di programma, devo avere modo di pianificare la mia settimana, sono piuttosto abitudinario e francamente non ho molto spirito creativo. Lui è un genio, è molto più intelligente di me (e sono felice che sia così!) tanto che certe volte mi mette in crisi, però si sottovaluta molto, pensa sempre di stare al di sotto degli altri, gli altri li vede più belli, più smaglianti, più sicuri di sé, mai depressi, mai di umore nero, e tutto questo gli crea disagio. Non si è mai considerato un bel ragazzo e quando gli dico che lo è (e realmente lo è), mi guarda con aria perplessa e un po’ infastidita, come se gli stessi facendo un complimento falso. Noi ci vogliamo bene, ma senza vincoli, ovviamente, altrimenti lui non ci starebbe, io so che lui vuole essere libero e non gli faccio mai domande. In passato mi raccontava lui delle storie che aveva con certi ragazzi, naturalmente storie per modo di dire, adesso non mi racconta più nulla e io credo che non abbia più altre storie. Qualche anno fa considerava il suo lavoro una cosa al di sopra delle sue possibilità, adesso è molto impegnato nel lavoro ed è anche molto stimato, perché i suoi capi cominciano a capire che, se lo lasciano libero, è capace di fare cose che pochi altri saprebbero non dico fare ma nemmeno immaginare. Insomma io penso che adesso il lavoro occupi molto del suo tempo, poi per lui ci sono io, il sabato e la domenica di persona e gli altri giorni per un’oretta via skype. Con me è brusco, al limite dell’aggressivo, ma solo qualche volta, è vero che certe volte mi tratta come un cencio ma poi se ne pente e mi chiede scusa.

Ma adesso vengo alla ragione per cui ti sto scrivendo questa mail. Quando ci siamo conosciuti lui aveva 26 anni, è stato lui a farmi la corte, lui a me piaceva moltissimo, lo consideravo il ragazzo più bello che avevo conosciuto, ma pensavo che uno come lui non potesse trovare in me niente di interessante. All’inizio parlavamo molto al telefono, anche parecchie ore nella giornata, poi è stato lui a prendere l’iniziativa sessuale, una cosa che io non mi sarei mai aspettato, la desideravo eccome, ma non la ritenevo possibile. Era la prima volta sia per lui che per me e io ero complessatissimo, ma in pratica ha fatto tutto lui, ha avuto pazienza, mi ha messo a mio agio e piano piano mi ha fatto capire tante cose del sesso. La cosa più bella, quando facevamo sesso, era vederlo giocare, scherzare, sentirsi totalmente libero, non posso negare che tutto questo mi trascinava in un’ambiente di spontaneità sessuale che prima non avrei mai ritenuto possibile, ma che con lui era una cosa assolutamente naturale. Ci comportavamo uno con l’altro con la massima libertà e c’era un’intesa praticamente perfetta, non posso dire che ci fosse una simmetria totale, perché avevamo modi diversi di vivere il sesso ma eravamo contenti di stare insieme, non ci mancava nulla. Se penso a me, beh, lui mi aveva proprio cambiato la vita, mi aveva portato in un’altra dimensione fortissimamente coinvolgente. All’epoca non avevamo nemmeno paura dell’HIV perché né lui né io avevamo mai avuto rapporti con nessuno, ed era proprio uno scatenamento, più da parte sua che da parte mia, ma lui sapeva che mi stava facendo scoprire un mondo nuovo e rispettava i miei tempi, cercava lui di seguire i miei ritmi, o almeno di coinvolgermi nei suoi, ma in modo molto dolce e rispettoso, ecco, l’aggettivo rispettoso è proprio giusto. Io stavo benissimo con lui, qualche mese prima pensavo che non avrei mai fatto sesso con nessuno, e qualche mese dopo, in pratica i nostri incontri erano centrati sul sesso e non lo dico certo per sminuire, perché non era per niente sesso stupido, ci volevamo bene e ce lo dicevamo soprattutto così. Insomma, i primi tempi (anche due o tre anni) non abbiamo mai avuto problemi sessuali di nessun genere. Piano piano ai rapporti sessuali si è aggiunta anche una fiducia reciproca più profonda e lui mi ha raccontato tante cose di sé, anche di tipo molto privato e imbarazzante, in sostanza si è fidato di me ed ha pensato di farmi entrare nel suo mondo privatissimo. Penso che all’inizio lui si aspettasse una reazione analoga a quella che avevano avuto altri ragazzi di fronte a quei discorsi, poi si è reso conto che non c’era nessuna reazione del genere. Una volta, un annetto fa, mi ha fatto un discorso più o meno così: “Io sto con te perché sei una brava persona, perché mi rispetti, mi lasci libero, non mi giudichi, io so che tu mi vuoi bene, non so se sei innamorato, ma mi vuoi bene, io non sono innamorato di te ma con te sto bene, mi sento al sicuro, proprio perché tu mi vuoi bene. Per te non ho mai avuto quel trasporto fisico fortissimo che ho avuto per altri ragazzi, è una cosa diversa, tranquilla, tu non sei il mio amante, ma sei un brav’uomo, e di te mi fido e fino adesso non me ne sono mai pentito. Forse mi innamorerò di altri ragazzi e magari me ne andrò con loro, ma io devo sapere che ci sei e che se avessi bisogno di te, non mi lasceresti solo.”

Ma veniamo allo specifico. Lui un paio d’anni fa ha avuto rapporti sessuali anche con altri ragazzi, lui ha detto che erano rapporti protetti, ma, sai com’è, insomma, dopo che me lo ha detto (non avevamo rapporti da un paio di mesi) mi ha chiesto di fare l’amore con lui e io gli ho detto che non me la sentivo, ma solo per il rischio hiv. Lui ha fatto un po’ di storie, poi ha accettato di fare il test, che è venuto negativo, secondo il buon senso io avrei dovuto sentirmi tranquillo ma io la paura ce l’avevo lo stesso perché lui avrebbe potuto benissimo andare con un altro senza dirmi nulla. Io in realtà non penso che mi avrebbe messo a rischio, ma, sai, queste idee sono un po’ come un tarlo che quando ti entra nel cervello non ne esce più. Lui il mio imbarazzo lo vedeva ma cercava di farmi superare le mie paure, ma io cercavo di ridurre i contatti a qualcosa che fosse proprio a rischio minimo, se non proprio zero. Da questo meccanismo è cominciato un andamento strano della nostra sessualità, lui indubbiamente si è sentito piccato dal mio atteggiamento, perché, dopo tutto, lui il test lo aveva fatto ed era venuto negativo, e pensare che avrebbe potuto mettermi a rischio senza dirmelo era in fondo una mancanza di fiducia verso di lui, perché, ne sono convinto, lui una cosa del genere non la farebbe mai. Insomma da lì è cominciata un’asimmetria, chiamiamola così, lui poteva fare a me certe cose che io però non reciprocavo su di lui e altre cose non si facevano proprio, lui tendeva a coinvolgermi sempre di più e io tendevo a mantenermi dentro dei confini di bassissimo rischio. Poi piano piano lui ha cominciato a pensare che io facessi sesso con lui non per me ma per lui, come se fosse un gesto altruistico, come se io lo facessi per pietà nei suoi confronti. Un’idea del genere è completamente assurda, perché io lo penso spessissimo in termini sessuali e, nella settimana, quando lui non c’è, mi masturbo pensando a lui. Pensa, Project, che da quando stiamo insieme io non ho mai fatto fantasie su un altro ragazzo. Però lui si va convincendo che la paura dell’hiv non è il vero motivo di certe mie ritrosie. Prima, quando io andavo da lui o lui veniva da me, la prima cosa che succedeva era andare in camera da letto. Il pranzo poteva benissimo aspettare e così tutto il resto e pure i discorsi, ma era ovvio che il sesso, dopo una settimana che eravamo stati lontani, non si potesse assolutamente rinviare. Adesso non è più così, quando ci vediamo cominciamo a parlare del più e del meno, lui non prende l’iniziativa e nemmeno io e lui si arrabbia, mi dice che sono un ipocrita e che voglio che sia sempre lui a chiedere in modo che io poi posso fare pesare il mio consenso, mi dice che questa cosa lo manda in bestia. Ti giuro, Project, che non prendo l’iniziativa solo perché sono in imbarazzo e non ho la minima intenzione di fare pesare il mio consenso, che comunque è scontato. Per tutta la settimana mi dico e mi ripeto che devo prendere l’iniziativa, poi, quando stiamo insieme mi blocco, ho paura che lui mi dica di no, che si arrabbi perché non è il momento giusto o per qualche altra ragione, o semplicemente perché magari ha i nervi e preferirebbe parlare. Si lamenta che faccio troppe chiacchiere, che mi comporto come una ragazzina complessata, che uso un linguaggio troppo civettuolo e femminile. Lui mi vorrebbe al suo livello, molto deciso e soprattutto molto più interessato al sesso. In un certo senso lui non capisce che sono interessato eccome ma essenzialmente perché c’è lui, perché se non ci fosse lui il sesso per me sarebbe una cosa strettamente individuale e soprattutto e forse completamente di fantasia e di desideri frustrati, come era prima che lo conoscessi.

I nostri problemi sono quasi tutti nella fase di avvio del sesso, fase che può essere rovinata dal parlare troppo. Io cerco spesso di mordermi la lingua e di evitare i discorsi perché so che non gli piacciono e cerco di adottare un linguaggio e un comportamento adeguato. In pratica cerco di imitare il suo linguaggio e il suo comportamento. Lui mi dice che sembro un valletto del ‘700 e che mi vorrebbe “più uomo”, espressione che a me non piace affatto. Mi dice che con lui devo essere spontaneo, devo prendermi tutta le libertà possibili, che non devo essere “ossequioso e imbranato” ma che mi devo svegliare. Già da Natale dello scorso anno, però, ogni tanto, diciamo più o meno il 30% delle volte, si riusciva a trovare un’intesa come quella dei primi tempi, ed era una cosa molto bella, a parte il sesso, perché lui non mi aggrediva con i soliti discorsi e con le solite puntualizzazioni e io sentivo di nuovo quel rispetto nei miei confronti che c’era stato nei primi anni. Poi è intervenuta la storia del virus che ha interrotto i nostri viaggi del sabato e della domenica, e potrei dire che forse, almeno fino adesso, è stata una cosa positiva perché l’astinenza stimola il desiderio e poi abbiamo cercato di attrezzarci per fare almeno un po’ di sesso in cam, ma è successa anche una cosa inaspettata, abbiamo ricominciato a parlare molto e si stava benissimo, voglio dire che stava benissimo anche lui. Il sesso in cam non era per niente una cosa stupida perché c’era lui. Posso dire che avevamo trovato un equilibrio stabile molto più solido e meno problematico di quello dei viaggi del sabato e della domenica.

A giorni, dicono, probabilmente si potrà riprendere a viaggiare e io non so che fare, perché riprendere gli incontri del sabato e della domenica probabilmente toglierebbe al nostro rapporto la forza del dialogo quotidiano, e, diciamolo pure, farebbe tornare a galla tanti problemi sessuali, che al momento sono in sordina. Vorrei proporgli di interrompere i nostri incontri, ma bada bene, interrompere i nostri incontri non vuol dire sminuire la relazione ma esattamente il contrario, però non so come lui potrebbe reagire a una proposta simile. Non vorrei proprio che la prendesse come un rifiuto nei suoi confronti. Ho tanta paura che ricomincino le puntualizzazioni e gli imbarazzi reciproci e che si perda quel livello di comunicazione che si era trovato nel periodo di isolamento sociale. Io penso che lascerò fare a lui tutte le scelte e che mi adatterò comunque, perché se non si sentisse libero starebbe a disagio. Mi ha detto che non vede l’ora di vedermi, e veramente non vedo l’ora nemmeno io di riabbracciarlo … Insomma penso che torneremo agli standard di prima e la cosa mi piace perché il contatto fisico vero e proprio è un’altra cosa, ma temo che si prederanno le nostre bellissime ore di conversazione in chat, temo che possa ricominciare ad arrabbiarsi con me, che possa fraintendere la paura dell’hiv e adesso anche del covid e che tutto possa di nuovo andare in crisi. È un pericolo molto concreto o almeno io lo avverto molto concreto, fino adesso le limitazioni venivano dal fatto che non si poteva circolare, ma dopo saranno limitazioni che verranno da me, lui cercherà di farmele superare, io non lo farò e le cose andranno a rotoli un’altra volta. Ho quasi paura di ricominciare, ho quasi paura di lui e del fatto che resterà deluso, arrivo a pensare che gli ho fatto perdere gli anni migliori della vita e che in fondo non sono capace di volergli bene. Certe volte penso che senza sesso si starebbe meglio e che con gli anni si perde del tutto la spontaneità, parlo per me naturalmente. Che ne pensi, Project?

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