SENTIMENTI GAY E PRONOGRAFIA

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
Rispondi
Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5950
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

SENTIMENTI GAY E PRONOGRAFIA

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 23 dicembre 2020, 13:16

Buonasera Project,
sono un 45enne gay con un’esperienza molto complicata e per tanti aspetti deludente alle spalle. Qualche settimana fa sono capitato su un tuo blog e ho trovato il tuo post “Gay e sesso anale: falsi miti e pornografia” e l’ho trovato molto interessante, poi sono andato sul tuo libro “Essere Gay” e ho letto la parte che riguarda la sessualità e anche lì ho trovato molte cose interessanti.

Ti dico subito che la mia esperienza della realtà gay è probabilmente tanto particolare da rendermi difficile integrarmi negli ambienti tipicamente gay che ho conosciuto tramite internet e le applicazioni per smartphone. Ma per farti capire il senso di quello che intendo dire, è necessario che io parta dal principio.

Io sono del 75. Sono figlio unico, i miei genitori non hanno mai capito nulla di computer, di telefonini e in particolare di internet. Io stesso non mi sento affatto parte della generazione ipertecnologica moderna. Ho comprato il primo PC a 30 anni, perché non ne potevo fare a meno. In queste cose ero enormemente più indietro di quelli della mia generazione.

Perché faccio questa premessa? Beh, c’è una ragione specifica: io ho scoperto la pornografia nel 2005, a 30 anni! A qualcuno può sembrare folle ma è così. Questo vuol dire che se la tecnologia è la civiltà io ero il tipico “buon selvaggio” non contaminato dalla civiltà tecnologica e, per quanto riguarda il sesso, non contaminato dalla pornografia. Chiarisco subito che non intendo fare nessun discorso moralistico sulla pornografia, perché io stesso ne ho fatto uso e abuso per anni, ma solo dopo il 2005.

Sono cresciuto in un ambiente molto normale, genitori né ottimi né pessimi, tutto sommato non male, ma pure loro figli del loro tempo e dei loro condizionamenti, un po’ bacchettoni, un po’ troppo predicatori, di quelli che predicano molto bene ma razzolano molto meno bene, comunque non li giudico.

Quando ho capito di essere gay? Molto presto, diciamo intorno ai 13 anni, se non pure prima, e l’ho capito quando ho scoperto la masturbazione e l’ho scoperta da solo, con qualche patema d’animo, finché non ho capito che non era una cosa patologica. A 13 anni, senza internet, con genitori bacchettoni e una scuola che non era certo quella di oggi io ovviamente potevo solo tenermi la mia scoperta per me. Le mie fantasie già allora erano sui ragazzi, tutte, al 100%. Nessuno mi aveva mai parlato di omosessualità, ne avevo avuto qualche vago sentore da qualche battuta di qualche film ma legata a situazioni da macchietta che non avrei mai messo insieme con le mie fantasie sui ragazzi.

A che serve questo discorso? Secondo me serve a capire che cosa nella sessualità gay è spontaneo, originario e che cosa viene invece appreso dall’esterno. A 13 anni, io ero il buon selvaggio del sesso che aveva scoperto da sé la masturbazione e che stava creando la sua sessualità in modo assolutamente spontaneo.

Le mie fantasie sui miei amici erano tutte centrate sull’idea della nudità in due e della masturbazione reciproca. Posso dire che in pratica le fantasie erano sempre le stesse, sognavo che io e il ragazzo al quale pensavo eravamo nudi insieme senza complessi, proprio come la cosa più naturale di questo mondo, che potevamo toccarci reciprocamente e che potevamo masturbarci reciprocamente. In pratica nelle mie fantasie non c’è mai stato niente altro. Tutto questo è durato non solo fino ai 30 anni ma fino adesso.

Quando a 30 anni ho scoperto la pornografia, che a me sembrava una cosa molto volgare e assolutamente falsa, ho scoperto un mondo che mi ha messo in crisi, non dico fino a portarmi a mettere in dubbio perfino di essere gay ma quasi. Mi dicevo che se il mondo gay era quello, io non ero certamente gay. Il sesso orale, al quale fino a 30 anni non avevo mai pensato concretamente, mi sembrava una cosa strana ma in fondo accettabile, anche se, lo ribadisco, non era mai stato nelle mie fantasie, ma il sesso anale mi sembrava proprio inconcepibile. Non solo non mi era mai passato per la testa che due uomini potessero fare sesso in quel modo, ma non capivo assolutamente perché il sesso anale fosse considerato l’apice dalla sessualità gay. Io, che mi sentivo gay al 100%, non avevo mai neppure immaginato che si potesse fare sesso in quel modo. È mai possibile che due gay arrivino ad avere concezioni così diverse della sessualità? Secondo me era ovvio, proprio facendo due più due quattro, che la pornografia aveva di fatto plasmato la sessualità di moltissimi ragazzi.

Dopo la mia scoperta della pornografia, mi faccio prendere dall’ossessione di essere solo e comincio a scambiare messaggi in chat (allora c’era messenger) con un ragazzo venticinquenne, che si chiamava Franco, incontrato in un sito di archeologia. Confesso che allora, proprio per non finire invischiato in siti strani, frequentavo siti di carattere culturale, in cui si poteva anche scambiare qualche messaggio con altri utenti.

Fin dall’inizio il dialogo con Franco mi piace molto e col passare dei giorni si fa molto più personale e alla fine si arriva a parlare anche di sesso, è lui che rompe il ghiaccio, mi dice che è gay, e io non posso che rispondergli che lo sono anche io, poi viene lo scambio di foto, niente di pornografico, normalissime foto, da quelle della laurea a quelle coi colleghi di lavoro ecc. ecc.. Franco è un bel ragazzo, o almeno più che passabile e, cosa che non mi aspettavo, io gli faccio una buona impressione. Ci sono le premesse per andare avanti. Da lì a poco arriva il primo incontro per strada e la prima passeggiata insieme per la città. Dal vivo è proprio carino, e poi è sorridente, è il tipo di ragazzo che mi stimola molto anche dal punto di vista sessuale.

Dopo un paio di settimane decidiamo che si potrebbe anche provare a fare sesso e lui comincia a spiegarmi che cosa gli piace a livello sessuale, e qui mi è crollato il mondo addosso. Le fantasie sessuali di quel ragazzo, in pratica, non avevano nulla a che vedere con le mie. Lui considerava stupide cose che a me sembravano essenziali e dava moltissimo valore a cose che non erano mai entrate nell’orizzonte della mia sessualità.

Ho provato a spiegargli come stavano le cose ma era talmente convinto che la sua sessualità fosse l’unica possibile, quella gay per definizione, che mi vedeva quasi come un caso patologico. Io cominciavo a capire che alla fine ci sarebbero stati dei problemi grossi perché a un certo punto gli avrei detto di no, ma lui mi piaceva molto e si vedeva che era interessato a mettersi con me comunque, perché era convinto che mi avrebbe fatto provare cose così strepitose che ne sarei rimasto affascinato e così ci siamo dati appuntamento a casa mia (allora vivevo solo) per provare un po’ di sesso.

Finalmente il giorno arriva. Viene a casa mia e cominciamo subito. Io avrei voluto stare abbracciato con lui, avrei voluto che ci coccolassimo un po’ ma questo per lui non aveva senso, cioè non era sesso, e allora l’ho lasciato fare. In pratica la scena era una classica scena da video porno. Sesso orale (senza preservativo e già mi sentivo tremare), e poi tira fuori un preservativo e me lo vorrebbe infilare ma non me la sento, lui insiste ma io non me la sento, è molto contrariato, la frustrazione gli si legge in faccia, poi si adatta e finiamo per masturbarci ciascuno per conto proprio, appena finito, si riveste e se ne va, mi saluta prima di andarsene ma si vede che è profondamente deluso.

Dopo che se ne è andato via io provo un momento di vuoto misto però ad un certo senso di soddisfazione e spero che la storia sia finita perché mi rendo conto che non può andare avanti. Ma la storia non è finita. Franco si è innamorato di me, all’inizio io pensavo che mirasse solo a fare sesso con me, cioè a farmi fare quello che voleva lui, ma penso che lui avrebbe trovato facilmente altri ragazzi con inclinazioni molto più affini alle sue, ma non lo ha fatto, o forse lo ha fatto solo parzialmente, cioè non mi ha escluso comunque dall’elenco dei suoi potenziali partner.

Quando ho capito che faceva sesso anche con altri ragazzi ho cominciato ad avere paura dell’hiv e staccarmi da lui, ma non è stato possibile nemmeno quello. Lui ha capito che le mie paure erano legate alla paura dell’aids e ha fatto il test, che è venuto negativo, e il giorno che ha avuto il risultato, mi ha portato il referto, per farmi capire che non c’erano rischi.

Abbiamo ricominciato a fare sesso insieme e questa volta ho fatto anche quello che voleva lui. Mi chiedeva se la cosa mi faceva schifo e cose del genere. Gli rispondevo che non mi faceva affatto schifo ma proprio non capivo che cosa ci si potesse trovare di travolgente. Lui si è reso chiaramente conto che per me era solo una cosa meccanica e che di partecipazione, da parte mia, ce n’era ben poca.

D’altra parte i nostri incontri erano così centrati sul sesso anale che tutto il resto era ridotto a pochissimi minuti. In pratica io non ho mai potuto avere con lui un momento di intimità vera, a modo mio. Lui mi diceva : “Ma che cosa vuoi di più? Più intimità di questa non esiste!” Una frase del genere a me suonava proprio incomprensibile.

Io e Franco andavamo molto d’accordo, lui era una persona come si deve, non mi ha mai imbrogliato, cioè era Franco di nome e di fatto, però a livello sessuale non c’era nessuna comunicazione e dai nostri incontri uscivamo quasi sempre frustrati. Siamo andati avanti così per parecchio tempo, poi i nostri contatti si sono molto diradati, anche se non si sono mai interrotti del tutto e questa per me è stata una cosa importante perché evidentemente non si concludeva tutto con un po’ di sesso.

Nel 2009 ho conosciuto Maurizio e conoscere Maurizio mi ha fatto rivalutare molto Franco, perché Franco a me ci teneva, magari per portarmi a letto alla sua maniera, ma ci teneva, mentre Maurizio mi considerava solo uno dei tanti. Anche con Maurizio si sono presentati gli stessi problemi che si erano presentati con Franco, ma con Maurizio era impossibile andare d’accordo anche su tantissime altre cose: si vantava di cose che non aveva fatto, raccontava balle, diceva una cosa, non la faceva, e poi negava di averla detta. Insomma è finito tutto nel giro di tre o quattro mesi, è sparito e non si è più sentito, mentre continuavo a sentire Franco di tanto in tanto.

Dal 2010 ho cominciato ad utilizzare i siti di incontri e devo dire che ci ho trovato di tutto, da gente seriamente fuori di testa a ragazzi sognatori e apparentemente ingenui che non capivo come potessero essere finiti lì dentro, anche se alla fine ci ero finito pure io. Le mie esperienze tramite app sono state piuttosto numerose ma estremamente superficiali, dal ragazzo che dava per scontato che noi dovessimo fare prestissimo un’unione civile con tanto di festa di nozze con reggimenti di parenti, a quello che non mi voleva dare nemmeno il numero di telefono perché aveva mille paure ed era fissato con la privacy, da quello sposato che mette le corna alla moglie con i ragazzi a quello bisessuale che vuole te ma ha anche la ragazza, ecc. ecc..

In questo modo sono arrivato al 2017 quando alla fine di gennaio ho preso la decisione di eliminare l’app, che non era proprio cosa per me. In tutto questo turbinio di storie più o meno assurde c’era solo una cosa che non era finita e cioè il rapporto con Franco. Ogni tanto ci sentivamo. Lui mi raccontava delle sue storie e io gli raccontavo delle mie. Mi piaceva sentire la voce di Franco e in fondo era stato l’unico ragazzo che mi aveva voluto veramente.

Ormai con le app avevo chiuso e così, piano piano, ho cominciato a ripensare agli incontri di sesso che avevo avuto anni prima con Franco. Tra noi non c’era sintonia sessuale, questo è vero, ma anche se rimanendo ciascuno sulle proprie posizioni, tra noi c’era in qualche modo la volontà di non buttare via tutto. Io avevo dato molto peso alla disarmonia sessuale e avevo sottovalutato il fatto che Franco si era veramente innamorato di me e in fondo, dal suo punto di vista, io lo avevo deluso.

Abbiamo cominciato a chiamarci al telefono un po’ più spesso e a parlare per ore, come facevamo proprio nei primissimi tempi della nostra relazione. Poco prima di natale del 2018 mi propone di andare a prendere un caffè insieme, io non me lo faccio dire due volte, lui sente dal tono della mia voce che sono contento della proposta e mi dice: “Non vedo l’ora di rivederti! Non ci vediamo da tanti anni!” Io rifletto che sono veramente passati più di dieci anni.

La domenica mattina ci salutiamo a distanza. Lui mi dice: “Posso?” e mi abbraccia proprio in un modo affettuoso, cosa che non aveva mai fatto prima. Io rispondo all’abbraccio con un enorme sorriso, poi camminiamo per la città. Lui è ancora giovane come me lo ricordavo, io sono cambiato parecchio, ma lui mi dice che sono un uomo maturo, ma che sono proprio bello.

La giornata è gelida ma limpida, camminiamo fino a ora di pranzo, poi andiamo a mangiare insieme. L’atmosfera tra noi è incantevole, non avrei mai pensato che potesse essere così, era un continuo scambio di sorrisi, un volersi conquistare a vicenda. Mi sembrava di essere ritornato un adolescente al primo amore, eppure avevo 43 anni e lui ne aveva 38.

Non avrei mai pensato che la mia storia con Franco potesse risorgere e a quel livello. Sentivo che lui ci teneva veramente e la cosa mi faceva un effetto fortissimo. Era la prima volta che capivo quanto Franco mi avesse voluto bene. Tra noi eravamo timidissimi, facevamo discorsi prudentissimi, attenti a non urtare in nessun modo la suscettibilità dell’altro. Ricordavamo alcuni particolari della prima fase della nostra storia ma cercando di lasciare all’altro la massima libertà di svicolare e di cambiare argomento. Cioè ci preoccupavamo di non crearci reciprocamente ostacoli.

Siamo andati anche a cena insieme e poi l’ho riaccompagnato a casa, penso che lui avrebbe voluto che io salissi a casa sua, ma lui non me lo ha proposto. Io ho capito che non propormelo gli era costato moltissimo e gli ho detto: “Questa è stata la prima volta che ci siamo rivisti dopo dieci anni ma non sarà certamente l’ultima!” Detta in questi termini, la frase sembrava una cortese banalità, detta forse solo per dire una cosa gentile, allora gli ho detto: “Facciamo domenica prossima?” E lui ha risposto strizzando gli occhi: “Ci puoi contare!”

Sarà perché oramai non siamo più ragazzi, ma la nuova fase della mia storia con Franco è stata ed è tuttora diversissima dalla prima. Adesso la nostra preoccupazione non è quella di concretizzare le nostre fantasie ma quella di non frustrare mai l’altro, di farlo stare nel modo migliore possibile.

Da pochi mesi io e Franco abbiamo cominciato una convivenza, lo abbiamo fatto per scelta meditata, non d’istinto, con l’idea che restiamo comunque liberi di separarci e di rimanere solo amici se la cosa non dovesse funzionare, ma nonostante questa premessa, la storia sta funzionando. Il sorriso di Franco per me è come il sole, lui è contento di stare con me, io non avrei mai immaginato che saremmo arrivati a questo tipo di rapporto, 12 anni fa sembrava impossibile, ma è diventato realtà.

Tu vuoi sapere del sesso anale? Ti sembrerà un paradosso ma non me l’ha più chiesto, mi dice che non ne sente il bisogno, che 12 anni fa aveva ancora una sessualità imitativa rispetto alla pornografia, ma poi si è costruito una sessualità sua, che io sento molto più vicina alla mia. Adesso capisce il senso delle coccole, dello stare abbracciati, dell’addormentarsi uno nella braccia dell’altro. Gli ho raccontato la storia del buon selvaggio e mi ha detto che ormai è diventato selvaggio anche lui.

So bene che questa storia non è il paradigma delle relazioni gay e che la realtà è spessissimo diversa dalla storia mia e di Franco, ma io penso che senza la pornografia noi avremmo potuto vivere dodici anni di felicità in più.

Fine della storia.

Lao
Messaggi: 126
Iscritto il: domenica 19 luglio 2015, 20:41

Re: SENTIMENTI GAY E PRONOGRAFIA

Messaggio da Lao » mercoledì 23 dicembre 2020, 22:38

Bella storia. L'importante è ritrovarsi. La distanza ha reso questi due uomini più maturi e paradossalmente ha fatto sì che al secondo incontro la loro relazione funzionasse.

Rispondi