Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Donne innamorate che non vogliono perdere il loro compagno neppure se è gay
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Alice
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Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da Alice » sabato 4 ottobre 2014, 0:18

Ciao a tutti! Ho tanto bisogno di parlare con qualcuno per sfogarmi e chiedere qualche consiglio, ma non lo posso fare. Allora ho pensato di scrivere qui, con la speranza che qualcuno mi possa rispondere qualcosa in base alle vostre esperienze. Mi scuso in anticipo per il poema, ma purtroppo un po’ perché non sono capace di essere sintetica, un po’ perché per farvi capire ho dovuto scrivere tutta la mia storia, se avrete pazienza vi toccherà leggere queste 4 pagine. Ringrazio chi si sentirà di farlo. E ora vi racconto la storia di me e del mio grande amore.
La prima volta che ci siamo messi insieme io avevo 14 anni e lui 16. Per me era il primo ragazzo, il primo bacio, il primo amore che non si scorda mai. Lui l’anno prima si era già innamorato per la prima volta e quando lei l’ha lasciato ha sofferto tantissimo. Io quindi per lui ero il classico chiodo schiaccia chiodo, ma è durata pochissimo, tra noi c’è stato solo qualche bacio e poi mi ha lasciata, pensava ancora a lei. Abitiamo nello stesso paesino di 600 anime, quindi la compagnia di amici, la corriera per andare a scuola erano le stesse. Io non riuscivo a dimenticarlo, da classica ragazzina perdutamente innamorata. Lui con me si comportava male, non mi salutava, mi prendeva in giro come tutti i ragazzini stupidi e infantili di quell’età. Son passati 2 anni e mezzo e quando mi sembrava che finalmente mi fosse passata lui si è rifatto sentire. Io avevo 17 anni, lui 19. Ci siamo fidanzati e, tra alti e bassi, è continuata per 7 anni e mezzo. Dico alti e bassi perché il nostro rapporto è sempre stato litigarello a causa dei nostri caratteri diversi e del suo egoismo. Spesso non mi sono sentita amata, o non a sufficienza. Io l’ho sempre messo al primo posto nella mia vita, lui no. All’inizio è stata dura perché era ancora immaturo e non abituato ad avere una fidanzata. Poi le cose sono un po’ migliorate ma le divergenze ci sono sempre state. È come se dentro non mi sentissi di piacergli veramente, di attrarlo fisicamente. Non voglio sembrare la persona che non sono, ma devo dire che sono una ragazza che piace molto per il suo aspetto fisico (e anche interiore per fortuna..), ho sempre avuto tanti ragazzi che mi facevano i complimenti. Ma a me non è mai interessato nessun’altro se non lui. E mi faceva stare male il fatto che proprio per lui non fossi perfetta, che a lui piacessero le more mentre io sono bionda, le basse mentre io sono alta, le ricce mentre io sono liscia, gli occhi azzurri mentre io li ho scuri. È sempre stato un ragazzo un po’ particolare, ma io mi sono innamorata proprio delle sue stramberie. A suo modo mi faceva comunque capire di amarmi ogni tanto. Tutti ci hanno sempre guardati come una coppia perfetta, ragazzi d’altri tempi, una coppia come quelle di una volta che nascevano da giovani e duravano fino al matrimonio e oltre. Ne ero convinta anch’io. Lui non è molto passionale, e io sono un po’ timida, ma proprio perché il fatto di non percepire in modo chiaro come fanno altri la sua attrazione verso di me mi ha sempre fatta essere molto insicura. Noi siamo cresciuti insieme, sia dal punto di vista personale che sessuale. Non abbiamo praticamente avuto altre storie se non questa. Abbiamo raggiunto i vari step del sesso insieme, entrambi inesperti, imbranati, ma è stato bello anche per quello. Lui nei primi due o tre anni non mi ha mai praticato il sesso orale, perché non lo attraeva molto la cosa. A me dispiaceva, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo perché m’imbarazzavo e perché ero dell’opinione che in sesso non si deve chiedere niente ma solo donare. Finchè un giorno mi ha chiesto se raggiungessi l’orgasmo e io gli ho detto che durante i nostri rapporti non mi era mai successo. Lui è rimasto stupefatto e da quella volta ha iniziato a farsi sempre più attento e la qualità dei nostri rapporti è migliorata. Finchè una sera terribile è successa una cosa che mai mi sarei aspettata. Stavamo insieme da tre anni e mezzo. Era ora di salutarsi e lui era così triste, credo avessimo anche discusso, e io non capivo cosa avesse. Stava per uscire da casa mia e aveva lo sguardo perso nel vuoto, non parlava, mi faceva impressione. Io insistevo che doveva dirmi cosa gli stesse passando per la testa. Finchè l’ho convinto, siamo rientrati in cucina. Mi ha detto di sedermi sul divano. E mentre si stava sedendo anche lui accanto a me ha pronunciato la frase che non mi scorderò mai: “Io sono malato, e la mia malattia si chiama omosessualità.”. Ed è scoppiato a piangere singhiozzando come un bambino con la testa sulle mie gambe. Io ho visto il mondo crollarmi addosso, mi sembrava di essere in un incubo, e non mi capacitavo di niente. Ricordo che abbiamo pianto a lungo fino a notte fonda entrambi. Io non sapevo cosa provare, sofferenza, pena per lui, e rabbia per essere stata presa in giro per tutti quegli anni. Gli ho chiesto se quindi mi avesse mai amato. Lui mi ha risposto che ci aveva provato con tutte le sue forze, che lui non voleva essere gay, perché il suo sogno era avere una famiglia, dei figli. Mi aveva raccontato che alle medie era amico di un ragazzino gay e che stando con lui si era quasi convinto di esserlo anche lui. Anche perche è sempre stato diverso dai suoi amici perché ad esempio non gli è mai piaciuto il calcio, bensì la pallavolo. Io ero shockata e non sapevo come comportarmi. Lui aveva solo me, ero la persona che lo conosceva di più al mondo. Non aveva veri amici, genitori freddissimi e inutili e un fratello ormai sposato con figli e con tanti anni in più con cui quindi non c’è mai stato un rapporto troppo confidenziale. Insieme abbiamo deciso che sarebbe dovuto andare da una psicologa per riuscire a capire bene quello che aveva dentro. I giorni successivi per me è stata dura, lui voleva fare l’amore e io non ce la facevo perché mi sentivo presa in giro. Lui ha iniziato ad andare dalla psic, abbiamo fatto un weekend in montagna da soli, non voleva che lo abbandonassi, e piano piano le cose son continuate come se non fosse mai successo niente. La psic non è servita a niente, gli faceva compilare solo questionari e gli ha solo detto che chiunque ha dentro di sé una componente maschile ed una femminile. Ma la risposta non lo ha mai convinto. Cercavamo di non parlarne tra di noi, io ogni volta che sentivo la parola gay soprattutto in sua presenza sentivo un macigno, perché continuavo ad avere dentro il fantasma che lui fosse gay, nonostante mi avesse poi detto che invece mi amava veramente. Io non avevo mai avuto grossi sospetti prima. Magari a volte mi sembrava strano che nutrisse un qualche interesse verso il mondo gay, come ad es. quando ha visto il film “Brokeback mountain” oppure una sera è uscito con la frase “Sai, in radio hanno detto che i gay durante un rapporto sessuale godono di più che non nel rapporto tra uomo e donna” oppure a volte diceva di qualcuno che era un bel ragazzo. Ma sapendo che stavamo insieme da anni, che prima di me era stato follemente innamorato di un’altra e che faceva apprezzamenti su alcune ragazze scatenando la mia gelosia, non ci ho mai fatto tanto caso. Allora mi sono detta che magari era bisessuale, dato che diceva di amarmi, e allora il problema non si poneva, cioè l’importante era che fosse contento di stare insieme a me, che fosse innamorato. Mi aveva detto che tempo prima gli era capitato di vedere sui canali privati in tv qualche film gay e che gli piaceva, mentre sapeva benissimo che al classico ragazzo etero questo farebbe schifo. Però non gli era mai capitato di provare attrazione per un ragazzo visto per strada, non gli interessava. Mi ha fatto pensare, a posteriori, anche la grande sofferenza che ha avuto nello stesso periodo perché il suo migliore amico per un po’ di tempo aveva rotto i rapporti con lui. Durante la nostra storia abbiamo sempre parlato di matrimonio e di figli, lui ha sempre avuto il grande sogno della famiglia, forse era ancora più forte che in me, ci eravamo promessi che nel 2015 ci saremmo sposati, prima dovevo finire l’università e trovare un lavoro, pensavamo a dove abitare. Son passati anni, dopo 7 anni e mezzo tra noi c’era aria di crisi, lui sempre troppo impegnato ed egoista, io stavo malissimo dentro di me perché avevo fatto l’errore più terribile della mia vita: l’ho tradito, oltretutto con una persona di cui non m’importava niente, ma a differenza di lui mi faceva sentire veramente desiderata, era passionale, e a me non era mai capitato nella vita di provare certe sensazioni sessuali, essendo stata solo col mio ragazzo e quindi non è stato facile uscirne, anche se comunque non abbiamo mai avuto rapporti completi né l’ho mai baciato sulla bocca. Io però l’ho sempre amato più della mia vita e mi hanno sempre schifato le persone che tradiscono e quindi per me da quel momento in poi è stato un supplizio perché odiavo me stessa e facevo fatica a guardarlo negli occhi, perché lui si è sempre fidato ciecamente di me, e perché aveva ragione, nessuno mai potrebbe immaginare che io sia capace di averlo tradito, nemmeno io. In lui era iniziato di nuovo il periodo in cui i pensieri su chi fosse veramente gli bombardavano la mente, soprattutto perché mi sentiva sempre lamentarmi del suo comportamento e allora si chiedeva se la ragione per cui non riuscisse a darmi il grande amore che ammetteva io mi meritassi fosse il fatto che in realtà era gay. Abbiamo deciso di rivolgerci ad uno psicologo sessuologo. È stato tremendo, io ero molto speranzosa, un giorno ci sono andata anch’io a raccontargli di noi due. Gli ho anche detto del mio tradimento e lui mi ha detto di non raccontargli niente dato che per me non aveva significato niente, perché aveva un carattere troppo debole per saperlo e io ero la sua sola certezza. Dalle sue parole, lo psicologo non capiva perché si considerasse gay, non c’era niente che lo potesse fare pensare. Gli ha fatto fare tanti test, perfino la risonanza magnetica al cervello (un’umiliazione..l’ha fatto sentire quasi malato) e gli ha spillato tanti soldi (e lui era neolaureato e precario). Finchè è arrivata la cura (un mese prima che ci lasciassimo): doveva scaricare da internet delle foto porno di uomini e poi doveva farne anche a me, e consegnarle al dott. Lo psic gli avrebbe mostrato le foto nel suo studio e ogni volta che vedeva foto di parti di uomo gli avrebbe dato una scossa con un apparecchio, mentre quando vedeva le mie, nessuna scossa. Siamo rimasti entrambi sconcertati da questa possibile soluzione!!!! Lui si sentiva un matto, per me era un’umiliazione farmi fotografare e pensare che il mio ragazzo si sarebbe dovuto eccitare a vedere le mie foto solo perché non soggetto a scossa. E cmq era una cosa così violenta, mi sembravano gli esperimenti dei nazisti nei campi di concentramento....Ovviamente quindi lui ha rifiutato e non ci è andato più. Risultato: tanti soldi in fumo e lui che stava ancora peggio perché si sentiva matto. E in questo periodo di crisi mi ha lasciata improvvisamente. La sera di San Valentino 2013, mentre ero a letto con la febbre alta, non sapendo ancora che mi ero presa la mononucleosi, la quale mi portò a trascorrere il peggior mese della mia vita, a piangere piena di febbre disperata sola in casa tutto il giorno e contagiosa. Quando tre settimane dopo ci siamo rivisti per parlare della situazione, mi ha detto che si era innamorato di una nostra cara amica e avrebbe voluto provarci con lei. Subito dopo mi ha detto che si era reso conto di non esserne innamorato, dopo avermi rivista, ma voleva cmq provarci perché avevano caratteri simili. Per me è iniziato l’inferno, mentre lui sembrava felice. Però io lo sapevo che era tutto un grande sbaglio, si era buttato a capofitto in una storia cercando di auto convincersi che era la strada giusta, senza capire che la soluzione ai suoi problemi non era cambiare fidanzata, bensì capire cosa voleva veramente. Fin dall’inizio ha raccontato a lei dei suoi pensieri che ogni tanto lo fanno stare male, e lei ha risposto che avrebbe accettato. Sono seguiti mesi pesantissimi tra me e lui, mi ha trattata male più volte, facendo parte della stessa compagnia ci era capitato di collaborare in alcune attività. Per fortuna io ho trovato degli amici veri che mi hanno aiutato a vincere la sofferenza. Io dopo l’ennesimo fatto crudele gli ho tolto anche il saluto. È stata dura vedersi e non parlarsi dopo essere cresciuti insieme, sera dopo sera, l’unico amore di tutta la mia vita, non ho memoria della mia vita in cui lui non ci sia, a meno che non pensi a quando ero bambina. È passato un anno e mezzo da quando ci siamo lasciati, io lo amo ancora ma ho accettato quello che è successo e stavo soffrendo di meno. Ora io ho 26 anni e lui 28. Un mese fa lui mi ha scritto dicendomi che avrebbe voluto incontrarmi una sera per parlare, per potersi scusare di tutto quello che mi ha fatto soprattutto nell’ultimo anno. Non mi sembrava il caso di dover uscire insieme, ma lui insisteva e io alla fine ho accettato per non pentirmene, perché ho aspettato a lungo il momento delle sue scuse, convinta che non sarebbe mai successo. Usciamo una sera di fine agosto ed è stato tutto bellissimo. Parlavamo del più e del meno con la complicità che non ci ha mai abbandonato, sembrava non ci vedessimo da solo un giorno. Io non l’ho mai visto così felice insieme a me, si vedeva che non si annoiava, mi mostrava foto nel cellulare e poi è voluto andare a vedere una sua casa che sta ristrutturando in agriturismo, e mi mostrava tutto felice le scelte che aveva fatto per i pavimenti, infissi ecc ecc. Quando l’ho portato a casa però si è rabbuiato tutto ad un tratto, e ho visto in lui gli occhi della depressione che purtroppo conoscevo molto bene. Ha iniziato a fare discorsi strani, abbozzava le frasi e poi non le continuava. Finchè mi ha detto che le cose con la ragazza non andavano bene. E mi ha fatto capire come se volesse capire se io c’ero ancora per lui oppure no. Io sono stata abbastanza impenetrabile. Mi ha anche detto che non ha ancora mai tolto tutte le mie foto dalle pareti della sua camera dopo un anno e mezzo e non sa perché non ci riesca. Non la smettevamo di parlare, tanto che sono volate 4 ore e ci siamo salutati solo perché si erano fatte le 2 di notte quasi. Lui si vedeva che aveva bisogno dei miei consigli, mi ha ribadito che nessuno lo conosce meglio di me. Gli ho consigliato di prendersi del tempo x stare da solo, per capire quali sono i suoi sentimenti, cosa che avrebbe già dovuto fare l’anno scorso senza buttarsi tra le braccia di un’altra, solo perché lui senza fidanzata è da solo. Non ha nessuno. Da quel giorno è capitato spesso di vederci in gruppo. Ho notato che non aveva più l’anello e tante piccole osservazioni mi hanno fatto capire che si sono lasciati. Io e lui quando ci vediamo parliamo finalmente tranquilli, da amici. Pochi giorni dopo quella famosa sera lui mi aveva mandato un mex lunghissimo in cui diceva che non aveva avuto il coraggio di dirmi a voce che gli manca molto la nostra storia. Ma nonostante abbia 28 anni non ha ancora capito chi è e cosa vuole. Non vuole più farsi aiutare da dottori. È depresso, non si accetta. Dice che per i suoi genitori lui non conta niente e non può disturbare suo fratello e cognata che già sono tanto presi coi figli piccoli. L’unica soluzione è buttarsi a capofitto sul lavoro aspettando che il tempo trovi una soluzione per lui. Mi ha ringraziato tantissimo per la serata passata insieme, per averlo perdonato. Ma ha detto che non è giusto che sia io ad aiutarlo, perché mi ha già fatto troppo del male. Però mi ha giurato che non c’è stato momento in questo anno e mezzo che lui non mi abbia pensata, anche se non sembrava. Mi ha fatto malissimo questo mex....perchè lo amo e quindi soffro se lui soffre. Da un lato ha però riacceso in me delle piccole speranze. Putroppo. Fatto sta che in questo ultimo mese è capitato di scriverci, ma senza toccare più quel tasto, però lui è molto asciutto nei mex ed egoista come sempre. Si è dimenticato di chiedermi com’era andata in occasioni mie importanti...o cmq ha dimostrato poco interesse. Poi due gg fa mi sono scritta con sua cognata e le ho confermato che sta male, come già lei aveva capito. Non le ho detto quali potrebbero essere i problemi cmq. Mi ha detto che lei e il fratello proveranno a chiedergli come sta e a vedere se si apre con loro. Poi ieri mi sono scritta con lui e gli ho scritto il nome di una psicologa di cui mi hanno parlato bene nel caso un giorno cercasse di nuovo di farsi aiutare da qualcuno. Lui un po’ si è infastidito e ha detto che non vuole che io mi occupi di queste cose. Io gli ho risposto che voglio solo che lui stia bene. E lui mi ha risposto: “Come farò a stare bene se non potrò mai essere una persona normale, avere una famiglia e veder crescere i figli ecc ecc. Avevo un sogno e questo purtroppo rimarrà tale. Cmq non spaventarti perché ahimè sono sereno quando non penso ai mille casini esterni. Realizzalo tu per me.”. Mi ha raggelato il sangue. Mi sono sentita come quella serata di 5 anni e mezzo fa in cui mi ha detto che era gay, con la morte nel cuore. Io gli ho detto che se mai vorrà, io ci sarò sempre per lui se ha bisogno di qualcosa, se ha bisogno di sfogarsi sapendo che io so tutto. Di questi suoi pensieri siamo al corrente solo io, la sua ormai ex ragazza e il suo “migliore”amico (che cmq non c’è questo grande rapporto). Vorrei tanto dirgli di vederci una sera per sfogarci entrambi. Ma perché un mese fa mi ha detto che gli manca la nostra storia, che mi pensa e ora mi dice così????Mi dà la sensazione che cerchi di allontanarmi per non farmi soffrire. Io mi ero promessa di non farmi sentire troppo in questo periodo per dargli il tempo di capire da solo cosa prova, senza influenzarlo. Ma ora sembra che abbia capito di essere gay??? Voglio parlargli per capire come sta....e per avere la certezza che sia così...e non solo i suoi pensieri passeggeri...Prima di buttare una vita d’amore, quello che era anche il mio di sogno, voglio esserne certa....Io darei la mia vita per lui, nonostante il male che mi ha fatto nell’ultimo anno e mezzo. E da ieri sera mi sento morta dentro. Perché sento soffrire la persona che più amo al mondo e anche perché sento svanire le poche speranze che mi ero fatta di nuovo in questo mese di veder realizzare il mio sogno d’amore con lui. Cosa devo fare? Vorrei chiedergli di vederci per parlare di queste cose...ne ho tanto bisogno.... Non ho mai mai mai raccontato a nessuno questo segreto, ma è stato un macigno che mi sono sempre portata dentro....Amare una persona col terrore che un giorno mi lasci perché non mi ama veramente ed è gay... Non voglio stressarlo, ma ho tanto bisogno di parlarne con lui...secondo me farebbe bene ad entrambi....Non potrebbe essere semplicemente eterosessuale con delle inclinazioni omosessuali che gli fanno provare desiderio verso scene omosessuali, ma che comunque non starebbe mai con un uomo bensì con una donna? Io penso che gli sia sempre piaciuto fare l’amore con me, problemi dovuti alla routine a parte....Lo so sembra che stia cercando di autoconvincermi che non è gay, però, nonostante da un lato la mia speranza sia questa, è anche perché io l’ho sempre visto come un ragazzo pieno di stranezze, ma non gay, non mi sembra sia così alta la sua componente omosessuale, se ha senso dirlo. Vi prego aiutatemi.........Sento la morte nel cuore.....

simo98
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Re: Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da simo98 » mercoledì 8 ottobre 2014, 21:24

ciao alice, ho letto tuttooo il messaggio, davvero bello :)
cercherò di esporti il mio pensiero anche se sarà un po in confusione :(
si sente tanto dire che essere gay è normale e che non c'è da vergognarsi però la maggior parte delle volte il problema sta dentro di noi; purtroppo io non ti posso dare le risposte che chiedi ma credo che nessuno può darle e se lo facesse sarebbe un giudizio superficiale! quello che si prova a essere gay i sogni infranti tutto che ti crolla addosso e il "casino mentale" che ne esce fuori sono difficili da superare e nessuno a parte la persona che lo subisce sulla propria pelle può comprendere; da come scrivi si vede che ci tieni a lui e viceversa. un consiglio, gli psichiatri non sono la soluzione e la "cura" di cui hai accennato non è una cura ma una tortura inutile. da quello che scrivi non sembra gay ma questo lo sa solo lui e confidarsi con qualcuno aiuta molto, parlo per esperienza personale, una persona a cui rivolgersi serve sempre. ultima cosa sono una frana in amore ancora, però solo perchè una persona sia egoista o dimostri poco interesse non pregiudica minimamente l'affetto che può avere verso di te :)
spero possiate fare luce in questa notte e che passiate questi brutti momenti buona fortuna per tutto

Alyosha
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Re: Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da Alyosha » giovedì 9 ottobre 2014, 9:13

Cara Alice innanzitutto sentiti onorata perché grazie al tuo post interrompo un silenzio che dura ormai da più di anno. La tua storia mi ha molto colpito e commosso e purtroppo non ho altro modo di contattarti se non pubblicamente, perché sinceramente questo colpo di teatro me lo sarei risparmiato, però vedo che è già da un pò che hai pubblicato e che non hai ricevuto ancora risposta, per cui non mi andava di lasciar cadere questa tua richiesta di confronto nel vuoto. Questa è però una faccenda che ti riguarda poco, e conviene andare dritti al tuo problema.
Se leggi un pò in questa sessione del forum, noterai immediatmente una mia discussione aperta allora con la dolcissima shila che si è ritrovata a gestire un problema analogo al tuo, in una situazione probabilmente ancora peggiore, perché in effetti lo seppe allora ll'improvviso, mentre a te infondo la notizia che sia gay non giunge nient'affatto nuova. Lì ai tempi provai a cercare di descrivere i meccanismi per i quali, ispiegabilmente un gay riesce a stare con una donna pur rivelando la sua omosessualità. Non posso scommetterci sopra perché non ti conosco affatto, ma mi pare che qualcosina combaci con la descrizione che allora feci. Le dinamiche generali però probabilmente ti interessano poco, per cui conviene essere più precisi nelle cose da dirti.
Darti dei consigli sulla base di quello che racconti non è semplicissimo, perché purtroppo il vostro atteggiamento sulla questione omosessualità rappresenta l'esempio classico delle cose da non fare. Quando parli di supporto terapeutico e quando sopratutto racconti dell'esperienze del sessuologo, mi pare di capire che vi siate rivolti a precise tipologie di psicologo, con precise intenzioni. I risultati alienanti e storpianti delle terapie riparative li avete vissuti in prima persona, la brutalità del trattamento l'avete vissuta sulla vostra pelle e per fortuna la parte più sana di voi senza sapere ne come ne perché s'è rifiutata di proseguire in questa selva di brutalità che ricordano come dici tu metodi nazisti. Un supporto psicologico può servire se l'omosessualità non è vista come un sintomo, ma al contrario si cerca uno strumento che permetta un indagine interiore seria e capace di sciogliere i propri personali nodi interiori. L'omosessualità non è un problema ne una soluzione, ma un modo d'essere e di vivere la prorpia sessualità, intimità e relazionalità di coppia.
Veniamo alla parte più spicolosa per te della vicenda. Quello che immediatamente salta all'occhio, sfrondando un pò la tua storia è che lui fin dall'inizio ha mostrato degli aspetti che definisci "egoistici" e quando parli di litigi continui immagino tu ti riferisca alla situazione per la quale strutturalmente lui non ti degnava delle giuste attenzioni, non ti permetteva di cogliere adeguatamente il suo sentimento per te, ti trascurava e persino ti umiliava facendoti sentire poco desiderata (interpreto così la faccenda delle biode). Lo definisci immaturo e come una persona che tutto sommato però col tempo ha fatto dei progressi (gli stessi che lo hanno portato a lasciarti?).
Il punto è: perché legarsi a delle persone che non sono nella loro totalità quello che desideresti avere? Perché succede che ci si rannicchia tra le pieghe del rapporto, ci si nasconde tanto a se stessi, dal non voler sentire fino in fondo i propri desideri?
L'unico momento in cui ci si ossigena un pò nella tua storia è quando racconti del tradimento. Finalmente squarci quel grigiore sconfinante, rompi schemi secolari e però poi rientri morsa dai sensi di colpa, piuttosto che prendere atto coerentemente di quel tuo gesto. Lo dici quasi con una punta di vergogna, ma è chiaro comunque che per te è stato molto appagante anche da un punto di vista sessuale, mentre racconti nella sostanza di una tua insoddisfazione nel rapporto con il tuo ragazzo. Capisco che l'avvventura di una notte non è paragonabile neanche lontanamente alla storia di una vita, mi chiedevo solo perché mai le avventure non possano crescere ed evolvere in un rapporto maturo, viste che tante notti messe in fila fanno una vita. Perché ti sei scissa così tanto? E perché non provi a ricongiungerti? Insomma guardare altrove e cercare altro? Perché non provi a recuperare il senso del rapporto di coppia, che non è fare da contenitore alle ansie e le angoscie di un'altro, ma abbracciarsi reciprocamente e completarsi fisicamente ed emotivamente?
Te la pongo così perché mentre è chiaro che per lui non puoi fare nulla, per te invece puoi fare tanto e dovresti innanzitutto renderti conto che ti sei legata ad una persona attraverso la quale hai per prima tu silenziato certe parti di te, fisiche, ma anche emotive. In altri termini puoi anche tu maturare delle cose e cogliere questa brutta esperienza come un percorso di crescita personale.
Che lui al contrario sia gay, etero, bisessuale o qualunque altra etichetta si possa appicciacare addosso alle persone, purtroppo non puoi deciderlo tu, ne tanto meno puoi esplorare per lui certi territori. Renditi conto che se lui è un gay represso tu per sette anni sei stata il suo strumento di repressione e che non potendo di certo costringerlo ad accettare la sua omosessualità, puoi almeno sottrarti all'incombenza di metterci una meravigliosa pezza sopra sposandotelo.
Insomma per quello che racconti c'è un'enormità di cose che non andavano nel vostro rapporto, cose che con un moto di orgoglio dovresti prendere in mano e guardare con molta più schiettezza. Sei una donna e hai tutto il diritto di liberare i tuoi desideri sessuali ed emotivi, non limitarti nelle tue manifestazioni per paura di mettere il tuo partner a disagio, qualunque sia il motivo per cui si sente a disagio. Vedo bene che è stato il primo uomo della tua vita e capisco tutta la difficoltà di separarsi da un individuo che ha fragilità psicologiche ed emotive, ma tu non sei la sua psicanalista, non hai come prima missione aiutarlo a stare meglio, anche perché nel frattempo non l'aiuti e contribuisci ad occultare il suo problema semmai, Le persone si aiutano da sole, se vorranno mai farlo, quando e come vorranno farlo.
Fattualmente potrai stare qui in questo forum per un pò, leggiucchiare le storie che ci sono dentro. Troverai purtroppo fiumi di post di gay che hanno difficoltà ad accettarsi, perché la nostra è una società bigotta, ipocrita e maschilista e tutto ciò che non è conforme all'identico è perciò stesso oggetto di vergogna, nascondimento, umiliazione. Un paesino di pochi abitanti purtroppo è una realtà asfittica per sto povero ragazzo e vedrai che finché starà in quel contesto l'unica cosa che gli riuscirà di fare sarà o farsi prete (ma è un tantinello in ritardo) o sposare una povera ignara e se gli riesce nel frattempo chiudersi in qualche chat o sito di incontri. Tu per conto tuo vedi solo di non essere la povera ignara, visto che ignara non sei. Se c'è cosa peggiore che stare sette anni fidanzata con un gay è sposarselo e farci pure dei figli. Sai non negare ne minimizzare il problema, perché è della tua vita che si sta parlano e un pizzico di sano egoismo per una volta metticelo tu. Condannarsi all'infelicità non è una prescrizione medica, ma di gente che ama flagellarsi stare male e far stare male le persone che hanno intorno purtroppo ce n'è tanta.
Infine complimenti per il coraggio che ti c'è voluto nello scrivere questo post è un buon approccio quello per il quale si cerca di capire il fenomeno, acquisirne consapevolezza fino in fondo e smetterla di metterci una pezza sopra. Certo sarebbe stato meglio se in un forum come questo ci fosse arrivato lui, ma purtroppo ne io ne tu ne nessun'altro al suo posto possiamo decidere che farne della sua vita. Sulla tua però decidi tu e dopo sette anni di tira e molla umiliazioni, sofferenza, tradimenti sensi di colpa angoscia e tutta la cornice che racconti, forse è ora di guarda in faccia la realtà per quella che è e andare avanti.

Con Affetto
Alessio

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Re: Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da progettogayforum » giovedì 9 ottobre 2014, 17:07

Ciao Alice,
prima di tutto mi dispiace enormemente di non aver visto il tuo post che era lì da qualche giorno, mi dispiace perché potresti averlo considerato un sintomo di scarsa attenzione a quello che dici, ti posso garantire che è stata solo una svista. La risposta che ti ha dato Alyosha mi sembra estremamente sensata e competente e non posso che concordare su tutta la linea. Ci sono solo due punti sui quasi vorrei aggiungere qualcosa. Come ben dice Alyosha, avete fatto purtroppo esperienza di psicologi e medici che partono dal presupposto che ci sia del patologico nell’essere gay. Francamente non riesco proprio a capire a che cosa potesse servire una tac dell’encefalo, prescritta poi da uno psicologo sessuologo suona proprio una cosa anomala, per non dire della cosiddette terapia. Un tipo del genere andrebbe deferito all’ordine perché siamo mille miglia lontano dal comportamento coretto che dovrebbe avere uno psicologo. C’è una cosa da dire a questo proposito: non so come abbiate scelto questo psicologo-sessuologo o chi ve lo abbia consigliato, ma se si sceglie un professionista che promette al paziente gay di farlo tornare etero (e il tipo di terapia, per quanto grottesco, fa pensare proprio alle terapie riparative) si è scelto un ciarlatano, magari con alti onorari, ma del tutto al di fuori delle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. Torno a dire che un individuo del genere dovrebbe essere deferito all’ordine, perché scredita pesantemente la sua categoria.
Cerchiamo adesso di soffermarci, più che si di te, sul tuo ex-ragazzo. La prima cosa che colpisce è il rapporto assente o disfunzionale con la famiglia, che certamente produce disadattamento, tanto più in un ambiente ristretto in cui l’omosessualità certamene non è accettata. È un ragazzo sicuramente stressato che ha però una paura che mi sembra eccessiva di essere gay, tanto che viene il concreto sospetto che questo ragazzo non sia affatto gay ma possa soffrire di un forma magari lieve di disturbo ossessivo centrato sulla paura di essere gay, il cosiddetto DOC gay, cioè disturbo ossessivo compulsivo a tema gay. Dico lieve perché da quello che scrivi non emerge nessun comportamento compulsivo, ma la paura ossessiva di essere gay c’è. In effetti questo ragazzo ha le sue storie con le ragazze, sesso compreso, piange all’idea di essere gay ma non risulta che si sia mai innamorato di un ragazzo o che almeno abbia provato a contattare un ragazzo. È vero che potrebbe avere una sua vita segreta magari basata su internet, ma se così fosse non andrebbe a cercare un ragazza come confidente, perché avrebbe oggettivamente altri punti di riferimento. Per capire quale sia l’orientamento sessuale di un ragazzo c’è un’unica via seria ed è basata sulle fantasie masturbatorie. Se un ragazzo è veramente gay ha una masturbazione con fantasie gay, se questo non succede e la sua masturbazione e legata a fantasie su ragazze, quel ragazzo è etero, può anche avere la paura fobica di essere gay ma certamente non lo è. Si può essere repressi nella propria sessualità al punto da negarla nei comportamenti esterni ma è molto raro che i condizionamenti ambientali tocchino anche le fantasie masturbatorie. Voglio dire che un ragazzo di 28 anni, salvo casi estremi, se è gay, sa benissimo di essere gay e la sua omosessualità a qualche livello la vive, e sa anche che le difficoltà di essere gay sono di origine familiare e sociale, cioè non sono problemi prodotti dalla omosessualità in sé ma dal fatto che non è accettata socialmente. Molto difficilmente un ragazzo gay si ostinerebbe a 28 anni a cercare di costruire una storia con una ragazza per negare la propria omosessualità, a 28 anni la consapevolezza di queste cose è piena al 99,9% non ci sono più problemi di accettazione. Come ha detto anche Alyosha, in questo forum avrebbe dovuto entrarci quel ragazzo perché per lui la cosa avrebbe potuto avere un valore veramente liberatorio per risolvere il suo problema di base, per te essere qui significa prendere atto che se quel ragazzo è gay, qualsiasi cosa tu faccia, non sarai mai l’amore della sua vita, se non è gay, come è pure possibile, potrebbe avere bisogno di una presenza femminile come la tua, ok, è vero, ma questo significherebbe sacrificare la tua vita per un ragazzo che, anche se etero, non rappresenterebbe comunque il ragazzo dei tuoi sogni. Puoi essergli amica, certo, ma in situazioni del genere il confine tra l’amicizia e la dipendenza psicologica è labile.

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Re: Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da progettogayforum » giovedì 9 ottobre 2014, 23:42

Ho fatto leggere la mail di apertura di questa discussione ad uno psicologo serio e ad un assistente sociale, in particolare il brano seguente:

"Dalle sue parole, lo psicologo non capiva perché si considerasse gay, non c’era niente che lo potesse fare pensare. Gli ha fatto fare tanti test, perfino la risonanza magnetica al cervello (un’umiliazione..l’ha fatto sentire quasi malato) e gli ha spillato tanti soldi (e lui era neolaureato e precario). Finchè è arrivata la cura (un mese prima che ci lasciassimo): doveva scaricare da internet delle foto porno di uomini e poi doveva farne anche a me, e consegnarle al dott. Lo psic gli avrebbe mostrato le foto nel suo studio e ogni volta che vedeva foto di parti di uomo gli avrebbe dato una scossa con un apparecchio, mentre quando vedeva le mie, nessuna scossa. Siamo rimasti entrambi sconcertati da questa possibile soluzione!!!!"

entrambi sono rimasti molto perplessi e hanno concluso che, a loro giudizio, quanto scritto non può assolutamente essere accaduto, perché si tratterebbe di una violazione gravissima dei doveri professionali fondamentali di un operatore sanitario. Non posso che concordare.

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Re: Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da barbara » venerdì 10 ottobre 2014, 21:14

benvenuta Alice e bentornato Alyosha! Che dire? La tua vicenda è molto triste e purtroppo accomuna molte coppie. Ma vedi, anche se soffri, dovresti ritenerti fortunata. Avresti potuto finire in un matrimonio di copertura. Ci sono molti gay sposati, che per compiacere parenti e conoscenti si sono infilati in una situazione assai più complicata della tua.
Dimenticare un ragazzo è possibile. Devi convincerti di questo e impegnarti per lasciarlo andare. Questo rapporto non ha futuro . Cerca di volere bene anche a te stessa e di dargli l'unico affetto che da te può prendere : quello di un'amica, una sorella. E se non ci riesci, prendi le giuste distanze da lui.
Spero che tu possa trovare la forza e la determinazione di fare chiarezza nella tua vita e di ritrovare un tuo equilibrio. Coraggio! Puoi farcela!
un abbraccio
B

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Re: Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da Alice » sabato 11 ottobre 2014, 23:26

Grazie a tutti di cuore per aver avuto il coraggio di leggere quel poema e di avermi anche dato il vostro parere. Dopo quel suo messaggio ero veramente disperata e dopo tanti anni mi sentivo scoppiare a pensare di non potermi sfogare con qualcuno, anche solo per buttare fuori la mia disperazione...e magari ricevere qualche consiglio da persone che avrebbero potuto aver vissuto situazioni simili. Per la prima volta ho quindi cercato su internet storie simili alla mia e sono finita su questo forum che mi ha colpita molto. Ero tentata di scrivere anche la mia storia, ma mi vergognavo. Allora ho aperto word e l'ho scritta...per me stessa....ma il fatto di scriverla mi faceva sentire leggermente più liberata da questo grande peso, anche se a voce non l'ho mai raccontato a nessuno. E poi ho pensato...perchè no, avrei potuto postarla su questo sito...bastava fare copia e incolla, veloce e indolore, ma almeno risparmiavo il dolore di doverlo confidare a qualcuno tipo mia mamma o qualche migliore amica, arrecando dolore anche a loro e rompendo la promessa del segreto, e comunque loro non sarebbero state le persone giuste per darmi qualche consiglio non conoscendo cosa si prova nè nei miei panni nè soprattutto nei suoi. Quando ho postato la mia storia mi è stato detto che prima di essere pubblicata sarebbe dovuta essere approvata...fatto sta che il giorno dopo ancora non la vedevo e io mi sentivo impazzire. E il giorno dopo avrei avuto il mio primo giorno di lavoro, e le premesse del mio stato d'animo erano devastanti. Allora ho pensato di cercare un altro forum e ho pubblicato di nuovo la mia storia. Subito ho iniziato a ricevere molte risposte, certe mi hanno ferita, perchè sono state aggressive e offensive, sia verso di me che verso di lui. Sono stata definita grafomane, pazza, omofoba, egoista, di averlo mandato dallo psic per convincerlo a stare con me ecc. Ci sono rimasta molto male, ma d'altronde può capitare quando ci si espone pubblicamente. Anche se io personalmente non tratterei mai in questo modo persone estranee che palesemente soffrono. Comunque tutti hanno mantenuto la stessa linea: lui è sicuramente gay e io devo dimenticarlo. Questa è stata la mia risposta finale:

"Ciao volevo ringraziare veramente di cuore tutti coloro che hanno perso del tempo a leggere il mio poema (mi rendo conto che sia stato un po' pesantino..) e che mi hanno anche risposto, sia qui che in privato. Mi è dispiaciuto per chi è stato un po' offensivo verso di me, pensando cose che non mi rispecchiano affatto, come il dire che sono omofoba o pazza o cose del genere. Sono semplicemente una ragazza che ama con tutto il cuore da una vita una persona e che in nome di questo amore ha superato un sacco di difficoltà e sempre lottato, ma solo perchè non ero convinta del fatto che fosse gay, altrimenti seppur in modo doloroso lo avrei accettato. E non dico doloroso perchè sono omofoba, ma semplicemente perchè avere la consapevolezza che è gay significa non avere più nessuna speranza con lui. Capisco che leggendo qui condensate insieme tante cose accadute si ha subito la certezza che lui sia gay, ma in realtà sono avvenute in un lasso di tempo molto lungo, di anni, e quindi ho sempre pensato che fosse soltanto una delle sue stranezze che a volte si presentano, come tante altre, una cosa di cui si era autoconvinto da solo, non so bene come spiegarlo. Se l'ho incoraggiato ad andare da uno psicologo non è stato per convincerlo a stare con me, bensì per cercare di aiutarlo a fare chiarezza affinchè potesse stare meglio e uscire da quella maledetta depressione. Io sono sempre e solo stata mossa dall'amore profondo che provo per lui. Comunque non intendo giustificarmi, sono consapevole che quando si decide di raccontare una cosa così intima si possa essere anche soggetti a critiche, soprattutto per il fatto di essere estranei. Io non mi sento di essermi comportata male come qualcuno dice, l'unica mia pecca è stata probabilmente l'ingenuità data dalla giovane età, dall'inesperienza e dall'amore che mi impediva di vedere chiaro. Pensavo che se fosse stato veramente gay gli avrebbe fatto troppo schifo stare con me tutti questi anni. E il fatto di non averne mai parlato con qualcuno non mi ha aiutato a vederci meglio. Ma gli avevo promesso che sarebbe stato un segreto. Solo per questo ho scritto qui a voi, perchè avevo bisogno di scoppiare con qualcuno dopo tanti anni, e pensavo che parlarne con persone che forse avevano vissuto qualche esperienza simile alla sua mi sarebbe potuto essere d'aiuto. E infatti mi ha proprio aiutato. Inizialmente leggendo i vostri messaggi ci sono stata malissimo, poichè dentro di me conservavo ancora qualche piccola speranza di poter avere ancora un futuro con lui. Però già il fatto di scrivere quel papiro e poi le vostre considerazioni mi hanno aiutato a vedere questa storia dall'esterno e in modo più lucido, e quindi mi sono decisa a non credere più nel nostro futuro insieme. E a staccarmi un po', a non asfissiarlo con la mia presenza, tanto sa che se ha bisogno di me io ci sono. Lunedì ho iniziato a lavorare finalmente e quindi questa settimana è stata molto intensa e mi ha impedito di pensarci, anche questo è stato di aiuto. Penso che in futuro se ci sarà l'occasione cercherò di aiutarlo in qualche modo ad accettare questa sua situazione, ma prima ho bisogno di staccarmi un po' in modo da non amarlo così tanto, come del resto stavo facendo da un anno e mezzo a questa parte. Spero che il tempo mi aiuti e soprattutto spero un giorno di vederlo veramente felice, come ho sempre sognato che fosse. Grazie a tutti"

Per caso ora ho provato a cercare qui se il mio post fosse stato pubblicato e sono rimasta piacevolmente sorpresa dal trovarlo e anche dal leggere le vostre risposte molto più dolci e sensibili rispetto a quelle a cui ormai mi ero abituata. Vi ringrazio tanto. Io dentro di me non sono convinta che lui sia gay, è uno che si fa molto condizionare dalle cose o che si fa prendere da ossessioni varie. E io temevo fosse una di queste. Ok non è una persona particolarmente passionale e sensibile, ma l'ho sempre vista come una cosa caratteriale, che ha preso soprattutto da sua madre, e non come una mancanza di amore o desiderio nei miei confronti. A suo modo dimostrava di amarmi. Non lo so, a me sembra impossibile che uno non si renda conto se è attratto da uomini o donne, lui ha sempre dichiarato di essere attratto dalle donne. Solo che nei momenti in cui sentiva di essere insensibile verso di me ed egoista, allora si chiedeva se per caso si comportasse male perchè è gay. Boh non so...a fine agosto quando siamo usciti insieme sembrava veramente che gli mancassi. Poi magari nell'ultimo mese stando da solo ha capito che è veramente gay, io non lo posso sapere.... In questo periodo è meglio che io mi dedichi al mio primo lavoro, almeno durante la settimana ho la testa superimpegnata. So anche come avete detto che non si dovrebbe desiderare stare con una persona che anche se etero non è ciò che veramente desideriamo come partner, ma l'amore non si sceglie, soprattutto quando nasce da ragazzini quando ci si fidanza con più leggerezza e senza pensare che dovrà durare per sempre. Ho avuto molti dubbi nell'ultimo anno che abbiamo passato insieme, ma poi ho capito una cosa: nonostante tutti i suoi difetti lo amavo da morire e avrei preferito passare una vita imperfetta ma con lui che infrangere il sogno della mia vita per cercare il fidanzato perfetto che magari nemmeno esiste. Comunque pazienza...per ora meglio che mi distacchi...poi forse il futuro ci farà capire meglio, sia a me che a lui, che cosa c'è nella sua testa e nel suo cuore.
Ultima cosa: ovviamente non ho inventato niente per quanto riguarda quel maledetto psicologo. Purtroppo l'abbiamo scelto a caso da internet, perchè pensavamo di cercare un psicologo specializzato in sessuologia e in zona non sembravano esserci tanti e comunque nessuno che conoscevamo. Questo aveva un super sito internet, una clinica, sembrava un luminare, avrà avuto 70 anni, aveva tutto un suo metodo scientifico, sembrava veramente la persona giusta. Le prime sedute dovevano servire solo a raccogliere info sul paziente, e quindi lui parlava, si raccontava e compilava tanti questionari. Poi ad una seduta sono andata anch'io, ci ha fatto compilare lo stesso questionario di tipo 60 pagine con domande sulla nostra sessualità e poi mi ha fatta entrare da sola per parlare del mio test e del mio ragazzo. Lo psic non capiva perchè lui si fosse messo in testa di poter essere gay, perchè veramente niente di quello che raccontava lo faceva percepire, per lui poteva essere solo la sua ennesima ossessione. A dire il vero anche io avevo quel dubbio....Fatto sta che gli spillava un sacco di soldi senza mai dare una "cura" o una "sentenza" o aiutarlo insomma a chiarire quello che aveva dentro, ad accettarsi e ad uscire da quella depressione che gli era venuta. La risonanza magnetica se non sbaglio gliela aveva fatta fare (non ricordo benissimo perchè son passati quasi due anni) perchè diceva che a volte la mancanza di sensibilità (ossia il fatto che fosse un po' freddo con me) è causata da un trauma neurologico che avviene al momento del parto. Mah...comunque era tutto ok nel referto. Solo che dopo qualche mese di pagare e parlare, lui non ne poteva più. Allora ha detto al dottore che era stufo e che voleva avere una diagnosi o qualcosa da fare insomma, e lui gli ha risposto che visto che lui dice di non tollerare di avere questa attrazione verso gli uomini e però di amare la propria ragazza, l'unica cura per eliminare questo stimolo sbagliato era quello della scossa elettrica che ho già spiegato. Ovviamente non ci è più tornato, anche perchè lui è rimasto traumatizzato da questa possibile soluzione, ma l'avrebbe anche fatto credo, io invece sono subito inorridita e non ho approvato. E poi un mese dopo ci siamo lasciati e quindi l'argomento è stato chiuso.
Ops di nuovo un poema...scusatemi veramente tanto, ma è più forte di me....Lo faccio anche per far capire bene le cose, che già non conoscendosi è difficile dar consigli, figuriamoci se sintetizzo tutto in poche frasi! :) :P

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Re: Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da progettogayforum » domenica 12 ottobre 2014, 1:32

Ciao Alice,
dopo aver letto il tuo secondo post ho archiviato i dubbi sulla corrispondenza al vero dei tuoi discorsi, ma veramente sono sconvolto dal modo di fare del sessuologo. Francamente nessuno psicologo serio si sarebbe comportato così, perché di fatto si tratta di terapie di tipo manipolatorio che ricordano molto da vicino le terapie riparative, queste cosiddette terapie sono state condannate da tempo dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Comunque, problema superato! Anche se il tizio andrebbe veramente deferito all’ordine con una denuncia circostanziata perché è un individuo che sotto l’apparenza della scienza può fare grossi danni.
Quanto alle tue reazioni, sono le classiche reazioni di una ragazza innamorata e contengono il classico errore che fanno le ragazze innamorate di ragazzi gay, cioè non tieni conto che un gay può anche stare con una donna, può fare sesso con una donna ma non è quello che realmente desidera. Un gay può sposarsi e avere figli, ma resta gay, cioè la sua sessualità è orientata verso persone del suo stesso sesso e quindi la vita matrimoniale è sostanzialmente una costrizione. Può volerti bene? Sì, ma non saresti comunque per lui in nessun caso l’oggetto primario dei suoi desideri. Anche a me è capitato, tantissimi anni fa, che una ragazza si innamorasse seriamente di me, era una persona veramente come si deve che ho sempre stimato moltissimo ma della quale non sono mai stato innamorato perché, anche se fosse stata la ragazza più bella e più dolce del mondo, per me non sarebbe stata comunque un oggetto d’amore possibile. Alla fine, quando le dissi di no dovetti spiegarle il perché e mi rispose: “Ma per me va bene lo stesso, io voglio stare con te!” Lei sarebbe stata disposta a rimanere con me comunque ma non capiva che io non ero innamorato e che non avrei potuto in nessun caso accettare una cosa del genere. Se lui è gay devi lasciarlo andare per la sua strada, potrebbe anche non essere gay, se così fosse dovrebbe prima di tutto ritrovare la sua serenità e poi risolvere i suoi problemi di fondo, se dopo questo processo di presa di coscienza dovesse pensare che condividere la vita con te fosse la cosa giusta da fare, allora lui per te sarebbe un’ipotesi possibile, ma non è molto probabile che possa accadere una cosa del genere. Potresti rimanere con lui in veste di amica? Se è gay potrebbe accadere ma solo con un’amicizia a distanza che lo lasciasse del tutto libero. Se è etero, potrebbe accadere finché lui trova la ragazza giusta. In ogni caso dovresti avere un enorme spirito di adattamento e non saresti comunque in nessun caso per lui la persona più importante. So che questo discorso è duro da accettare ma è realistico.

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Re: Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da Nemo » domenica 12 ottobre 2014, 8:52

Ciao Alice, scusa ma a me il dubbio rimane, per un semplice fatto :)
Alice ha scritto: La risonanza magnetica se non sbaglio gliela aveva fatta fare (non ricordo benissimo perchè son passati quasi due anni) perchè diceva che a volte la mancanza di sensibilità (ossia il fatto che fosse un po' freddo con me) è causata da un trauma neurologico che avviene al momento del parto. Mah...comunque era tutto ok nel referto.
Qui non si tratta di psicologo serio o non serio, qui si tratta semplicemente del fatto che uno psicologo non è un medico, quindi non è abilitato a prescrivere nessuna prestazione diagnostica per immagini (come una risonanza), nè il sistema sanitario nazionale, nè un privato avrebbero mai accettato di effettuare una risonanza magnetica senza la prescrizione di un medico, quindi questo evento non può essersi verificato, a meno che il dottore non fosse stato uno psichiatra (che è un medico), ma difficilmente uno psichiatra è anche sessuologo, di solito ci diventano gli psicologi. Un altro fatto che mi pare assai improbabile è il seguente:
Alice ha scritto:unica cura per eliminare questo stimolo sbagliato era quello della scossa elettrica che ho già spiegato.
Anche qui non si tratta di serietà o non serietà, qui si tratta che questo strumento si basa sulla tecnica del rinforzo negativo, che oggi viene usata in modo diverso, senza scosse, perchè da più di 30 anni è stata vietata e, semplicemente, neanche il macchinario esiste più negli studi medici, quindi mi risulta difficile credere che si sia potuto verificare questo evento.
Ad ogni modo, vorrei chiederti, se ti va di rispondermi, cosa pensi tu dell'omosessulità? Parlo in generale e non alla tua personale situazione :)
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Re: Sarà veramente gay? Aiutatemi..

Messaggio da barbara » domenica 12 ottobre 2014, 21:42

Cara Alice, "l'amore ha le sue ragioni che la ragione non conosce" diceva una frase famosa. Possiamo solo accettarlo per come si manifesta a noi e fare del nostro meglio per viverlo in modo che ci renda felici il più possibile e infelici il meno possibile. Tu sei una ragazza forte e sono certa che ben presto saprai trovare questo modo.
Per quanto riguarda lo psicologo, renderesti un servizio a molte persone facendo una segnalazione al suo ordine professionale. Ciò che ha fatto è inqualificabile.

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