DIARIO DI UN GAY 65ENNE

La vera vita dei gay anziani, Gay e problemi della terza età, Gay anziani e ricordi di vita.
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progettogayforum
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DIARIO DI UN GAY 65ENNE

Messaggio da progettogayforum » domenica 19 dicembre 2010, 9:55

Caro progettista,
ti mando una pagina di diario, pubblicala se vuoi. Ho 66 anni, leggo il tuo forum con un certo interesse, di recente ho letto degli articoli che parlano anche dei vecchi e ne parlano con rispetto, così ho pensato di dire la mia.

Giovedì 16 XII 2010
Sveglia alle 6.30, chiudo la sveglia prima che suoni, ormai mi sveglio cinque minuti prima della sveglia, poi non mi alzo, semplicemente aspetto che passi in tempo, è una successione di eventi precisa, alle 6.45 si sente lo scarico dello sciacquone del piano di sopra, poi il rumore della doccia. Alle sette in punto il mio vicino esce e sbatte la porta di casa, poi sento i passi per le scale, ma non mi alzo, io non devo andare a lavorare, ho i ritmi rilassati, esco dal letto alle otto, poi il bagno e qui mi permetto un lusso, la vasca da bagno calda che è veramente un grandissimo conforto, anche se devo stare attento quando scavalco il bordo per non cadere. Resto nella vasca circa mezz’ora, non la misuro ma esco quando l’acqua comincia a raffreddarsi, oggi si è raffreddata prima del solito perché fa un freddo terribile. Amo le pantofole, le vestaglie lunghe e anche il cappellino di lana, perché dentro casa mia la mattina, l’inverno, fa freddo. Mi metto in abiti da casa e vado a sedermi in poltrona davanti al PC. Un occhio alla posta, ma non mi scrive mai nessuno, se non ho nulla da fare mi stendo di nuovo sul letto fino alle nove. Alle nove mi vesto per uscire, praticamente in certe giornate me lo impongo, come è successo oggi, vado al bar a fare colazione, cappuccino e brioche, una di tipo diverso ogni giorno. Quando non fa freddo faccio due passi, sempre negli stessi posti, ma oggi sono tornato subito a casa, ho preso la posta nella cassetta, mi sono rimesso in abiti da casa, ho aperto le fatture da pagare e le ho messe in un cassettino dove metto tutte le cose da evadere, poi sono passato a preparare la lavatrice, che mi tocca il venerdì, poca roba perché io sono solo e non ho molte esigenze, ho eliminato tutti i capi di vestiario che richiedono lavatura e stiratura quotidiana, niente camicie se non per le grandi occasioni, maglioni a collo alto per l’inverno e camicette leggere per l’estate. Alle dieci sono uscito per fare la spesa e anche per muovere un po’ la macchina che per me è un lusso quasi del tutto inutile perché non vado da nessuna parte. Faccio la spesa grossa una volta alla settimana, il venerdì. Gli altri giorni faccio la spesa piccola col carrello con le ruote, nessuno lo nota perché sono vecchio. Ho passato al supermercato più di un’ora. Il supermercato è enorme e la mattina è quasi vuoto. Mi affascinano gli oggetti per la casa, avevo visto un mortaio di marmo che mi piaceva molto e sarebbe stato l’ideale per fare il pesto, che mi piace, ma poi mi sono detto che sarebbe stato l’ennesimo oggetto inutile e ho lasciato perdere. Al supermercato la mattina vado sempre alla stessa cassa, dove c’è un ragazzo che mi sta proprio simpatico e mi tratta bene, sorridendo, si chiama Francesco, lo so perché sta scritto sul cartellino. Francesco c’era anche oggi, lo sa che sono un vecchio solo e che mi impapero a mettere le cose in fretta in fretta nelle buste e allora lo fa lui per me (per gli altri non fa così) io lo ringrazio e finisce lì. Alle 11.30 ero a casa, sono rimasto a cucinare per più di un’ora: cannelloni con gli spinaci e la ricotta, 24 cannelloni, due li ho tolti, gli altri li ho fatti raffreddare e li ho messi nel surgelatore con l’etichetta e la data, poi ho scongelato al microonde la cicoria ripassata e le patate al forno. Il pane lo compro con la spesa grossa il venerdì e lo surgelo e mi basta per tutta la settimana. Non mangio quasi mai carne, la frutta la compro sotto casa giorno per giorno e ne consumo tanta. Vino pochissimo, una bottiglia da 750 mi basta per quattro giorni. Il caffè in genere lo vado a prendere al bar, un’altra occasione per uscire di casa, oggi faceva troppo freddo e ho fatto il caffè a casa. Dopo pranzo i piatti, in genere ne uso uno solo, oggi avevo anche le pentole dei cannelloni e ci ho messo un po’ di tempo. Se sto molto davanti al lavandino mi fanno male le anche e mi devo sedere, ma ho cercato di fare presto. Nel pomeriggio faccio quasi sempre un riposino, massimo un’ora e ho fatto così anche oggi, alle due e mezza ero di nuovo in poltrona. Vedo un po’ di TV, se ci sono cose che mi interessano, altrimenti mi metto al PC e leggo. Un oggetto del tutto secondario a casa mia è il telefono, uso il cellulare e ho anche una linea fissa per internet ma non mi chiama nessuno, se il telefono squilla la cosa più probabile è che abbiano sbagliato numero. Amici veri non ne ho, ognuno vive per conto suo e ha il suo mondo, i parenti, io parenti non ne ho, solo un fratello ma non vive in Italia, in pratica non ho nessuno, mio fratello lo sento raramente, poco più che a pasqua e a natale, lui è più giovane di me di parecchi anni ha mille cose da fare e un fratello vecchio (ha 15 anni meno di me) potrebbe essere per lui solo un impiccio e io d’altra parte, finché dura, non ho nessuna intenzione di essere un peso per nessuno. Oggi un pensiero mi è stato sempre presente, ossia l’idea che prima o poi ci vorrà una badante (o un badante) ma maschio o femmina non cambia nulla, è proprio l’idea che non mi piace. Ho a casa mia le mie cose, cose vecchie certo, i miei libri, il mio computer (quello è l’unica cosa nuova che ho) e tante cianfrusaglie che per me contano molto ma per altri sarebbero solo immondizia, non mi piacerebbe affatto che altri ci mettessero le mani. Dopo che sarò morto potranno anche buttare via tutto, succederà sicuramente così, ma finché sono vivo quelle cose sono mie, sono sacre. Avevo provato a conoscere delle persone tramite internet, non dei gay, perché quando diventi vecchio che siano gay o meno non fa proprio nessuna differenza, ma era gente che voleva andare da tutte le parti, che doveva sempre organizzare qualcosa, insomma avevano la mania di fare, ma io sono uno tranquillo, ho cercato di correre un po’ appresso alle esigenze di queste persone ma mi sono stancato e me ne sono tornato per i fatti miei. Il pomeriggio faceva freddo anche dentro casa e mi sono rimesso a letto con tutta la vestaglia, una sensazione bellissima. Poi si è fatto buio, di questa stagione fa notte subito. Quando sto a letto mi piace ricordare la mia vita passata. Nella mia vita ho conosciuto l’amore (se lo possiamo chiamare così) una volta sola, dai 31 ai 35 anni ho convissuto con un ragazzo, l’unica esperienza sessuale della mia vita, se rileggo le cose che scrivevo allora penso di averla vissuta come una cosa importante però poi la rottura è stata traumatica, faceva il doppio gioco, mi raccontava bugie e poi mi ha piantato. Al tempo ci sono stato male. Adesso non ho la più pallida idea di che fine abbia fatto quel ragazzo (aveva un anno meno di me). Ormai sono passati 31 anni e la cosa mi è del tutto indifferente, come se appartenesse alla vita di un altro. Non è a lui che penso quando sto a letto ma a quando stavo un po’ meglio in salute e me ne andavo in montagna alla casa di mio nonno, una casa antica, isolata in una grande prateria vicino a un bosco. Quella casetta l’ho rimessa tutta a posto, mi ci sono voluti dieci anni di lavoro e di economie, fino a una decina di anni fa ci andavo i fine settimana, quando lavoravo ancora e sognavo di poterci vivere una volta in pensione, poi in pensione ci sono andato ma ho qualche problema di cuore e il medico mi dice che non devo andare in montagna, insomma è finita così, la casa di nonno è rimasta un monumento inutile come tante altre cose. Il pomeriggio sono stato al computer, ho letto il forum di progetto gay e ho pensato di scriverti questa mail. È la vita di un vecchio solo, ormai gay o non gay non conta più niente, essere gay ha condizionato il mio passato e mi ha lasciato adesso la solitudine. Avrei dovuto costruire una coppia pensando alla vecchiaia? Ma io penso che se è andata così è perché così doveva andare. Rimpianti, no, non ne ho. Adesso mi vivo la mia vita giorno per giorno. Dovrei cercare di riempire la vita di altre cose? Darmi da fare? Cercare di costruire chissà che cosa? Ma sono stanco, devo fare una vita tranquilla e devo andare avanti così. Ai giovani ci penso, beati loro, adesso è il tempo che si possono giocare le loro carte, o almeno è quello che sembra, poi come giochi giochi come va a finire la partita non dipende nemmeno da te. Adesso si è fatto tardi, la mail te la mando domani mattina, così la rileggo con calma, adesso vado a scaldare la cena e poi vedo se c’è qualcosa che valga la pena di vedere in TV. Ciao Project. Buonanotte.

Alyosha
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Re: DIARIO DI UN GAY 65ENNE

Messaggio da Alyosha » domenica 19 dicembre 2010, 10:57

Mamma mia a me queste storie commuovono troppo! :(

barbara
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Re: DIARIO DI UN GAY 65ENNE

Messaggio da barbara » domenica 19 dicembre 2010, 11:39

Ah si? A me no, sinceramente. Voglio dire: questo signore ama la tranquillità , tollera la solitudine, mi sembra, o comunque la preferisce alla fatica di doversi adattare alle esigenze altrui. Siamo così abituati a vivere freneticamente che facciamo fatica a vedere il tempo vuoto come qualcosa di gratificante. I romani lo chiamavano "otium" ,ma in realtà non intendevano con questo termine semplicemente l'inattività, ma semmai una condizione della mente se vogliamo più libera dai condizionamenti dello stress. Ci sono molti libri recenti che hanno cercato di rivalutare l'ozio , come autentica espressione di sè, in contrapposizione al continuo "affaccendarsi".
In fondo è lo stesso principio della meditazione: liberando la mente dalle cose da fare si entra più in contatto con se stessi. Certo se non si è abituati a farlo c'è sempre il rischio di subire questa condizione , ma perchè non provare almeno una volta nella vita a fare il meno possibile e poi vedere che succede?

editore
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Re: DIARIO DI UN GAY 65ENNE

Messaggio da editore » domenica 19 dicembre 2010, 12:25

Barbara, io non riesco proprio a vedere tra le pieghe di questa pagina di diario un dolce "otium" riposante, ma soltanto il tedio e la rassegnazione per un tempo che ti passa davanti senza tu riesca ad afferrarne neanche la minima parte per poterti sentire realmente vivo. E' un vivere in stand by attendendo lo spegnimento.
Il fatto è semplicemente che questo non è così soltanto per i gay, è praticamente così un po' per tutti arrivarti a un certo punto della propria vita, l'unica cosa che cambia è che probabilmente per un gay questo momento arriva prima (causa la mancanza di un famiglia) e in percentuale più consistente (data la solitudine in cui molti gay anziani versano). Pensa un po' che negli Statu Uniti stanno nascendo case di riposo per clientela GLTB, ma non è affatto una questione di sesso.

barbara
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Re: DIARIO DI UN GAY 65ENNE

Messaggio da barbara » domenica 19 dicembre 2010, 12:46

Ah ! che bello , Editore, come ai vecchi tempi . Io che vedo una cosa e tu un'altra. :mrgreen: Questa preoccupazione della solitudine nella vecchiaia la sento anch'io . Come donna, so che statisticamente ho maggiori probabilità di restare a vivere da sola più a lungo. Le donne sono piu longeve. i figli, si sa, hanno la loro vita. insomma: ci sono e non ci sono.
Ma proprio per questo mi sforzo di vedere le cose da un altro punto di vista, di cogliere gli aspetti positivi. Perchè devo cancellare dalla mia mente le piccole espressioni di soddisfazione e di attaccamento alla vita che quest'uomo ci ha consegnato, annegandole in un indifferenziato "rassegnarsi"?
Magari se fossi al suo posto l'inattività mi peserebbe e cercherei di impiegare il tempo diversamente. Anche lui potrebbe, ma non lo fa. Segno che forse gli va bene così. Anzi lo dice proprio. Questa sua scelta mi incuriosisce.
Col mio riferimento all'"otium" non intendevo dire che questa storia ne sia un chiaro esempio , ma che me lo ha fatto venire in mente come possibilità. vedo insomma delle analogie con questa possibile scelta.
Il fatto che sia più facile vedere la rassegnazione non può significare anche che siamo molto condizionati da una logica secondo la quale la vita coincide con il fare , piu che con l'essere?

Alyosha
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Re: DIARIO DI UN GAY 65ENNE

Messaggio da Alyosha » domenica 19 dicembre 2010, 18:52

Ci si commuone anche di fronte a cose belle:). In effetti coglievo sia i lati di cui parli tu che quelli che ha messo in luce editore. E' questo doppio sentimento che mi ha commosso. Buona parte del tuo discorso la condivido Barbara. In effetti c'è sempre, anche e forse sopratutto per noi giovani, una frenesia dell'affaccendarsi. Pare che la vecchiaia debba essere vissuta come un non invecchiare. In questo senso capisco il fastidio che prova l'amico di su a non lasciarsi coinvolgere da attività troppo frenetiche e viversi tutto con serenità. Mi dispiace però che manchi una dimensione che si adatti bene alle esigenze di chi è anziano. Colgo una difficoltà a vivere questa fase della vita con dignità. Mi dispiace se mi rendo ripetitivo, ma c'è un mito dell'eterna giovinezza che percorre il progresso occidentale, che di fatto si traduce in un "occultare" la vecchiaia negargli la sua ineluttabilità e anche la sua assoluta utilità. C'è questa ossessione che la medicina allunghi la nostra vita, ma allungarla per farci che? Bisognerebbe migliorare la qualità della vita o meglio delle relazioni e per quello serve poca tecnologia, ma molta più fatica. Mi piace molto il tuo atteggiamento però Barbara è un ottimismo che mi fa tanto bene, perché in effetti non ti nascondo che tanta commozione viene fuori innanzitutto da un proiettarmi in questo tipo di situazioni. Come tutti anch'io ho paura di ritrovarmi da solo... Lo sono anche stato quando sono stato all'estero e mi ricordo che le mie giornate si scandivano con una regolarità che mi ricorda tanto il post che ho letto (avevo solo 23 anni però). Per questo mi convinco che non sia una questione di età, ma di luoghi mentali e sociali che mancano...

older4me
Messaggi: 44
Iscritto il: martedì 7 dicembre 2010, 1:55

Re: DIARIO DI UN GAY 65ENNE

Messaggio da older4me » lunedì 20 dicembre 2010, 0:49

Questo signore per definirsi usa spesso la parola vecchio... e credo che sia un modo errato parlando di un essere umano. Il termine giusto è maturo oppure anziano, ma non vecchio!!! Di vecchio può esserlo un tavolo, un paio di scarpe o altri oggetti, ma non lo è mai riferito ad una persona qualsiasi età abbia dopo gli anta. Credo che abituatosi a vivere da solo ovvio che abbia questa consuetudine nell'agire e vivere la propria vita con tranquillità (senza sorprese). Chi di noi a volte non vive la medesima situazione, ad agire in modo automatizzato dalla routine che viviamo? Per quanto a volte proviamo a darci una scossa sembra sempre di ritornare al punto di inizio, forse per comodità, forse perché non siamo capaci di uscirne. Triste quando dice che controlla le email e nessuno gli scrive, ma viene anche da pensare, ha fatto qualcosa per far si che le persone potessero interessarsi a lui? Ovvio che se le amicizie non si prova a coltivarle con il tempo appassiscono ritrovandosi a vivere uno stato di solitudine. Credo che se ci si rassegni vuol dire che la situazione sta bene così, ma se la solitudine diventa un peso, si può sempre fare qualcosa purché lo si voglia realmente. Ma questo non vale solo per le persone mature, ma anche per le persone giovani. Devo dire anche una cosa, che molte volte le persone mature cercano solo il piacere fisico nelle persone che incontrano escludendo a priori anche una eventuale amicizia o relazione, si accontentano di questo, cosi facendo ovvio che prima o poi non si troveranno nessuno accanto, ma solo dei ricordi di quanto avevano l’età in cui… e l’occasione di stare 10 minuti su un letto accanto ad una persona estranea magari vedendola solo come oggetto sessuale e non come un essere umano, capace di poter dare e far provare emozioni al cuore. Quindi se oggi giorno la maggior parte dei maturi vivono in uno stato di solitudine ed abbandono, non dipende dagli altri, ma dipende da loro, che se invece avessero provato a ragionare con la testa ed il cuore, invece con altre parti del corpo, non vivrebbero questo disagio di solitudine, che poi (forse) rimpiangono di non avere nessuno accanto che gli dia supporto morale, o persino l’amore dei sentimenti. Nella lettera scrive di aver avuto una convivenza, ma non ne menziona altre, quindi posso dedurre che non ha fatto nulla in seguito per trovare una persona con cui condividere il suo tempo ed i suoi interessi. Se una relazione va male non vuol dire che non possano capitare altre possibilità magari più importanti. Queste mie parole in parte sono riferite alla lettera del signore, in parte mi son riferito per esperienza a persone mature che ho avuto modo di incrociare nel mio percorso. Al signore della lettera direi di iscriversi al forum, in modo da condividere i propri dubbi e pensieri, di sicuro troverà persone disponibili nel leggerlo, cosi come han fatto chi ha postato in questa discussione.

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