VECCHIAIA GAY E INCOMPRENSIONI

La vera vita dei gay anziani, Gay e problemi della terza età, Gay anziani e ricordi di vita.
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progettogayforum
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VECCHIAIA GAY E INCOMPRENSIONI

Messaggio da progettogayforum » venerdì 4 ottobre 2013, 20:10

Caro Project, leggo da qualche mese questo forum, anche se sono anziano, quasi a 65. Ho ancora amici gay giovani, che mi fanno immensa tenerezza e ai quali voglio bene anche se spesso mi rendo conto che in fondo non ci si capisce, ragionano coi loro pesi e con le loro misure, come è ovvio, ma applicano quei pesi e quelle misure anche a me, cosa che non è per niente ovvia. Mi dicono che sono ossessionato dal pensiero del tempo che passa e dall’idea della morte, mi dicono che sono ipocondriaco perché ormai vivo di medicine, quando poi si tratta di sesso mi rendo conto di essere proprio su un altro pianeta. Per loro il sesso è una spinta energica, fortissima, perché sono giovani e non capiscono che un vecchio è un vecchio e non è proprio portato spontaneamente a dare troppo peso a queste cose. Per fare sesso in modo veramente coinvolgente bisogna stare bene in salute. Non è solo questione di viagra, tante cose per un giovane sono automatiche per un vecchio non lo solo affatto. I vecchi devono fare i conti col cuore che è quello che è, con i reumatismi, che sono quelli che sono, con la fatica e anche col cervello che gira ormai a marce basse. Ti faccio un solo esempio: non sono sordo ma non riesco a seguire una conversazione se è troppo veloce o se la voce è troppo bassa. Certe volte i ragazzi mi telefonano parlando rapidissimo o a voce troppo bassa e io non capisco quello che mi dicono e si arrabbiano, come se lo facessi apposta. Poi la memoria che va e viene, mi dicono una cosa e io me ne dimentico e ci restano male. E poi c’è il fatto che prima accettavo tutti gli inviti mentre adesso dico quasi sempre di no, ma semplicemente perché fisicamente non ce la faccio più a stare appresso a persone giovani. Non so se la mia è l’ossessione della vecchiaia e della morte, ma un vecchio ha bisogno di stare solo, per lui il fatto di stare solo non è una condizione di disagio ma di tranquillità. Se un vecchio non va alle feste non è perché è emarginato ma perché non è interessato a cacciarsi in un mondo dal quale resterebbe soltanto stordito. Un vecchio si deve anche abituare all’idea della fine, non si tratta di buttare via gli ultimi anni rinunciando a cose che potrebbero dare la felicità. Questo è il punto di vista di un giovane. Un vecchio, piano piano, si rassega, non è una vinto dalla vita, ma è uno che ha fatto il suo tempo e deve vivere quello che gli resta in un modo che “per lui” vada bene. Una vita tranquilla, ripetitiva sì ma non stressante. Una vita che serve per tirare le somme e cercare di chiudere con un minimo di dignità. Personalmente ho sempre una marea di scrupoli e, direi, molti più scrupoli che rimpianti. Mi rimane comunque l’idea che, al di là della buona volontà, uno può fare grossi guai anche senza rendersene conto e che le cose che non sono state fatte sono almeno una ragione in meno per ulteriori scrupoli. Perché le persone tendono fare gruppo soprattutto coi coetanei? La ragione è semplice: perché con i coetanei ci si può capire. Che dovrei fare, per seguire la logica? Dovrei lasciare i miei amici giovani e andare al centro anziani (tra l’altro tutti etero)? Ci ho provato una volta ma me ne sono scappato dalla porta di servizio, esattamente così, non è proprio l’ambiente mio. Allora cerco di mantenere un rapporto coi miei amici giovani, ma quel rapporto lo devo rendere sempre più labile, in modo che non si arrivi comunque a un confronto troppo diretto. Non è un problema generazionale perché in genere non vado d’accordo coi miei coetanei. Tra l’altro non conosco coetanei gay e gli altri per me sono proprio di un’altra tribù. Project, io vedo che tu stai sempre in mezzo a giovani, ma come fai? Ci riesci ad avere un dialogo vero? Cioè vi capite realmente oppure ti limiti ad assumere un ruolo? Progetto gay è una realtà grossa e forse i rapporti sono più formali che personali e forse per questo non avverti il problema. Ma io di amici giovani, dai 25 ai 40 anni, ne ho una decina, loro a mantenere un rapporto vero con me ci provano ma più passa il tempo meno ci riescono e mi dispiace perché ci restano veramente male. Questo è tutto. Se ti va facciamo due chiacchiere.

barbara
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Re: VECCHIAIA GAY E INCOMPRENSIONI

Messaggio da barbara » lunedì 7 ottobre 2013, 8:48

Bella lettera. Le incomprensioni. Posso dire che ci sono indipendentemente dalle affinità di età, di genere, di ceto sociale ecc , e variano da momento a momento. Intanto se c'è un'incomprensione vuol dire che c'è una relazione.
L'autore della lettera ammette che con molti coetanei non ci sono incomprensioni perché non c'è alcun rapporto.
Più che incomprensione qui vedo dei ragazzi che tengono molto all'amicizia con un uomo che si autodefinisce vecchio, ma che evidentemente per loro non lo è. Tanto che insistono a farlo uscire , anche quando lui si sente stanco. Forse quest'uomo non comprende l'insistenza di questi ragazzi, che magari sono preoccupati che la solitudine possa fargli del male. Dietro a queste incomprensioni vedo tanta amicizia e tanto affetto.
Certo ci sono esigenze diverse e ritmi diversi, un po' come quando si deve passeggiare con un bambino che ha appena imparato a camminare.
Oppure come quando si comunica con qualcuno che parla poco la nostra lingua . Bisogna rallentare. Rallentare fa bene . E' utile e riposante, anche per un giovane . Potrebbe scoprire cose interessanti rallentando il suo passo.

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