Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
Faccio questo post perché, ultimamente, ho un dubbio.
Parlando con alcune persone over 35/40, mi è sembrato di capire che si scoprissero gay molto tardi. Parto dal presupposto che dire "scoprire di essere omosessuali" secondo me è improprio, forse sarebbe più corretto dire "prendere coscienza di essere omosessuali". Però, mi sembra di capire che i ragazzi più grandi prendessero coscienza più tardi della propria omosessualità, ancor di più se parliamo di uomini adulti. E il bello è che prima non se lo aspettavano minimamente di essere gay.
Noi invece, che facciamo parte di una generazione completamente diversa, ne veniamo a conoscenza molto prima. Alla fine, se ci pensiamo un attimo, noi siamo "figli della pornografia", nel senso che ormai basta andare su internet e ci stanno tanti di quei video pornografici che alla fine ci "aiutano" a capire il nostro orientamento sessuale (triste da dire ma è così, e purtroppo questi video sono il peggior esempio possibile su quello che dovrebbe essere un rapporto sessuale).
Le generazioni precedenti, invece, non avevano internet, quindi se proprio dovevano vedere qualcosa per eccitarsi, facevano affidamento ai giornaletti pornografici comprati dagli amici, e ovviamente si trattava di riviste in cui c'erano donne nude, di conseguenza quello era l'unico modo per avvicinarsi alla sessualità e quindi di essere gay non gli passava per l'anticamera del cervello.
Parlando con alcuni uomini gay over 40, mi è sembrato di capire che metà di loro fosse a conoscenza di essere gay durante l'adolescenza. Un uomo gay sui 50 anni, ad esempio, mi disse che a 14 anni aveva la ragazza, pur sapendo di essere gay (e infatti questo gli creava un enorme malessere). Tuttavia, l'altra metà (se non addirittura la maggior parte) non era assolutamente consapevole di essere gay durante l'adolescenza.
Adesso direi che, invece, la quasi totalità degli adolescenti italiani sappia di essere gay. Ovviamente non ho fatto alcun accertamento su quello che sto dicendo, si tratta di una mia impressione, dato che di ragazzi gay in vita mia non ne ho mai conosciuti nel reale!
Detto questo, mi aspetto qualche risposta anche per fare qualche confronto di opinioni.
Parlando con alcune persone over 35/40, mi è sembrato di capire che si scoprissero gay molto tardi. Parto dal presupposto che dire "scoprire di essere omosessuali" secondo me è improprio, forse sarebbe più corretto dire "prendere coscienza di essere omosessuali". Però, mi sembra di capire che i ragazzi più grandi prendessero coscienza più tardi della propria omosessualità, ancor di più se parliamo di uomini adulti. E il bello è che prima non se lo aspettavano minimamente di essere gay.
Noi invece, che facciamo parte di una generazione completamente diversa, ne veniamo a conoscenza molto prima. Alla fine, se ci pensiamo un attimo, noi siamo "figli della pornografia", nel senso che ormai basta andare su internet e ci stanno tanti di quei video pornografici che alla fine ci "aiutano" a capire il nostro orientamento sessuale (triste da dire ma è così, e purtroppo questi video sono il peggior esempio possibile su quello che dovrebbe essere un rapporto sessuale).
Le generazioni precedenti, invece, non avevano internet, quindi se proprio dovevano vedere qualcosa per eccitarsi, facevano affidamento ai giornaletti pornografici comprati dagli amici, e ovviamente si trattava di riviste in cui c'erano donne nude, di conseguenza quello era l'unico modo per avvicinarsi alla sessualità e quindi di essere gay non gli passava per l'anticamera del cervello.
Parlando con alcuni uomini gay over 40, mi è sembrato di capire che metà di loro fosse a conoscenza di essere gay durante l'adolescenza. Un uomo gay sui 50 anni, ad esempio, mi disse che a 14 anni aveva la ragazza, pur sapendo di essere gay (e infatti questo gli creava un enorme malessere). Tuttavia, l'altra metà (se non addirittura la maggior parte) non era assolutamente consapevole di essere gay durante l'adolescenza.
Adesso direi che, invece, la quasi totalità degli adolescenti italiani sappia di essere gay. Ovviamente non ho fatto alcun accertamento su quello che sto dicendo, si tratta di una mia impressione, dato che di ragazzi gay in vita mia non ne ho mai conosciuti nel reale!
Detto questo, mi aspetto qualche risposta anche per fare qualche confronto di opinioni.
Re: Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
Conosco persone gay di una certa età, ma non ho mai affrontato con loro l'argomento. Sicuramente è vero quello che tu dici, ossia che un tempo mancavano sia i mezzi (internet per primo), sia la mentalità per avvicinarsi a certi argomenti. Probabilmente, aggiungo io, tutto questo portava ad una solitudine enorme: un ragazzo che prendesse coscienza della propria omosessualità si sentiva il solo omosessuale al mondo; nessuno parlava dell'argomento, non c'era verso d'informarsi sul fenomeno, specie se si viveva in provincia, e la paura regnava sovrana. Se non altro adesso le nuove tecnologie permettono di conoscere, di informarsi, di sentirsi meno soli.
Indirettamente posso raccontarti questa storia. C'è un amico di mia mamma, quasi settantenne, gay, nato in Svizzera; la confederazione elvetica era allora tutt'altro che aperta o tollerante. Specie nelle campagne, e la persona di cui ti parlo era nata in un minuscolo villaggio di un cantone rurale, un luteranesimo rigidissimo impediva qualsiasi discussione sull'argomento. Lui, ora che ci penso, credo che si sia accorto della propria omosessualità da adolescente. Ovviamente la cosa non è stata bene accolta in famiglia. Morale: questo signore è fuggito, a trent'anni, negli Stati Uniti, dove vive tuttora col suo compagno.
Io credo anche, Geografo, che la società in cui si vive condizioni molto nella presa di coscienza dell'essere omosessuali. Per esempio, per quanto riguarda ciò che accadeva in un recente, passato mi sento di dire che la difficoltà risiedesse nell'identificarsi in qualcosa. Tento di mettermi nella testa di un ragazzino degli anni '50 che pensa: "mi piacciono gli uomini. Ma cos'è, com'è possibile?" Probabilmente un ragazzino del genere neanche conosceva la parola "gay" o il suo significato. Oggi, naturalmente, è tutto diverso.
Ovviamente quest'ultimo è un ragionamento mio fatto un po' a caso, visto che non ho vissuto negli anni '50
Indirettamente posso raccontarti questa storia. C'è un amico di mia mamma, quasi settantenne, gay, nato in Svizzera; la confederazione elvetica era allora tutt'altro che aperta o tollerante. Specie nelle campagne, e la persona di cui ti parlo era nata in un minuscolo villaggio di un cantone rurale, un luteranesimo rigidissimo impediva qualsiasi discussione sull'argomento. Lui, ora che ci penso, credo che si sia accorto della propria omosessualità da adolescente. Ovviamente la cosa non è stata bene accolta in famiglia. Morale: questo signore è fuggito, a trent'anni, negli Stati Uniti, dove vive tuttora col suo compagno.
Io credo anche, Geografo, che la società in cui si vive condizioni molto nella presa di coscienza dell'essere omosessuali. Per esempio, per quanto riguarda ciò che accadeva in un recente, passato mi sento di dire che la difficoltà risiedesse nell'identificarsi in qualcosa. Tento di mettermi nella testa di un ragazzino degli anni '50 che pensa: "mi piacciono gli uomini. Ma cos'è, com'è possibile?" Probabilmente un ragazzino del genere neanche conosceva la parola "gay" o il suo significato. Oggi, naturalmente, è tutto diverso.
Ovviamente quest'ultimo è un ragionamento mio fatto un po' a caso, visto che non ho vissuto negli anni '50
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Re: Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
Beh, è fuori di dubbio che anche nella mia adolescenza (anni 60) avevo perfettamente chiaro in mente che cosa mi attirava e che cosa non mi attirava affatto sul piano sessuale, non usavo l'etichetta gay, che al tempo era considerata una cosa da marziani. I condizionamenti sociali erano pesantissimi, il coming out in famiglia era assolutamente impensabile e a scuola sarebbe stato l'occasione per rovinarsi veramente la vita con un'etichetta che allora era sufficiente a provocare la marginalità più radicale. Penso che per i ragazzi che avevano qualche apertura bisessuale il discorso di Geografo possa avere un senso, ma per i ragazzi gay al 100% la consapevolezza c'era eccome. Era invece totalmente impossibile reperire informazioni serie sulla omosessualità, perché l'educazione sessuale era di fatto delegata alla chiesa e la pornografia dei giornaletti era solo per i ragazzi più sfrontati. E poi, se già era un problema enorme procurarsi un giornaletto porno etero, procurarsi un giornaletto porno gay (erano rarissimi) significava, non come ora, fare click sul PC in privato, ma andare dal giornalaio e fare una richiesta esplicita il che era come fare coming out, salvo che non si andasse a comprare i giornaletti a molti chilometri di distanza. E poi i giornaletti, tenuti a casa, erano un rischio serio, perché potevano essere trovati dai genitori con tutte le prevedibili conseguenze.
Personalmente non ho mai avuto il coraggio di comprare un giornaletto porno, tanto più che sarebbe stato un porno gay. Ricordo che un mio amico etero mi regalò una copia di Babilonia che non era porno ma aveva delle foto di nudo, ma ormai avevo più di 30 anni. Il mio vero problema era il poter sapere se i ragazzi che conoscevo fossero gay o meno. Ho conosciuto (5 minuti di conversazione in strada) il primo ragazzo dichiaratamente gay quando avevo 34 anni e in modo del tutto casuale. Ricordo che la cosa mi fece un'impressione fortissima. I ragazzi di oggi hanno internet e i telefonini e le cose per loro sono enormemente più facili. Ai miei tempi la prospettiva più realistica per un ragazzo gay era la solitudine e il dedicarsi allo studio e al lavoro, come compensazione di una sessualità negata.
Personalmente non ho mai avuto il coraggio di comprare un giornaletto porno, tanto più che sarebbe stato un porno gay. Ricordo che un mio amico etero mi regalò una copia di Babilonia che non era porno ma aveva delle foto di nudo, ma ormai avevo più di 30 anni. Il mio vero problema era il poter sapere se i ragazzi che conoscevo fossero gay o meno. Ho conosciuto (5 minuti di conversazione in strada) il primo ragazzo dichiaratamente gay quando avevo 34 anni e in modo del tutto casuale. Ricordo che la cosa mi fece un'impressione fortissima. I ragazzi di oggi hanno internet e i telefonini e le cose per loro sono enormemente più facili. Ai miei tempi la prospettiva più realistica per un ragazzo gay era la solitudine e il dedicarsi allo studio e al lavoro, come compensazione di una sessualità negata.
BLOG PROGETTO GAY http://progettogay.myblog.it/
BLOG STORIE GAY http://nonsologay.blogspot.com/
SITO PROGETTO GAY https://sites.google.com/site/progettogay/
STORIE GAY E NON SOLO https://gayproject.wordpress.com/
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Re: Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
Il fraintendimento delle generazioni precedenti alla nostra verteva ,secondo me, non sulla fisicità, ma sull'affettività. Si sapeva che c'era l'attrazione sessuale per lo stesso sesso, ed era sicuramente schernita, ma dell'affettività credo nessuno parlasse, talmente forte doveva essere il tabù e la non conoscenza delle cose. Perché poi è quello che ancora oggi, spesso, fa la differenza: il tabù dell'affettività!
Non parlandone immagino che un ragazzo non effeminato che provava attrazione per gli uomini ma sentiva solo parlare di innamoramenti con donne, doveva sperimentare una confusione pazzesca! La masturbazione etero era ritenuta un viziaccio, figuriamoci il discorso sull'amore omosessuale. Personalmente io ho avuto sotto gli occhi l'affettività tra uomini solo nel 2006, con il film Brokeback Mountains, e poi ho visto i Chrolli appena due anni fa.
Quello che intendo dire è che anche oggi in tema di omosessualità si presenta soprattutto il sesso, relegando la dimensione dell'affettività solo a quando spuntano dibattiti su matrimoni e unioni civili, e quindi negli anni '80-'90 il massimo del confronto su questo punto con chi lo si poteva avere? Immagino o con un prete confessore o, per chi poteva permetterselo economicamente e non ne avesse timore, con uno psicologo, ma non credo che a quei tempi si usasse molto andarci.
Non parlandone immagino che un ragazzo non effeminato che provava attrazione per gli uomini ma sentiva solo parlare di innamoramenti con donne, doveva sperimentare una confusione pazzesca! La masturbazione etero era ritenuta un viziaccio, figuriamoci il discorso sull'amore omosessuale. Personalmente io ho avuto sotto gli occhi l'affettività tra uomini solo nel 2006, con il film Brokeback Mountains, e poi ho visto i Chrolli appena due anni fa.
Quello che intendo dire è che anche oggi in tema di omosessualità si presenta soprattutto il sesso, relegando la dimensione dell'affettività solo a quando spuntano dibattiti su matrimoni e unioni civili, e quindi negli anni '80-'90 il massimo del confronto su questo punto con chi lo si poteva avere? Immagino o con un prete confessore o, per chi poteva permetterselo economicamente e non ne avesse timore, con uno psicologo, ma non credo che a quei tempi si usasse molto andarci.
Ultima modifica di Hospes91 il sabato 19 novembre 2016, 19:40, modificato 1 volta in totale.
Re: Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
Momento di panico
Ma chi sono questi chrolli?
Aaaaah! Christian e Oliver ^_^
Blessed St. Google of the Web ^_^
Ma chi sono questi chrolli?
Aaaaah! Christian e Oliver ^_^
Blessed St. Google of the Web ^_^
Re: Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
Esatto, Christian e Oliver. Su youtube ci sono un sacco di puntate sottotitolate,e vedessi come piacciono alle ragazze etero ! Si sciolgono! ).
Ultima modifica di Hospes91 il sabato 19 novembre 2016, 19:31, modificato 1 volta in totale.
Re: Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
Beh, se una fantasia "eterosessuale" molto comune è quella del rapporto lesbico Hospes non vedrei particolari motivi per non pensare che anche le ragazze possano eccitarsi per un rapporto omosessuale. Da una serie di osservazioni fatte su spettacoli televisivi di tutto il mondo sono arrivato alla conclusione che loro amano particolarmente una sessualità soft tipo "bromance" che ritengo venga proposta come una sorta di fatto stilizzato proprio per assecondare queste fantasie (ed alzare naturalmente l'audience )Hospes91 ha scritto:Esatto, Christian e Oliver ahaah Su youtube ci sono un sacco di puntate sottotitolate. Grazie a quei due ho capito molto (e vedessi come piacciono alle ragazze etero ! Si sciolgono! ).
Re: Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
Infatti le ragazze etero non credo proprio si eccitino ad immaginare uomini omo a letto, ma nell'affettività. Al contrario, gli etero si eccitano ad immaginare lesbiche femminili tra le lenzuola, ma li turba il sentimento tra loro.
Diciamo che gli uomini trovano nelle lesbiche una forte sessualità che spesso non ravvisano nelle proprie donne, mentre le etero trovano nei maschi omo quell'assenza di vergogna nell'elargire dolcezza che invece gli etero hanno spesso . Secondo me è così.
Diciamo che gli uomini trovano nelle lesbiche una forte sessualità che spesso non ravvisano nelle proprie donne, mentre le etero trovano nei maschi omo quell'assenza di vergogna nell'elargire dolcezza che invece gli etero hanno spesso . Secondo me è così.
Re: Gay over 40: come affrontavano la loro omosessualità?
E' probabilmente possibile concordare con te per una buona percentuale di casi Hospes. La cosiddetta "fantasia priapica" non ha davvero nulla di nuovo.Hospes91 ha scritto:Infatti le ragazze etero non credo proprio si eccitino ad immaginare uomini omo a letto, ma nell'affettività. Al contrario, gli etero si eccitano ad immaginare lesbiche femminili tra le lenzuola, ma li turba il sentimento tra loro.
Diciamo che gli uomini trovano nelle lesbiche una forte sessualità che spesso non ravvisano nelle proprie donne, mentre le etero trovano nei maschi omo quell'assenza di vergogna nell'elargire dolcezza che invece gli etero hanno spesso . Secondo me è così.
Neppure nell'iconismo direi ^_^
http://1.bp.blogspot.com/_umhSvWEgx2c/S ... riapo2.JPG
Però io personalmente non mi ci riconosco ancorché non "affetto" da disturbo di genere. Limitazioni mie naturalmente. Tu sì?