PICCOLE SODDISFAZIONI DEI VECCHI GAY

La vera vita dei gay anziani, Gay e problemi della terza età, Gay anziani e ricordi di vita.
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progettogayforum
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PICCOLE SODDISFAZIONI DEI VECCHI GAY

Messaggio da progettogayforum » lunedì 3 luglio 2017, 12:27

Caro Project,
ho apprezzato molto il fatto che hai messo in rete la biblioteca di Progetto Gay scaricabile a costo zero, non hai cercato di fare soldi su queste cose ed è segno che per te sono un fine e non un mezzo. Poi hai anche una sezione per i gay anziani e io appartengo a quella categoria. Nelle cose che dici ravviso un po’ di tendenza depressiva o quanto meno di malinconia. Io ho quasi 70 anni (ci panca proprio poco) e so bene che le malinconie per noi ci sono eccome. Ci sono quelli che hanno un compagno, ma in genere sono più giovani, sono cinquantenni o poco più, ma per quelli della nostra generazione l’idea di avere un compagno era pura fantasia. Io ho ancora dei parenti che, tutto sommato mi vogliono bene, ho due nipoti quarantenni, entrambi sposati e con figli e in pratica ci vediamo solo a Pasqua e a Natale, non per niente ma perché hanno il loro mondo: le mogli, i figli, i suoceri, ecc. ecc.. Con me sono sempre gentili, ma è evidente che non faccio parte del loro mondo. Vivo solo ormai da 40 anni, mi avevano consigliato di comprami un cane o un gatto per farmi compagnia, ma non l’ho fatto, perché poi anche gli animali invecchiano e muoiono e ci si sta male come se si perdesse una persona. Ancora oggi, grazie Dio, sto passabilmente in salute, porto la macchina, vado spesso in giro, magari per un fine settimana a trovare qualcuno dei vecchi amici, però, nella sostanza sono molto solo. Nessuno sa che sono gay, né in famiglia né tra gli amici e penso che nessuno lo saprà mai. Eppure quando cammino per la strada, ogni tanto, resto colpito dallo sguardo di qualche ragazzo. Certe volte si creano quasi dei momenti magici di comunicazione che sono stranissimi, anzi, più che di comunicazione dovrei dire di complicità, in modo del tutto imprevisto. Una mattina ero all’ufficio postale, c’era tanta gente in fila perché non funzionavano i biglietti di prenotazione, davanti a me c’era un ragazzo, forse sui trenta o poco meno, e più avanti un signore sulla cinquantina che chiacchierava con una sua amica. Non so come è stato, ma il cinquantenne se ne è uscito con le adozioni gay e poi da lì ha allagato il discorso sui gay in generale. Parlava a voce alta, faceva il suo piccolo comizio omofobo, la gente intorno era molto infastidita e faceva finta di non fare caso ai discorsi del cinquantenne che era molto assertivo e infilava affermazioni “di principio” (senza senso) una appresso all’altra. Il ragazzo che stava davanti a me stava perdendo la pazienza, ma evidentemente si tratteneva dal rispondere per le rime. In qual momento per il cinquantenne e la sua amica è arrivato il momento di andare allo sportello, e se ne sono andati dalla fila. Il ragazzo davanti a me si girato vero di me e ha fatto un gesto di soddisfazione, io ho aperto le braccia come per dire: “Quando uno è stupido c’è poco da fare!” Dopo quella volta, ho incontrato di nuovo quel ragazzo all’ufficio postare altre due o tre volte e ci siamo salutati sempre. Forse non vuol dire nulla, però sono momenti di intesa che non ti aspetti.
Un mio amico meno che cinquantenne ha un figlio diciottenne (etero) e pretende di impicciarsi della vita del figlio, prima dava giudizi sulle ragazze che interessavano il figlio, atteggiandosi a maestro e con battute di dubbio gusto. Un giorno eravamo in campagna lui, con moglie e figlio, e io. Attacca la solita solfa, e io gli dico: “Guarda che sei fuori tempo massimo! Adesso è il turno di tuoi figlio! Ti ricordo quando i tuoi si impicciavano dei cavoli tuoi e ti arrabbiavi come una furia…” Chissà perché sto sempre dalla parte dei giovani! Il figlio del mio amico non mi tratta come un vecchio, mi tratta alla pari e la cosa mi piace molto.
Buona domenica!
Valerio

Alyosha
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Re: PICCOLE SODDISFAZIONI DEI VECCHI GAY

Messaggio da Alyosha » lunedì 3 luglio 2017, 23:33

Leggendo questa storia m'è venuto in mente che la prima volta che entrai in questo forum avevo cercato su google gay e solitudine. Ho appena pubblicato un racconto autobigrafico nel quale il tema di fondo è proprio la solitudine. Quella che parte quando si scopre di non essere più bambini e questo comincia a fare più o meno consapevomente la differenza. Certo avere 30 anni non è come averne 70. Si è nel fiore della giovinezza, si è indaffarati. Però quella del sentirsi soli è un condizione originaria che torna spesso. Torna anche quando si è costruito una storia che dura ormai da quattro anni, anche quando si è riusciti a trovare dei buoni amici. Torna quando la vita di da qualche schiaffo o quando ti senti a disagio per qualcosa. Lì torna quella condizione originaria di solitudine, quel disagio interiore, quel disappunto stampato sulla pelle. Quando si è diversi si è soli. Poi si impara ad accettarsi, si impara a selezionare le amicizie, simpara tutto il resto insomma, ma si resta comunque soli.

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