Bilancio di una vita gay vera

La vera vita dei gay anziani, Gay e problemi della terza età, Gay anziani e ricordi di vita.
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progettogayforum
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Bilancio di una vita gay vera

Messaggio da progettogayforum » domenica 13 ottobre 2019, 23:55

Alla chiusura dell’esercizio finanziario si predispone il Conto consuntivo, l’operazione in genere serve come base per strutturare il nuovo Bilancio di previsione, ma quando l’azienda cessa l’attività, il Conto consuntivo serve a capire se e quanto degli obiettivi che ci si era proposti è stato realizzato e a che prezzo.
Il mio bilancio di previsione era decisamente sovradimensionato, irrealistico, dettato da un ottimismo che si è rivelato ingiustificato, con pochissime eccezioni, forse. Il confronto con la realtà ha finito per ricondurre piano piano al pessimismo della ragione tutti i presupposti sbagliati del mio bilancio di previsione
L’essere gay ha determinato la mia vita in quanto aspirazione, ma non ha di fatto modificato quasi nulla nell'ambito della vita ordinaria. Il risultato è una sostanziale solitudine, che man mano che si concretizza diventa anche una via di fuga, un modo per superare il disagio. È come essere stati per anni in una chat affollata e sentire piano piano crescere la tentazione di cliccare il tasto “disconnetti”. Tante cose che sembravano avere un valore si sono rivelate via via assolutamente marginali se non evanescenti. Il mondo va avanti perché le generazioni cambiano e la conseguenza è ovvia, bisogna solo prenderne atto.
Non mi sono mai chiesto come sarebbe stata la mia vita se fossi stato etero, perché non sarebbe stata quella che io oggi chiamo la mia vita, ma dell’essere gay piano piano non ci resta più nulla, comincia ad essere una dimensione che fa parte del passato e che non si concilia con la vecchiaia che tende ad annullare le differenze e rende sostanzialmente uguali gay e etero. Non disconosco affatto la mia identità gay ma la vedo come una categoria storica, non più attuale.
Vorrei vivere un lunghissimo sonno senza risveglio, vorrei proprio svanire, ma non funziona così. La stanchezza certe volte ti rende pesante qualsiasi cosa e ti rende indifferente qualsiasi cosa, spegne i sogni li addormenta senza risveglio, fa avvertire il peso della fisicità come impossibilità.
Il mondo è pieno di bei ragazzi ma a loro non ho nulla da dire, loro guardano lontano, io no. Che cosa potrebbero capire della vita di un vecchio? Gay o etero non fa differenza. Non invidio la vita dei giovani che dovranno anche loro fare la loro strada per arrivare forse a conclusioni analoghe o forse diverse dalle mie. Il distacco matura lentamente negli anni, lo misuri solo sui tempi lunghi. Ho riletto delle cose che scrivevo a 25 anni e mi sono sembrate lontanissime: la vita di un altro! Un altro me stesso, ma comunque un altro. La soggettività ha una dimensione temporale, gli anni stravolgono gli individui.
La parola futuro appartiene ad altri vocabolari, serve a dare un senso “nel futuro” a cose che non ne hanno nel presente. Tolto il futuro che cosa ci resta? Ci resta il quotidiano, almeno per un po’, ci resta un orizzonte ristretto a misura delle nostre forze. L’idea della transitorietà, della finitezza individuale fa riscoprire tante cose: la musica, la solitudine, il contatto con la natura, con le piante, con i grandi spazi, col cielo, con le nuvole. Torna il pensiero metafisico alla ricerca di un senso, bandito per tanti anni in nome della concretezza e dell’utile.
Sta passando un altro giorno come tanti, la strada si accorcia, ma tutto ciò che comincia deve finire, non c’è malinconia in questo ma consapevolezza e accettazione, è la regola generale della vita. E pensare a questo vuol dire, in fondo, non avere grosse preoccupazioni che possano occupare il pensiero.

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