La pioggia prima che cada

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IsabellaCucciola
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La pioggia prima che cada

Messaggio da IsabellaCucciola » lunedì 17 dicembre 2012, 22:58

La pioggia prima che cada di Jonathan Coe

Rosamond è morta nella sua casa nello Shropshire, dove viveva sola, dopo l’abbandono di Rebecca e la morte di Ruth, la pittrice che è stata la sua ultima compagna. A trovare il cadavere è stato il suo medico. Aveva settantatré anni ed era malata di cuore, ma non aveva mai voluto farsi fare un bypass. Quando è morta, stava ascoltando un disco – canti dell’Auvergne – e aveva un microfono in mano. Sul tavolo c’era un album di fotografie. Evidentemente, la povera Rosamond stava guardando delle foto e registrando delle cassette. Non solo. Stava anche bevendo del buon whisky, ma c’è anche un flacone vuoto di Diazepam. Non sarà stato per caso un suicidio? La sorpresa viene dal testamento. Zia Rosamond ha diviso il suo patrimonio in tre parti: un terzo a Gill, la sua nipote preferita; un terzo a David, il fratello di Gill; e un terzo a Imogen. Gill e David fanno un po’ fatica a capire chi sia questa Imogen, perché prima sembra loro di non conoscerla, poi ricordano di averla vista solo una volta nel 1983, alla festa per il cinquantesimo compleanno di Rosamond. Più di vent’anni prima, dunque. Imogen era quella deliziosa bimba bionda di sette o otto anni venuta con gli altri a festeggiare la padrona di casa: una bimba dolcissima e silenziosa, che si muoveva quasi furtivamente. Sembrava che avesse qualcosa di strano. Sì, era cieca. Occorre dunque ritrovare Imogen per informarla della fortuna che le è toccata. Ma per quanti sforzi si facciano, Imogen non si trova. E allora non resta – come indicato dalla stessa Rosamond in un biglietto scritto prima di morire – che ascoltare le cassette. Le cassette incise dalla donna mentre sfogliava l’album di fotografie selezionando le venti istantanee in cui poteva compendiarsi la sua vita.

Qui è possibile leggerne alcune pagine:
http://books.google.it/books?id=hoDL69b ... &q&f=false

Isabella
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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