I libri sul comodino

La letteratura a tema gay e non
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Kerosene
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da Kerosene » domenica 2 giugno 2013, 14:53

Arrivo in ritardo anch'io, yeee! Il mio comodino naufraga da anni sotto il peso dei libri XD
A volte ne tengo tranquillamente tre, uno in lettura, uno in attesa e uno da rimettere a posto, che tengo lì un pò per pigrizia e un pò perchè mi piace vederli ogni mattina.
Al momento ho iniziato Big Fish di Wallace; poco sotto aspetta Inferno di Brown, appena regalato. Ho appena finito Il Grande Gatsby di Fitzgerald, ma ormai l'ho messo via :cry:
Di solito non lascio libri a metà, almeno non libri cartacei. Con gli ebook è più difficile, non riesco ad apprezzare Lovecraft e ho "messo in pausa" Il richiamo di Cthulhu aspettando di comprarmi il libro :roll:

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e^ip+1=0
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da e^ip+1=0 » martedì 4 giugno 2013, 12:04

Se leggerai "il grande Gastby", dicci poi com'è. è uno dei libri che da molto tempo avrei intenzione di leggere. Quest'intenzione però è ancora troppo debole perché io lo prenda in mano davvero. Buona lettura!

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Kerosene
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da Kerosene » martedì 4 giugno 2013, 15:51

Grazie, l'ho finito da poco.
È un bel libro e la storia è molto interessante, ma ho sbagliato vedendo il film di Luhrmann prima di leggerlo; potendo, ti consiglio di fare il contrario.
Quando l'ho letto non mi sono legato molto ai personaggi, ciò che più rende vivo quel libro sono le idee. L'idea che una persona si fa di un'altra, o l'idea che ci si fa di una nuova, grande e misteriosa città. È incentrato sulla speranza, sul vivere di speranza.
Te lo consiglio, ma ti avviso. Nessun personaggio ne esce immacolato.

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Re: I libri sul comodino

Messaggio da e^ip+1=0 » martedì 4 giugno 2013, 16:12

Allora lo leggerò prima di vedere il film. Beh, se nessuno esce immacolato sarà più realistico! Grazie del consiglio ;)

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Kerosene
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da Kerosene » martedì 4 giugno 2013, 20:00

Di niente :) per quanto riguarda il film, non è che non sia all'altezza, anzi; il fatto è che sembra già una storia inventata, non dà l'illusione che possa essere vera.
Avendolo visto, ho associato quest'idea al libro e me lo sono quasi rovinato :(
Vale comunque la pena vederlo, costumi e scenografie sono fatti molto bene e la storia non è diversa da quella del libro, anzi, alcuni dialoghi sono quasi identici (meglio così :D ). Male che vada, ti basta immaginarlo già da subito come una favola, una storia ben raccontata, e penso che te lo godrai.

476
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da 476 » mercoledì 5 giugno 2013, 22:54

Ho appena finito di leggere The absolutist di John Boyne. Non sono per nulla sicuro di quello che dico. Da un certo punto di vista, è molto in ritardo sui tempi. Sospetto che se uno vuole sapere qual è l’idea degli inglesi sulla Grande Guerra dovrebbe leggere altri libri. Per loro, un sacco della meglio gioventù, soprattutto di quella alto borghese istruita nei migliori college, è stata sacrificata in quel conflitto, Rupert Brooke tra gli altri. Noi non abbiamo nulla di simile. Monelli o Lussu parlano soprattutto di come vengono sacrificati i soldati “comuni”. Nel libro di Boyne c’è l’atteggiamento inglese virato ad un ambiente più comune. Però mi sembra che ci siano possibilità di sviluppo che vengono lasciate cadere e non capisco perchè. Qual è la reazione dei famigliari alla notizia che il loro figlio fucilato non era un disertore ma uno che aveva deciso di opporsi alla guerra per principio? E non sono sicuro che molti si ritroverebbero e troverebbero comprensibile il comportamento del protagonista. Ma qui può darsi che il mio amore per lo zuccheroso o la mia idea di omosessualità mi traggano in errore. Ci sono però parti che mi sono piaciute molto ed è scritto bene, secondo me.
Una nota sicuramente da parruccone. Se uno può, il Grande Gatsby dovrebbe leggerlo in inglese. Credo che leggere in originale, anche, e per i giovani soprattutto, se uno ha difficoltà con le lingue, sia la miglior maniera per impararle. E il francese di Camus o di Gide, o l’inglese di Jane Austen, Dickens e Conrad sono qualcosa a cui si rinuncia a caro prezzo.

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Kerosene
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da Kerosene » mercoledì 5 giugno 2013, 23:53

Sicuramente leggerlo in inglese sarebbe stato positivo, ma non penso che avrebbe reso il suo vero valore senza una buona padronanza della lingua in cui è scritto. Voglio dire, con un inglese scolastico è un'ottima lettura per approfondire meglio la lingua, ma i dialoghi e le descrizioni perderebbero la loro forza. Il mio inglese non è ottimo, e la mia scelta è stata tra il conoscere meglio la lingua (leggendolo in originale) o conoscere meglio la storia (leggendolo tradotto). Visto che volevo capire quanto del libro è stato mantenuto nel film, in particolare scene e dialoghi, la scelta è stata quasi obbligata.
476 ha scritto:Credo che leggere in originale, anche, e per i giovani soprattutto, se uno ha difficoltà con le lingue, sia la miglior maniera per impararle.
D'altro canto mi farebbe piacere cominciare a leggere qualcosa in inglese che non siano prettamente i testi letti a scuola; conosci qualche libro, magari non tra i "classici" della letteratura, a cui potrei avvicinarmi? Il mio timore è quello di distruggerlo (la suspance, i colpi di scena) proprio perchè non riuscirei ad afferrare appieno tutte le situazioni.

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Re: I libri sul comodino

Messaggio da 476 » venerdì 7 giugno 2013, 15:13

Io ho cominciato con Oscar Wilde, i racconti che pare abbia scritto per i propri figli. Poi Agatha Christie e Le Carrè. La trama trascina sempre e la precisione nella traduzione di un termine è meno rilevante. A me è stato utile abituarmi a costruire frasi usando le parole che mi colpivano di più. Cominciare a poco a poco a pensare nella lingua che si vuole imparare, non a tradurre quello che si sta pensando, è un passaggio difficile ma indispensabile e permette di arricchire gradualmente il proprio vocabolario. Ci vuole anche un po’ di grammatica, ma non troppa, soprattutto all’inizio. Non conosco quelle moderne. Ai miei tempi ce n’era una ottima di Hazon, ormai introvabile. Purtroppo, devo dire che la mia pronuncia non è mai stata molto buona, anche perché mi sento ridicolo a “fare l’inglese”. Per il francese, Simenon mi è stato molto utile. Per leggere in originale ci vuole pazienza, si può perdere qualcosa e si corre qualche rischio (mi è capitato di usare un bloody ass, ritenendo che ass stesse per somaro e sono stato aspramente ma giustamente ripreso), ma ripaga.

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Re: I libri sul comodino

Messaggio da e^ip+1=0 » domenica 9 giugno 2013, 13:43

è vero, sarebbe bene leggere tutto in lingua originale. Riesco a leggere in inglese, ma, e questo è un limite mio, è una lingua che dopo un po' mi dà sui nervi. @476: con i racconti di Oscar Wilde, intendi per caso la raccolta contenente "Il principe felice?". Sulla letteratura francese, quanto a semplicità di lettura aggiungo Maupassant e i suoi racconti a Simenon. :)

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Re: I libri sul comodino

Messaggio da 476 » lunedì 10 giugno 2013, 21:57

I racconti di Oscar Wilde li avevo letti in un sorta di raccolta di tutti i suoi scritti che avevo trovato in biblioteca, troppo tempo fa per ricordarmeli tutti ma mi erano piaciuti molto. Ho visto su Amazon che ce ne sono due o tre raccolte. Sempre in tema di suggerimenti alla lettura, per un appassionato dell’antiquariato tecnologico, aggiungerei un po’ di Verne per il francese e magari un po’ di Asimov per l’inglese. Per il perdere le sfumature, credo ci si debba arrendere. Non ho mai avuto molta dimestichezza con la memoria, che non mi è molto affezionata e mi tradisce spesso. Ma, anche in italiano, mi capita di ripetere cose che so, o sapevo, a memoria e di incagliarmi, scoprendo che una parola che ho sempre trascurato perché data per nota può avere in quel contesto significati che non avevo considerato. E magari lontanissimi anche dalla mente dell’autore.
Ho paura però di aver sviato la discussione a cui è dedicato questo topic e mi spiace se sono stato saccente e barboso. Vi ero stato indotto dal fatto che quando ho letto Some day this pain will be useful to you di Cameron, l’avevo trovato scoppiettante e divertente nella prima parte, la seconda naturalmente è molto diversa. Mi era sembrato che qualcuno lo giudicasse diversamente, ma la memoria può starmi giocando uno dei suoi maligni scherzi e magari confondo coi commenti ad un altro libro, e mi chiedevo se l’impressione fosse dovuta alla traduzione (non ho visto il film). Io ora sono ritornato a Steinbeck, The grapes of wrath.

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