I libri sul comodino

La letteratura a tema gay e non
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IsabellaCucciola
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da IsabellaCucciola » sabato 7 giugno 2014, 17:28

L'EDUCATORE IMPERFETTO. Senso e complessità del lavoro educativo. Nuova edizione, di Sergio Tramma.
“Le educatrici e gli educatori agiscono in tutte le aree di criticità della società contemporanea, assumendosi le contraddizioni che la connotano, a partire da cosa effettivamente significhi pensare e fare educazione oggi. La figura dell’educatore professionale è una figura incerta, quasi sfuggente, costantemente in via di definizione, restia a qualsiasi tentativo di stabilizzazione in una rassegna esaustiva di compiti e funzioni. Obiettivo di questa nuova edizione del volume è quello di fornire coordinate di lettura dell’incertezza e orientamenti operativi rispetto alle questioni complesse che la costituiscono. Questioni con le quali l’educatore, nella formazione e nella professione, si confronta costantemente e rispetto alle quali si rende necessaria una lettura esplicitamente pedagogica.”
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Re: I libri sul comodino

Messaggio da IsabellaCucciola » sabato 12 luglio 2014, 20:55

UN VIAGGIO CHIAMATO VITA DI BANANA YOSHIMOTO.
“La vita è un viaggio, e come tutti i viaggi si compone di ricordi. In questo libro, Banana Yoshimoto raccoglie preziosi frammenti di memoria e ci porta con sé, lontano nel tempo e nel mondo. Dalle emozioni del primo amore alla scoperta della maternità, dalle piramidi egiziane alla Tokyo degli anni settanta. Con la consueta leggerezza della sua scrittura, ricostruisce le emozioni dell’esistenza a partire da un profumo, da un sapore, da un effetto di luce o dal rumore della pioggia e del vento.
È così che una pianta di rosmarino ci trasporta da un minuscolo appartamento di Tokyo al tramonto luccicante della Sicilia, e un contenitore pieno di alghe diventa l’occasione per esplorare il dolore di una perdita.
I pensieri in libertà di Banana Yoshimoto ci accompagnano fino al centro del suo mondo letterario e lungo il nostro personale “viaggio della vita”, fatto di promesse e incontri, di felicità e stupore, di malinconia e sofferenza.
Dalle pagine di questo libro l’autrice ci invita a riappropriarci del nostro tempo e a non perdere mai la fiducia negli altri, perché quello che rimane, al termine del più difficile dei viaggi, è il riflesso nella nostra memoria di ogni singolo giorno vissuto.”

Qui è possibile leggerne alcune pagine,
http://books.google.it/books?id=zlj8_UQ ... &q&f=false
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Re: I libri sul comodino

Messaggio da IsabellaCucciola » lunedì 14 luglio 2014, 12:35

HIGH & DRY. PRIMO AMORE, DI BANANA YOSHIMOTO.
“Yūko è in grado di vedere cose che gli altri non vedono, e di indovinare i desideri e i pensieri di chi le sta intorno grazie a una sensibilità fuori dal comune. Compiuti quattordici anni, tutto sembra assumere sfumature misteriose, e il mondo si popola di bizzarre creature. Yūko sta imparando ad assegnare un colore a ogni stato d’animo e ad ogni emozione; a insegnarglielo è Kyū, il suo maestro di disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Quando dal fusto di una pianta fuoriescono degli strani omini verdi, loro sono gli unici a vederli. Nello stesso istante, Yūko assapora l’incanto sottile del primo amore. Sospesa tra realtà e immaginazione, un’adolescente va incontro alla vita accompagnata dagli affetti più cari, e scopre, giorno dopo giorno, i turbamenti del cuore, la tenerezza dei sentimenti e la difficoltà di diventare grande.”

Qui è possibile leggerne alcune pagine:
http://books.google.it/books?id=FDV10cF ... &q&f=false
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da IsabellaCucciola » giovedì 17 luglio 2014, 12:28

SEGMENTI E BASTONCINI. DOVE STA ANDANDO LA SCUOLA? (NUOVA EDIZIONE), DI LUCIO RUSSO.
“Agli insegnanti che sentono il loro ruolo fondamentale per la formazione di futuri cittadini liberi, ai genitori che sperano che i propri figli acquisiscano delle competenze nel lavoro scolastico, va detto chiaro e netto che la scuola come continua a essere immaginata nella riforma scolastica oggi in corso va in tutt'altra direzione. La riforma, secondo Lucio Russo, allinea la scuola italiana agli standard americani, abbassa i livelli di competenza reale, esclude la trasmissione degli strumenti essenziali alla creazione di nuovo sapere, rende l'insegnamento sempre più generico. Segmenti e bastoncini ha suscitato polemiche, consensi e condanne, ma soprattutto un largo dibattito che dalla stampa si è esteso nella scuola, ed è destinato a continuare.”

Qui è possibile leggerne alcune pagine:
http://books.google.it/books?id=ozYZVb_ ... &q&f=false
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da IsabellaCucciola » lunedì 21 luglio 2014, 9:25

BABYJI, DI ABHA DAWESAR.
“Anamika, una studentessa di sedici anni che vive a Delhi, città mastodontica, torrida e torbida, dove le cose accadono di nascosto, dove tutto ribolle, ma lentamente, furtivamente, racconta la scoperta del sesso che vede come una forma di conquista della libertà e dell’emancipazione, un passaggio dall’adolescenza alla maturità cercato intellettualmente, basato sulle sensazioni fisiche e non sul sentimento. Ha una relazione con una donna che lei chiama India, divorziata con un figlio di sei anni; con Rani, la domestica che, picchiata dal marito, viene accolta nella sua casa e infine con Sheela, sua compagna di classe, la ragazza più bella della scuola, che ‟violenta” contro la sua volontà. I ritratti femminili creati dalla penna di Dawesar sono di una delicatezza commovente e di un’avvolgente passionalità. Le scene d’amore viste dall’ottica di Anamika, la sua scoperta del corpo femminile e la magia delle sensazioni tattili coinvolgono e rapiscono il lettore, che non può fare a meno di abbandonarsi all’emozione insieme alla protagonista. Ottima studentessa, amplia la sua cultura leggendo i classici inglesi e indiani, ma anche il Kamasutra e Lolita che le viene prestato dal padre del suo migliore amico, cerca di capire il mondo, la vita, i rapporti umani, la politica, le contraddizioni della società indiana, una società regolata dalle convenzioni e dalle tradizioni, che limitano i rapporti sociali e li esasperano. L’abolizione della divisione in caste ha scalfito solo la superficie di un sistema radicato da tempo immemore nel dna degli indiani, un popolo di “tassonomisti”, come li definisce Anamika, ossessionati dall’idea di classificare e ordinare persone e cose. Ma ciò che Anamika cerca è soprattutto se stessa: intensa e profonda come solo gli adolescenti tormentati sanno essere, affronta i suoi dubbi con mille domande e cerca di risolverli vivendoli. Deliziosi i passi in cui applica le formule di fisica o matematica imparate a scuola a momenti di vita reale o ai suoi sentimenti, come quando si chiede perché la società sia restia ad accettare l’ambiguità, mentre la scienza moderna non solo accetta e studia la dualità e i sistemi binari, ma misura anche l’incertezza. Mille sono le sfumature di Babyji: è brillante e intelligente, ciò che desidera lo ottiene, è ammirata e rispettata, piace molto pur non essendo bella; ma al tempo stesso è anche una ragazzina viziata, animata dal senso di onnipotenza tipico dei suoi anni. Ed è l’insieme di tutto questo che la rende un personaggio appassionatamente vero e reale. Abha Dawesar è riuscita senza dubbio a catturare i turbamenti dell’adolescenza e a coglierne l’essenza: la voglia di cambiare il mondo, la certezza di sentirsi adulti e il desiderio imperioso di essere trattati come tali, la necessità di scoprire il sesso e di trasgredire. La storia di Anamika, per quanto straordinaria, lascia spazio all’immedesimazione di ogni persona che ricordi la propria adolescenza o la stia vivendo al momento.”

Qui è possibile leggerne alcune pagine:
http://books.google.it/books?id=hSfOj80 ... &q&f=false.

LA PAURA DEL LUPO CATTIVO. QUANDO UN BAMBINO È IN OSPEDALE, di Silvia Kanizsa.
“Prendersi cura di un bambino ricoverato in ospedale vuol dire farsi carico di tutte le sue esigenze, non solo di quelle sanitarie, per aiutarlo a trovare uno spazio di crescita e di riflessione anche in una situazione complessa e traumatica come quella dell’ospedalizzazione. Il ricovero in ospedale, in quanto presuppone una diagnosi poco rassicurante, comporta cambiamenti significativi della routine familiare, in primo luogo il fatto che non sono più i genitori, o non sono più solo loro, a prendere decisioni sul proprio bambino.
Così, quando il piccolo incontra il “lupo cattivo”, ovvero la malattia, è necessario che sia i familiari sia gli operatori sanitari sappiano elaborare strategie che permettano l’espressione, il controllo e l’elaborazione delle angosce che l’evento scatena non solo in lui, ma anche negli adulti che lo circondano.
Il volume delinea il modo in cui l’intera équipe sanitaria, dai medici agli educatori ai volontari, deve essere coinvolta nelle problematiche fisiche e psicologiche del bambino malato, offrendo preziosi suggerimenti per aiutare sia i piccoli ricoverati sia i loro genitori a convivere con la malattia e, soprattutto, a superarla.”

Qui è possibile leggerne alcune pagine,
http://books.google.it/books?id=ZgttcfO ... &q&f=false
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da e^ip+1=0 » domenica 27 luglio 2014, 15:54

Molto interessanti i libri che consigli, Isabella, "Babyji" e "Segmenti e bastoncini", in particolare, mi hanno molto incuriosito. Li metto nella lista infinita dei libri da leggere. ;)

Da lettore lumaca quale sono, ho finito poche settimane fa di leggere La strada di Swann, il primo volume di Alla ricerca del tempo perduto, di Marcel Proust. Ci ho messo sette mesi, un po'perché, come ho detto, son lento a leggere, un po'perché non volevo finirlo. Non so se capita anche a voi ma, quando un libro mi piace molto, io tendo a rallentare la lettura in modo che non finisca: è come un mondo che è presente nelle mie giornate, coi suoi personaggi, i suoi luoghi, le sue storie. A volte ho l'impressione, finendo un libro che mi è piaciuto, di lasciare per molto tempo un caro amico; c'è un certo rammarico nel rimetterlo nella libreria.
Per La strada di Swann è stato assolutamente così.

Vi riporto alcuni passi, è un libro veramente meraviglioso. Tra l'altro, se volete leggerlo vi consiglio di acquistarlo nella traduzione di Giovanni Raboni, la traduzione di Natalia Ginzburg l'ho trovata davvero fatta male. :)

Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera. A volte, non appena spenta la candela, mi si chiudevan gli occhi cosí subito che neppure potevo dire a me stesso: "M'addormento". E, una mezz'ora dopo, il pensiero che dovevo ormai cercar sonno mi ridestava; volevo posare il libro, sembrandomi averlo ancora fra le mani, e soffiare sul lume; dormendo avevo seguitato le mie riflessioni su quel che avevo appena letto, ma queste riflessioni avevan preso una forma un po' speciale; mi sembrava d'essere io stesso l'argomento del libro: una chiesa, un quartetto, la rivalità tra Francesco primo e Carlo quinto. La convinzione sopravviveva per qualche attimo al mio risveglio, e non offendeva la mia ragione, ma mi pesava sugli occhi come scaglie, ed impediva loro di rendersi conto che la candela non era piú accesa. Poi cominciava a farmisi inintelligibile, come i ricordi di un'esistenza anteriore dopo la metempsicosi; il contenuto dei libro si staccava da me, ero libero di pensarci o non pensarci; subito ricuperavo la vista ed ero assai stupito di trovare intorno a me un'oscurità dolce e riposante per i miei occhi, ma forse piú ancora per l'animo mio, al quale essa appariva come una cosa senza causa, incomprensibile, come una cosa veramente oscura. Mi domandavo che ora potesse essere; sentivo il fischio dei treni, che, piú o meno lontano, come il canto di un uccello in una foresta, segnando le distanze, mi descriveva la distesa della campagna deserta, dove il viaggiatore s'affretta verso la stazione vicina; e il viottolo ch'egli percorre gli resterà impresso nel ricordo dall'eccitazione che gli dànno dei luoghi nuovi, degli atti insoliti, i recenti discorsi e l'addio sotto una lampada estranea che lo seguono ancora nel silenzio della notte, la prossima dolcezza del ritorno. Appoggiavo teneramente le gote alle belle gote del guanciale, piene e fresche come quelli della nostra infanzia. Accendevo un fiammifero per guardar l'orologio. Mezzanotte fra poco. E' il momento in cui il malato che abbia dovuto mettersi in viaggio e dormire in un albergo sconosciuto svegliato da una crisi, si rallegra al vedere sotto la porta una riga di sole. Che gioia, è già mattina! Tra un minuto i servi si alzano, potrà suonare il campanello, verranno a dargli aiuto. La speranza del conforto gli dà coraggio nella sofferenza. Ecco, proprio gli è parso di sentire un rumore di passi: i passi s'avvicinano, poi s'allontanano. E la riga di sole sotto la sua porta è scomparsa. E' mezzanotte; hanno appena spento il gas; l'ultimo cameriere se n'è andato e bisognerà passare la notte a soffrire senza rimedio. [...] La mia sola consolazione, quando salivo per coricarmi, era che la mamma venisse a darmi un bacio non appena fossi stato a letto. Ma quella buonanotte era di cosí breve durata, ella ridiscendeva cosí presto, che il momento in cui la sentivo salire, poi quando passava nel corridoio a doppia porta il rumore leggero della sua veste da giardino di mussola azzurra, dalla quale pendevano cordoncini di paglia intrecciata, era un momento per me doloroso. Annunciava quello che l'avrebbe seguito, in cui mi avrebbe lasciato, e lei sarebbe ridiscesa. Di modo che quella buonanotte che mi era cosí cara, giungevo a desiderare che venisse il piú tardi possibile, perché si prolungasse l'intervallo in cui la mamma non era ancora venuta. Qualche volta, quando, dopo avermi baciato, ella apriva la porta per andarsene, volevo chiamarla indietro, dirle: "Dammi ancora un bacio" ma sapevo che subito ella avrebbe fatto il viso scuro, giacché la concessione che faceva alla mia tristezza e alla mia agitazione salendo ad abbracciarmi, portandomi quel bacio di pace, irritava mio padre, che riteneva assurdi quei riti, ed ella avrebbe voluto procurare di farmene perdere la necessità, l'abitudine, ben lungi dunque dal lasciarmi prendere quella di domandarle, quando già fosse sulla soglia della porta, un bacio di piú. Ora, vederla adirata distruggeva tutta la calma che ella m'aveva portato un attimo prima, quando aveva chinato sul mio letto il suo volto amoroso, e me l'aveva teso come un'ostia per una comunione di pace a cui le mie labbra attingessero la sua presenza reale e il potere di addormentarmi. [...] Cosí è per il passato nostro. E' inutile cercare di rievocarlo, tutti gli sforzi della nostra intelligenza sono vani. Esso si nasconde all'infuori dei suo campo e del raggio d'azione in qualche oggetto materiale (nella sensazione che ci verrebbe data da quest'oggetto materiale) che noi non supponiamo. Quest'oggetto, vuole il caso che lo incontriamo prima di morire, o che non lo incontriamo. Erano già molti anni che di Combray tutto ciò che non era il teatro e il dramma del coricarmi non esisteva piú per me, quando in una giornata d'inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, un po' di tè. Rifiutai dapprima, e poi, non so perché, mutai d'avviso. Ella mandò a prendere una di quelle focacce pienotte e corte chiamate "maddalenine", che paiono aver avuto per stampo la valva scanalata d'una conchiglia di san Giacomo.

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Re: I libri sul comodino

Messaggio da IsabellaCucciola » giovedì 21 agosto 2014, 23:36

NINNA NANNA, di Chuck Palahniuk.
“Carl Streator è un uomo solitario. Ha quarant'anni, è vedovo e fa il giornalista. Mentre lavora a un reportage sulla sindrome della morte in culla scopre qualcosa di inquietante: in tutti i luoghi dove sono morti dei bambini è presente il libro Poesie e filastrocche da tutto il mondo, immancabilmente aperto su una nenia africana usata per dare la "dolce morte", un'arma che si rivela davvero micidiale. Carl si associa con un'agente immobiliare specializzata in compravendita di case infestate e, insieme a un'aspirante strega e a un ecoterrorista truffaldino, solcano in lungo e in largo gli Stati Uniti per fare piazza pulita di tutte le copie esistenti del libro. Raggelante parabola sulle contraddizioni del nostro tempo, Ninna Nannaè un thriller mozzafiato, con una trama ricca di suspense e di sorprese. Un'irresistibile black comedy che conferma il suo autore come il più divertente e visionario dei nichilisti contemporanei.”

Qui è possibile leggerne alcune pagine:
http://books.google.it/books?id=4T7QAQA ... &q&f=false

INVISIBLE MONSTER, di Chuck Palahniuk.
“Shannon McFarland, splendida top model, dalla vita ha avuto tutto quello che si può desiderare: l'amore, la carriera, un'amicizia sincera. La sua esistenza viene però sconvolta quando, mentre sta guidando la sua auto, una misteriosa fucilata la raggiunge al volto, lasciandola orrendamente sfigurata e incapace di parlare. E da affascinante centro di attrazione Shannon si ritrova a essere un mostro invisibile, evitato da tutti, tradita dal fidanzato Manus e dall'amica del cuore, Evie. Ma tutto cambia quando in ospedale Shannon fa conoscenza con la Principessa Brandy Alexander, cui manca ancora solo un intervento chirurgico per diventare una vera donna. Brandy non solo la trascinerà in un viaggio delirante con il proposito di aiutarla a vendicarsi di Evie e di Manus, ma soprattutto le spiegherà come reinventare se stessa. E le insegnerà che niente e nessuno è mai quello che sembra a prima vista...”
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da IsabellaCucciola » venerdì 3 ottobre 2014, 19:10

THE COCKA HOLA COMPANY. Misantropia scandinava, di Matias Faldbakken.
“Siamo su un set cinematografico e si sta girando la fase culminante della scena finale di un film porno intitolato “The Cocka Hola Company”. Nel corso di questa scena, le complesse evoluzioni ginniche a cui è costretto finiscono per confondere Tiptop, uno degli attori, al punto che senza volerlo infrange una delle regole base della pornografia e mischia nella stessa scena atti eterosessuali e omosessuali con un altro attore maschio, Casco. Tiptop e Casco lavorano per una società cinematografica (la Desirevolution) che è la creatura di Hans (padre di Casco) e del suo giovane compare Simpel, che nutrono un odio invincibile verso la società e i suoi valori umanitari. Quello pornografico non è che uno dei tanti progetti di Desirevolution e serve solo a finanziare azioni più filosofiche, come l'alcolismo coatto di Speedo, l'euforium, che consiste nel mescolare droga, sesso e musica techno per raggiungere l'euforia totale. Questo romanzo d'esordio del norvegese Faldbakken è una commedia esilarante e selvaggia, molto poco politicamente corretta, sulla condizione umana contemporanea, dilaniata dalla sua infinita capacità di tolleranza, da un lato e dalla sua inesauribile e infantile richiesta di divertimento a tutti i costi dall'altro. La cronaca feroce e divertente di una guerra contro la società del benessere e i suoi valori.”
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da IsabellaCucciola » martedì 7 ottobre 2014, 12:31

ISABEL BOOKBINDER (NEODESIGNER) SI DÀ ALLA MODA, di Holly McQueen.
“Isabel Bookbinder torna a sognare il successo planetario e, nonostante i nuovi spaziali tacchi a spillo, a non esserne all'altezza. Quando viene assunta come assistente personale di un imperatore della moda, è convinta di avercela fatta. È vero che non sa neanche cucire un bottone. Del resto, neanche Kate Moss sa cucire, eppure ha lanciato una collezione che porta il suo nome. Perciò ci riuscirà anche lei: per Isabel non esistono traguardi impossibili. Ma quando manca poco alla realizzazione del sogno (gli ultimi ritocchi ai modelli, il lancio del nuovo profumo “Isabelissimo”, l'amicizia con John Galliano) le cose cominciano a sfuggirle di mano.”
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Re: I libri sul comodino

Messaggio da IsabellaCucciola » giovedì 9 ottobre 2014, 18:42

GLI ULTIMI GIORNI DELLA VITTIMA, di José Pablo Feinmann.
“Mendizabal, killer apprezzato per la sua implacabile precisione, viene assoldato per eliminare con la consueta determinzione un certo Külpe, del quale ignora ogni cosa.
Ma il compito non sembra realizzarsi secondo le aspettative. Mendizabal impiega troppo tempo, sembra caduto in un sortilegio: spia più del dovuto le aspettative della vittima, entra quasi in simbiosi con l’uomo che deve uccidere, rinviando inspiegabilmente il momento dell’azione...
Acclamato in Francia, accostato alle tematiche borghesiane per la paradossale esposizione di un contesto fallace e menzognero, inevitaabilmente proteso a ricondurre i termini delle vicende umane al punto di partenza o a un punto d’arrivo imprevisto, Gli ultimi giorni della vittima è soprattutto un “noir” tesissimo, esemplare nella costruzione dei ritmi e dei tempi letterari.
Sfruttando un punto classico della narrativa d’azione, l’autore delimita la vicenda in una prospettiva esistenziale condizionata da una disperazione totale: un fatalismo tragico domina gli eventi, contro i quali è inutile combattere.
E al lettore più attento non sfuggirà l’analogia tra Mendizabal che, armato di una Pentax, spia la sua vittima, e il celeberrimo fotografo voyeur del woolrichiano La finestra sul cortile.

Curiosità
Da questo libro è stato tratto il film omonimo, Últimos Días De La Víctima
, http://www.youtube.com/watch?v=b6MoSb6AQ-g.

PUTTANE PER GLORIA, di William T. Vollmann.
Puttane per gloria è un poema di strada lirico, triste e bellissimo, una versione letteraria delle songs di Lou Reed.
Jimmy è un malandato reduce del Vietnam che vive nella miserabile zona del porto di San Francisco, il Tenderloin. Con i soldi dell'assegno statale per i veterani si paga le prostitute perché condividano con lui storie, ricordi e, di tanto in tanto, sesso, nel tentativo di ricreare l'irripetibile magia vissuta con Gloria, puttana bellissima (realmente esistita o solo immaginaria?), donna per eccellenza, fantasia maschile allo stato puro cui il protagonista cerca di dare vita. È solo con l'aiuto di una matura professionista di nome Peggy che Gloria finalmente tornerà viva per un brevissimo momento, di un'intensità quasi religiosa. Ma Jimmy, ormai in totale balia di questa patetica e febbrile ricerca, finisce con l'abbandonarsi a una deriva che assume sempre più l'aspetto della liberazione.”
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