La consulenza filosofica

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IsabellaCucciola
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La consulenza filosofica

Messaggio da IsabellaCucciola » lunedì 3 marzo 2014, 10:30

Mi rendo conto che forse questo Topic non è nella sezione giusta.
Ho finito di leggere questo libro: La consulenza filosofica. La filosofia come opportunità di vita. Avevo sentito parlare della consulenza filosofica (http://it.wikipedia.org/wiki/Consulenza_filosofica) qualche anno fa (era il 2009), e avevo letto che la Consulenza e le pratiche filosofiche “forma un professionista capace di rispondere alla richiesta di cura che nasce da un diffuso disagio esistenziale, non contrassegnato da specifiche patologie ma, piuttosto, dalle difficoltà ad affrontare passaggi di vita per i quali si richiede un aiuto in termini di comprensione affettiva e cognitiva”.
Vorrei lasciarvi la trama del libro La consulenza filosofica. La filosofia come opportunità di vita, e un elenco di libri, e di siti internet, nel caso sentiste la curiosità di approfondire l'argomento della consulenza filosofica.

LA CONSULENZA FILOSOFICA. La filosofia come opportunità di vita, di Gerd B. Achenbach.
‟Che cos'è la consulenza filosofica (Philosophische Praxis)?” La consulenza filosofica sulla vita, attraverso la consulenza del filosofo, è attualmente diventata un'alternativa alla psicoterapia. Essa è un'istituzione per le persone – afflitte da preoccupazioni o da problemi – che “non se la cavano” nella vita o che pensano di essere in qualche modo rimaste “impigliate”; persone che sono assillate da domande, a cui non riescono a rispondere e di cui non riescono a liberarsi; persone che sì si affermano nella loro quotidianità, ma che allo stesso tempo non si sentono sufficientemente chiamate in causa, perché hanno l'impressione che la loro vita effettiva non corrisponda alle loro possibilità. Nella consulenza filosofica si presentano individui per i quali non è sufficiente solamente vivere o semplicemente arrangiarsi, ma che piuttosto cercano di rendersi conto della propria vita, sui contorni della quale – il “da dove”, il “dentro dove” e il “verso dove” – sperano di fare chiarezza. Non è raro che la loro pretesa sia quella di riflettere sulle particolari circostanze, sui frequenti intrecci e sullo strano e poco chiaro corso della loro vita. In breve: cercano la consulenza filosofica perché vogliono capire ed essere capiti. Ciò che li muove non è quasi mai la domanda di Kant: “Che cosa devo fare?”, ma più spesso la domanda di Montaigne: “Che cosa sto facendo?”.
L'esperienza, comune a tutti noi, di non riuscire a vedere un problema che sotto una sola prospettiva , cosa che di norma ci fa credere di essere senza via di uscita e di “non riuscire proprio” a risolverlo, è il caso tipico per la consulenza filosofica che attraverso la riflessione – il “secondo pensare”, come lo chiama Achenbach – aiuta l'individuo a districare e ad “aprire” il pensiero, a vedere nuove prospettive, a cogliere, insomma, altri aspetti del problema.
La peculiarità della consulenza filosofica, secondo Achenbach è quella di essere un work in progress che non possiede né regole né metodi predefiniti: il metodo è invece creato nel dialogo “libero”. Questo è forse il punto più problematico (ma anche il più affascinante) del discorso di Achenbach: non esiste una precisa descrizione di come avviene una consulenza filosofica, come esiste invece per altre scienze pratiche , e le stesse definizioni e i concetti che essa utilizza sono “morbidi”, flessibili, e non rigorosi (si pensi al termine “ospite” che per Achenbach “definisce” il consultante); la consulenza di Achenbach vuole tenersi, insomma, il più lontano possibile da eccessivi schematismi e rigorismi che bloccano il pensiero, invece di aprirlo.
La dichiarata assenza di un metodo è da intendersi piuttosto come garante della singolarità e specificità dell'individuo. Achenbach, infatti, rifiuta il metodo inteso come metodo scientifico e rigoroso che, essendo applicato indistintamente ai singoli casi, non può rendere conto della particolare identità di ogni individuo, che, in quanto “questo qui”, si distingue necessariamente da ogni altro. In tal modo, l'idea di Achenbach restituisce al singolo la sua unicità e la sua peculiaretà: la persona non viene “trattata” come un oggetto (anzi, non viene proprio “trattata”, nel senso terapeutico del termine), non le vengono, cioè, applicate teorie già pronte; la consulenza filosofica, scrive Achenbach, non lavora con i metodi, ma sui metodi, per cui è la riflessione nel dialogo con il consulente che crea di volta in volta, a seconda del caso che si presenta, il suo modo di procedere.”

Qui è possibile leggere alcune pagine del libro:
http://books.google.it/books?id=ZCGCy39 ... &q&f=false

LIBRI
Lascio altri libri che propongono il tema della consulenza filosofica. Naturalmente l'elenco che segue non è esaustivo.

TEORIA E PRATICA DELLA CONSULENZA FILOSOFICA. Idee fondamentali, metodi e casi di studio, di Peter B. Raabe.
“Questo è il libro che più si avvicina oggi all'idea di un “manuale” per la consulenza filosofica: ha un impianto sistematico e offre una visione d'insieme a quanti intraprendono un impegno di studio per affrontare la professione di consulente. Non è esattamente un “manuale” perché il campo è ancora giovane e le tendenze divergenti sono ancora molte, ma anche perché è la stessa attività di consulenza filosofica a rendere difficile “congelare” uno o pochi metodi di lavoro - mentre viene fortemente sottolineato l'obiettivo di affrontare ogni singolo episodio per la sua peculiare individualità e specificità. Raabe affronta, nella prima parte, la filosofia della consulenza filosofica, passandone in rassegna le diverse concezioni e le metodologie utilizzate, per poi approfondire il rapporto fra consulenza filosofica e psicoterapie. La seconda parte offre il modello di consulenza formulato dall'autore; la terza, infine, presenta alcuni casi, che illustrano fra l'altro la consulenza filosofica di gruppo e la consulenza per i bambini.”

Qui è possibile leggere alcune pagine del libro:
http://books.google.it/books?id=sF1aX1t ... &q&f=false

LA CASA DI PSICHE. Dalla psicoanalisi alla pratica filosofica, di Umberto Galimberti.
“Nella casa di psiche ha preso dimora un ospite inquietante che chiede, con una radicalità finora sconosciuta, il senso dell'esistenza. Gli altri ospiti, che già abitavano la casa, obiettano che la domanda è vecchia quanto il mondo, perché, dal giorno in cui sono nati, gli uomini hanno conosciuto il dolore, la miseria, la malattia, il disgusto, l'infelicità e persino il ‟disagio della civiltà” a cui prima le pratiche religiose, poi quelle terapeutiche, con la psicoanalisi in prima fila, hanno tentato di porre rimedio. L'ospite inquietante però insiste nel dire che nell'età della tecnica la domanda di senso è radicalmente diversa, perché non è più provocata dal prevalere del dolore sulle gioie della vita, ma dal fatto che la tecnica rimuove ogni senso che non si risolva nella pura funzionalità ed efficienza dei suoi apparati. L'uomo soffre per l'‟insensatezza” del suo lavoro, per il suo sentirsi ‟soltanto un mezzo” nell'‟universo dei mezzi”, senza che all'orizzonte appaia una finalità prossima o una finalità ultima in grado di conferire senso. Sembra infatti che la tecnica non abbia altro scopo se non il proprio auto-potenziamento. Di fronte a questa diagnosi, la psicoanalisi rivela tutta la sua impotenza, perché gli strumenti di cui dispone, se sono utilissimi per la comprensione delle dinamiche emotivo-relazionali, per i processi di simbolizzazione sono inefficaci. Qui occorre la pratica filosofica perché, fin dal suo sorgere, la filosofia si è applicata alla ricerca di senso. E mentre la psicoanalisi, nei suoi momenti più alti, si è limitata a curare le sofferenze dell'anima provocate dalle condizioni del mondo, ottenendo come risultato una presa di distanza individuale dal vuoto di senso, la filosofia non ha mai esitato a mettere in questione il mondo. Dall'insensatezza non si esce con una ‟cura”, perché il disagio non nasce dall'individuo, ma dal suo essere inserito in uno scenario, quello tecnico, di cui gli sfugge la comprensione. E se il problema è la comprensione, gli strumenti filosofici sono gli unici idonei per orientarsi in un mondo il cui senso, per l'uomo, si sta facendo sempre più recondito e nascosto.”

CONSULENTE FILOSOFICO CERCASI, di Neri Pollastri.
“Chi è e cosa fa un consulente filosofico? È uno che ha studiato filosofia che ti aiuta a capire qualcosa di Platone o di Sartre, oppure è un esperto di visioni del mondo che prova a farti comprendere il senso dei tuoi problemi? Qual è la sua differenza da uno psicologo o da uno psicanalista? Chi gli ha insegnato il “mestiere”? E ancora, che professione è la consulenza filosofica? Domande legittime, visto che dalle pagine dei giornali il filosofo che fa il consulente esce ora come un guru, ora come un guaritore, ora come un professionista alla moda (in stile preferibilmente “americano”). Tutte immagini fuorvianti, dice Neri Pollastri, uno dei pochi filosofi in Italia che possano vantare un'esperienza di parecchi anni nel campo della consulenza personale. E qui, con qualche non celata punta polemica, ce la racconta, rispondendo a queste domande, a molte altre che forse ancora non vi sono venute in mente, e narrando alcune sue esperienze di consulenza con individui, gruppi e aziende.”

Qui è possibile leggerne alcune pagine:
http://books.google.it/books?id=mqbF3gm ... &q&f=false

LA FILOSOFIA PUÒ CURARE? La consulenza filosofica in questione, di Pier Aldo Rovatti.
“La filosofia è oggi chiamata a un compito antico: quello di affiancarsi alle terapie
del disagio diffuso, anzi di precederle in una relazione non medicalizzata e dunque non terapeutica. Ma cosa potrà significare in questo caso “cura” e ci sarà davvero uno spazio sociale per una simile pratica filosofica?
Questo libro, veloce e chiaro, analizza luci e ombre del fenomeno: non si tratta di rifiutare la consulenza filosofica ma di evitare il rischio di una banalizzazione della filosofia stessa, producendo invece uno sprone verso l’esercizio pratico e la concretezza, il che non è certo poco.”

LA CONSULENZA FILOSOFICA SPIEGATA A TUTTI, di Stefano Zampieri.
“Da alcuni anni si discute molto, anche in Italia, della pratica della consulenza filosofica, senza che si riescano a diradare tutti gli equivoci e le osservazioni frettolose che la riguardano. Questo libro, frutto dell'esperienza diretta di uno dei più noti filosofi consulenti italiani, cerca di dare risposte chiare e dirette a tutte le domande che il pubblico si pone intorno a essa. L'autore ha utilizzato la forma del dialogo tra un filosofo consulente e un non filosofo un po' scettico, e ha cercato di non lasciare zone d'ombra affrontando per la prima volta in maniera esauriente, anche per il lettore non specialista, le coordinate della consulenza filosofica: cos'è, come funziona, come si realizza, chi se ne può servire, quali i suoi limiti, quali le sue potenzialità.”

Qui è possibile leggerne alcune pagine:
http://books.google.it/books?id=u0Wzzio ... &q&f=false

SOCRATE AL CAFFÈ. Come la filosofia può insegnarci a capire il mondo d'oggi, di Sautet Marc, uscito nel 1998.
(Il libro è stato ristampato nel 2007, presso un'altra casa editrice, con il titolo: Socrate al caffè. Come la filosofia può insegnarci, con semplicità e soddisfazione, a capire noi e il mondo).
“Dal 1992 tutte le domeniche al Cafè des Phares di Parigi, il filosofo Marc Sautet anima un dibattito a cui può partecipare chiunque. Si tratta di un momento speciale in cui la filosofia ritrova la sua dimensione più antica per rispondere ai problemi dell'uomo con un linguaggio accessibile a tutti. Non lontano da lì, lo Studio di filosofia di Sautet è aperto a chiunque chieda consultazioni. È così che da qualche anno nella capitale francese l'antica pratica del filosofare torna ad essere lo strumento per affrontare il quotidiano, per riflettere sullo Stato, sulla giustizia, sulla violenza, sulla condizione umana. In questo libro il filosofo ci invita a seguirlo lungo un cammino che ripercorre la storia della cultura occidentale.”

IL FILOSOFO IN AZIENDA. Pratiche filosofiche nelle organizzazioni, di Cervari Paolo, Neri Pollastri.
“L'obiettivo di questo libro è vedere come la filosofia (intesa come processo, come modalità di discorso, di argomentazione, e non come un sapere) possa contribuire al mondo delle organizzazioni creando spazi di riflessione favorevoli all'invenzione, alla creatività, in particolare in tempi di cambiamento. Ascolto e rispetto, pilastri di una pratica filosofica, sono indispensabili perché la “centralità della persona” non sia solo una frase a effetto e sia affermato il principio della responsabilità personale. Le pratiche filosofiche partono dall'esperienza e, alla fin fine, hanno questa funzione: reinventano la realtà, rinominano l'esperienza dopo aver messo alla prova il modo in cui la raccontano, la spiegano e la interpretano coloro che l'hanno attraversata. E, tramite il “nuovo nome” - ovvero il nuovo modo di raccontarla, spiegarla, interpretarla - le danno un “colore” diverso, la vedono sotto nuovi punti di vista, ne scoprono aspetti prima inattesi. Per questo hanno uno straordinario potenziale di creatività, mentre grazie al fatto che si praticano dialogicamente hanno un altrettanto straordinario potenziale di creazione di relazioni e affetti tra le persone.”

LINK VARI.
Naturalmente l'elenco che segue non è esaustivo.

* http://www.sicof.it/Il-Counseling-Filos ... ofica.html
* http://www.consulenza-filosofica.it/consufil.htm
* http://www.ifacecrf.it/
* http://www2.units.it/eserfilo/art207/possamai207.pdf
* http://www.bdp.it/content/index.php?action=read&id=1732
* http://www.phronesis.info/CFI.html
* http://www.consulentifilosofici.com/
* http://www.filosofico.net/consulenzafilosofica.htm
* http://www.arete-consulenzafilosofica.it/
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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