OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

La letteratura a tema gay e non
_lore_
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Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da _lore_ » sabato 15 maggio 2010, 20:21

Che belle queste letterature!devo leggere quella di shakespare :)
complimenti a tutti!Non sapevo che nel Decameron fosse trattata anche l'omosessualità :P

Veramente bella l'ultima poesia! Che bravi questi poeti!!

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konigdernacht
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Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da konigdernacht » venerdì 13 agosto 2010, 12:54

Dopo tanto tempo affrontiamo un nuovo incontro con uno scrittore americano moderno, Jerome David Salinger (1919– 2010), noto per la sua vita privata riservata e isolata fino ai suoi ultimi giorni.

Il brano che segue è tratto dal romanzo Il giovane Holden (1951), in cui si raccontano in prima persona le peripezie del giovane Holden Caulfield. Il romanzo non ha una trama canonica (dall’infanzia alle diverse tappe dell’esistenza): il narratore Holden sceglie un fatto importante successagli un anno prima, l’abbandono del quarto Istituto in cui studiava poiché bocciato, per dipanare la vicenda in seguito alla volontà di non comunicare ai genitori questo suo ennesimo fallimento scolastico, con un susseguirsi di “avventure” ossia esperienze di vita che caratterizzano un romanzo di formazione.
Molte di queste avventure derivano dall’incontro con persone conoscenti di Holden, ed il brano in questione è relativo alla visita ad un suo vecchio professore, il prof. Antolini, durante la quale vieni invitato a rimanere per la notte. Holden si addormenta sul divano letto;
Tutt’a un tratto mi svegliai. Non so che ora fosse, niente, ma mi svegliai. Mi sentivo qualcosa sulla testa, la mano di qualcuno. Ragazzi, mi venne proprio un accidente! Be’, era la mano del professor Antolini. Era andata a finire che si era seduto per terra vicino al divano, al buio e tutto quanto, e mi stava dio sa se accarezzando o coccolando quella stramaledetta testa. Ragazzi, giuro che feci un balzo di mezzo chilometro.
– Che diavolo sta facendo? – dissi
– Niente! Sto semplicemente seduto qui, in ammirazione …
– Ma che sta facendo, insomma? – dissi un’altra volta. Non sapevo che diavolo dire; be’, ero imbarazzato in modo tremendo.
– Che ne diresti di parlare a bassa voce? Sto semplicemente seduto qui …
– Io devo andarmene ad ogni modo – dissi. Ragazzi, quant’ero nervoso! Cominciai a infilarmi al buio quei maledetti calzoni. Quasi non riuscivo a metterli, tant’era l’accidente di nervoso che avevo addosso. Tra scuola e compagnia bella, conosco più dannati pederasti io che tutta la gente che avete incontrata in vita vostra, e gli pigliano gli accessi sempre quando nelle vicinanze ci sono io.


Da qui, Holden decide di andarsene da casa del professore, tra l’invito di rimanere per la notte di questo e la voglia di scappare al più presto di Holden. Segue poi un suo commento sulla questione:

Mi misi a pensare al professor Antolini e mi domandai cosa avrebbe raccontato alla signora (la moglie) quando lei si fosse accorta che non avevo dormito da loro e via dicendo. Questo però non mi preoccupava troppo, perché sapevo che il professor Antolini era molto in gamba e le avrebbe imbastito qualche scusa […].
Quello che mi preoccupava, invece, era il fatto di essermi svegliato e di averlo trovato là a coccolarmi sulla testa eccetera eccetera. Voglio dire, mi domandavo se per caso non mi fossi sbagliato nel pensare che stesse prendendosi dei passaggi da finocchio. Mi domandavo, non sarà mica che gli piace soltanto coccolare sulla testa della gente che dorme. Uno come fa a essere sicuro di certe cose, voglio dire? Impossibile.


Dai discorsi che fa Holden, si può percepire un miscuglio di sentimenti vario: affetto, stima e interesse per il caro professore (a freddo), e irruenza, nervosismo, sangue caldo per quello che è successo la notte (a caldo).
Un interessante binomio che ci fa percepire le gioie e le ansie di questo adolescente alla scoperta e conquista del mondo.

La traduzione ricalca quella di Adriana Motti per l’edizione del romanzo a stampa della Einaudi
Ultima modifica di konigdernacht il domenica 6 marzo 2011, 13:52, modificato 1 volta in totale.
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Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da konigdernacht » venerdì 13 agosto 2010, 19:25

Questo nuovo incontro riguarda una penna spagnola, e precisamente del barocco Francisco de Quevedo y Villegas(1580 – 1645). L’autore è uno dei maggiori esponenti del Barocco letterario spagnolo, e uomo di grande cultura, poliglotta, lettore instancabile. Pienamente inserito nel contesto letterario e politico del tempo (trascorse diversi anni in carcere per motivi oscuri), la sua produzione consta di opere in prosa e di opere in versi, e la poesia proposta è presa da quest’ultima produzione, in particolare dalla satirica e burlesca.


EPITAFFIO DEDICATO AD UN ITALIANO DI NOME GIULIO

Giace in questa pianura
Giulio l’italiano,
che sembrava marzo
nel tornare di culo ogni giorno.
Tu, che cammini nella campagna rasa,
cuciti il culo, o viandante, e passa.

Morì il triste giovane anzitempo
Della malattia della mula da nolo,
che significa che morì da cavalcato.
Con la palma lo seppellirono le donne,
e se il caso lo richiede,
come è femmina la Morte,
gelosa ed offesa,
sempre ai puttani concede poca vita.

Dopo che lo seppellirono,
dal corpo putrefatto
i vermi crebbero
tanto simili a lui
che in diversi gruppi
erano, gli uni con gli altri, finocchi.


Sottolineando che ho cercato di tradurre fedelmente il testo, parole volgari comprese, fornisco qualche nota per capire meglio il significato dei singoli passi:
verso 2: nella produzione letteraria dell’autore, il termine italiano erano solitamente sinonimo di omosessuale con accezione negativa.
verso 3: il mese di marzo è il mese più ventoso dell’anno. Quindi , il nostro Giulio era frequente nel “tornar di culo”, espressione che si spiega da se.
verso 10: quando una donna moriva vergine (ossia senza aver “conosciuto” un uomo), la si seppelliva con un ramo di palma, simbolo della verginità; poiché Giulio era morto vergine (ossia senza aver “conosciuto” una donna), lo si seppellisce con un ramo di palma.

Insomma, il buon Quevedo non era certo anima santa con gli omosessuali; come d’altronde con tanti altri personaggi e categorie, passando alla storia con la fama di uomo rancoroso ed aggressivo.

Ci si augura sempre che il prossimo autore sia animo più fine :D
Ultima modifica di konigdernacht il domenica 6 marzo 2011, 13:51, modificato 1 volta in totale.
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Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da barbara » lunedì 27 dicembre 2010, 15:54

In un'intervista televisiva poco fa parlavano del libro "Il cappotto di Proust" di Lorenza Foschini
Qualcuno l'ha letto?
Il libro ricostruisce fedelmente il percorso tormentato, che ha portato al ritrovamento del « vecchio cappotto sdrucito » di Marcel Proust, lo stesso che lo scrittore ha indossato per lunghi anni al punto da divenire inseparabile dalla sua leggenda . Il collezionista nella sua ricerca del cappotto e dei manoscritti dello scrittore, si imbatte in una storia di famiglia misteriosa,fatta di inimaginabili passioni, ma anche di silenzi e di ostinata omofobia.
C'è un altro libro su Proust che si intitola "Proust in love" di William Carter, che tratta dei comportamenti sessuali di Proust ma soprattutto delle sue opinioni e teorie sull'omosessualità, un'analisi che tiene conto del particolare contesto familiare e sociale in cui viveva Proust (padre e fratello medici importanti nonchè autori essi stessi di studi specialistici sull'omosessualità, ermafroditismo ed androginia, molti medici amici di famiglia).
Le relazioni raccontate nel libro rivelano il vero, grande dramma di Proust e cioè la sua "impotenza alla felicità". Che si manifestava nel rincorrere amori impossibili, nell'amare solo se non riamato, nel far fuggire l'amato con la sua gelosia e la sua abnorme possessività. Cose queste di cui egli era perfettamente consapevole.
Non ho letto nulla di ciò , per ora, anche se l'intervista mi ha incuriosito.

barbara
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Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da barbara » sabato 15 gennaio 2011, 20:03

Un'altra donna che scrive di un grande della letteratura, svelando la verità sulla sua omosessualità nascosta.
"Sonata a Tolstoj" di Barbara Alberti

http://www.cinemagay.it/dosart.asp?ID=19634

Il saggio racconta di un Tolstoj sconosciuto - Adorava gli uomini, odiava le donne, ma ne era soggiogato sessualmente.
«Con Dio me la vedo io. È di mia moglie che ho paura» disse Lev Tolstoj e in questa frase è racchiusa tutta la tragedia della sua lunga vita, alla fine della quale Tolstoj fuggì , morendo tra le braccia dell'uomo che amava da ventisette anni.
La scrittrice Barbara Alberti ha inseguito per otto anni il significato nascosto di queste parole, pesanti come macigni, disperate e senza appello.
Le sue opere sono intrise di omosessualità repressa, lui è il grande genio della misogenia. Le sue creature femminili sono sempre punite, lo fa con l'insopportabile Anna che giustamente va a finire sotto il treno perché non conosce l'amore, oppure con la principessa Maria di Guerra e Pace che è virtuosa ma brutta. Per non parlare della Sonata a Kreutzer dove alla fine viene uccisa la moglie. Sonata a Kreutzer è il manifesto sulla necessità dell'eliminazionee della femmina che è l'origine di ogni male». «S'è sempre innamorato dei maschi. Con le donne andava per lussuria e aveva una predilizione per le contadine». Una personalità complessa, contradditoria? «È il suo fascino. Un superbo che studiava da umile, un lussurioso che voleva essere casto, un aristocratico che stava dalla parte del popolo. La fama mondiale di Tolstoj non aveva uguali... «Fu un visionario e anticipatore dei tempi. Muore sette anni prima della rivoluzione ma l'aveva già fatta. Lui che nelle sue opere accusa apertamente lo zar. Come quando nel 1904 durante la guerra contro il Giappone intraprese la campagna: non arruolatevi. Nonostante questo era un intoccabile. Proteggeva tutte le minoranze, i rivoluzionari, chiunque fosse contro lo Stato.

Nemesis

Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da Nemesis » sabato 5 febbraio 2011, 17:18

Io personalmente adoro Wystan Auden, posto qui una delle sue poesie più famose che molti non conoscevano se non prima di Quattro matrimoni e un funerale e che il poeta dedicò al suo primo compagno morto prematuramente:

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.


Un altro esempio di letteratura che mi viene in mente è un pò insolito e viene da Roberto Vecchioni in "Storie di un gatto con gli stivali". In una delle sue storie racconta di Biancaneve e del Principe dopo la fine della storia che tutti conosciamo. Biancaneve è tornata dai nani dopo aver rotto col Principe per incompatibilità di coppia e lui si mette col suo stalliere, arcistufo di dover continuare a nascondere il suo amore per lui. Favola carina, no?

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Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da konigdernacht » domenica 6 marzo 2011, 13:46

Eccoci qui ad un nuovo incontro con un poeta semisconosciuto ai più, ossia Kostantinos Kavafis (1863 – 1932).
La sua biografia dalle sue stesse parole: “sono di origine costantinopolitana, ma nato in Alessandria d’Egitto […]. Me ne andai di là che ero ancora bambino, e molta parte della mia infanzia la passai in Inghilterra […]. Soggiornai anche in Francia. Adolescente, passai più di due anni a Costantinopoli. In Grecia è da anni che non vado più. Il mio ultimo impiego è stato presso un ufficio dipendente dal Ministero egiziano dei lavori pubblici. Parlo l’inglese, il francese e un poco l’italiano”.
Da questa biografia succinta, possiamo ben capire gli influssi culturali che Kavafis abbia avuto, in particolar modo la tradizione e cultura ellenica, presentissima nella gran parte dei suoi componimenti. L’altra parte dei componimenti tratta il tema dell’omosessualità vista dal punto di vista di un omosessuale non dichiarato, a volte represso con tanti punti di conflittualità quale Kavafis era.
Di questa seconda parte, vorrei proporre 4 poesie.


TORNA
Torna sovente e prendimi,
palpito amato, allora torna e prendimi,
che si ridesta viva la memoria
del corpo, e antichi desideri trascorrono nel sangue,
allora che le labbra e le carni ricordano,
e nelle mani un senso tattile si riaccende.

Torna sovente e prendimi la notte,
allora che le labbra e le carni ricordano …



SULLA SOGLIA DEL CAFFE’
Dissero qualcosa accanto: attento
mi rivolsi alla soglia del caffè.
E allora vidi lo stupendo corpo,
dove di sé faceva maggior prova Amore:
vi plasmava gioioso acconce membra,
innalzava scolpita la persona,
con emozione vi plasmava il viso,
del suo tatto lasciando come un arcano senso
sulla fronte, sugli occhi, sulle labbra.



UNA NOTTE
Era volgare e squallida la stanza,
nascosta sull’equivoca taverna.
Dalla finestra si scorgeva il vicolo,
angusto e lercio. Di là sotto voci
salivano, frastuono d’operai
che giocavano a carte: erano allegri.

E là sul vile, miserabile giaciglio,
ebbi il corpo d’amore, ebbi la bocca
voluttuosa, la rosata bocca
di tale ebbrezza, ch’io mi sento ancora,
mentre scrivo (dopo così tanto tempo)
nella casa solitaria, inebriare.



DI SERA
Certo, durare non poteva a lungo.
L’esperienza degli anni è maestra. Ma brusco,
troppo brusco l’arresto della Sorte.
Era la bella vita così corta!
Eppure come forti aromi, e prodigioso
il letto dove giacemmo, e a qual piacere
cedemmo i nostri corpi.

Un’eco di giornate di piacere,
un’eco di giornate m’ha raggiunto,
la scintilla di un rogo che ci riarse giovani.
Ho ripreso una lettera tra le mani.
Ho letto ancora, ancora. Sinché morì la luce.

Ed uscii dal balcone malinconicamente,
per mutare pensieri,
mirando un poco l’amata città, un poco
di moto della strada e dei negozi.



la traduzione ricalca quella di Filippo Maria Pontani per l’edizione delle Poesie a stampa della Mondadori, con alcune correzioni in termini di traduzione (termini troppo desueti) e di stile (quando il traduttore decide di dare un “dignità poetica” alla semplice traduzione letterale, può essere il trionfo o la rovina di una poesia)
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Nemesis

Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da Nemesis » domenica 13 marzo 2011, 16:45

Ho trovato una poesia di Saffo molto bella, classificata come 1 perchè le poesia di Saffo erano senza titolo:

Afrodite, trono adorno, immortale,
figlia di Zeus, che le reti intessi, ti prego:
l'animo non piegarmi, o signora,
con tormenti e affanni.
Vieni qui: come altre volte,
udendo la mia voce di lontano,
mi esaudisti; e lasciata la casa d'oro
del padre venisti,
aggiogato il carro. Belli e veloci
passeri ti conducevano, intorno alla terra nera,
con battito fitto di ali, dal cielo
attraverso l'aere.
E presto giunsero. Tu, beata,
sorridevi nel tuo volto immortale
e mi chiedevi del mio nuovo soffrire: perché
di nuovo ti invocavo:
cosa mai desideravo che avvenisse
al mio animo folle. "Chi di nuovo devo persuadere
a rispondere al tuo amore? Chi è ingiusto
verso te, Saffo?
Se ora fugge, presto ti inseguirà:
se non accetta doni, te ne offrirà:
se non ti ama, subito ti amerà
pur se non vuole."
Vieni da me anche ora: liberami dagli affanni
angosciosi: colma tutti i desideri
dell'animo mio; e proprio tu
sii la mia alleata.

Giovane ignoto
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Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da Giovane ignoto » martedì 22 marzo 2011, 0:32

Segnalo questo post di Nazione Indiana sul convegno tenutosi il 17 e il 18 marzo a Firenze intitolato “L’arte del desiderio. Omosessualità, letteratura, differenza”, organizzato dall’Istituto di Scienze Umane e dalla Provincia di Firenze.

Partendo dalla questione controversa dell’esistenza o meno di una letteratura omosessuale, di cui è difficile stabilire i confini, scrittrici e scrittori italiani e stranieri si sono interrogati sui cambiamenti sociali, letterari e culturali intervenuti nel mondo occidentale dopo la rivolta di Stonewall del 1969: cioè dopo l’evento che segna la nascita del movimento per i diritti civili delle persone non eterosessuali.

Continua a leggere su Nazione Indiana >>>

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Re: OMOSESSUALITA' NELLA LETTERATURA

Messaggio da konigdernacht » martedì 22 marzo 2011, 0:51

Giovane ignoto ha scritto:Partendo dalla questione controversa dell’esistenza o meno di una letteratura omosessuale, di cui è difficile stabilire i confini, scrittrici e scrittori italiani e stranieri.
Concordo pienamente giovane ignoto: un facile titolo per questo post sarebbe potuto essere "Letteratura Omosessuale", invece Project ha scelto apposta "Omosessualità nella Letteratura" proprio per segnalare quello che giustamente dici :)
Ultima modifica di konigdernacht il martedì 16 agosto 2011, 18:00, modificato 1 volta in totale.
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