Chiudere un rapporto (d'amicizia)

Discussioni su citazioni letterarie e motti di spirito e altro ancora
Rispondi
giorgio82
Messaggi: 93
Iscritto il: lunedì 30 gennaio 2012, 1:28

Re: Chiudere un rapporto (d'amicizia)

Messaggio da giorgio82 » lunedì 22 aprile 2013, 10:12

Ciao Totoro. ti ringrazio per questo post, lo trovo davvero interessante.
Ho vissuto una situazione estremamente simile, vivendola dall'altro punto di vista e potendomi tranquillamente identificare in quel ragazzo.
Un' amicizia forte, estremamente particolare e profonda nella quale io mi sono perdutamente innamorato. Poi bò, come spiega Isabella forse non era amore autentico, forse c'era una necessità di possesso, forse se lui m'avesse detto di si,sarei scappato, però di certo l'affetto che provavo per lui lo sentivo come estremamente forte e autentico.
Chiaro è che in tutto ciò proiettavo su di lui quello che sono io, quelle che erano le mie ansie, le mie paure.
Percepivo in lui uno stato di disagio che mi riconduceva al mio e tentavo di aiutarlo,nella speranza che, una volta superati alcuni passaggi, avremmo potuto relazionarci in maniera più serena.
Mi son sentito dire tutto e il contrario di tutto da lui e questo non mi ha certo aiutato a chiudere dentro di me la possibilità di poter un giorno costruire qualcosa con lui.
Per questo ti consiglio di tentare di essere estremamente esplicito e coerente con lui. Spiegarli la tua essenza e il tuo punto di vista in maniera chiara, ma soprattutto dimostrare coerentemente al 100% il tuo modo di essere in qualsiasi occasione.
Poi forse...boh...può essere che sia una situazione dalla quale comunque non si può uscire continuando a frequentarsi.

Vivendo la cosa dal punto di vista opposto mi viene però da chiederti il motivo per cui vivi così male questa cosa.
Ti descrivi come una persona poco socievole, senza amici, alla quale dà fastidio addirittura sentirsi chiedere come và, eppure hai lasciato che questa persona entrasse dentro di te molto più a fondo.

Non so, per come la vedo io, trovo strano che una persona "poco socievole" vada a stringere un rapporto così profondo con uno che regolarmente ci prova. Dovrebbe infastidirti questa cosa e dovrebbe venire naturale un allontanamento. Invece questo allontanamento non viene affatto naturale,anzi, vorresti una maggior reciprocità. Non mi pare strano che dall'altra parte possa essere letto come un rapporto molto speciale, nel quale tu hai concesso a lui molto più che a chiunque altro, ma nel quale non riesci ad entrare a fondo.

Poi non so. parto da un punto di vista diverso forse. Io di amicizie ne ho abbastanza e alcune molto profonde. se per qualche motivo uno si allontana o nasce un naturale distacco,certo mi spiace, ma la cosa non mi angoscia più di tanto....

Ok, ho scritto queste cose per stimolarti un pò, ma anche per tentare di capire io stesso quello che è capitato a me sentendo il parere di una persona che vive queste situazioni in maniera opposta..

Totoro
Messaggi: 114
Iscritto il: martedì 3 luglio 2012, 4:01

Re: Chiudere un rapporto (d'amicizia)

Messaggio da Totoro » mercoledì 24 aprile 2013, 1:29

Perchè nel mio essere poco socievole c'entra poco l'affetto che provo per una data persona, mentre c'entra molto il bisogno di sentirmi sempre e comunque, nel profondo, solo. Altrimenti tendo a perdere l'equilibrio. In breve il fatto che non voglia dargli un eccessiva confidenza non c'entra assolutamente nulla con l'attaccamento che ho nei suoi riguardi, è come un fratello per me.
 


"La capacità di stare da soli è la capacità di amare. Può apparirti paradossalle, ma non lo è. E' una verità esistenziale: solo le persone in grado di stare da sole sono capaci di amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendenti dall’altro, senza ridurla a un oggetto e senza diventarne assuefatti."

Avatar utente
IsabellaCucciola
Messaggi: 1386
Iscritto il: venerdì 30 marzo 2012, 18:40

Re: Chiudere un rapporto (d'amicizia)

Messaggio da IsabellaCucciola » mercoledì 24 aprile 2013, 8:41

Totoro ha scritto:Perchè nel mio essere poco socievole c'entra poco l'affetto che provo per una data persona, mentre c'entra molto il bisogno di sentirmi sempre e comunque, nel profondo, solo. Altrimenti tendo a perdere l'equilibrio.
Totoro, quello che hai scritto mi lascia un po' perplessa... da una parte perché se per te è così importante la solitudine mi è difficoltoso riuscire a capire il fatto che interagisci, per quel poco, con gli altri...
ma soprattutto perché se consideri questo amico come un fratello non cerchi di spiegargli le cose come stanno??????

Ti chiedo scusa se sono stata poco delicatat nei tuoi confronti...

Isabella
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

Totoro
Messaggi: 114
Iscritto il: martedì 3 luglio 2012, 4:01

Re: Chiudere un rapporto (d'amicizia)

Messaggio da Totoro » mercoledì 24 aprile 2013, 9:11

Avessi provato una volta sola a parlarci chiaramente.. questo recente è solo l'ennesimo tentativo di chiarimento e non so quanto durerà. E per rispondere alla prima domanda, interagisco perchè sono umano, anche se ho un netto bisogno dei miei spazi.
 


"La capacità di stare da soli è la capacità di amare. Può apparirti paradossalle, ma non lo è. E' una verità esistenziale: solo le persone in grado di stare da sole sono capaci di amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendenti dall’altro, senza ridurla a un oggetto e senza diventarne assuefatti."

barbara
Utenti Storici
Messaggi: 2864
Iscritto il: mercoledì 14 aprile 2010, 9:22

Re: Chiudere un rapporto (d'amicizia)

Messaggio da barbara » mercoledì 24 aprile 2013, 10:25

Se per te è come un fratello immagino che sia faticoso reggere tutte le sue aspettative senza poterle ricambiare. Capisco anche la tentazione di chiudere. Forse pensi che chiudendo lui si rassegnerà e sarà meno infelice di adesso e inoltre tu potresti evitare di provare ciò che la sua insistenza provoca in te.
D'altro canto perdere un fratello è altrettanto faticoso.
Quando ci troviamo davanti a due alternative che potrebbero danneggiarci entrambe sembra impossibile trovare una soluzione intermedia. Eppure spesso il tempo e la pazienza ce la suggeriscono . Ed è quello che ti auguro.
Quello che dici della tua solitudine è interessante. C'è un valore intrinseco nella solitudine che il nostro pensiero occidentale misconosce. Eppure basta pensare agli eremiti perchè ci venga in mente che c'è tutto un altro modo di concepirla. Non credo che solitudine e incontro con l'altro siano antitetici. Credo piuttosto che saper stare soli con noi stessi ci renda più liberi anche nei rapporti con gli altri. E avere rapporti soddisfacenti con gli altri ci permetta di godere anche della nostra solitudine . A me piace molto quando sono da sola in casa nel silenzio. A volte mi alzo presto per poter godere questo momento in cui ritrovo me stessa.

Avatar utente
IsabellaCucciola
Messaggi: 1386
Iscritto il: venerdì 30 marzo 2012, 18:40

Re: Chiudere un rapporto (d'amicizia)

Messaggio da IsabellaCucciola » mercoledì 24 aprile 2013, 11:28

Totoro ha scritto:E per rispondere alla prima domanda, interagisco perchè sono umano, anche se ho un netto bisogno dei miei spazi.
Totoro, quello che intendevo dire è che se abbiamo bisogno della solitudine, non sentiamo il bisogno di interagire con gli altri a un livello più profondo di quello che possiamo fare superficialmente, e cioè la base minima dell'interazione... Ciò significa che io interagisco con gli altri solo perché vivo in una società, ma amicizie o ogni alto contatto più profondo, lo eslcudo a priori perché non ne sento la necessità...

Isabella
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

Totoro
Messaggi: 114
Iscritto il: martedì 3 luglio 2012, 4:01

Re: Chiudere un rapporto (d'amicizia)

Messaggio da Totoro » mercoledì 24 aprile 2013, 13:16

Infatti Isabella, la radice dei miei problemi con questa persona è proprio questo. Io non sento il bisogno di un rapporto profondo inteso come vicinanza dell'altro, sostegno reciproco, annullamento nell'altro del senso della solitudine, cosa che lui vorrebbe. Vorrei un rapporto reciproco nel senso che mi piacerebbe essere compreso in queste sfumature del mio carattere. Lui non comprende, appunto, questo mio mettere le distanze ad ogni tentativo di penetrare più affondo nel mio mondo. Ti faccio un esempio, vorrebbe che mi aprissi e gli spiegassi le motivazioni per cui ciclicamente mi abbandono al vuoto, in modo da potermi aiutare a non percepire più quel vuoto. Nella sua logica torna, nella mia no. Perché quel vuoto è il santuario della solitudine di cui ho necessità. In pratica per vivere ho bisogno di non vivere, di tanto in tanto, e questo lui (come penso chiunque non viva le cose in modo simile al mio) non lo può capire. Fin qui sarebbe comprensibile se almeno lo rispettasse, di fatto il rispettarlo equivarrebbe ad ignorare il "malessere", quindi ad accettarlo. Lui è uno che rifugge il dolore fisico e mentale, ed il concetto per cui dal malessere può venire del buono non gli appartiene. Questa divergenza caratteriale è alla base di tutti i nostri problemi.
Per come sono fatto io, ridere e scherzare con una persona è già amicizia, non ho bisogno di andare più in profondità ed attribuire significati metafisici al termine. Si può dire che nei rapporti umani sono superficiale, e molto più disposto a dare che non a ricevere, nel senso che se l'altro ha bisogno che io lo ascolti lo faccio ben volentieri, e se ha bisogno di sostegno non ho problemi a darlo, ho problemi invece a ricevere queste cose dalle altre persone, per il bisogno appunto di mantenere "segreti" (o meglio, esclusivamente miei) molti aspetti di me. A seconda della persona che ho davanti posso pure decidere di non rivelare neppure i miei gusti alimentari, perché già dire quello è dare eccessiva confidenza. A questa persona ho già dato troppo, per moltissimi versi, anche per la sua insistenza oltre che per il fatto che mi ci trovo bene, ma c'è un limite entro il quale nessuno può entrare, perché è come se mi entrasse in casa a forza.

Per rispondere a Barbara, il mio attaccamento alla solitudine è forse addirittura morboso. Probabilmente non è molto salutare sentirne effettivamente il bisogno viscerale oltre che il piacere, anche se negli ultimi anni ho ridimensionato parecchio la cosa e non so se posso andare oltre questo. La solitudine ha svariati aspetti positivi, ad esempio non saprei così bene come sono fatto se non mi fossi preso il tempo ed il silenzio per analizzare aspetti a volte anche dolorosi del mio essere, cercando invece conferme del contrario di ciò che sono all'esterno. Certe volte essere soli con se stessi è una cosa disarmante, ma solo standoci si arriva davvero a riuscire a starci bene, e star bene con se stessi aiuta anche a relazionarsi con gli altri, o almeno a capirli meglio. Almeno io identifico l'opportunità di crescita personale una specifica derivata dal rapporto con gli altri, e l'opportunità di star bene una specifica del rapporto con se stessi. Difficilmente il reale benessere può derivare dall'esterno, è sempre precario, sempre affidato ai capricci del "fato", le relazioni sono un valore aggiunto allo stare bene e non una necessità imperante senza la quale non si può star bene. ma sono solo opinioni personali e probabilmente di facile intuizione dato il mio modo d'essere.
 


"La capacità di stare da soli è la capacità di amare. Può apparirti paradossalle, ma non lo è. E' una verità esistenziale: solo le persone in grado di stare da sole sono capaci di amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendenti dall’altro, senza ridurla a un oggetto e senza diventarne assuefatti."

Rispondi