Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

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candido
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Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da candido » domenica 16 giugno 2013, 6:25

E' iniziata la stagione dei Gay Pride e, sul web e non solo, si susseguono opinioni,umori e considerazioni nettamente contrastanti.
I detrattori,sia etero che omo, lo definiscono una "carnevalata", poco sobrio e non rappresentativo della comunità LGBT. Qualcuno si spinge oltre, e lo considera addirittura controproducente e fomentatore di atti omofobi. Su un giornale on-line (di sinistra!) sono tanti(forse troppi) i commenti in tale direzione: un utente si chiede: "perchè travestirsi da cocorita per chiedere dei diritti?"
I promotori e sostenitori, invece, parlano di una manifestazione sicuramente forte,di impatto, magari politicamente scorretta ma che vuole trasmettere un messaggio di libertà e di liberazione. E portare avanti delle richieste,chiare e precise: matrimonio egualitario,adozioni, tutela dei figli delle famiglie omogenitoriali, legge contro l'omo-transfobia.

Su un blog trovo una riflessione interessante, che mi sento di condividere e sostenere. Ne riporto qui un breve riassunto, in 3 punti.
1- Si parla di carnevalata, ma questa definizione non potrebbe essere più fuorviante e scorretta. Nel carnevale ci si mette una maschera(per mimetizzarsi e contestare il sistema sociale), nei Pride la si toglie, e ci si "spoglia" di un'identità stretta che la società ci ha cucito addosso privandoci del nostro io più vero. (Che poi, parliamo sempre di una minoranza all'interno di tutta la manifestazione.)
2-Si parla di poca sobrietà. Ma perchè alla comunità LGBT è imposta tale sobrietà? Si pretende da omosessuali e transgender di dimostrare di essere moralmente migliori rispetto alla massa, che non è in grado e,soprattutto, non vuole minimamente fare altrettanto. E a criticare e a condannare è la stessa società che poi mercifica,sacrifica,sfrutta e mortifica quotidianamente il corpo(soprattutto femminile). Due pesi, due misure, insomma.
3-Si parla di non rappresentatività. Si vuole che il movimento LGBT ci assomigli? Allora dovremmo metterci la faccia,lavorarci sodo, trasformarlo come più ci piace. E portare avanti delle idee,anche politiche, nuove. Ma che novità è un'idea basata sulla paura del sè e sul nascondersi?

Non sono mai andato a un Pride, e quindi non posso portare una testimonianza diretta. Magari qualcuno di voi in passato ci è già andato(e potrebbe darci un'idea di cosa sia e di cosa voglia dire esserci),e qualcun altro ci andrà. A questi ultimi auguro un Buon Pride!:)

Edit: Ringrazio Barbara per avermi fatto conoscere un po' di storia sul Gay Pride, a partire dai Moti di Stonewall del 1969 (http://it.wikipedia.org/wiki/Moti_di_Stonewall)."
Ultima modifica di candido il domenica 16 giugno 2013, 12:45, modificato 2 volte in totale.

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IceEnigma
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Re: Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da IceEnigma » domenica 16 giugno 2013, 7:14

io non ci sono mai andato, ma trovo che alcuni comportamenti o travestimenti siano eccessivi e pertanto non rispecchino la realtà gay, alimentando appunto omofobia.

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LuvSeeker
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Re: Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da LuvSeeker » domenica 16 giugno 2013, 8:03

Anche ieri al telegiornale di Sky la giornalista lo ha definito come il carnevale e il che mi ha fatto tutt'altro che piacere.
Le persone vedono sempre e solo ciò che fa comodo loro vedere per sentirsi meglio con se stesse. Cioè, è come quando in televisione ti fanno vedere immagini di persone che muoiono di fame. Immediatamente ci sentiamo superiori, crediamo di vivere un gradino sopra gli altri e che la nostra vita sia perfetta, perché tanto le sfortune toccano solo agli altri. Non so se mi sono spiegato bene (credo di no :p) ma penso che far vedere la parte carnevalesca del gay pride sia solo un altro modo per ricordare all'italiano medio che lui è superiore rispetto agli altri (perché travestirsi e colorarsi la faccia = essere stupido = essere gay).
Poi condivido quello che ha scritto candido al punto 2; non ci è permesso di sbagliare perché la nostra natura è già di suo sbagliata e non sono ammessi altri errori.
Personalmente non sono mai andato a un Pride perché non ne ho mai avuto la possibilità ma l'anno prossimo spero di riuscirci. :)
Buon Pride a tutti!!!
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Tozeur
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Re: Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da Tozeur » domenica 16 giugno 2013, 9:40

Questa discussione spesso causa diverse polemiche tra chi partecipa a queste manifestazioni e chi invece preferisce non andare. Personalmente non mi piace il gay pride perché non amo le manifestazioni. Capisco inoltre che il motto deve essere "express yourself don't repress yourself" ma trovo che spesso queste cerimonie siano troppo pacchiane ed eccessive e non hanno lo scopo di migliorare la situazione anzi di peggiorare odio e omofobia, basta vedere le solite persone che osservano il corteo con disprezzo. Bisogna però anche dire che come al solito l'informazione è sempre manipolata poiché ogni volta in tv inquadrano il lato grottesco del gaypride senza invece inquadrare e intervistare chi vede in questo modo di porsi un po più di serietà.
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marc090
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Re: Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da marc090 » domenica 16 giugno 2013, 10:01

Forse la cosa più fastidiosa che trovo in tutto quello è il "Pride"... lo scopo della manifestazione quasi. Orgogliosi... di una diversità che semplicemente non avrebbe ragion d'essere... Orgogliosi di una diversità che esiste perchè c'è chi sostiene che esiste.

In nome di tale diversità, io vengo spogliato della mia essenza di persona e mi ritrovo ad essere "un gay".

Questo lo trovo fastidioso di questi cosiddetti pride... Un conto è svegliare le coscienze altrui, imponendosi con qualcosa di vistoso, importante, visibile... E magari si adatta ad un contesto in cui è necessario nascondersi e basta..
Un conto però, è applicare tali concetti in una realtà dove non è la presa di coscienza a mancare... Dove manca il rispetto per la persona altrui, per quello che è, per libertà e diritti fondamentali... (talmente fondamentali che di norma sarebbero sottointesi da qualsiasi costituzione).

Quello che farei io personalmente, sarebbero manifestazioni molto classiche, tipiche, con cartelloni, striscioni.. Per chiedere semplicemente il riconoscimento dei diritti fondamentali dell'uomo (ossia che nasciamo tutti uguali?).

E perchè la sobrietà in tutto questo? Altro che moralismo, per non distrarre l'attenzione dal messaggio e dallo scopo finale del tutto; che non è express yourself, è uguaglianza.


p.s Ad ogni modo anche se non ne condivido gran parte degli aspetti, trovo che abbiano un ruolo sociale rilevante, da non sottovalutare.
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da barbara » domenica 16 giugno 2013, 10:24

Tutte le manifestazioni sono in qualche modo eccessive, perfino quella del metalmeccanici. Normalmente gli operai non vanno in fabbrica con i tamburi o urlando slogan. Ciò non toglie che nessuno , parlando di manifestazioni sindacali, sottolinea questo punto, perché?
Però quando si parla di manifestazioni dei movimenti, come quella dei non global allora appaiono altre etichette, non meno discriminanti, come ad esempio quella della violenza. Così i no global vengono assimilati ai black block e abbiamo ottenuto l'obiettivo di delegittimare un movimento attraverso il pregiudizio.
Buona parte dei gaypride è composta da persone vestite normalmente , ma i giornali inquadrano solo il carro dei trans. Premesso che ognuno si veste come gli pare, ci mancherebbe , tanto non servirebbe a nulla anche costringersi a un vestiario "normale". Ricordiamoci che le prime femministe eran considerate poco più che delle prostitute.
Quello che non si dice mai è che l'origine del pride sono di moti di Stonewall del 1969, prima reazione organizzata alla repressione della polizia subita per anni dalle persone L.G.B.T . Esattamente come ci si dimentica l'origine dell'8 marzo , che rischia di diventare solo uno scambio di mimose.
Dunque il pride, comunque venga organizzato ha un valore storico e politico ben preciso.
Spero di riuscire ad andare al Pride di Milano. Quest'anno per risparmiare non ci saranno carri, ma solo uno piccolissimo. La stampa cosa avrà da dire? Se ci andrò, vi farò un reportage. ;)
Ultima modifica di barbara il domenica 16 giugno 2013, 10:56, modificato 1 volta in totale.

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Re: Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da marc090 » domenica 16 giugno 2013, 10:32

Barbara scusami, quindi anche il termine Pride avrebbe un significato storico legato ai moti di stonewall? E' giusta allora l'interpretazione che se ne da oggigiorno?
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da barbara » domenica 16 giugno 2013, 10:58

In che senso? non ho capito la domanda.
Comunque il pride non coincide con la parata. Se si legge i programmi del Pride c'è una mole di iniziative culturali di vario tipo, che non vanno trascurate.

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Re: Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da barbara » domenica 16 giugno 2013, 14:49

Forse, a scoppio ritardato, ho capito la domanda.
Sono stata al pride di Barcellona qualche anno fa. Gente tranquilla che sfilava. Uno era completamente nudo. Era un gay? o un nudista? chi lo sa? Certamente era il più fotografato.
Anche se un'organizzazione decidesse di dare una veste di un certo tipo o di un altro, non ha comunque il potere di determinare ciò che accade nella piazza , né tanto meno di filtrare le ripercussioni sulla stampa.
Il servizio d'ordine non è la polizia. Non ha, per fortuna, poteri per limitare la libertà altrui, nemmeno se qualcuno diventa violento. Se lo facesse infrangerebbe la legge .
Se guardo le foto del pride di Bologna dell'anno scorso vedo gente normale che sfila, colori, una bella festa.
Provate anche a guardare le foto delle manifestazioni a Parigi contro le nozze gay.
Questa gente, che si scandalizza davanti a un Pride, pensa di poter essere orgogliosa delle proprie manifestazioni? pensa di aver qualcosa da insegnare su come si organizza una manifestazione?

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 69306.html

Che io sappia gli episodi violenti all'interno dei gay pride sono sempre stati ad opera di oppositori di estrema destra che hanno caricato i manifestanti o la polizia , che li difendeva. Guardate queste di foto!

http://mondo.panorama.it/foto/Belgrado- ... lizia-Foto

La civiltà di una protesta si valuta , secondo me , soprattutto da quanto è o non è pacifica.

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Re: Gay Pride: è solo una "carnevalata"?

Messaggio da marc090 » domenica 16 giugno 2013, 21:31

Scusami Barbara, non son riuscito a risponderti prima... :)

Ad ogni modo mi riferivo al discorso che ho fatto e in particolare al significato, che non sono mai riuscito a capire completamente, della parola Pride, associata a questo tipo di manifestazioni... Mi son chiesto, vista la citazione sui moti di Stonewall, se quel termine, "Pride", non derivasse esattamente da quello, se non avesse ragioni più storiche che altro.

Più che altro, è quello che digerisco meno di questo tipo di manifestazioni... Parlare di Pride, orgoglio della diversità e non invece di uguaglianza e quindi riconoscimento dell'invididuo e di tutti i suoi diritti (che in realtà sarebbero pure garantiti da costituzione).

Diversità, che tra l'altro esiste come etichetta non come forma di riconoscimento ulteriore...
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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