Quando mi sono iscritto, in quel “lontano” 6 Febbraio, , ero in una condizione pietosa: avevo perso ogni speranza e vedevo nell'omosessualità (e nella possibilità di viverla) uno scoglio insormontabile. Nel giro di qualche settimana, però, le cose sono cambiate e di questo non posso che ringraziarvi. Vedere quanti ragazzi gay ci fossero e quanto avessero da dire al mondo mi ha fatto capire che forse non tutto era perduto. Non posso dire di aver ricominciato a vivere (né tanto meno di aver iniziato a vivere la mia omosessualità) ma sicuramente ho capito che avrei potuto, seppur con fatica, ricominciare a farlo.
Ho dunque iniziato a cercare una strada, un percorso possibile. E a cercare di capire quale ruolo potessero avere alcuni aspetti della mia vita, Forum incluso. Se mi avessero potuto aiutare o meno.
Riprendendo la classica statistica di Project, per cui la popolazione di omosessuali si divide in un 4% di dichiarati e in un 96% di non dichiarati, ho intravisto due possibili strade, due possibili vite. Il difficile contesto in cui vivo (e di cui ho parlato in qualche post) mi spingerebbe in una ben chiara direzione, ma nell'intimo del mio cuore so che non riuscirei mai ad accettarla. Il perchè sta dietro a una parola: orgoglio. E attorno a questa ruotano altre parole,quali affermazione di sé, dignità, benessere.
Essere fieri di sé per me ha sempre significato non nascondersi. Non nascondersi di fronte a se stessi, ancor prima che di fronte agli altri. Ma quando ti ritrovi a dover costruirti una vita di menzogne, a dover fingere dinanzi ai tuoi cari,ai tuoi amici, a dover vivere i tuoi sentimenti (e le tue relazioni) nell'ombra, non lo stai facendo per discrezione: lo fai perchè te ne vergogni. E non potresti fare altrimenti, perchè se sei il primo a vedere in quel che fai qualcosa di debole,di sporco,di sbagliato, come ti puoi aspettare che gli altri la pensino diversamente e che rispettino questa parte di te? Come pensi di poter avere la forza necessaria a lottare per la tua affermazione quando (anche senza rendertene conto) ancora vivi ciò che sei (e che fai) come un'enorme debolezza?
Non si tratta,quindi, di essere orgogliosi di un qualcosa che di speciale non ha nulla né di sbandierare con chi vai a letto ad ogni persona che incontri per strada; si tratta della considerazione, dell'immagine che hai di te stesso e che vorresti la tua vita avesse e meritasse. L'essere dichiarati(o meglio,il sentirsi liberi di dichiararsi) non ha nulla a che fare con gli altri, indica invece il rapporto e la stima che hai di te.
Certo, porta con sé rischi e responsabilità: ma quale rischio è così alto da impedirti di esprimere (e affermare) te stesso? E quanto poco tieni in conto la tua vita perchè non valga la pena correre qualche rischio e vincere qualche timore?
E' una strada, questa, non certo facile. E forse neppure raggiungibile. Ma è l'unica scelta che mi fa essere in pace con me stesso. E che mi permette di alzare lo sguardo e guardarmi allo specchio.
Il Forum in questo non mi può aiutare,anzi credo possa essere controproducente. La sensazione è che questo sia un luogo di esaltazione del non essere dichiarati, che viene visto come declinazione migliore, “seria”e discreta dell'essere omosessuali. Come diceva Project in uno degli ultimi suoi post, dichiarati e non dichiarati spesso non comunicano tra loro e si chiudono nei loro mondi. Ma io penso che come per i primi le chat, i locali, le associazioni rappresentano un “ghetto”, per i secondi il “ghetto” sembra essere questo Forum, che si culla nell'esaltazione e perpetuazione della sua immagine di serietà,sobrietà e “discrezione” ma che si allontana sempre più dalla realtà. Con un'utenza ciclica di omosessuali alla scoperta di loro stessi, e con uno zoccolo duro che nel gay “dicreto” vede un'immagine ideale in cui rispecchiarsi e nel quale rispecchiare(e indirizzare) tutta la comunità.
Quest'idea del gay discreto e invisibile non dico sia sbagliata, ma provando a farla mia ne ho visti limiti e contraddizioni. E ho capito che, seppur in cambio di rischi pressoché nulli,mi avrebbe portato ad un offuscamento,ad un annullamento di ciò che sono, con ripercussioni alla mia autostima e al mio benessere. Un po' come nel detto: “meglio cento giorni da pecora che uno da leone”. Un bel detto,se però non sei un leone. Perchè se lo sei, forse vivere nei panni di qualcos'altro non so quanto sia soddisfacente e quanto ti faccia sentire vivo.
In ogni caso, volevo enormemente ringraziarvi: per l'accoglienza, per l'aiuto, per la disponibilità, e, non ultimo, anche per la compagnia e la vostra simpatia
Vorrei fare anche dei ringraziamenti personali, a chi più di altri mi è stato vicino ed è stato sempre pronto ad ascoltarmi.
Prendo una pausa,ecco tutto. E non è detto che duri tanto,anzi. Le porte so che sono aperte,e conosco la strada di casa
Un saluto e buon week.end P.S. Allo staff. Per quanto riguarda la richiesta, presentata 2 mesi fa e ancora senza responso, di essere abilitato alla messaggistica privata non c'è bisogno che mi facciate sapere qualcosa, come invece avevo chiesto qualche giorno fa via mail. Quando ritorno,ne riparliamo. Grazie
