Secondo me per non esagerare con le affermazioni è bene sempre avere un occhio al contesto che ci sta dietro... quanto più possiamo dire di conoscerlo, tanto più possiamo esser sicuri di certe affermazioni.
Resta il fatto che c'erano troppi argomenti mischiati, perché secondo me un conto è l'assoluta mancanza di rispetto per la privacy delle utenze sotto il loro controllo, da parte della stragrande maggioranza delle aziende del web (e per assurdo più son grandi più vanno oltre la legge, con Facebook, Google, Microsoft, Apple & co... che hanno avuto tutte sanzioni per violazione della privacy), un altro argomento sono le conseguenze di questo marketing forsennato, che tratta le persone come prodotto.
L'impoverimento di mezzi espressivi, valutativi, partecipativi di questi prodotti (Facebook, Gmail, ecc), nonostante siano imposti come monopolio e rispetto a quelle che erano e che sono le potenzialità di Internet, fa si che per quanto declamati, non servano nemmeno più di tanto allo scopo che dichiarano di perseguire.
Per cui, giusto per fare un esempio, Facebook, enfatizzato per le tante declamate possibilità di "socializzazione" "condivisione", o chissà quale altro termine d'effetto, è oggetto di studi che lo vedono associato, con un uso a lungo termine, a stati di malumore (che possono portare a depressione nei casi più gravi).
http://www.lescienze.it/news/2013/10/05 ... a-1835546/
Il paradosso è che, non andando a conoscere una certa tecnologia, le premesse che ci sono dietro e come si sviluppa, tendenzialmente abbiamo ben poche possibilità di accorgerci di quello che è marketing, di molte manipolazioni volute e applicate e, alla fine, di tutte le conseguenze che derivano dall'uso.
Dovrei fargli conoscere mio marito e che se la vedano fra loro... 
