off-topic ovvero sfogo personale

[Totoro]

So che non è il forum giusto né la sezione adatta, ma visto che qui c'è gente che risponde e risponde anche seriamente e che è un forum su cui bazzico con una certa regolarità ho deciso che era il caso di scrivere qui. Perché non capisco che mi prende ultimante, o forse lo capisco ma non è il caso che segua la pulsioni che ho. Sarà che esco da una roba che m'ha abbastanza distrutto negli ultimi anni, visto che la mia identità è stata sezionata e relegata a problematica-malata-negativa e aggettivi più svariati, una relazione di "amicizia" che con il senno di poi m'ha fatto solo male, e anche se non credo di provare risentimento per quella persona dato che a conti fatti non gli attribuisco più colpe di quante non ne attribuisca a me stesso, la reazione che ne deriva da un po' di tempo è un totale rifiuto di tutto ciò che è diverso da me. Non ero mai stato così prima. Sto seriamente pensando in questi tempi di tagliare i ponti del tutto e non avere mai più nulla a che fare anche con la mia famiglia, anche con mia sorella, che sentivo in assoluto la persona più vicina a me e che adesso mi sembra anche lei distante anni luce da ciò che sono io. Tagliare i ponti per il semplice motivo di non avere nulla in comune con nessuno. Non necessariamente è vero, nel senso, è un idea mia, una sensazione che si fa sempre più forte e per cui l'unico sollievo è il pensiero di eliminare tutto ciò che sta fuori. La sola cosa che mi trattiene dal farlo è il pensiero che ne soffrirebbero anche se me ne sfugge la ragione, so che è così. E mi trattiene fino ad un certo punto perché non escludo che avendo la disponibilità economica non seguirei l'istinto di sparire. Probabilmente ho solo accumulato stress per questa vita ed anche per quella dopo ed ora non ho la minima idea di come gestirlo, non essendomi sentito accettato penso che nessuno mi accetti per come sono e allora al diavolo tutti. Non ho idea di cosa fare per calmarmi.

[marc090]

Edit: cancello il messaggio perchè forse era troppo distaccato dal tema..

[barbara]

Mi sembra che tu stia dicendo che sei arrivato al limite. Forse una serie di delusioni a vari livelli si sono accumulate e sei stanco di spiegare agli altri e rendere conto del tuo comportamento.
Forse anche capisci l'effetto che ha sugli altri il tuo modo di essere e la cosa ti disturba, ma contemporaneamente non puoi farci nulla.
E magari sei anche spaventato perché questo senso di estraneità sembra essersi esteso anche a persone che finora ne erano escluse.
Posso chiederti a tale proposito se tua sorella sa della tua omosessualità?
Non so cosa c'entri, ma mi è venuto questo dubbio.

[Totoro]

barbara, in realtà non so neppure se identificarmi o meno come omosessuale. Ti dico che di me non sa praticamente nulla nessuno se non a spizzichi e bocconi, faccio una fatica cane ad aprirmi con le persone ed ho anche una certa difficoltà a capire perché mai dovrei farlo se non per far loro piacere. Poi dipende molto da come mi gira la luna in quel momento. Probabilmente la troppa insistenza sull'aprirmi dovuta a questa amicizia recentemente chiusa e le ultime cose che sono state dette a riguardo mi hanno fatto ritirare nel guscio ancora di più tanto da chiudere il cerchio in una maniera che non c'entri più nessuno tranne me. Non è che mia sorella m'abbia mai fatto alcun tipo di pressione, e non è che me ne faccia adesso. Non è cambiato affatto il suo modo di rapportarsi con me, sono solo io che ho messo le distanze. Probabilmente si, sono arrivato al limite e passerà con il tempo, ma mentre attendo che passi non so come comportarmi, conoscendo so che rischio di diventare aggressivo.. per il momento la sto praticamente buttando fuori casa spronandola ad uscire un po' di più per "proteggerla" dalla furia che c'ho dentro e per cui non ha colpe.

[barbara]

Mi sembra che tu cerchi di proteggere lei e nel contempo te stesso in una situazione che al momento però vi vede in due posizioni contrapposte: tu che vorresti restare nel tuo mondo e lei che vorrebbe che tu ti aprissi.
Tu dici che lei non è cambiata e invece che sei tu ad aver maturato una posizione differente. Certamente c'è stata questa vicenda col tuo amico che ha pesato tanto su di te.
Essendo rimasto scottato dalla amicizia precedente forse temi che potrebbe accadere lo stesso anche con lei?
A volte tendiamo a pensare che , se ci comportassimo in un certo modo, sarebbe in nostro potere controllare le cose.
Così magari se un comportamento che abbiamo tenuto ha portato a una conseguenza, pensiamo magari di fare il contrario.
Questo è ben possibile, ma è da capire bene se sia la soluzione giusta, dal momento che le situazioni non sono tutte uguali .
E magari il comportamento che ha portato a dei problemi in una situazione , potrebbe essere adeguato in una situazione diversa.
Non so se quello che dico ha un senso per il quesito che poni.

[Totoro]

Essendo rimasto scottato dalla amicizia precedente forse temi che potrebbe accadere lo stesso anche con lei?

Può darsi, anche se razionalmente so che essendo due persone completamente differenti il rischio è davvero minimo, quello che c'è sotto non sempre m'è visibile a prima occhiata. Non mi sento d'escludere la possibilità che sotto sotto ci sia questa paura a motivarmi un po' in tutto, ma più che altro credo che questa amicizia abbia contribuito ad amplificare la sensazione di alienazione dal mondo che ho sempre un po' avuto. Ho lottato talmente tanto per affermare il diritto all'esistenza del mio modo d'essere come un modo d'essere come tanti altri che forse sotto sotto è sorta la paura che avevo rimosso, ovvero che sia un modo d'essere patologico. M'è tornato in mente adesso il mio psichiatra che si mise a ridere quando dopo un'accurata descrizione gli chiesi se fossi patologico o diverso dal resto del mondo, e mi disse che un diverso dal resto del mondo non esiste perché sono tutti diversi. Perciò mi sento ridicolo anche solo per il fatto che il timore sia riaffiorato però non so proprio come cacciarlo via.

[project]

Ciao Totoro, non sai quante volte mi viene in mente di mandare tutto a rotoli e di tagliare i ponti con tutti, perché tanto una comunicazione reale di fatto è una cosa rarissima in ogni ambiente, anche in famiglia e forse soprattutto in famiglia e la cosa non si manifesta solo a proposito del fatto che siamo gay, ma è una realtà molto più generale, dalla quale non si sfugge quasi mai. Ma poi c'è sempre il problema che per scappare da casa o da qualunque altro ambiente ci vorrebbe comunque un altro ambiente in cui potersi rifugiare nella speranza che il clima sia diverso. Nella realtà, a parte il mondo della favole, siamo soli e dobbiamo imparare ad accettare una cosa simile e non è questione di gay e di etero, è proprio una condizione esistenziale. Il sesso qualche volta crea l'illusione che la solitudine sia stata superata ma è proprio un'illusione. Per chiunque la vita presenta problemi e la forza bisogna trovarla solo in se stessi ma senza uscire da una delusione proiettandosi i un'altra illusione. Bisogna cercare una felicità possibile, cioè non mitizzare e valorizzare le piccole cose, quelle che ci sono realmente, mettendo al dimenticatoio o in non cale tutte le cose gradevoli che spesso sono la trama stessa della vita. Uno sfogo personale, sì, e lo capisco benissimo. Facciamo l'elogio delle piccole cose e lasciamo da parte le grandi metafisiche esistenziali, così, in una dimensione minore ma possibile, la felicità smette di essere un'utopia e si può guardare da lontano il teatrino del mondo senza farsi coinvolgere troppo.

[Totoro]

Sai project, lo so che hai ragione, perché quando sono tranquillo sono esattamente della stessa opinione e mi godo le cose piccole senza farmi troppe paranoie. Effettivamente penso proprio che sia solo stress, e alla fine mi sa che la cosa migliore da fare è non fare assolutamente nulla, sfogare lo stress e lasciare che passi.

[koala]

Mi dispiace che tu viva questa tensione emotiva così forte, è evidente che sei molto legato affettivamente alle persone di cui parli. Conoscendo pochissimo di te non me la sento di entrare nel merito. Comunque ho letto quello che hai scritto.
Ti rispondo per dire che mi ha colpito un particolare, un po' a margine rispetto al tema: dici che non sai se identificarti come omosessuale. Penso spesso a quanto sarebbe più facile la vita se uno potesse identificarsi in uno stampo collettivo. Da una parte come individui non possiamo ridurci a un modello collettivo, eppure sentiamo proprio in quanto individui un bisogno di socialità che comporta anche il bisogno di condividere con gli altri le nostre esperienze, di riconoscere delle affinità per quanto riguarda certe esperienze fondamentali nella vita.

[project]

E anche per le amicizie e perfino per le storie d'amore resta comunque il fatto che l'altro è un altro e che non lo capiremo mai veramente come lui non capirà noi, ma non ci si può sentire afflitti per una delusione che è nell'ordine normale delle cose, tutti i rapporti interpersonali, per durare oltre il momento dello stato nascente, si devono piegare alla logica del compromesso e spesso il compromesso è così forzato che si recupera il senso della solitudine e la si valorizza di nuovo, in una circolarità che viene dall'esperienza: si parte dalla solitudine, si fugge dalla solitudine e si torna alla solitudine in modo più consapevole, salvo poi proiettarsi di nuovo in altre metafisiche e ricominciare tutto da capo.