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I
Soltanto l’edera può uccidere la quercia. L’affoga sotto il verde arrampicato. Le toglie il sole l’aria e la rugiada.
Io ero quercia quando volai via. Volai per Londra, per vedere il mondo. Venisti a me e ti arrampicasti sopra.
La giornata era uggiosa ed invernale, nulla di nuovo nella grande Londra, solo per me era il primo approccio al mondo, come nascessi ora, in Inghilterra.
Tuffnell Park, linea nera della Tube e non poteva essere altrimenti. Felice per il futuro innanzi a me, e triste al pensiero del presente. M'era ignota la lingua, il cibo, il clima. Giunsi così in un ostello di italiani pregando il dio, in cui non credevo, di non rendermi mai come erano loro. Uno conservava un ombra di bellezza perduta forse solo due anni prima, un ombra di bellezza nel suo orrore. Non lavorava, non aveva orari, né amici né pensieri per la testa che non fossero il suo schifoso Crack. Quando aspirava il fumo bianco e denso il mondo cambiava nei suoi occhi, il cielo uggioso ridiveniva chiaro, la pelle gli tornava senza macchie e parlava come fosse un oratore. L'illusione svaniva come sempre rimettendo le macchie al loro posto, il cielo grigio e le bruciature disseminate attorno alle sue labbra. Gli zigomi scavati e i denti rotti. Eccolo li chi ha preso Londra in mano e liquida è caduta tra le dita, non so come vivesse o con quali soldi, so solo l'Inghilterra molto cara e lui viveva e si drogava tanto. Forse rubava ma a me non interessa, tutto ciò che di lui sapevo me lo disse un ragazzo come me, uno dei pochi che ancora rifletteva, ma guarda caso era il loro pusher. Il craccomane non era peggio di altri, prigionieri di quell'ostello nero, come la linea della Tube accanto.
Da fuori era una casetta come tutte, in legno scricchiolante e di due piani come gli inglesi amavano che fosse, dentro invece sembrava un labirinto, corridoi ricoperti di moquette, i bagni freddi e lerci e mille stanze con sotterranei bui, quasi da film. La facciata e l'interno della casa sembravano due mondi paralleli, le dimensioni non combaciavano e neanche il paesaggio alle finestre, li cominciò la lotta che poi vinsi tenendo i denti stretti e i pugni chiusi. Li, in quella casa/nastro di Moebius, rimasi appena dieci giorni e poi mi trasferii, con l'edera, nel bosco!
Le case di Wood-Green erano basse, tetto spiovente e con giardino innanzi. tutte gemelle di mattoni rossi. Prendemmo casa con un letto grande, per dormire e risvegliarci amanti.
Le case erano basse al mio paese, ma senza tetto perché li non piove mai. Il sole brucia i visi dei bambini e io bambino giocavo per le strade sempre solo o con amici immaginari. Adesso ero tutt'altro. Ero cresciuto, sbocciato tra le mani della vita, fuggito via Roma Parigi e Londra. Tre lingue e tre modi di vedere. Costruito così triplicemente.
Mi alzavo presto, alle otto del mattino. Mi alzavo presto per cercar lavoro:
“chi ti chiama ogni giorno di mattina?!”
Ma era solo la sveglia e nessun altro. Capii ridendo che mi crescevi attorno, ma non pensavo che la gelosia fosse Edera e non Lentisco inerme!