GAY TRA PREVENZIONE E FATALISMO DISTRUTTIVO

HIV e AIDS, contagio, prevenzione, test - malattie sessualmente trasmissibili
Rispondi
Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5950
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

GAY TRA PREVENZIONE E FATALISMO DISTRUTTIVO

Messaggio da progettogayforum » lunedì 27 luglio 2015, 23:12

Project, sto male, oggi provo un senso di ansia che mi fa stare male. Uno dei ragazzi coi quali sono stato mi ha detto di essere sieropositivo. Non penso di dovere avere paura per me, perché dopo un anno da quando non avevo più rapporti con lui avevo fatto il test ed era venuto negativo. Penso soprattutto a quel ragazzo che ha avuto una vita molto difficile, proprio nel senso pesante del termine, ha fatto esperienze che non augurerei al mio peggiore nemico e ha finito per maturare una specie di fatalismo assoluto, al quale si abbandonava irresponsabilmente come se stese cercando un modo per distruggersi. So che è stato malissimo ma ha finito per coinvolgere anche altri ragazzi in questo suo modo di vedere le cose autodistruttivo. Lui a me non aveva detto molto, anzi quasi nulla, della vita che aveva fatto e che in qualche modo continuava a fare e così avrà fatto anche con altri ragazzi, ma non posso biasimarlo perché anche io non ho detto tutto al mio attuale ragazzo, e forse il mio attuale ragazzo non ha detto tutto a me. Abbiamo fatto il test, ma anche dopo il test io non sono stato tranquillo e forse nemmeno lui. Vorrei rifare il test ma ho molta paura che questa volta possa andare male, sono proprio angosciato, Project, non so che fare, non so dove sbattere la testa. Vedrò domattina di andare a fare il test ma come faccio a non dire nulla al mio ragazzo, è bene che lui si renda conto, ma ho anche paura delle sue reazioni e soprattutto ho paura di aver combinato un guaio grosso, se fosse così mi sentirei proprio distrutto. Ma perché ci deve essere questa angoscia sempre? Sono proprio al limite, mi sento un’ansia addosso che mi distrugge.


Ho letto la tua mail. Capisco che i motivi dell’ansia ci possano essere tutti, ma, oggettivamente, se il test che hai fatto dopo aver interrotto i rapporti con questo ragazzo da un anno è venuto negativo, tu non hai nessuna ragione concreta per pensare di poter essere stato contagiato da lui. Potresti esserlo stato da altri, questo è un fatto, ma qui la politica dello struzzo non ha alcun senso, l’unica cosa da fare “razionalmente” è andare immediatamente a fare il test e vedere come stanno veramente le cose. È fondamentale agire sempre in modo logico senza farsi prendere dal panico. È ovvio che un comportamento responsabile diminuisce di molto il rischio e questo non bisognerebbe mai dimenticarselo, ma comunque siano andate le cose, è utile sapere quanto prima possibile se si è sieronegativi o sieropositivi perché, in ogni caso, un protocollo terapeutico applicato prima può essere molto più efficace e, se non ci fosse nessun bisogno di terapie, cosa che ovviamente spero con tutto il cuore, sarebbe bene comunque togliersi dalla mente al più presto anche il tarlo del dubbio.
Nella tua mail ci sono molti elementi importanti, in primo luogo, dici di quel ragazzo che ha vissuto una vita terribile e che ha fatto esperienze che non augureresti a nessuno e poi aggiungi che ha maturato un fatalismo distruttivo. La connessione tra le due cose, purtroppo non solo non è casuale ma mostra quanto l’infanzia e il rapporto con la famiglia pesino nella formazione della struttura psicologica di un uomo adulto. Chi è stato amato ha dentro di sé delle sicurezze, mentre chi è stato fatto oggetto ci comportamenti aggressivi o degradanti porta dentro di sé l’espressione di quel degrado. Molti comportamenti astrattamente incomprensibili trovano la loro motivazione nella storia individuale e specialmente negli elementi negativi di quella storia. Si potrebbe fare moltissimo anche con comportamenti molto semplici che manifestino attenzione e rispetto anche verso i ragazzi che manifestano segni di quel fatalismo distruttivo di cui parli. Purtroppo di fronte a comportamenti che non comprendiamo subentra un meccanismo di difesa e di fuga che non fa che alimentare la solitudine di chi sta peggio di noi. Spesso una semplice amicizia vale più di una storia di coppia, perché in una storia di coppia ci sono interessi individuali più forti e spesso meno altruistici che in una vera amicizia. Insisto sempre molto sul fatto che una rete di contatti umani seri è il migliore antidoto contro il fatalismo distruttivo perché risocializza un individuo che aveva perso i propri riferimenti sociali.
Ancora una questione: la fedeltà. Non è una questione moralistica, ma l’infedeltà in tempo di aids significa esporre il proprio partner inconsapevole a rischi gravissimi.
Domani vai a fare il test e cerca di parlare col tuo ragazzo in modo chiaro, se la prende male probabilmente non capisce lo sforzo che costa il parlare chiaro, ma non puoi tenerlo ignaro di cose che possono costituire per lui un rischio grave.
Cerca sempre di usare il cervello “prima” e comunque cerca di non farti prendere dal panico e di procedere razionalmente. Un abbraccio.

Rispondi