Lasciatemi in un'isola

Romanzi, racconti, poesie, canzoni e componimenti di ogni genere scritti dai ragazzi del Progetto
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Geografo
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Lasciatemi in un'isola

Messaggio da Geografo » mercoledì 23 agosto 2017, 19:36

Vi siete mai sentiti soli
in una stanza piena di persone?
A volte mi chiedo a cosa serva vivere,
se poi siamo confinati tra noi,
e il nostro corpo.
Forse c'è qualcuno, lì fuori,
che si sente solo, come me,
in una stanza piena di persone.
Ma dove?
Ho camminato tanto,
ho visto posti,
strade che sembravano
uscite da una fiaba,
altre più lugubri
che diventavano un incubo.
Ma camminando tanto,
non ho trovato nessuno.
Ho trovato strade
completamente deserte,
affollate,
ma in realtà vuote.
Ma allora
dove devo andare?
Dove posso andare
per non sentirmi confinato,
chiuso in una gabbia,
abbandonata e gettata nella folla?
Forse avrei tanto da raccontare,
ma a nessuno importerebbe,
la mia voce mi fa compagnia,
mi parlo da solo e mi do consigli,
come se fosse una melodia,
come se volessi
che qualcuno mi ascoltasse.
Potrei viaggiare per tutti i mari,
e farmi cullare dalle onde dell'oceano;
potrei visitare le isole più esotiche,
e rimanerne affascinato;
potrei costruire una capanna,
e mangiare noci di cocco.
E potrei osservare da lì l'orizzonte,
solo per non sentirmi in mezzo a una folla,
solo per dimenticare tutto ciò che mi fa male.
Solo per allontanare tutti,
perché le persone mi fanno vergognare di esistere, a volte.
Mi fanno stare male.
Tutto quello per cui sono stato male non sono cose,
sono persone.
Lasciatemi in un'isola,
a parlare con me,
a consolarmi da solo,
a cercarmi da solo.

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progettogayforum
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Re: Lasciatemi in un'isola

Messaggio da progettogayforum » giovedì 24 agosto 2017, 19:51

Caro Geo,
stavo per risponderti con une serie di incoraggiamenti standard, ma poi, pesandoci bene, beh … tante delle sensazioni che descrivi le ho provate e le provo tuttora anche io, forse un po’ attenuate dal fatto che i miei contatti sono in grande maggioranza gay e mi scapita spesso di sentirmi nel mio mondo. Certo, se esco dall’ambiente di Progetto, che è comunque molto particolare, la sensazione di solitudine la sento eccome. Con i miei amici etero che non sanno di me i rapporti sono buoni, ma ovviamente non scendono nella dimensione del privato, con quelli che sanno di me potrei parlare più liberamente, qualche volta lo faccio e trovo anche rispetto e ascolto, ma è ovvio che quando mi trovo coi ragazzi di Progetto la cosa è completamente diversa. Lì mi sento eccome nel mio mondo e, anche se ci sono enormi differenze di età, ho l’impressione che ci si capisce benissimo, perché in fondo si sono vissute vite profondamente simili. Certo può sembrare che uno si rinchiuda in un ghetto, però, in fondo, in questo cosiddetto ghetto si sta bene. Gli altri… beh credo che non cambierebbero parere nemmeno se vedessero le cose da vicino e comunque ho di meglio da fare che aspettarmi comprensione da chi non ha rispetto del prossimo. La solitudine c’è è vero, ma è relativa e ci si può convivere.

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Gio92
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Re: Lasciatemi in un'isola

Messaggio da Gio92 » giovedì 24 agosto 2017, 20:19

Bravissimo Geografo, hai espresso bene il concetto di solitudine.

Spesso ci si sforza di stare con gli altri ma stare con gli altri fisicamente è un conto, ma emotivamente è molto ben diverso. Ed è quì che cominciano le solite paranoie su se stessi e su come dovrebbero andare le cose.
Io ho capito che il punto centrale della mia vita sono io, me stesso, e se non sono predisposto ad accogliere persone nella mia vita in questo momento, pazienza, sto benissimo lo stesso.

Un concetto che rafforza e peggiora la solitudine stessa è: "non sopporto di stare solo" oppure "solo i perdenti sono soli";
in realtà se tu stai bene con te stesso non ti sentirai più solo emotivamente perchè il tuo ego ti fa compagnia, e se all'esterno la gente avverte che tu sei in compagnia di te stesso e che stai bene possono cambiare opinione e capire che non sei uno sfigato, qualora l'avessero pensato.

Ovviamente parallelamente a tutto ciò bisogna pur crearsi un minimo di vita di relazione ma allo stesso tempo non bisogna forzare il tutto, altrimenti avviene tutto in modo innaturale. Devi anche aspettare che la pianta cresca da sè, tu intanto continua a nutrirla d'acqua!

Spero di aver spiegato bene ciò che volevo farti arrivare.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

Francesco1999
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Re: Lasciatemi in un'isola

Messaggio da Francesco1999 » giovedì 24 agosto 2017, 22:07

Si naufraga in flutti di lontani sogni
Finchè la bellezza non piú meraviglia desta
Anche l'esistenza sembra perdere ogni suo semantema.
Il cuore, o sconosciuto viandante si accorge
Non pretende con le proprie mani
Di innalzare megalitiche cattedrali.
Sa che la conoscenza è linguaggio della Bellezza
Commosso si deve arrendere alla parola
Non di Dio ma quella che esprime il proprio Io,
Capisce l'uomo che ha bisogno non dell'infinito
Ma di quello magico sguardo cosí amico.

Rassegnato lasciarsi andare
È la dove i Meridiani si intrecciano e dissimulano in stelle
Inattesa sorpresa è l'inerzia del sognare,
La riconoscerai sconosciuto viandante
Captando chissà quali autunnali venti
Leggiadri spirare.
Vagabondo è il pensiero
Cerca quell'immenso ed eterno silenzio
Per il quale varrà professarsi parola,
Un semplice affetto da osare chiamare casa.

La solitudine ha una cieca coscienza di se stessa,
É dove l' essere e il niente esistono in un unico ente,
Consuma e assasina lentamente l'anima
È in se vittima e carnefice.
Lama è silenzio e la confusione
Ma urla consapevoli sono la sua natura,
Continua a recidere ma si arrende
A quella mano,
Mano tra tutte le mani,
Di quel uomo dallo sguardo un pò piú sincero.
Non desiderare la solitudine, il lontano fuggire
La solitudine è chimera di se stessa.

La tua stessa Poesia
Non ti lascerà mai,
Vergine e bellissima dama
Canta per mezzo delle tue parole un'armonia
Tempesta e furia serena
Innocente e condannato richiamo,
Labile Invocando di chi cessare farà il tuo pianto.
Mai l'abbandonare, è il tuo sublime
Dove sopravvivenza e morte
Danzano congiunti sul ciglio dell'orizzonte.

Cerchi impotente l'amore,
Ma se il Sole nel giorno
Seppur distante sia dall'amata Luna
Giungere fa sempre i suoi raggi,
Questi tuoi versi saranno la tua luce.

Continua sconosciuto viandante
Potresti arrenderti a un passo dopo l'eterno vissuto
Passato a soffrire e disperatamente cercare
Da quel miracolo immensamente desiderato.

Volgi ora lo sguardo Alla volta del cielo,
Giureresti mai D’aver visto qualcosa di più bello?
È l’intero universo Galattico Carillon
Questa mia lirica
La sua chiave,
Ti prego Girala nel leggerla.

Arpeggiano lontani i suoi anelli
Saturno inneggia celesti ritornelli.
Danzano le aurore
Gioiose di sontuose giostre,
Corrono le stelle
A raccontare incantevoli novelle.

L’intero Universo si muove
Creando coreografie cosmiche Solo per te.
Non so cosa mai sognerai
Ma quando lo incontrerai,
Sono sicuro glielo racconterai.

Puó sembrare che vagare assorto e sempre piú lontano
Possa sembrare l'unico sentiero,
Ma donati l'immenso, sii te stesso
Non ti lasciare alle inerzie
Ma, o Simile viandante
Affina ogni espressione di te,
Vivi per quello che sei
Sotto la volta del cielo è chi amerai.

Se lamenti di essere diverso e di non essere compreso spero che questo giovane sconosciuto ti si sia avvicinato nel tuo pensiero.
In questo mondo non sei solo, ci sono molti esseri umani che sono umani e per questo simili a te, lascia perdere quegli spettri, tutti quegli uomini e donne che spendono il vivere parlando del superficiale, vivono in un inferno senza fiamme.
Ciò nonostante in questo mondo dei consumi,ci sono degli uomini che rimangono veri, sono rari e per se unici.
Ci vuole un antica pazienza.
...
Ammetto di essermi lasciato andare, spero di averti consolato e di avere almeno scritto una parola che ti rimarrà, e non di esserti sembrato un folle.
ti auguro ormai una Buonanotte.


Francesco1999

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