Un amore al bar... Parte III

Romanzi, racconti, poesie, canzoni e componimenti di ogni genere scritti dai ragazzi del Progetto
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Isolander_Andy
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Un amore al bar... Parte III

Messaggio da Isolander_Andy » lunedì 22 novembre 2010, 19:07

Bene eccoci qui! Dopo parecchio tempo di inattività ho deciso di continuare la storia di Davide e Luca.
Poiché ormai la storia sta sfuggendo al mio controllo, non so dove andranno a finire oggi i nostri personaggi. Sta diventando tutto molto intuitivo e poco "razionale".
Mi scuso in anticipo se gli eventi che prenderanno forma in questa parte non soddisferanno le vostre aspettative. Le cose che sto per scrivere sono dettate in extempore dal mio subconscio e non so fin da ora cosa accadrà, è una sorpresa anche per me...
Buona lettura (o meglio, tortura)
Riferimenti:
Parte I - viewtopic.php?f=31&t=904
Parte II - viewtopic.php?f=31&t=922

"Avete presente una mela? Perché, mi chiedo, perché? Che cosa ha fatto di male una mala per meritarsi tutte queste inutili attenzioni? E pensare che la mela come la vediamo noi non è nemmeno un frutto! Solo la parte interna vicino ai semi è il frutto!
Certe cose, pensava Luca, lasciano sconvolti, come il fatto che la mela non è il frutto vero e proprio. Sì, decisamente, certe cose sconvolgono. Ebbene, bisogna avere uno stomaco di cartone cucito col fil di ferro per sopportare certe cose. Perché altrimenti saremmo schiacciati dalle conseguenze di certi eventi e dallo sconvolgimento che questi eventi provocano.
Appena una settimana dopo quel pomeriggio intenso, Davide l'aveva chiamato al telefono."

«Ciao Luca, senti, devo dirti una cosa importante... I miei l'hanno capito».
BAM! Un colpo in pieno stomaco.
Avete mai ricevuto uno schiaffo in pieno viso? È la stessa sensazione.
Davide, dopo un paio di secondi, riprese: «E ora vogliono sapere con chi mi sto vedendo... Lo sai che appena gli dirò il tuo nome vorranno parlare con i tuoi genitori... Non posso permetterlo, non voglio che tu ti trova in mezzo a questo casino per colpa mia...»
Cos'era? Un addio?
«Scusami, Luca... credo che dovremmo smettere di sentirci. Ma tu lo sai che ti amo. Lo sai vero? Ti prego, se hai una soluzione migliore, dimmela, perché mi sto odiando per quello che ti sto dicendo... Ti prego».
Io, avrei dovuto trovare una soluzione? Gesù, perché i compiti infami toccano sempre a me? In realtà non volevo trovare una soluzione, perché qualsiasi soluzione mi impediva di stare con lui. Il mio alter ego mi sussurrava cose assurde nella mente. Più mi sforzavo di non sentirlo, più rimanevo vittima delle sue lusinghe: "Mollalo, è un poco di buono. Lascialo stare. Tu ne trovi quanti ne vuoi, di ragazzi".
Ma che cosa sto dicendo!?
Sveglia! Luca, sveglia!
Dio, ma che mi prende!?
Io voglio solo Davide.
Provai a parlare: «Davide... Non so che cosa dire, come l'hanno capito?»
E lui, in evidente imbarazzo, con un fil di voce disse soltanto: «L'hanno capito dal modo in cui ti guardavo... Però per fortuna non hanno capito che eri tu l'oggetto del mio sguardo... Loro ti conoscono come un "bravo ragazzo" e non hanno pensato che possa essere tu il mio fidanzato... Per fortuna».
«Beh, che dovremmo fare? Non lo so cosa dovremmo fare... Diglielo. Digli che sono io, tanto prima o poi anche i miei me l'avrebbero chiesto».
«Sul serio? Ma stai scherzando?»
«No, no... Non scherzo affatto: mia madre è da una settimana che mi fa domanda strane, sopratutto quando in TV si parla di sesso, di coppie di fatto... Non preoccuparti, magari ai tuoi va anche bene che sia io, visto che mi trattano come se fossi loro figlio»
Silenzio... Si sentiva solo il respiro dell'altro, all'altro capo del telefono.
Luca si disse che era la soluzione migliore.
Probabilmente...
Non sapevo quello che avrei dovuto dire! Cosa avrei dovuto dire? Io amo Davide, nulla me lo può impedire! Io voglio stare con lui, nessuno mi farà cambiare idea, nemmeno i miei genitori o i suoi. Lo stesso vale per lui.

"In realtà non ci fu nulla di più sbagliato se non rivelare che l'amante di Davide era Luca.
Subito partirono telefonate a destra e a manca.
Dopo due giorni i genitori dei ragazzi decisero di incontrarsi, erano amici da tempo, ma in quel frangente erano come gli eserciti spartano e persiano che si davano battaglia alle Termopili.
Luca avrebbe giurato di non aver visto suo padre così furioso nemmeno quando aveva rotto per sbaglio tutta la sua collezione di navi in bottiglia.
Davide per contro non aveva mai visto sua madre così disperata, nemmeno quando per sbaglio bruciò l'agnello a Pasqua, l'anno prima.
Era giunta forse la fine del mondo?
Il padre di Luca sosteneva che "quello" (riferito a Davide) l'avrebbe traviato e fatto diventare un degenerato mentale. Per contro il padre di Davide sosteneva il contrario (giustamente).
Le due mamme invece si guardavano negli occhi, piangendo, scoccando sguardi di fuoco talmente violenti che se fra loro ci fosse stato un barile di benzina avrebbe preso fuoco e sarebbe saltato in aria.
Non successe nulla di grave, ci fu solo un feroce scambio di battute.
I due ragazzi guardavano la scena impassibili, quasi annoiati.
Fino a che uno di loro, Davide per l'esattezza, si alzò dallo sgabello su cui era seduto e prese la parola, Luca fissava la scena con preoccupazione.
«Mamma, papà, lo volete capire che non è colpa di Luca? Sono io che l'ho cercato. Lo volete capire che mi piace? A me non piacciono le ragazze, come ve lo devo spiegare? Con un disegno?»
Benché non ci fosse nulla di ironico nella sua affermazione, Luca non riuscì a trattenere un sorriso. Davide lo notò.
«Vedete quel ragazzo? QUEL ragazzo è il MIO ragazzo? Intesi? Potete urlarvi quanto volete, ma io non cambierò idea. Io lo amo. Lo capite?»
Ora Luca era imbarazzato.
Davide stava per continuare, ma Luca venne verso di lui e lo zittì con un gesto della mano... poi parlò."

(È ora che torni in scena io, Luca, è la mia storia! La racconto io!)

Andai verso Davide. Gli chiesi di farmi parlare un attimo. Lui si fece un attimo da parte.
«Mamma, papà... ciò che Davide ha detto, vale anche per me. Non è stato lui a rendermi "così". In realtà io l'ho capito già da molto tempo. E lui è il ragazzo che è entrato nel mio cuore. Non posso sopprimermi perché a voi non piace quello che sono, io non posso smettere di amare una persona. Io amo questo ragazzo. Potete farvi tutti i complessi del mondo, ma sappiate che i problemi ce li avete soltanto voi, non io. Io sto benissimo così, non sono né malato né un pervertito. Sono vostro figlio, vi voglio bene. Ma per favore, lasciate che sia io a decidere con chi passare il resto della mia vita. Non intromettetevi anche in questo. Lasciatemi in pace. Io voglio Davide».
Dissi queste parole, senza apparente sofferenza... Ma appena smisi di parlare, le lacrime invasero il mio volto. Non ci fu nessuno che venne in mio aiuto, tranne che una persona. Lui. Lui, lui venne vicino a me e mi asciugò le lacrime con la sua maglia. Mi strinse forte e mi diede un bacio sulla fronte.
Mi prese per mano e mi portò in casa.
Ai nostri genitori disse soltanto una cosa: «Noi siamo in casa, sbrigatevela da soli».
E sotto lo sguardo stupito e imbarazzato dei nostri genitori, noi ce ne andavamo in casa a prepararci una spremuta d'arance.

Sebbene possiate pensare che la storia sia finita qui, con questa bella immagine come lieto fine, devo purtroppo dirvi che in realtà siamo solo all'inizio. Io e Davide siamo felici che i nostri genitori ormai ci abbiano accettato.
Ora riamane solo l'ostacolo più grande: la scuola e gli amici.
Isolander
«Non credo alla storiella della mezza mela. L'altra metà sono sempre io. E solo dopo essermi completato potrei scegliere davvero cosa fare. Magari potrei dividere un cesto con un'altra mela.»

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serpentera
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Re: Un amore al bar... Parte III

Messaggio da serpentera » lunedì 22 novembre 2010, 21:13

Caspita,sei uno scrittore nato,isuccio!!
Hai pensato che in futuro potresti farci un libro? :?: :?:

barbara
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Re: Un amore al bar... Parte III

Messaggio da barbara » martedì 23 novembre 2010, 8:21

Bella Iso! C'è tensione in questo brano, davvero! Per un momento sono stata io pure seduta in un angolo di quel salotto in apprensione per quello che avrebbe potuto succedere.
Ma hai ragione tu, giustamente . Che doveva succedere? I genitori strepitano , ma alla fine quando i figli sono grandi che possono fare?
Poco o nulla ( in questo caso per fortuna ). Un figlio mediamente ha MOLTE più energie di un genitore della mia età.
Ci arriviamo stanchini a questo traguardo e vorremmo solo star tranquilli.
Le discussioni ci logorano, le preoccupazioni pure, perciò se Davide e Luca sono abbastanza sicuri di sè e del loro amore, il destino è nelle loro mani.
un abbraccio
barbara

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Isolander_Andy
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Re: Un amore al bar... Parte III

Messaggio da Isolander_Andy » martedì 23 novembre 2010, 19:02

serpentera ha scritto:Caspita,sei uno scrittore nato,isuccio!!
Hai pensato che in futuro potresti farci un libro?
Sì, ci ho pensato... Ma sarebbe un lavoro colossale rimettere bene le concordanze dei verbi, aggiustare la trama, definire un po' meglio i personaggi e gli ambienti...
Sarebbe un lavoro mastodontico...
Però chissà, forse un giorno potrebbe anche uscirci fuori un bel racconto :D
barbara ha scritto:Bella Iso! C'è tensione in questo brano, davvero! Per un momento sono stata io pure seduta in un angolo di quel salotto in apprensione per quello che avrebbe potuto succedere.
Ma hai ragione tu, giustamente . Che doveva succedere? I genitori strepitano , ma alla fine quando i figli sono grandi che possono fare?
Poco o nulla ( in questo caso per fortuna ). Un figlio mediamente ha MOLTE più energie di un genitore della mia età.
Ci arriviamo stanchini a questo traguardo e vorremmo solo star tranquilli.
Le discussioni ci logorano, le preoccupazioni pure, perciò se Davide e Luca sono abbastanza sicuri di sè e del loro amore, il destino è nelle loro mani...
Era esattamente quello che volevo dire. È vero che i genitori sono un punto fondamentale di riferimento per i ragazzi, ma non è detto che essi debbano per forza intromettersi nelle faccende personalissime dei loro figli.
Credo che così facendo venga a mancare un presa di coscienza di se stessi e un mancato sviluppo delle proprie capacità.
"Far fare sempre tutto a mamma e papà" non è bene. Non aiuto affatto.
Sono solo mie idee, può darsi che mi sbaglio.
Isolander
«Non credo alla storiella della mezza mela. L'altra metà sono sempre io. E solo dopo essermi completato potrei scegliere davvero cosa fare. Magari potrei dividere un cesto con un'altra mela.»

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