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Cernusco sul Naviglio,
01.05.2007
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Mio caro Domenico,
questa è la prima lettera “ufficiale” che ti scrivo e chissà che non sia l’inizio di una lunga serie. Scusa per il foglio di fortuna che sto usando, ma ora non sono in camera, perciò per non perdere tempo prezioso, mi accontento di ciò che ho a portata di mano. Teoricamente dovrei lavorare, ma mille pensieri si affollano in me e, tra questi, tu sei al primo posto. Ti vedo, infatti, t’immagino qui accanto a me e quello che scorgo è piacevole: sei qui, così, sorridente, in silenzio, con gli occhi che ti brillano e le nostre bocche sempre più vicine. Vicine fino a sfiorarsi, prima timide, poi sempre più decise, sempre più desiderose di conoscersi da vicino, intimamente, abbandonando la naturale timidezza per far posto alla confidenza, alla tranquilla accettazione di quella nuova conoscenza, alla fiducia calma e serena che quel contatto rappresenta. Ti vedo e mi vedo così. Gli occhi chiusi, le bocche unite, il respiro sempre più tranquillo. La mia mano destra delicatamente posata tra il tuo orecchio e la nuca, quella sinistra invece si muove su di te, dapprima sulla tua guancia, poi piano sul collo e via via più giù, carezzando delicatamente il tuo petto, la tua pancia, per giungere infine al bordo della maglietta. Timidamente con la punta delle dita si affaccia sotto di essa per fare diretta conoscenza della tua pelle con la mia e da lì lentamente risalire, dolcemente, delicatamente fino al tuo petto e lì trovare il suo riposo mentre le nostre bocche ancora prendono confidenza e fanno rapidamente amicizia, scoprendo quanto sia stata vera l’impressione causata dentro di noi attraverso quel primo sguardo, in quell’istante in cui i nostri occhi s’incrociarono e sentimmo che non saremmo stati due semplici conoscenti. Senza parlare decidemmo di conoscerci più a fondo, così che da subito cominciammo a cercarci, a desiderare di stare vicini, incrociando sguardi per scoprire che ci piacevamo, incuriositi da quella prima fortissima sensazione. Fu un istante e in me crollò quella che credevo essere ormai una certezza: “Mai – dicevo – potrò innamorarmi!”
E invece...
“E poi all'improvviso sei arrivato tu, non so chi l'ha deciso, mi hai preso sempre più con la quotidiana guerra con la razionalità, ma va bene pur che serva per farmi uscire. Come mai – davvero mi chiedo – ma chi sarai, per fare questo a me!”
Davvero, chi sei Domenico? Me lo chiedo spesso e ora che ho lasciato libero sfogo alla fantasia e alla penna, mi ricompongo e mi faccio più riflessivo. Ho parlato di un bacio (incredibile quanto forte sia questo desiderio in me!) e ora si aggiunge il momento in cui le nostre bocche si salutano per permettere agli occhi di leggersi a vicenda, di tenersi fermi gli uni negli altri e permettere di conoscerci meglio, di raggiungere viaggiando in silenzio, quelle reciproche profondità cui non tutti possono accedere. Che bella l’immagine di uno sguardo così intenso! Solo l’idea, la proiezione ideale in me, ha il potere di farmi sentire accolto finalmente e con il cuore che sereno si adagia nei tuoi occhi per poi dolcemente scivolare in te.
Scusa, ma mi son fatto prendere ancora una volta la mano dall’immaginazione, ma ora prometto che starò più attento. Caro Domenico, tu – come vedi – hai preso e messo a nudo il mio cuore adolescente, ma ora a parlare sarà l’uomo trentaquattrenne che è consapevole di quello che fa, che vuole essere sincero e trasparente perché di sicuro l’ultima cosa che vorrebbe è ingannare, illudere o far soffrire.
Ho lasciato scorrere la penna seguendo l’impulso del cuore, ma pur sempre consapevole che il desiderio non può essere lasciato allo stato brado perché poi grandi sono i danni che ne derivano. Ho parlato del mio cuore adolescente perché tale io sento di essere dentro me, ma al tempo stesso so che l’età, il percorso di vita, le esperienze, tutto ciò che mi ha portato fin qui non sono particolari irrilevanti. Quando ti dissi che avevo paura, non credo che questa affermazione sia passata inosservata in te. Paura! Sì, paura per via di un sacco di pensieri inutili, per quello che mi stava capitando davanti a te. Ora che scrivo però, tutto questo non vuole uscire per fluire attraverso le dita su questo foglio. Preferirei parlarne a voce, con calma e con serietà, perché solo guardandoci negli occhi, stando uno di fronte all’altro, potremo realmente capire se sarà il caso che tu ed io possiamo prendere in considerazione l’idea di un “noi”...
Per un po’ ho temuto, ora invece sono più tranquillo: non so se sono innamorato di te, ma l’amore, quello vero, dicono si costruisca giorno per giorno. Sarà per noi questa “costruzione”?
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Ti abbraccio e ti bacio con tutto il mio affetto.
Tuo Giacomo.[/i]
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