Lo scrivere è l'unico mezzo di sfogo che trovo oltre al teatro e voglio condividerlo con voi, spero non vi dispiaccia.
Questa lettera è stata la prima di una lunga serie che ho scritto quest'estate tutto innamorato di un ragazzo conosciuto durante una tournee di uno spettacolo.
Mi conoscerete un pò meglio.
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Poche ore ci separano e già non mi spiego come tu abbia potuto sgretolare tutte le mie certezze, in soli tre giorni; sarà stato quel tuo modo di fare soavemente sbarazzino, quel tuo toccarmi furtivo, i tuoi mandorlati occhi nocciola, il tuo viso placidamente sorridente, suadente, quel tuo essere narcisista a modo tuo, buono, serenamente convinto, quel tuo muoverti... così... d'istinto.
Tra un atto e l'altro ti ho fissato intensamente, quasi come per dirti “Prendimi!“. Quando ti ero vicino hai emesso un suono, un indistinto mugolio... qualcosa di facilmente e difficilmente interpretabile. Non avrei mai potuto guardarti così in altri momenti: in quell'infinito attimo non esisteva il giudizio degli altri, ero disinibito.
Con la consapevolezza di volerti mio arriva anche una paura matta di tutto ciò che non è 'noi due', qualcosa di insuperabile, un ostacolo insormontabile; eppure in quello sguardo c'eravamo noi, solamente noi: due gioielli, veri, puri... belli. In un brivido.
Dal non conoscerci al condividere tutto quel tempo. Ti ho sentito sempre più vicino, sono arrivato a desiderare il tuo corpo a contatto col mio, a sentire il tuo profumo nell'aria, ad assaggiare le tue labbra nei miei sogni, a desiderare di svestirti lentamente, a baciarti ripetutamente, a sfiorarti il volto con le mani, a sentire il tuo respiro perfettamente in sincrono col mio...
Adesso tu parti, te ne torni a casa...
Io sono qui, bramoso di correre da te, di urlarti il mio desiderio, di sentirti mio prima che tu mi lasci. Eppure ho paura. Ho paura che tutti quei segnali siano stati malignamente creati dalla mia meravigliosa voglia di te. Ho paura che non mi pensi... affatto.
Ti ho tenuto sott'occhio a tutte le ore, costantemente, per tutti questi tre giorni. Tre giorni che la mia mente ripercorre ancora e ancora e che adesso sembrano essere stati un istante. Un incredibile istante.
Ma ora tu non sei più con me, forse non ci sarai mai più, o forse sì... mi manchi.
E perché tutto questo?
Sarà valsa la pena di averti desiderato. Perché, comunque andrà tra di noi, mi hai dato la chiave per fuggire da quella dannata prigione di false e incoerenti certezze. Certo, se tu mi accompagnassi per mano all'uscita di questa cella buia non correrei il rischio di perdermi mai più, non rischierei di farmi rinchiudere ancora dalle mie paure perché tu saresti con me... e probabilmente io sarei felice...
E' tutto così stupendamente chiaro nel mio cuore e nella mia mente che non posso non dirti che ti amo per questo, profondamente.
