Europa, europeo.
Inflazione a parte, parola iperinflazionata.
Utilizzata da oltre 15 anni per indicare sostanzialmente futuro migliore e comportamenti positivi, rischia di perdere completamente il suo significato, gravemente ferita dall'ossesione con cui viene utilizzata dai mass media.
Accade così che un politico che difende “inspiegabilmente” il welfare, diventa europeo o che un cittadino davvero “atipico” che non butta un mozzicone per terra, venga descritto come un vate e glorificato con l'attributo di cittadino europeo.
Bene. Benissimo. Se bastasse veramente ripetere tante volte una parola e riuscire a cambiare in meglio il Mondo, sarei davvero felice, anzi europeo, lasciatemelo dire.
Però fatemi un piacere allora, non chiamatelo “campionato europeo di calcio”.
Rappresentano il 5% della popolazione, secondo le statistiche. Ma basta curare la cataratta sociale e guardare anche solo tra le file dei propri amici, per capire che quel 5% sta molto stretto. Proprio come quel nodo alla gola che impedisce ai calciatori di dichiarare la propria omosessualità senza la paura di sgretolare il binomio macho-pallone di cuoio e la concreta possibilità di essere visti come elementi che potrebbero rovinare lo spogliatoio.
Nel frattempo ha in scena un film già visto: milioni di italiani che si sentono europei seguono con con autentica devozione le imprese degli azzurri e tra una birra e un gelato si interrogano sulla frase detta qualche giorno fa da Cassano: “..froci in nazionale?..mi auguro non ce ne siano veramente..”
Non voglio giudicare Cassano, che tra le altre cose reputo un ottimo giocatore ed una persona simpaticissima, ma voglio sottolineare la banalità con cui i giornalisti e la stampa sportiva in particolare toccano temi così importanti.
Dall'altra parte non cambia nulla, sembrerebbe che la macchina del calcio non abbia interesse a cambiare quelle “regole” che negli anni hanno incoraggiato il proprio successo.
Quello che potrebbe essere un momento eccezionale per dare visibilità ad una realtà che esiste, diviene l'ennesimo tentativo di banalizzare la questione, strumentalizzare le parole di Cassano e farne un capro espiatorio da legare per i polsi e relegare sulle prime pagine dei giornali sportivi..e meno sportivi. Dopo 2 giorni di sterili polemiche, restano le ferite di chi si è sentito tirare in causa e schernito dai media e l'isolamento di calciatori che, in questo modo, non si sentiranno mai liberi di dichiarare al Mondo un proprio diritto.
Il silenzio degli innocenti, a quanto pare, fa solo il 5% di share.
Le trasmissioni di Signorini invece, decisamente di più.
Allora continuate a sbraitare contro uno schermo, per un penalty inesistente o un fuorigioco non fischiato, ma non lamentatevi se vostro figlio non sorride più tanto spesso o se la vostra compagna preferisce uscire con le colleghe di lavoro.
Potreste scoprire che il 5% rappresenta la percentuale di persone che ha avuto la forza di dichiarare la propria omosessualità e che i gay, le lesbiche e bisex costrette al silenzio o che ancora non sanno di esserlo, sono molti di più.
A nulla servì l'appello del forte centravanti tedesco Mario Gomez quando invitò tutti i calciatori a fare outing, sostenendo che avrebbero giocato con maggiore libertà: “Essere gay non e' un tabu' da tanto tempo'..abbiamo gia' il vicecancelliere tedesco gay, ed anche il sindaco di Berlino'..”. Le parole del calciatore furono irrimediabilmente dribblate dagli altri colleghi e utilizzate dai giornalisti per confezionare qualche articolo farcito di banalità di primissima scelta e gossip quanto basta.
Rispolveriamo allora qualche bella foto di calciatori colti in atteggiamenti “ambigui”, perchè si sa, col gossip, a farsi i fatti degli altri, si campa 100 anni.
Ah già, quasi dimenticavo, buon campionato “europeo” a tutti
Ma temo durerebbero poco.... come tutti i pensieri che (almeno in teoria) non ci riguardano direttamente.
) ma non c'è altro 
