"Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

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SkStatic
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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da SkStatic » domenica 29 luglio 2012, 18:35

Io non ho capito se stai scherzando, anzi ritengo offensiva la tua possibile e ovvia serietà ... ma non venirmi a dire che è meglio il silenzio e che è giusto assistere all'umiliazione del proprio figlio e continuare a cenare come se non fosse successo nulla, piuttosto che causare un putiferio ...

Questa è una madre :

http://www.youtube.com/watch?v=1byJIoXDPtA

o almeno così dovrebbero essere .... ma sai quanto me ne sarebbe fregato delle conseguenze e del resto degli ospiti dell'albergo se avessi ottenuto in cambio una cosa simile ? Se avessi avuto un padre e una madre dalla mia parte ? Nessuno conterebbe più nulla, nessuno potrebbe più ferirmi, nessuno potrebbe più umiliarmi perchè sarei immune ... nessuno potrebbe più scalfirmi, perchè sarei finalmente e completamente vivo.


Etty Hillesum
Per umiliare qualcuno si deve essere in due: colui che umilia, e colui che è umiliato e soprattutto: che si lascia umiliare. Se manca il secondo, e cioè se la parte passiva è immune da ogni umiliazione, questa evapora nell'aria. Restano solo delle disposizioni fastidiose che interferiscono nella vita di tutti i giorni, ma nessuna umiliazione e oppressione angosciose.

Un breve evento spiacevolissimo e aggiungerei anche indimenticabile, a cui non si potrà mai più riporre rimedio ... ti ha fatto talmente male, che sei arrivato ad accettare la "non Reazione di chi ti ha cresciuto e amato" ( perchè si presume che un figlio debba essere amato sempre e di conseguenza protetto, in un mondo di Favole a quanto pare ormai ) .... come se alternative accettabili non potessero essere concepite ... ma invece, esistono, cacchio se esistono ... ci sono genitori che sanno amare, CI SONO ...
Non dico che avresti dovuto odiare i tuoi genitori da quel giorno, ma nemmeno giustificarli con tanto ardore ...

Ricordati infine, che non hai sofferto solo tu ... non sono mai stato così infastidito fino ad oggi su Progetto, mai ...

Oggi, se avessi avuto la fortuna ( che non ho nemmeno io ), di avere determinati genitori, l'avresti una risposta a "Sei Frocio ?" ... anzi quando sarà la mia occasione, quella risposta la getterò con la stessa intensità in cui mi verrà lanciata la Domanda, niente violenza ... non ne ho bisogno ... ma l'avrò perchè la voglio questa vita, la voglio tutta !!

Ma che credi, di averceli solo tu parenti ed amici infidi ? Ho decine e decine di parenti di giù, che se sapessero di me e ne avessero la possibilità me ne direbbero a decine ... e forse solo mia madre reagirebbe e dico forse ... e dovrei accettarlo come cosa buona e giusta per contenere il pettegolezzo ?

Stai sicuro che non ci torno in questo topic a farmi di nuovo insultare ...

barbara
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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da barbara » domenica 29 luglio 2012, 20:28

Skstatic , questo argomento deve averti molto scosso per rispondere così.
Non credo tuttavia che nessuno ti abbia insultato. Notturno ha solo espresso il suo parere, a me pare in modo civile. Se rileggi il suo intervento converrai con me che è così.

Alyosha
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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da Alyosha » domenica 29 luglio 2012, 21:12

Caro Notturno non credo sia il caso di discutere di questioni di principio o di cosa avresti o non avresti dovuto fare, dopo così tanto tempo, credo che la cosa più importante sia invece che finalmente ne stai parlando. Mi chiedo soltanto a distanza di anni come stai all'idea che quel silenzio s'è ancora prolungato. Vedi quando capii di essere gay, realizzai subito che l'ultima cosa che volevo è che i miei genitori fossero morti senza sapere chi fossi, senza avermi mai conosciuto veramente. Loro non se ne rendono conto quando glielo dici magari e la vivono come la peggiore delle disgrazie, ma non si rendono conto che invece un figlio che dice loro questo segreto inconfessabile, gli sta dando un'enorme opportunità, la possibilità di riparare a tanti errori. Quella possibilità non avrebbe mai potuta esserci e invece gli è stata data. Mi rendo conto che l'età è un fattore determinate e se fossi un ragazzino di sedici anni credo avrei taciuto anch'io, cos'altro fare, se non tacere? Non vedo molte altre soluzioni. Si è troppo piccoli per determinare il proprio futuro, troppo subordinati da ogni punto di vista per rischiare e se ci sono oggettivi elementi per ritenere che i propri genitori non condividano, beh forse è meglio tacere. Non viviamo nel paese delle meraviglie e bisogna fare i conti con la realtà.
Tuttavia mi chiedo cosa farebbe adesso l'uomo di quarant'anni, cosa direbbe a quel bambino, per consolarlo, cosa gli consiglierebbe di fare. Mi chiedo ancora cosa direbbe quel bambino all'uomo che sei oggi, se in qualche modo a distanza d'anni è ancora li che chiede qualcosa. Forse si o forse no, ma probabilmente il tuo è solo un tentativo di lasciar dialogare il ragazzino che sei stato con l'uomo che sei diventato, di far pace con te stesso in qualche modo. Non è facile rimestare certe cose, non è facile per niente. Però la questione fondamentale adesso è come ti vedi tu, secondo me, se dentro te hai accettato quella definizione che è in sé un giudizio o se l'hai rifiutata, capire dentro quel silenzio, tu cos'hai risposto in questi lunghi anni. Io lo dico che bisognerebbe rinunciare a tutte quelle parole che nascondo dentro di sé un giudizio, già delle sentenze e "frocio" mi pare una di queste parole. Qualcuno mi dice che cerco il pelo nell'uomo, ma probabilmente quel ragazzino ti ha semplicemente offeso, non scoperto e c'è una bella differenza. Non ti ha svelato, riconosciuto, ma soltanto offeso e su questo rifletterei, perché omosessuale o no, comunque resterebbe il fatto che quello era un insulto e qualcuno certamente avrebbe dovuto intervenire. I silenzi lasciano troppi spazi a fraintendimenti e creano distanze insormontabili. Mi chiedo soltanto quanto dentro te e dentro la tua famiglia sia durato quel silenzio e se adesso continueresti a tacere in una situazione analoga. Vedi caro notturno indietro non si può tornare, la linea del tempo corre solo in avanti, non ha molto senso chiedersi cosa avresti potuto fare, ma cosa intendi fare adesso e per il tuo futuro, questo se le esperienze vissute non devono servire ad emettere sentenze sugli altri o su noi stessi, ma ad imparare e migliorare la propria condizione.

Notturno
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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da Notturno » lunedì 30 luglio 2012, 1:58

SkStatic ha scritto:Io non ho capito se stai scherzando, anzi ritengo offensiva la tua possibile e ovvia serietà ... ma non venirmi a dire che è meglio il silenzio e che è giusto assistere all'umiliazione del proprio figlio e continuare a cenare come se non fosse successo nulla, piuttosto che causare un putiferio ...

Questa è una madre :

http://www.youtube.com/watch?v=1byJIoXDPtA

o almeno così dovrebbero essere .... ma sai quanto me ne sarebbe fregato delle conseguenze e del resto degli ospiti dell'albergo se avessi ottenuto in cambio una cosa simile ? Se avessi avuto un padre e una madre dalla mia parte ? Nessuno conterebbe più nulla, nessuno potrebbe più ferirmi, nessuno potrebbe più umiliarmi perchè sarei immune ... nessuno potrebbe più scalfirmi, perchè sarei finalmente e completamente vivo.


Etty Hillesum
Per umiliare qualcuno si deve essere in due: colui che umilia, e colui che è umiliato e soprattutto: che si lascia umiliare. Se manca il secondo, e cioè se la parte passiva è immune da ogni umiliazione, questa evapora nell'aria. Restano solo delle disposizioni fastidiose che interferiscono nella vita di tutti i giorni, ma nessuna umiliazione e oppressione angosciose.

Un breve evento spiacevolissimo e aggiungerei anche indimenticabile, a cui non si potrà mai più riporre rimedio ... ti ha fatto talmente male, che sei arrivato ad accettare la "non Reazione di chi ti ha cresciuto e amato" ( perchè si presume che un figlio debba essere amato sempre e di conseguenza protetto, in un mondo di Favole a quanto pare ormai ) .... come se alternative accettabili non potessero essere concepite ... ma invece, esistono, cacchio se esistono ... ci sono genitori che sanno amare, CI SONO ...
Non dico che avresti dovuto odiare i tuoi genitori da quel giorno, ma nemmeno giustificarli con tanto ardore ...

Ricordati infine, che non hai sofferto solo tu ... non sono mai stato così infastidito fino ad oggi su Progetto, mai ...

Oggi, se avessi avuto la fortuna ( che non ho nemmeno io ), di avere determinati genitori, l'avresti una risposta a "Sei Frocio ?" ... anzi quando sarà la mia occasione, quella risposta la getterò con la stessa intensità in cui mi verrà lanciata la Domanda, niente violenza ... non ne ho bisogno ... ma l'avrò perchè la voglio questa vita, la voglio tutta !!

Ma che credi, di averceli solo tu parenti ed amici infidi ? Ho decine e decine di parenti di giù, che se sapessero di me e ne avessero la possibilità me ne direbbero a decine ... e forse solo mia madre reagirebbe e dico forse ... e dovrei accettarlo come cosa buona e giusta per contenere il pettegolezzo ?

Stai sicuro che non ci torno in questo topic a farmi di nuovo insultare ...
SkStatic, o mi hai frainteso completamente, o comunque non capisco come tu possa essere stato offeso dal mio racconto.
Reitero: i miei genitori, tacendo, hanno fatto (probabilmente) la scelta migliore.
Non li biasimo.
Se avessero parlato, probabilmente si sarebbe finiti ad urlare, e tutto l'albergo avrebbe sentito. Pensa se qualcuno avesse detto "Per favore! Non parliamo di omosessualita' che ci sono dei bambini qui!!!!"

E poi ripeto, se qualcuno avesse detto qualcosa, avrei avuto i riflettori puntati su di me. Avrei voluto cio' a 15 anni? No!

Se la NORMA in Italia e' l'omofobia (che ci piaccia o no), un genitore che sgrida un altro genitore non risolve nulla. Non si puo' nuotare controcorrente in un fiume in piena!

Notturno
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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da Notturno » lunedì 30 luglio 2012, 2:08

Alyosha ha scritto: quando capii di essere gay, realizzai subito che l'ultima cosa che volevo è che i miei genitori fossero morti senza sapere chi fossi, senza avermi mai conosciuto veramente. Loro non se ne rendono conto quando glielo dici magari e la vivono come la peggiore delle disgrazie, ma non si rendono conto che invece un figlio che dice loro questo segreto inconfessabile, gli sta dando un'enorme opportunità, la possibilità di riparare a tanti errori. Quella possibilità non avrebbe mai potuta esserci e invece gli è stata data.
Alyosha, capisco il tuo discorso, e' sensato.
Ma per me (personalmente) non vale.
Mio padre e' morto qualche anno fa, senza che io gli dichiarassi mai ufficialmente la mia omosessualita'.
Lui non ha mai chiesto, io non ho mai detto: don't ask, don't tell.
A me andava bene cosi'. Evidentemente anche a lui.

Alyosha ha scritto: Tuttavia mi chiedo cosa farebbe adesso l'uomo di quarant'anni, cosa direbbe a quel bambino, per consolarlo, cosa gli consiglierebbe di fare. Mi chiedo ancora cosa direbbe quel bambino all'uomo che sei oggi, se in qualche modo a distanza d'anni è ancora li che chiede qualcosa. Forse si o forse no, ma probabilmente il tuo è solo un tentativo di lasciar dialogare il ragazzino che sei stato con l'uomo che sei diventato, di far pace con te stesso in qualche modo. Non è facile rimestare certe cose, non è facile per niente. Però la questione fondamentale adesso è come ti vedi tu, secondo me, se dentro te hai accettato quella definizione che è in sé un giudizio o se l'hai rifiutata, capire dentro quel silenzio, tu cos'hai risposto in questi lunghi anni. Io lo dico che bisognerebbe rinunciare a tutte quelle parole che nascondo dentro di sé un giudizio, già delle sentenze e "frocio" mi pare una di queste parole. Qualcuno mi dice che cerco il pelo nell'uomo, ma probabilmente quel ragazzino ti ha semplicemente offeso, non scoperto e c'è una bella differenza. Non ti ha svelato, riconosciuto, ma soltanto offeso e su questo rifletterei, perché omosessuale o no, comunque resterebbe il fatto che quello era un insulto e qualcuno certamente avrebbe dovuto intervenire. I silenzi lasciano troppi spazi a fraintendimenti e creano distanze insormontabili. Mi chiedo soltanto quanto dentro te e dentro la tua famiglia sia durato quel silenzio e se adesso continueresti a tacere in una situazione analoga.
In una situazione analoga, adesso, probabilmente tacerei ancora. L'alternativa sarebbe la litigata... il putiferio...

Alyosha ha scritto:Vedi caro notturno indietro non si può tornare, la linea del tempo corre solo in avanti, non ha molto senso chiedersi cosa avresti potuto fare, ma cosa intendi fare adesso e per il tuo futuro, questo se le esperienze vissute non devono servire ad emettere sentenze sugli altri o su noi stessi, ma ad imparare e migliorare la propria condizione.
Qui concordo con te.

Alyosha
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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da Alyosha » lunedì 30 luglio 2012, 4:00

Notturno stanotte mi sa che sono più notturno di te :). Tu non lo puoi sapere ma sei il primo che mi chiama con il mio nuovo nick, sono proprio contento suona bene! A parte questo penso che la cosa più importante è quella che dici infondo, penso che possa metterti un pò di serenità. Anche a me è capitato un sacco di volta mi dicessero che sembravo gay e se fosse capitato davanti ai miei genitori immagino che loro, sopratutto mio padre, dopo si sarebbe limitato a farmi una bella ramanzina per quello che non avevo detto e per come mi comportavo e bla bla, però insomma lì per lì neanch'io immagino avrei detto nulla. Per il resto mi dispiaccio tanto percepisco un enorme tristezza, spero soltanto che parlarne ti abbia fatto bene.
Un abbraccio

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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da SkStatic » giovedì 9 agosto 2012, 19:14

A volte, anche quando vengo involontariamente ferito, ho delle reazioni immediate ... azioni che non mi permettono di valutare le possibili conseguenze delle mie parole.
Ho vissuto un evento di cui non capirò mai il significato e probabilmente non avrò mai una risposta, anche perchè non penso incontrerò ancora la persona che mi ha causato quel particolare dolore. Non saprei nemmeno cosa dirgli.
So solo che anche io mi sono sentito impotente, in una situazione diversa ma pur sempre impotente, ho provato anche molto disgusto verso me stesso per non aver in alcun modo reagito, sono rimasto paralizzato e non so il perchè ... avevo cercato di dimenticarlo quel giorno, credevo di esserci riuscito ... ho versato lacrime amare ( e ormai a 18 anni erano poche le cose in grado di lasciarle andare ) mentre tornavo a casa e per 3 anni l'ho custodito, perchè non avevo nessuno a quel tempo a cui confidarlo senza provare vergogna ... anche se la vergogna non dovevo provarla di certo il sottoscritto ... mi è successo di raccontarlo in privato ad una persona di fiducia, ora penso potrei raccontarlo solo ad una persona che ritengo molto importante e solo realmente ... non è qualcosa di grave ma è stata comunque in grado di incidersi nella mia mente e causarmi rabbia ...
Oggi, le cose sono cambiate e io sono una persona diversa da quella in cui mi ero rinchiuso anni fa ... che tu possa risanare la tua ferita e perdonare la mia insensibilità ... un abbraccio a quel bambino di 15 anni, vorrei non fosse mai successo, a nessuno.

Queste sono le mie scuse

Francesco

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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da barbara » giovedì 9 agosto 2012, 20:25

Grande Francesco! Non sai quanto ammiro questo tuo gesto! :D

voyager79
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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da voyager79 » venerdì 10 agosto 2012, 13:23

Leggendo questo topic mi è tornato in mente un episodio avvenuto ai tempi del liceo, l'unico nel quale ho avuto il coraggio di reagire ai numerosi atti omofobici di cui i miei "cari" compagni erano sempre così solerti nei miei confronti.

E' il giorno di San Valentino e siamo nell'aula di disegno; un mio compagno di classe (uno dei soliti che mi dava il tormento) si avvicina con fare sprezzante e mi domanda: "Hai comprato il regalo per il tuo fidanzato?". Io, non mi spiego ancora come, rispondo immediatamente sorridendo: "Mi spiace, non ti ho ancora preso nulla, ma stai tranquillo perchè pomeriggio vado a comprarti qualcosa"; lui non replica nulla mentre il resto della classe sorride per la mia battuta e la cosa finisce lì.

Se potessi tornare indietro con la consapevolezza di oggi, sicuramente adotterei questo approccio ironico (o forse autoironico) nell'affrontare simili situazioni. Tuttavia, ammetto che non sarebbe stato affatto semplice: oltre ai numerosi appellativi con cui venivo regolarmente chiamato ("gay", "frocio", varianti dialettali del termine omosessuale, mio nome pronunciato al femminile, ecc...), spesso i miei compagni a turno si venivano a sedere accanto a me e mettevano provocatoriamente la mano sulla mia gamba accarezzandola, il tutto sotto lo sguardo sfottente degli altri (ci fosse mai stato uno o una che intervenissero in mio soccorso...). Ripensandoci dopo anni, percepisco ancora l'intensità della violenza psicologica di quel gesto, perchè mi faceva sentire "diverso" e "isolato" dagli altri, ma soprattutto perché per anni mi ha impedito di accettare con serenità la realtà: sono omosessuale.

Parlarne a casa era fuori discussione perché non volevo dare problemi e mi vergognavo nel far sapere loro quale "nomina" avessi a scuola, parlarne con i professori era inutile perché avrebbero preso i miei lamenti come segno di debolezza (ne sono certo perchè feci un tentativo e mi resi conto di costituire solo un problema da risolvere immediatamente senza creare ulteriori danni) e poi avrebbe dato modo ai miei aguzzini/compagni di prendermi in giro perchè incapace di difendermi da solo... Cosa mi restava da fare?

Quello che ho sempre fatto: tenere tutto dentro, reprimere pensieri ed emozioni, subìre tutte le angherie sperando ogni volta che non fossero peggiori delle precedenti...

Se questa sia la scelta migliore o peggiore non sono in grado di dirlo, ma posso dire che essa mi ha permesso di sopravvivere fino ad oggi, pur se lasciandomi in eredità altri problemi, ma questo non rientra nel topic...

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Re: "Ma non vedi che e' frocio?" (storia di vita vissuta)

Messaggio da barbara » sabato 11 agosto 2012, 12:20

Il tuo racconto è molto toccante, Voyager79. Descrive fin troppo bene la sofferenza provocata dal bullismo omofobo.La tua è stata un'esperienza che definirei estrema, poichè il bullismo non è stato occasionale, ma quotidiano e intenso. Vivere in un ambiente dove ci si sente assediati richiede una grande capacità di adattamento e di tenuta; molti ragazzi non ce la fanno.
Trovo estremamente ingiusto che un ragazzo debba difendersi da solo, tanto più nell'ambito della scuola, che dovrebbe essere un luogo educativo.
Per questo spero che in futuro gli adulti , genitori o insegnanti che siano, non tollerino a prescindere certe manifestazioni di omofobia.

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