La libertà di amare

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Light
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La libertà di amare

Messaggio da Light » sabato 23 febbraio 2013, 12:10

Vi riporto un piccolo estratto del mio diario personale.
"Amore" è una parola dai molteplici significati e dalle sfumature quanto mai variegate.

Una parola il cui significato è stato spesso oggi banalizzato, al punto che anche ragazzini nella fase post-infantile della propria vita, senza neanche essere entrati in età ormonale, dicono di "amare", senza aver ancora ben presente di che cosa si tratti, e dicono "Ti amo", "Sei la mia vita" alla fine degli SMS che spediscono alla propria amata o al proprio amato con la stessa facilità di un normale saluto. Non si può fare a meno di sorridere a tanta ingenuità, a quel che ai loro occhi è ancora semplicemente un gioco o poco più, di fronte a quel che in realtà non può essere altro che una semplice amicizia. Si spera che un approccio tanto superficiale non sia altro che una fase preparatoria, a quello che un giorno sarà davvero il loro vero amore, per il quale donerebbero la propria vita.

Ma l'amore è tristemente anche opportunismo, e spesso dettato da secondi fini, molto spesso di natura economica. Si gioca con i sentimenti delle persone con la stessa facilità con cui si tesse la complessa trama di un tessuto, in una rete di tradimenti, triangoli e doppio gioco. Ed è proprio questo secondo caso apre la strada a numerose riflessioni sull'ipocrisia della società di oggi.

In ogni caso, nel senso comune e più immediato del termine, con la parola "amore" ci si riferisce al sentimento di profonda affezione che si prova verso una persona, generalmente del sesso opposto al proprio. Quando si è innamorati ...si finisce col focalizzare la propria esistenza sull'altro, facendosi portatore delle sue esigenze, e si sarebbe disposti a fare di tutto per la felicità del proprio partner, per percorrere insieme il cammino della propria esistenza.
Mi sento ancora di credere ad un concetto tanto utopistico, nel vero significato che ho da sempre attribuito, nella mia immaginazione forse un po' troppo fervida, all'amore. Nel mio mondo immaginario, nella mia utopia felice in cui amo rifugiarmi nei momenti di difficoltà. Perché in fondo, senza sogni, senza un modello di riferimento, per quanto irreale possa essere, chiunque sarebbe perduto.

"...Generalmente del sesso opposto al proprio", ho appena scritto nella mia definizione di "Amore".

Ma a pensarci bene ...perché?
Chi ha imposto tale regola?

"Perché è così che dev'essere", mi era sempre stato raccontato dai miei genitori.
"Perché i maschi vanno con le femmine e viceversa", mi ha sempre suggerito il buonsenso.
"Perché così vuole la natura", mi ha raccontato un sacerdote.
Personalmente, nessuna di queste spiegazioni mi è mai risultata convincente. E riecco emergere dunque, fin dalla più tenera età, la mia natura ipercritica e perennemente costellata dai miei "Perché?". Le mie domande anche fin troppo impertinenti, che troppo spesso hanno finito col cacciarmi in situazioni imbarazzanti o poco piacevoli.

Dunque, e se invece un ragazzo o una ragazza sentisse una forte attrazione verso qualcuno del proprio sesso? Se sentisse verso un altro maschio o un'altra femmina un sentimento dalla forza disarmante, che va al di là della semplice amicizia? Se ne fosse attratto o attratta anche fisicamente?
Al di là degli ovvi limiti biologici dovuti alla procreazione, non riesco a trovare assolutamente nulla di male nell'amare una persona del proprio sesso. L'amore, così come il sesso e l'amicizia, ha molte forme.
E inoltre, perché dovrebbe essere finalizzato esclusivamente alla procreazione? E' questo lo scopo biologico con cui i rituali sessuali e la ricerca di un partner sono nati, in origine, ma nella società di oggi, il sesso e l'amore hanno assunto una valenza ben diversa. E comunque, l'avere o non avere una progenie può ritenersi una scelta personale, esattamente come lo sono la scelta della propria religione o del proprio orientamento politico.

Perché allora, detto e considerato che una certa percentuale di individui in tutti gli animali superiori è bi o omosessuale, tale tematica è ancora tanto discussa e controversa? Perché la specie umana è l'unica a porsi tali problemi? Sono l'unico a concepire l'esistenza di persone con un orientamento sessuale "particolare", diverso da quello considerato canonico, come parte di un equilibrio, di cui non ci si dovrebbe scandalizzare, ma che si dovrebbe accettare come un dato di fatto?

In buona parte, la ragione di tanti timori è da ricercarsi nei pregiudizi di natura religiosa più o meno marcati che la gente comune nutre nei confronti degli omosessuali. In un paese ancora fortemente cattolico, non si riesce ancora ad arrivare alla piena constatazione che condannare l'omosessualità, concepire queste persone come dei malati, è quanto di più limitante possa esserci.
Gli omosessuali non sono persone malate, hanno semplicemente dei gusti diversi da ciò che è definito "comune", "giusto". Non sono degli "affamati di sesso".
Da questo punto di vista l'omosessualità non è diversa da una qualsiasi forma di anticonformismo. Il diverso, l'indipendente intellettuale, viene spesso visto con paura dai mediocri, da coloro incapaci di soffermarsi a riflettere più di tanto sulla realtà che li circonda.

Tutto ciò che desiderano è potersi amare, poter tenere per mano il proprio compagno/compagna per strada, baciarlo e abbracciarlo alla pari di come fanno gli eterosessuali, senza essere scherniti o ricevere occhiate indignate da parte delle persone che si trovano nei paraggi.

Come se amarsi fosse un crimine.

E anche, poter ufficializzare la propria unione, senza necessariamente parlare di "matrimonio", vista la forte valenza religiosa che ancora si attribuisce a tale parola, poter adottare dei bambini, che certamente vivrebbero meglio con "due padri" e "due madri" piuttosto che abbandonati a se stessi in un orfanotrofio oppure alla mercé di situazioni sociali insostenibili.

In una parola ...la libertà di amarsi, e di creare insieme qualcosa di meraviglioso. Una famiglia.

E' assolutamente inconcepibile che un'istituzione religiosa che appare oggi quanto mai anacronistica, in una società sempre più lontana dal vero concetto di "spiritualità", condanni l'omosessualità alla pari delle VERE piaghe sociali, prime fra tutti guerre e regimi dittatori, ancora tristi realtà in molte aree del mondo.
Non sono forse questi i VERI problemi del mondo, quelli con cui la chiesa dovrebbe realmente confrontarsi? Perché accanirsi contro gli omosessuali, quasi fossero il capro espiatorio di ogni male di questa terra?

Non è forse la dottrina cattolica che dovrebbe insegnare l'amore e la fratellanza UNIVERSALE? Il rispetto anche verso i "diversi"?
Sì, universale. Verso bianchi e neri, maschi e femmine, adulti e bambini, animali e persone. Tutti. Nessuno escluso.

L'amore è un sentimento quanto mai ubiquitario, tutti possono innamorarsi e trovare un proprio equilibrio, di chiunque, inaspettatamente. E' una delle forze motrici del mondo, capace di sciogliere anche gli animi più freddi e razionali.
La libertà di amare chiunque, del proprio sesso, o del sesso opposto al proprio, è un diritto inalienabile dell'essere umano.

Perché condannare delle persone che desiderano semplicemente vivere la propria "diversità", se così possiamo chiamarla, in maniera serena?
Anche il concetto di "normalità" è estremamente relativo.
Cos'è veramente "normale"?
Amare ...è normale. E pertanto, perché vietarlo a chi ha la sola colpa di essere nato con (o aver acquisito nel corso della vita) dei gusti sessuali differenti? Love is love.
Soltanto un idiota potrebbe avere paura di vedere due persone amarsi.

Omofobia? Detesto la parola omofobia. Tu non sei spaventato. Tu sei solo uno stronzo!

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Re: La libertà di amare

Messaggio da barbara » sabato 23 febbraio 2013, 14:56

Ciao Light, benvenuto a te e al tuo scritto! :D Il tuo brano di diario mi ha colpito per diverse cose. Intanto lo stile. Molti diari sono scritti come dei dialoghi interiori , narrati sottovoce, altri sembrano un dialogo con l'oggetto diario (non per nulla cominciano con "Caro diario"). Qui mi sembra che invece tu ti rivolga implicitamente a una moltitudine di persone , come se stessi tenendo un discorso a una platea. Ciò crea un effetto particolare, che conferisce al tuo scritto secondo me un carattere deciso e determinato. Da lettrice ho avvertito molto il vigore e l'entusiasmo delle tue parole , come se fossero pronunciate a voce alta per farsi sentire fino in fondo a una sala.
Non solo i contenuti ma anche il tuo stile va un po' controcorrente ai diari cui siamo abituati e per questo sorprende e incuriosisce. Un effetto a cui probabilmente, dato il tuo temperamento, sarai già abituato. ;)
Le tue argomentazioni sono convincenti e chiare . Un discorso che si legge tutto d'un fiato senza esitazioni. Non so cosa stai studiando, ma sei sicuro di non voler fare il politico? ;) Saresti un bravo oratore!

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Re: La libertà di amare

Messaggio da Light » sabato 23 febbraio 2013, 16:00

barbara ha scritto:Ciao Light, benvenuto a te e al tuo scritto! :D Il tuo brano di diario mi ha colpito per diverse cose. Intanto lo stile. Molti diari sono scritti come dei dialoghi interiori , narrati sottovoce, altri sembrano un dialogo con l'oggetto diario (non per nulla cominciano con "Caro diario"). Qui mi sembra che invece tu ti rivolga implicitamente a una moltitudine di persone , come se stessi tenendo un discorso a una platea. Ciò crea un effetto particolare, che conferisce al tuo scritto secondo me un carattere deciso e determinato. Da lettrice ho avvertito molto il vigore e l'entusiasmo delle tue parole , come se fossero pronunciate a voce alta per farsi sentire fino in fondo a una sala.
Non solo i contenuti ma anche il tuo stile va un po' controcorrente ai diari cui siamo abituati e per questo sorprende e incuriosisce. Un effetto a cui probabilmente, dato il tuo temperamento, sarai già abituato. ;)
Le tue argomentazioni sono convincenti e chiare . Un discorso che si legge tutto d'un fiato senza esitazioni. Non so cosa stai studiando, ma sei sicuro di non voler fare il politico? ;) Saresti un bravo oratore!
Ciao, grazie del benvenuto. Mi ero già presentato nella sezione apposita, ma grazie anche in questa sede :) .

Ti ringrazio del commento.
Sì, di fatti è una cosa che mi fanno notare in molti.

In realtà ho un temperamento molto calmo e tranquillo, sono riservato e non dico molto di me. Detesto il cosiddetto "small talking", e per questo sono silenzioso. Non parlo, non intervengo, se si tratta delle solite banalità di tutti i giorni. Mi limito ad ascoltare, ma il più delle volte non dico nulla.

Ma quando si tratta di discutere di argomenti seri, spesso la gente scopre in me una profondità che non si sarebbe mai aspettato di trovare. E' una cosa che indubbiamente mi fa piacere. Allo stesso tempo, infatti, pur essendo pacato e calmo, sono molto determinato e sicuro di me. Le mie convinzioni sono ferree, ma mi piace discutere anche con chi non concorda su me, mi piace confrontarmi con gli altri, a condizione che il mio interlocutore sappia argomentare in maniera razionale e coerente.
Mi piace pensare di essere di mente molto aperta.

Non mi piace la politica, non quella che esiste oggi. Questo campo, come mi piace intenderlo, purtroppo, non esiste più da molto tempo. E' solo una sorta di squallida gara a chi sa mentire e promettere di più, e appropriarsi sottilmente di beni non suoi. Purtroppo ...chi più, chi meno, la triste realtà è questa.
A nessuno interessa più fare politica per pura passione.
E sono proprio le persone comuni come noi a subirne le conseguenze.

E' vero, sono bravo a discutere e anche a scrivere, lo ero anche al liceo con i temi o durante i dibattiti in classe.
Mi occupo di tutt'altro, comunque, sono al terzo anno di Biologia.

Soltanto un idiota potrebbe avere paura di vedere due persone amarsi.

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Re: La libertà di amare

Messaggio da barbara » sabato 23 febbraio 2013, 16:16

Eh... ma infatti parlavo della Politica quella alta, quella vera ...quella che si avvicina all'idealismo .Parlo di Gandhi , di Malcom X : quel tipo di politica .
Bravo comunque ! la buona scrittura, come disse qualcuno, c'è quando si ha qualcosa da scrivere , non quando si vuole scrivere qualcosa. ;)

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Re: La libertà di amare

Messaggio da Light » sabato 23 febbraio 2013, 16:21

Beh, sì, sotto sotto sono un idealista. Idealista, e aggiungerei, perfezionista. Mi piacerebbe che ogni cosa sia meravigliosa, che non ci sia nulla da temere là fuori, ma mi rendo conto che non è possibile e che si tratterà sempre e comunque di un sogno. Quel che si può fare, però, è cercare di lavorare il più possibile a qualcosa che si avvicini a questo modello. L'utopia non è raggiungibile, si tratta solo di un modello ideale da perseguire, ma un disegno che le assomigli quanto più possibile dev'essere l'unico vero obiettivo finale.


la buona scrittura, come disse qualcuno, c'è quando si ha qualcosa da scrivere , non quando si vuole scrivere qualcosa.
Concordo. Non c'è niente di più deprimente delle solite frasi fatte e rifatte, usate perché si è obbligati appunto a dire la propria in merito. Perché la gente non si sforza di usare la testa, ogni tanto, e di ascoltare le proprie idee anziché "riciclare pigramente" quelle altrui? In parte è questa "pigrizia di pensiero" a rovinare il mondo. Se più gente si ponesse delle domande, probabilmente molte tristi situazioni non esisterebbero nemmeno. L'omofobia in primis.
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