Cianuro e stramonio.

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Totoro
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Re: Cianuro e stramonio.

Messaggio da Totoro » giovedì 4 aprile 2013, 11:39

Mi ci fermo di rado in questa sezione e il tuo post fino ad ora è il solo che mi abbia catturato al punto da leggerlo per intero. Il tuo modo di scrivere a tratti mi ricorda due dei miei scrittori preferiti, Burroughs e Nabokov, probabilmemte piú per la forma in cui è messo lo scritto che non perchè ci sia davvero qualcosa in comune. Se tu radunassi il tutto in un .mobi credo proprio che lo comprerei.
 


"La capacità di stare da soli è la capacità di amare. Può apparirti paradossalle, ma non lo è. E' una verità esistenziale: solo le persone in grado di stare da sole sono capaci di amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendenti dall’altro, senza ridurla a un oggetto e senza diventarne assuefatti."

Micky93
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Re: Cianuro e stramonio.

Messaggio da Micky93 » giovedì 4 aprile 2013, 22:35

Grazie Barbara e Totoro. Devo ancora mettere a punto alcune parti e alcune metafore, rilette ora, mi sembrano effettivamente alla Christian De Sica. Semmai dovessi pubblicare tutto ciò, le cambierò di certo! :)
Sono molto contento vi piaccia. Spero, come al solito, di migliorarmi. A presto...
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

Hannah Arendt.

Micky93
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Re: Cianuro e stramonio.

Messaggio da Micky93 » mercoledì 17 aprile 2013, 20:06

Premessa: perdonatemi, ultimamente sembra che più che un diario io scriva il mio flusso di coscienza. È che tendo a scrivere solo le giornate che più trovo significative.

17 aprile 2013. Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella/ sei tu, rorida terra. In università c'è un ragazzo bellissimo. Ed esteticamente, lo è oggettivamente. Altrimenti non continuerebbero ad arrivargli centinaia di complimenti anonimi sul gruppo universitario. Lo ho anche incontrato in giro, e devo dire che i giudizi dati a lui sono condivisibili. Ricorda molto uno di quei personaggi che si sentono maledetti, che vogliono dare l'immagine della loro bellezza come condizione sofferta, impostagli dai numi, un eccesso non richiesto. Io sono Saffo. Non la Saffo della Grecia antica, quanto mai la Saffo di Leopardi. Quella che contempla l'essere e lo definisce in modi sublimi, ma che nello specchiarsi in esso è costretta a giudicarsi, e lo fa algidamente, impietosa. Vedo ciò che c'è, che mi sta di fronte. Vedo questo tavolo, questa sedia, questo letto. E ho la sensazione che tutti in realtà guardino me, che il fatto che io mi ritenga loro osservatore sia una menzogna che mi racconto. Vedo questa sorella, questa madre, questo ragazzo. E so che loro possono vedermi, ma non so come. Quest'ultimo, questo ''come'', è l'ingiustizia fatta parola. Io so dire come ''Io'' guardo chi ho dinanzi. Non so dire però come chi ho dinanzi vede me. Come interpreta il mio naso, come interpreta le mie orecchie, il colore delle mie iridi, come avverte il mio tono di voce. Non ho mai nulla che metta in discussione questa ''opinione'' che ho sul mio corpo tangibile. So che chi vedo là fuori lo considero spesso più bello di me, più degno di sguardi. Non sono mai abbastanza muscoloso, abbastanza abbronzato, il mio naso non è mai abbastanza dritto, i miei occhi abbastanza verdi. Ecco perché io questo ragazzo spero di non incontrarlo di nuovo. La sua visione, il fatto stesso che possa osare quasi lamentarsi di questa bellezza franatagli addosso senza che potesse farci nulla, mi frustrano proprio come Saffo. Mi è stato detto spesso che non sono affatto brutto, o che comunque non mi si potrebbe in alcun modo far rientrare nella categoria dei cessi atomici. Eppure sento in ognuna di quelle parole una carezza di fumo, che consola fintamente e si dissolve nell'aria, per poi entrare nei polmoni e strozzare qualche alveolo. Inconsolabile, insomma. Questo ''come'', impedisce da sempre che gli uomini possano darsi dei giudizi che godano di un minimo di oggettività. Di questo ''come'', si nutrono tante depressioni e tanti deliri d'onnipotenza. Ma anche quando fosse estinto, quando anche io potessi sapere esattamente come mi vede chi ho di fronte, cosa cambierebbe? Nulla. Nulla, perché sapere costantemente cosa pensa di me chi ho davanti non fa altro che giocare il gioco all'opposto. Si passerebbe dalla condanna del non sapere alla condanna del sapere troppo, tutto. Siamo condannati quindi a dover fare i conti con noi stessi e nessun altro. In ogni caso, finiremmo col piangerci addosso. Beh, sempre che non si sia belli e impossibili come lui. Io, per come mi rifletto nello specchio che ho in bagno, mi sento resistibilissimo. Mi chiedo perché mai qualcuno dovrebbe interessarsi sessualmente a me. Là fuori, basta uscire, troverà qualcuno di meglio, come questo ragazzo. Forse per il mio carattere? Beh, quel che so, è che nella realtà in cui vivo, un comodino simpatico rimane un comodino. Ci chiacchieri e non ci finisci a letto, mai. Finisce, semmai, di fianco al letto, dove ti porterai prima o poi qualcuno di irresistibile. Ahi di cotesta/ infinita beltà parte nessuna/ alla misera Saffo i numi e l'empia/ sorte non fenno.
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

Hannah Arendt.

barbara
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Re: Cianuro e stramonio.

Messaggio da barbara » mercoledì 17 aprile 2013, 22:25

WOW! Originalissime riflessioni su un tema molto usurato: l'immagine di sè .
Sai che alcuni tuoi pensieri riescono a esprimere così bene alcune cose che mi sono detta e che non sono mai riuscita a mettere in fila su un foglio.
Questi interrogativi su come gli altri ci vedono , questo desiderare in fondo di poter essere per un momento nella testa degli altri , di essere immersi nella loro soggettiva visione del mondo , e al contempo questo temere la "verità" dell'altro su noi stessi.
E' buffo come a volte crediamo di essere i soli a vaneggiare... :P
Oltre a ciò devo dirti che ho trovato questo brano ancora migliore degli altri sul piano dello stile . Mi sembra che abbia un equilibrio, un'eleganza che colpisce, senza mai andare sopra le righe. Almeno questo è il mio modesto parere. ;)

Micky93
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Re: Cianuro e stramonio.

Messaggio da Micky93 » giovedì 18 aprile 2013, 21:37

Grazie per le bellissime parole come al solito Barbara. Purtroppo la percezione del mio corpo è stata a lungo distorta, e oggi non so più fin dove sto seguendo la via giusta e fin dove io mi stia sbagliando... ci lavorerò, come ho fatto su tutto.
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

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