Solitudine e nudità

Romanzi, racconti, poesie, canzoni e componimenti di ogni genere scritti dai ragazzi del Progetto
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candido
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Solitudine e nudità

Messaggio da candido » martedì 9 aprile 2013, 17:57

Due brevi riflessioni in quest'anonimo pomeriggio d'Aprile.
-Solo. Non la solitudine di quando non si è con gli altri,ma un senso di abbandono.
Non sento la presenza di persone che tengono a me,che mi vogliono bene.
Forse ci sono(non tante) ma non le "sento",non ne riesco a percepire il calore: mi mancano i loro abbracci,le loro carezze,i loro sguardi complici,quella voce calda che ti dica:"ce la puoi fare,sono con te".
Non è forse questo amore? E non dovremmo averne diritto tutti?
-La nudità. Del corpo come dell'anima.
Cos'è quel pudore che ci porta a nasconderci alla vista degli altri? La paura(o forse la consapevolezza?) che quello che mostriamo possa non piacere.
La paura di essere brutti. Nel corpo come nell'anima.

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progettogayforum
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Re: Solitudine e nudità

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 10 aprile 2013, 12:08

Che cose belle e vere!!

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orachefaccio
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Re: Solitudine e nudità

Messaggio da orachefaccio » lunedì 15 aprile 2013, 1:30

Tu non sei brutto nell'anima, candido. Non ti conosco di persona ma lo penso sinceramente
"E non vi è niente di più bello dell'istante che precede il viaggio, l'istante nel quale l'orizzonte del domani viene a renderci visita e a sussurrarci le sue promesse." (Milan Kundera, traduzione mia)

Totoro
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Re: Solitudine e nudità

Messaggio da Totoro » lunedì 15 aprile 2013, 16:14

Probabilmente varia da persona a persona, scoprire i veri motivi individuali è molto complicato. Sto riflettendo sui soliti temi ultimamente e li ho scoperti interconnessi, almeno per quel che mi riguarda.
 


"La capacità di stare da soli è la capacità di amare. Può apparirti paradossalle, ma non lo è. E' una verità esistenziale: solo le persone in grado di stare da sole sono capaci di amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendenti dall’altro, senza ridurla a un oggetto e senza diventarne assuefatti."

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