Rileggendole con una certa “nostalgia” per i tanti ricordi rinverditi, ne ho scelto due di tema umano-esistenziale-amoroso, che qui vi propongo:
ΕΠ’ΙΑΣΑΝ ΚΑΒΑΦΙΚΑ
La carne si scioglie,
le bocche s’appassiscono,
le lacrime si seccano;
i letti frusti tanfano.
Atropo quei corti fili recide,
tessuti e misurati;
e il candelabro spento
termina di fumare;
la carne falciatrice della carne.
ALLA MIA STELLA
Con aguzzi coltelli mi ferisci,
dilaniando la mia carne;
con diafane parole tu mi incanti,
dritto ficcandoti nel cuore aperto;
con silenziose azioni mi trafiggi,
straziando quel che di me è rimasto.
Potrò mai riporre il mio me stesso in te
Senza essere tentato di voltarmi
indietro?
Ne approfitto per complimentrami con anonimo, credendo che la Poesia sia una vero aiuto per i momenti spesso più tristi
)
