Davide94 ha scritto:agis ha scritto: che cosa succede se io questa categoria che è puramente mentale la considero in modo avulso senza applicarla ad alcunché ma considerandola di per sé stessa come se fosse un costrutto appartenente ad una realtà oggettiva? Ne nascono ovviamente problemi insolubili e destinati a rimanere tali perché la fallacia è presente fin dapprincipio.
Ah beh, sì.
Non avremo risolto i disservizi del trasporto pubblico, ma vedi quale nuovo possibile punto di vista sull'universo che ho guadagnato
Lieto di esserti stato utile Davide : O )***
Naturalmente non ho inventato nulla perché prodromi di questo modo di pensare comparvero già nel mondo greco 2500 anni fa con quel pensiero che avevamo già citato parzialmente e che in genere viene completato così:
Di tutte le cose misura è l'uomo.
Di quelle che sono in quanto sono
e di quelle che non sono in quanto non sono.
Una volta fatta la dichiarazione d'intenti, da bravo ingegnere capirai che si poneva però il banale problema del
come e lì successe il finimondo. Non sappiamo bene fino a che misura perché i frammenti originali sono pochi ma siamo ragionevolmente certi che volarono stracci da tutte le parti e nella scuola pitagorica si verificò una rovinosa frattura tra Alcmeone di Crotone ed Ipparco che fu poi anche detto "il traditore". Questa però è un'altra storia che esula dai contenuti del tuo racconto.
Eravamo rimasti al dio unico monocratico. L'argomento ontologico che tendeva a legare l'esistenza di dio al fatto di poterlo nominare e di averne quindi la consapevolezza era facilmente confutabile riferendo questa dimostrazione al campo della realtà oggettiva dal momento che, come nomino dio, alla stessa maniera potrei nominare l'unicorno senza che questo conferisca all'unicorno un'esistenza oggettiva. Ma, passando ad un campo puramente categoriale che può tranquillamente prescindere dall'oggettività, torna ad assumere una rilevanza perché nell'usare la parola "dio" come denotazione, sembrerebbe ben che mi debba riferire anche ad un denotato. Se consideriamo questo denotato come puramente categoriale ogni problema magicamente si risolve perché, anche se la categoria "dio" è leggermente più complessa della categoria universo la si può ottenere facilmente al crocevia tra una assoluto ed infinito potere di capacità ed un assoluto ed infinito potere di scelta. Quell' "assoluto" ed "infinito" rendono il dio monocratico inoggettivabile, puramente categoriale ed impredicabile ad alcunché ma basterebbe toglierli per ottenere un denotato che si può tranquillamente applicare ad una situazione oggettiva. Infatti, se sei riuscito ad arrivare fino a qui Davide, ciò vuol dire che sei proprio un... dio.