Tutto questo contribuisce a ricordarmi le lezioni sul "giudizio di gusto" kantiano. Allora ovviamente non tutto dice qualcosa a tutti, il "compito" dell'artista sta solo nel proporre e attendere i risultati.Muzzle ha scritto: Se è bello, -non necessariamente da un punto di vista estetico-, ma se risuona con me e con quello che penso / mi fa pensare / mi spinge a studiare la visione dell'autore/ mi chiede di sforzarmi per capire cosa sta dietro l'opera d'arte, allora "l'idea di fondo che lo anima" con me ha funzionato.
Mi viene in mente a questo riguardo che ci sono stati (e ci sono ancora) artisti che citano, che riprendono qualcosa che è già stato fatto, per esempio i Preraffaeliti , oppure le opere di Carlo Maria Mariani che riprendono il modello classico riproposto in situazioni contemporanee. A me non dispiacciono, anzi!Muzzle ha scritto: E allo stesso modo un opera moderna che deve rispondere alle mie esigenti esigenze di fruitore contemporaneo, che non si accontenta di qualcosa che è già stato fatto/detto/utilizzato se vuole farmi risuonare, perché altrimenti mi rivolgo all'originale.. voglio qualcosa di suo, di unico per entrare in relazione con il messaggio proprio di quell'artista.
Il discorso di konig sulla tecnica era più rivolto alla musica classica che ne richiede e tanta, per altri generi musicali forse è diverso.Muzzle ha scritto: e non tenderei a scindere tra tecnica oggettiva e soggettività emotiva [...]
Ottimo! Ringrazio anche te, proverò a fare come dite, come mi piace e come mi pare di esprimere di più quello che voglio esprimere. E poi vedremoMuzzle ha scritto: Quindi dico anch'io oltre "l'essere te stesso" anche comunica qualcosa che abbia veramente un significato "esistenziale" per te, tramite la/le tecniche che ti permettono di esprimerti al massimo, perché in quel caso ci sarà di sicuro qualche altro essere umano a fruire se vale la pena. (romanticamente la vedo così;)