Analfabetismo emotivo o inattismo dell'omofobia?

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Marcolino
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Re: Analfabetismo emotivo o inattismo dell'omofobia?

Messaggio da Marcolino » giovedì 2 luglio 2009, 16:46

grazie ermes...sn commosso...hai capito di me cose ke molti forse nn capiranno mai...c'è così tanto dietro la mia famosa corazza...grazie di cuore..io purtroppo ho molto dubitato dell'esistenza di Dio ma ti auguro le lui possa riaccendere una luce nel tuo cuore...perkè è POSSIBILE COMINCIARE A VIVERE..BASTA VOLERLO...A TUTTI SPETTA UN Pò DI FELICITà...ANKE TU SARAI FELICE ..CREDICI...ASCOLTA IL BATTITO DEL TUO CUORE E SAPPI KE ANKE IL MIO BATTE ALLO STESSO MODO...COME QUELLO DEI NOSTRI AMICI DEL FORUM...SIAMO LONTANI MA INFONDO COSì VICINI....VI VOGLIO BENE ..ho scritto cn lettere maiuscole perkè questo è un urlo..un urlo ke è voglia di vivere cn voi...come voi

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Sciamano
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Re: Analfabetismo emotivo o inattismo dell'omofobia?

Messaggio da Sciamano » mercoledì 5 agosto 2009, 17:05

Ciao Marcolino! Ho letto qua e là vari tuoi interventi e mi hai commosso, così sono venuto qui nella tua presentazione per scambiare due parole.

Sei certamente molto sensibile e anche intelligente, comunque traspare una certa irrequietezza di fondo, hai detto di essere un po' logorroico, effettivamente quando parli tendi ad espanderti parecchio, sei anche un po' mattacchione. Però tu mi commuovi proprio per questo, mi fai molta tenerezza forse perché sono l'esatto tuo opposto: sono serio, chiuso, ragiono molto su ciò che dico, bilancio ogni cosa. E vorrei essere un po' come te...

Riguardo il discorso iniziale, sono d'accordo che nel mondo greco, c'era una dimensione nobile dell'amore sessuale platonico (io mi sento un po' platonico), è pur vero che l'omosessualità al di fuori del rapporto maestro-allievo era condannata, però è peggio oggi. Sarebbe bello se quei sentimenti umani potessero essere riabilitati.

Credo di essere corretto nel fare questa analisi (anche se è basata più sull'intuizione che su effettive conoscenze): oggi l'omofobia non dipende dalla paura del diverso, è radicalmente un'altra cosa. Il maschio deve essere maschio, altrimenti è un fallito, una checca. C'è rivalità tra eterosessuali nei gruppi che si creano a scuola, su chi comanda e chi segue il "capo" di turno (praticamente chi sia il maschio alfa e il maschio beta), dare della femminuccia a un maschio o dargli del gay è tra gli insulti più comuni che si possano sentire in ambito scolastico (quante scritte nei bagni e nell'autobus del tipo: pincopallino gay, ecc.), e la cosa grave è che l'immagine associata a questi insulti è l'irreale immagine del travestito, dell'effeminato, e dell'idea che lo vuol prendere nel di dietro (quest'ultima cosa non credo la si possa estendere a tutti gli omosessuali e non è corretto averla come immagine principale). La paura che incombe su tutti i ragazzi (eterosessuali e omosessuali) è prendere assolutamente le distanze da questa immagine e dimostrare nel proprio contesto che si è maschi, dominanti ed eterosessuali. Poi chi è eterosessuale ha problemi se è un timido, può essere vittima di bullismo come spesso accade, ma crescendo (superiori e università o lavoro) in genere tutto si risolve lasciandosi alle spalle brutte esperienze. Mentre chi è omosessuale si nasconde, spesso non capisce nemmeno di esserlo perché lui stesso riceve un'immagine falsa nella quale non si riconosce, e anche andando avanti difficilmente migliorano le cose perché non può essere se stesso (nella famiglia, nel lavoro, in pubblico). Non è forse corretta questa analisi secondo voi?

Anch'io, come dicevi tu Marcolino, sono un po' fatalista vorrei poterti essere di conforto, quando si hanno modi simili di sentire il mondo (anche nel negativo) ci si sente vicini, e questa unione rafforza entrambi. Nel migliore dei casi si comincia poi a vederlo più positivo, vorrei poterti abbracciare (io sono malato di abbracci...). L'unica cosa che posso augurarti è trovare un amante con il quale ti senti in grande affinità, l'innamoramento dà una forza straordinaria di affrontare ogni cosa, io ancora ci spero, anzi che dico è dà poco che ho deciso di sperarci almeno un po'.

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konigdernacht
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Re: Analfabetismo emotivo o inattismo dell'omofobia?

Messaggio da konigdernacht » giovedì 6 agosto 2009, 16:12

Salve sciamano, riprendi la discussione di questo post di marcolino, che io trovo interessantissimo.
Colgo l’occasione per “svicerare” quella che è la tua analisi “intuitiva”, che offre vari spunti di riflessione.
Allora, io non sono d’accordo sul fatto che oggi è peggio di ieri riguardo all’omosessualità.
Premessa: ricordiamoci che il passato non è un’età dell’oro continua, ma un periodo vissuto sempre da uomini, con le sue luci e le sue ombre.
Quando andai a Barcellona e vidi due uomini adulti abbracciati che camminavano mano nella mano per le Ramblas, non destarono grande scalpore. Certo, qualcuno si girava divertito, ma nessuno si permetteva di apostrofarli. Inoltre, nella “Carta dei diritti fondamentali dell’UE”, c’è riferito all’articolo 21: “”è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata su [...] le tendenze sessuali”. Certo, la Carta potrai dirmi che vale solo in via teorica (perchè poi la pratica è spesso diversa), però io la ritengo un’enorme conquista della nostra società, non solo europea ma mondiale.
Se penso alla Grecia classica, mi vengono i brividi su cosa potesse succedere ad una coppia di uomini omosessuali.

Il fatto che il maschio debba essere maschio è una delle componenti primordiali dell’uomo, in quanto legato alla sessualità-materialità del mammifero uomo/essere umano. La differenza tra l’animale-uomo/essere umano e l’animale-cane (esempio) sta nel fatto che il primo è dotato di un cervello pensante e raziocinante (qualora accettiamo la ratio, la ragione, come distinguo tra regno animale generale e uomo), il secondo ha un cervello pensante. Quindi, seppure è un istinto maschile marcare il territorio (prese in giro, gruppi con capo, etc.), la ratio dovrebbe servire per ragionare su ogni componente più spirituale di ogni uomo/essere umano, e quindi portarci ad una visione anche spirituale di noi uomini.
Sull’idea comune di gay (debosciato, checca, travestito, etc. ), merito è anche di una certa fetta più estroversa/clownesca dei gay stessi, che hanno il merito, a mio avviso, di manifestare un loro pensiero senza pregiudizi, spesso però assumondo pose al quale io personalmente mi dissocio e che non trovano le mie simpatie; ma questo è anche colpa degli omosessuali pacifici che non si fanno avanti (non è un rimprovero, ma solo una constatazione).

Quindi, caro sciamano, io trovo il presente non superlativamente confortante, ma comunque con uno spettro medio di serenità; se ieri mi è stato possibile abbracciare e dare un bacio nel collo all’amico più caro che ho, senza che nessuno mi guardasse male, ciò significa qualcosa (è passata gente!). Quindi, come marcolino spesso mi ha sentito dire, bisogna lottare sempre e comunque, e se ci sono periodi disconforto, dobbiamo lottare per rialzari perchè questa è la nostra vita e dobbiamo essere felici!
Un abbraccio

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Sciamano
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Re: Analfabetismo emotivo o inattismo dell'omofobia?

Messaggio da Sciamano » giovedì 6 agosto 2009, 17:07

Hai ragione, di passi avanti ne sono stati fatti, la mia era una considerazione così, non mi intendo di storia, ma effettivamente è meglio oggi che una volta, in certe culture potevano pure lapidarti.

La seconda osservazione invece era più seria. Però non avevo tenuto conto che effettivamente ci sono molti omosessuali che provano gusto a travestirsi e in genere sono un po' eccentrici (nel vestirsi, negli atteggiamenti, ecc.), e al tempo stesso gli omosessuali più seri non si fanno avanti, se si vedessero di più, nelle scuole, in giro, se apertamente si conoscessero, si potrebbe vedere che ce ne sono molti così normali, che se non te lo dicono che sono omosessuali, neanche li distingui dagli eterosessuali. Per il resto credo che ci sia un circolo vizioso tra le mie osservazioni e le tue, il ché complica il quadro...

Tornando alla storia, il mondo greco, romano e affini sono troppo vicini ai nostri... per avere un vero confronto, tempo a dietro, mi ero letto un PDF online sull'omosessualità nei popoli nativi, trovo che sia molto interessante, sono solo 9 pagine lo si legge bene, eccolo qui: http://www.scribd.com/doc/3880179/Omose ... oli-nativi

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Re: Analfabetismo emotivo o inattismo dell'omofobia?

Messaggio da konigdernacht » martedì 11 agosto 2009, 22:29

Sciamano ha scritto:Per il resto credo che ci sia un circolo vizioso tra le mie osservazioni e le tue, il ché complica il quadro...
Gradirei specifica :D

Appena mi sarà possibile, leggerò i pdf; nel mentre consiglio due libri (solita mia promozione libresca, anche se mi dissocio in quanto non vengo pagato per fare pubblicità):

Bernard Sergent, “L'omosessualità nella mitologia greca”;
Kenneth J. Dover, “L'omosessualità nella Grecia antica”

sono stati i miei primi due libri a tematica omo, letti per puro caso in biblioteca quando avevo 14 anni. Entrambi sono due studi abbastanza seri e fatti bene.
Ultima modifica di konigdernacht il mercoledì 12 agosto 2009, 12:18, modificato 2 volte in totale.

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Re: Analfabetismo emotivo o inattismo dell'omofobia?

Messaggio da Sciamano » mercoledì 12 agosto 2009, 10:41

konigdernacht ha scritto:Gradirei specifica :D
Queste sono le mie osservazioni:

1- rivalità tra eterosessuali: c'è chi vuol comandare e fare il bullo sugli altri, si deve dimostrare la propria mascolinità a tutti i costi, essere imbranato (o disinteressato...) con le ragazze è sentito come sinonimo di fallito.

2- attacchi per dominare: dare della femminuccia ad un maschio, scrivere insulti tra cui "xyz gay" che è la cosa più comune, prendere in giro chi è effeminato, e roba simile.

3- immagine distorta della realtà: gay è diretto sinonimo (per la maggior parte degli eterosessuali e anche per buona fetta degli omosessuali stessi!) di travestito, effeminato, con l'immagine principale che se due sono gay fanno sesso anale (da cui il comunissimo insulto: prenderselo nel di dietro, venire inculati, ecc.) (è deviante secondo me pensare che il sesso anale sia l'immagine principale da tenere a mente pensando ai gay...)

4- paura del giudizio degli altri: sia eterosessuali che omosessuali adolescenti è chiaro che devono prendere assolutamente le distanze da una simile immagine, questo è poco problematico per gli eterosessuali, ma molto problematico per gli omosessuali, perché c'è il rischio che arrivano a rifiutare la loro stessa condizione seppellendola inconsciamente o nascondendola (magari arrivano a sposarsi!).

Queste solo le tue osservazioni konigdernacht:

5- c'è una fetta tra i gay stessi abbastanza eccentrica: si travestono, seppur manifestando in modo libero ed estreverso la loro persona, assumono atteggiamenti che difficilmente trovano la simpatia della gente, anzi...

6- gli omosessuali più normali non si fanno avanti e viene a mancare un'immagine più sana dell'omosessualità, che aiuterebbe la gente a conoscere meglio il mondo omosessuale e ad allentare vari pregiudizi.

Relazioni:
Dicevo che c'è un circolo vizioso perché il punto 6 è una conseguenza dei punti 3 e 4, il punto 5 è probabilmente una reazione di provocazione per la pressione del punto 2, il punto 6 contribuisce a lasciare immutata la situazione del punto 3. Queste credo siano le relazioni principali.

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konigdernacht
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Re: Analfabetismo emotivo o inattismo dell'omofobia?

Messaggio da konigdernacht » mercoledì 12 agosto 2009, 12:19

Perfetto ;)
ringrazio per la delucidazione

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