Manuel, nuovo arrivato desideroso di amicizia

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Gingko
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Re: Manuel, nuovo arrivato desideroso di amicizia

Messaggio da Gingko » domenica 13 settembre 2009, 12:49

Anche se l'avrei detto diversamente, mi trovo PIENAMENTE D'ACCORDO con konigdernacht! E devo dire che anche a me da piuttosto fastidio il fatto che i termini Cristianesimo e Cattolicesimo siano usati spessissimo come sinonimi, perchè non hanno lo stesso significato, e io sono Cristiano ma non Cattolico.
Aggiungo solo una cosa... dici che non c'è più via d'uscita, ma c'è sempre il divorzio... e mi sembra proprio sia il caso di divorziare, se stai così male. Non preoccuparti per i figli, se non capiranno subito prima o poi capiranno... ma se tu non divorzierai probabilmente non starai mai meglio, perchè non potrai fare la vita che fa per te.
Forse divorziare è contrario ai tuoi principi, in quanto, almeno da quello che scrivi sembri molto Cattolico, però avere dei principi che fanno inutilmente soffrire mi sembra, scusa se lo dico, masochismo puro! :P

Ferro
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Re: Manuel, nuovo arrivato desideroso di amicizia

Messaggio da Ferro » domenica 13 settembre 2009, 12:53

Ciao Manuel e anche da me hai il più sentito benvenuto.

E' inutile dire che il tema religioso è molto sentito anche da me, sto facendo un percorso spirituale di ricerca e ti dico la verità dalla Chiesa Cattolica mi sono allontanato a prescindere dalla mia omosessualità, fosse solo la sua posizione in materia discutibile si potrebbe anche passar su......

Il punto è un'altro ragazzi, come ho già detto in altre occasioni, la Bibbia è chiara, l'omosessualità è una depravazione che merita la morte nel Vecchio TEstamento e l'esilio (bontà loro) nel nuovo.

E' vero che i Vangeli in materia non si esprimono ma è anche vero che non è nei Vangeli la base della dottrina cattolica ma nelle Lettere di San Paolo e anche lui in tema di sessualità non mi sembra abbia usato giri di parole.

Quindi capisco il conflitto interiore ma la domanda che ti pongo è la seguente :se tu non fossi stato omosessuale quale sarebbe stata la tua posizione in materia?
Il tuo percorso di fede ti ha chiuso in un mondo, i gruppi religiosi cattolici sono luoghi insani (con le dovute eccezioni).

Ammetto di essere un pò categorico, però non ho nessuna stima per gente che si sente in diritto di mettere il becco ovunque solo in virtù di un libro scritto 2000 anni fa.
Avendone conosciute tante, favorevoli al dialogo ma assolutamente incapaci al confronto, ottuse e ignoranti.
Ti assicuro ho parlato con persone così alla fine ho concluso provando tanta pena e rabbia per loro.


A PROJECT DICO CHE HA CENTRATO IL PROBLEMA

I SACERDOTI NON SONO MAI IN BUONA FEDE quando danno certi consigli, perchè NON SI INFORMANO, PERCHE' RESTANO NELLA LORO IGNORANZA.

Molti preti non accettano nemmeno la psicologia, caro Manuel tu ti sei trovato in un circolo malsano dal quale ti è difficile uscire.


Il principio secondo il quale hai paura di costruirti una religione a uso e consumo tuo (come fanno in Italia i cattolici cosidetti "ADULTI") è reale.
Però ti dico, lascia perdere la Bibbia, è possibile che se esista un Dio, questi possa condannarci in quanto omosessuali?
La risposta è no (a meno che Dio non sia crudele cosa che non mi sento di escludere visto il mondo in cui viviamo) quindi se un insegnamento può essere sbagliato, allora lo possono essere tutti.

Quindi affronta il tuo credo in modo maturo, confrontati con le altre correnti Cristiane (Luterani e Anglicani ad esempio non condannano l'omosessualità) e cerca di capire dove la Chiesa sbaglia e dove no.
Non sarà un costruirsi una religione a proprio uso e consumo, ma sarà cercare gli insegnamenti di Dio non nella Bibbia, ma nell'unico luogo dove possa averli lasciati, cioè dentro di noi.

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Gio92
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Re: Manuel, nuovo arrivato desideroso di amicizia

Messaggio da Gio92 » domenica 13 settembre 2009, 13:07

ciao manuel, un caloroso benvenuto anke da parte mia!! ;)
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

remo
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Re: Manuel, nuovo arrivato desideroso di amicizia

Messaggio da remo » domenica 13 settembre 2009, 19:48

Io penso che difficilmente si possa trovare un terreno comune su questo tema. La chiesa lungo i secoli, ha rafforzato sempre più la visione di chiesa come detentrice e custode della verità. Questo per evitare il caos che verrebbe a generarsi lasciando ad ognuno libero pensiero sulle verità di fede. (vedi il percorso delle comunità protestanti americane, dove ogni persona può costruirsi una chiesa a proprio uso e consumo).Mi sembra che il tutto abbia un suo senso, ma in questo cammino penso si sia perso molto lo spirito profetico che arricchiva e apriva nuove strade sul mondo. Ora la chiesa cattolica ci chiede di adeguarci ed allinearci ai suoi insegnamenti (tipico della tradizione cattolico-romana). Ma se le cose stanno così, noi cosa possiamo dire o fare?
Ad onore del vero, però, la chiesa non è neanche un monolito, caro Manuel, anche nella chiesa si discute. Illustri teologi cercano di aprire nuovi orizzonti sulle tematiche più diverse, alcuni addirittura si interrogano sulla validità del valore sacramentale del matrimonio, visto che la chiesa ha fatto sua una istituzione già presente prima di lei, che chiama matrimonio naturale. tutto questo sotto l'occhio vigile della congregazione che mantiene il più stretto riserbo.
Voglio solo dire che Dio ci ha fatto uomini pensanti e liberi; mettere in discussione la questione omosessualità, non vuol dire porsi fuori nel modo in cui tu,Manuel, forse puoi intendere. Certamente in questo momento storico, anche io non me la sento di appoggiare o allinearmi a certe posizioni. Storicamente la chiesa, con difficoltà digerisce certi cambiamenti, ma è anche vero che a questi, riesce poi, a trovare giustificazioni bibliche e teologiche. E gli esempi sono innumerevoli.
Ad ognuno la scelta!!! ...chi però sposa certe posizioni, semplice fedele o papa che sia, se ne assume la responsabilità. con affetto Remo

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Sciamano
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Re: Manuel, nuovo arrivato desideroso di amicizia

Messaggio da Sciamano » lunedì 14 settembre 2009, 1:45

Caro Ermes, leggere i tuoi post mi è stato di aiuto, sentire una voce cristiana difendere l'omosessualità, credo non mi sia mai capitato. Anche se in linea di massima sapevo che esistono persone più tolleranti e aperte, però detto così in prima persona e con convinzione, la tua testimonianza è un esperienza utile (conosci il proverbio fare tesoro della propria esperienza è saggio, e fare tesoro dell'esperienza altrui è ancora più saggio? è questo il caso).

Mi dispiace per te, perché fondamentalmente (più o meno) tutti desidereremmo che nel mondo ci siano coscienze felici che vivono liberamente la loro natura, una natura creata in armonia con tutte le altre. Però purtroppo non è così e questo sinceramente ha dato alla fine un brutto colpo alla mia fede (ero cristiano e cattolico, son nato in una famiglia così..., ora sono, diciamo... in ricerca per capire com'è il mondo nel suo complesso). La sofferenza, quella che provi anche tu, e che mette duramente alla prova chi la vive, per una persona che vuol dare un senso alla vita e al mondo (a prescindere dalla religione in cui uno crede) va giustificata: o come mezzo di purificazione, o come necessaria per una sorta di evoluzione spirituale. Però non voglio finire sulla metafisica, e preferisco partire dall'esperienza, ascolta quanto ho da dirti.

Consideriamo un dolore molto semplice: mi scotto la mano con dell'acqua bollente, il dolore ha la funzione di farmi ritrarre la mano. Le sofferenze che proviamo secondo me (se esiste una legge che da un senso anche al dolore) ha lo scopo di dire a te personalmente e alla società collettivamente, che le cose come sono non vanno bene e VANNO cambiate. Se Dio ci imponesse ogni scelta noi saremmo automi o marionette, invece abbiamo (e per me è straordinario questo fatto) una nostra individualità e una coscienza. Le nostre scelte, così come il dolore fisico ci ritrae dal pericolo per evitare i danni, dovrebbero lasciarsi guidare dal benessere psico-fisico, e in un certo senso è già così, ma non sempre a volte ci rassegniamo alla sofferenza, questo è un grave errore. Se la vita ha un senso, non è certo quello di fuggire dalle sofferenze, ma neanche di soccombere sotto di esse, piuttosto bisogna capire il perché delle nostre "piccole" sofferenze che ci coinvolgono personalmente e cercare di cambiare il nostro contesto per guarire queste sofferenze all'origine.

Morale: sei omosessuale, hai sbagliato a sposarti con una donna, e questo è scaturito dall'ignoranza della società, dunque l'ideale (ed è molto difficile, me ne rendo conto, non ti biasimo se non lo farai) sarebbe divorziarti per far prendere atto (a chi è coinvolto nel tuo contesto) che il matrimonio non è una soluzione e l'omosessualità certamente non si cura così (probabilmente non è affatto da curare), magari potresti trovare un ragazzo che ami e insieme fare coppia e cercare di realizzare in due quanto considerato (da voi) meritevole di essere realizzato e di valore in questa vita. Questo farebbe capire (nel tuo contesto) che l'omosessualità è un modo di amare che dà una forza straordinaria per realizzare anche opere buone.

Questo significa secondo me reagire alla sofferenza, ci vuole pazienza, forza interiore, determinazione, coraggio, se hai Fede, Dio stesso penso che ti darà ciò di cui hai bisogno per realizzare veramente ciò che è Bene. Se tutti reagissero in modo attivo alle proprie sofferenze, il mondo sarebbe costretto progressivamente a cambiare, invece c'è spesso tanta rassegnazione...
Cercare la felicità rispettando gli altri, sarebbe una grande conquista per l'umanità!

silvano
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Re: Manuel, nuovo arrivato desideroso di amicizia

Messaggio da silvano » lunedì 14 settembre 2009, 23:54

Caro Manuel,
anzitutto benvenuto in questa community. Come mi sono presentato sono un religioso anche se non cattolico e vorrei dirti, visto che - nonostante la reciproca stima nata subito con >Project, sono meno pessimista di lui sul fatto che uno possa essere gay e cristiano. Purchè purifichi il cristianesimo dalle ipocrisie moralistiche di cui i farisei di tutti i tempi hanno nascosto il suo vero volto di pace e di amore. prova, visto che dici di essere credente, a rapportarti con Cristo in modo sereno: se lui ti ha voluto così, questo vuol dire che fa parte del suo progetto (ma guarda... un altro "project!) su di te. Sii sereno e non tormentarti, non farai altro che riempirti di ansie e fobie. Cerca, con i normali ragazzi che potrai incontrare a project , di costruirti una vita serena e capace di dare anche agli altri. Se imparerai a dare, oltre che a cercare, un giorno incontrerai certo il tuo amico prediletto, il tuo amore con cui fare coppia, dico coppia nell'amicizia e nell'amore, nella fedeltà e nella comprensione..... insomma come ogni coppia che si rispetti deve vivere riconoscendo nell'amore l'alterità dell'uno nell'altro che si completano.

Silvano

sunshine86
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Re: Manuel, nuovo arrivato desideroso di amicizia

Messaggio da sunshine86 » martedì 15 settembre 2009, 0:01

silvano ha scritto:Caro Manuel,
anzitutto benvenuto in questa community. Come mi sono presentato sono un religioso anche se non cattolico e vorrei dirti, visto che - nonostante la reciproca stima nata subito con >Project, sono meno pessimista di lui sul fatto che uno possa essere gay e cristiano. Purchè purifichi il cristianesimo dalle ipocrisie moralistiche di cui i farisei di tutti i tempi hanno nascosto il suo vero volto di pace e di amore. prova, visto che dici di essere credente, a rapportarti con Cristo in modo sereno: se lui ti ha voluto così, questo vuol dire che fa parte del suo progetto (ma guarda... un altro "project!) su di te. Sii sereno e non tormentarti, non farai altro che riempirti di ansie e fobie. Cerca, con i normali ragazzi che potrai incontrare a project , di costruirti una vita serena e capace di dare anche agli altri. Se imparerai a dare, oltre che a cercare, un giorno incontrerai certo il tuo amico prediletto, il tuo amore con cui fare coppia, dico coppia nell'amicizia e nell'amore, nella fedeltà e nella comprensione..... insomma come ogni coppia che si rispetti deve vivere riconoscendo nell'amore l'alterità dell'uno nell'altro che si completano.

Silvano
Grazie, Silvano, per la tua risposta conciliante e assennata, oltre che molto bella!! :roll:

Ermes
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Risposta di Ermes

Messaggio da Ermes » martedì 15 settembre 2009, 19:45

konigdernacht ha scritto:Vorrei proporre un testo di Simone Weil, mistica e pensatrice cristiana del primo Novecento, che a mio avviso può rispondere a diverse idee e domande poste da Ermes e Manuel:
“Mi fa paura il patriottismo della Chiesa che esiste negli ambienti cattolici. Per patriottismo intendo il sentimento che si accorda a una patria terrena. Ne ho paura perché temo di contrarlo per contagio. […] Alcuni santi hanno approvato le Crociate, l’Inquisizione. Ebbene, non posso fare a meno di ritenere che abbiano avuto torto. Non posso ricusare la luce della coscienza. Se penso che io, così al di sotto di loro, su questo punto vedo con maggiore chiarezza, sono costretta ad ammettere che devono essere stati accecati da qualcosa di molto potente. Questo qualcosa è la Chiesa in quanto cosa sociale. Se questo qualcosa ha fatto del male a loro, quale male non arrecherebbe a me che sono così vulnerabile di fronte alle influenze sociali e infinitamente più debole?”

Vorrei inoltre fare una domanda a quanti credenti: credete nel Cristianesimo e nel Cattolicesimo?
La differenza tra i due termini, che spesso si tende a eguagliare, è abissale!

Avendo avuto esperienze reali non certo idilliache con i cattolici, che si sentono in dovere (a loro dire) di portarti sulla strada della fede, nonostante che tu stia tranquillo e sereno nelle tue non-credenze, e quindi non rispettando il tuo pensiero, spesso più sensato e più razionale in certe situazioni, sono più che certo, come già manifestato in precedenza, che tutti coloro che scrivono nel forum non siano di tale foggia.
Sebbene rispetti la tua libera scelta di credere, caro Ermes, avverto un certo “mal di pancia” nel leggere frasi profetico-invasate come “Non mi sento condannato dal Signore né maledetto ma anzi prescelto perché mi ha chiamato come il cireneo a portare la sua croce contro il mio volere”.
Sottolineando la mia natura agnostica, penso fermamente che ognuno è fautore di se stesso e della sua vita, che ognuno si impone le proprie “croci” e che ognuno sceglie le sue libertà, sempre e comunque tutto, come dovere etico, governato dalla razionalità e dalla ragionevolezza.
Non prenderlo come un giudizio crudele, ma come una constatazione accorata: penso che la Chiesa ed il sociale ti abbiano fortemente ed eccessivamente influenzato e tu debba essere forte a pretendere finalmente la tua felicità personale e non la supposta felicità secondo la Chiesa sociale.
Assunta la tua fede in Gesù, pretendi la tua felicità personale secondo Cristo, e lui solo.
Il Cristianesimo è stato un evento importantissimo e grandissimo nella storia del pensiero e della religione, e quindi nella storia umana; il Cattolicesimo, se mi permettete, una delle cose più nefaste dal punto di vista umano.

PS. Qualora Project ritenga che il mio commento violi alcune delle regole del forum, è tenuto ad eliminarlo. Grazie :D



Carissimo,
ammiro e rispetto la tua opinione ma desidero precisare che non era mia intenzione né fare apologetica, né catechesi, né evangelizzazione. Desideravo semplicemente far capire ad un giovane gay che fa un cammino di fede che l’essere gay non è in contrasto con la fede. In breve, desideravo rinfrancarlo, sostenerlo e incoraggiarlo. Forse i miei ultimi due post non sono stati visti nel loro insieme, cioè la finalità dei messaggi era un’altra: educare all’affettività, all’amore verso se stessi, alla responsabilità, al rispetto degli altri non per filantropia o per altruismo ma perché scopo dell’uomo è quello di vivere nella reciprocità, nella relazione con gli altri. Persona, infatti, oltre a significare maschera significa anche relazione, cioè entrare in comunicazione con un altro essere umano. Quando parlo di croce o stimmate non intendo dire che l’omosessualità è una croce, è una modalità di essere-al-mondo. Sono gli altri che ce la trasformano in una croce: la gente non ci accetta come esseri normali. Ci considera come persone inferiori e deboli, perversi, malati da evitare, quasi avessimo la peste bubbonica. Basti pensare agli atti di bullismo che avvengono nelle scuole, o per strada per non parlare degli atti di violenza che alcuni gay indifesi ricevono nell'indifferenza più totale. Questa è per me la croce: non tanto essere gay quanto l'ostracismo, il disprezzo, lo scherno, la derisione e così via. Questi sentimenti negativi verso di noi non sono solo dei cattolici, ma l’esperienza mi insegna che nella maggior parte dei casi sono dei laici, dei non credenti, degli atei, della gente altolocata, di coloro che seguono una ideologia culturale o sociale di superiorità. Desidero ricordare che Hitler fece internare nei lager e poi nei forni crematori migliaia di gay non certo per questioni di fede. Né voglio fare crociate: quando parlo di anticonformismo intendo dire di avere un pensiero critico, creativo, che esamina, che osserva la realtà poliedrica, che si impegna a trovare soluzioni vivibili e umane. In altre parole, desidererei la maturazione di soggetti consapevoli della propria autonomia, responsabili verso se stessi e la società, capaci di situarsi in una pluralità di rapporti umani e disponibili al dialogo costruttivo e tollerante; ( Tollerante: qui il termine lo intendo nella sua accezione più ampia cioè apertura e aiuto nei confronti degli altri) la capacità di esercitare la riflessione critica sulle diverse problematiche del vivere umano, sul loro significato e sul loro rapporto con l’esperienza umana; l’attitudine a problematizzare conoscenze e idee; la capacità di comprensione, interpretazione e contestualizzazione, nonché capacità di analisi; la capacità di comunicare il proprio pensiero nel rispetto degli altri; la capacità ad una civile convivenza democratica; la capacità alla libertà di parola. Che poi il cattolicesimo mi abbia influenzato non lo posso negare. Ma è pur vero che so prendere le distanze con senso critico come ho affermato sopra.
Mi auguro di essere stato chiaro.
Con stima
Ermes

Ermes
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Sulla sofferenza

Messaggio da Ermes » martedì 15 settembre 2009, 20:16

Sciamano ha scritto:Caro Ermes, leggere i tuoi post mi è stato di aiuto, sentire una voce cristiana difendere l'omosessualità, credo non mi sia mai capitato. Anche se in linea di massima sapevo che esistono persone più tolleranti e aperte, però detto così in prima persona e con convinzione, la tua testimonianza è un esperienza utile (conosci il proverbio fare tesoro della propria esperienza è saggio, e fare tesoro dell'esperienza altrui è ancora più saggio? è questo il caso).

Mi dispiace per te, perché fondamentalmente (più o meno) tutti desidereremmo che nel mondo ci siano coscienze felici che vivono liberamente la loro natura, una natura creata in armonia con tutte le altre. Però purtroppo non è così e questo sinceramente ha dato alla fine un brutto colpo alla mia fede (ero cristiano e cattolico, son nato in una famiglia così..., ora sono, diciamo... in ricerca per capire com'è il mondo nel suo complesso). La sofferenza, quella che provi anche tu, e che mette duramente alla prova chi la vive, per una persona che vuol dare un senso alla vita e al mondo (a prescindere dalla religione in cui uno crede) va giustificata: o come mezzo di purificazione, o come necessaria per una sorta di evoluzione spirituale. Però non voglio finire sulla metafisica, e preferisco partire dall'esperienza, ascolta quanto ho da dirti.

Consideriamo un dolore molto semplice: mi scotto la mano con dell'acqua bollente, il dolore ha la funzione di farmi ritrarre la mano. Le sofferenze che proviamo secondo me (se esiste una legge che da un senso anche al dolore) ha lo scopo di dire a te personalmente e alla società collettivamente, che le cose come sono non vanno bene e VANNO cambiate. Se Dio ci imponesse ogni scelta noi saremmo automi o marionette, invece abbiamo (e per me è straordinario questo fatto) una nostra individualità e una coscienza. Le nostre scelte, così come il dolore fisico ci ritrae dal pericolo per evitare i danni, dovrebbero lasciarsi guidare dal benessere psico-fisico, e in un certo senso è già così, ma non sempre a volte ci rassegniamo alla sofferenza, questo è un grave errore. Se la vita ha un senso, non è certo quello di fuggire dalle sofferenze, ma neanche di soccombere sotto di esse, piuttosto bisogna capire il perché delle nostre "piccole" sofferenze che ci coinvolgono personalmente e cercare di cambiare il nostro contesto per guarire queste sofferenze all'origine.

Morale: sei omosessuale, hai sbagliato a sposarti con una donna, e questo è scaturito dall'ignoranza della società, dunque l'ideale (ed è molto difficile, me ne rendo conto, non ti biasimo se non lo farai) sarebbe divorziarti per far prendere atto (a chi è coinvolto nel tuo contesto) che il matrimonio non è una soluzione e l'omosessualità certamente non si cura così (probabilmente non è affatto da curare), magari potresti trovare un ragazzo che ami e insieme fare coppia e cercare di realizzare in due quanto considerato (da voi) meritevole di essere realizzato e di valore in questa vita. Questo farebbe capire (nel tuo contesto) che l'omosessualità è un modo di amare che dà una forza straordinaria per realizzare anche opere buone.

Questo significa secondo me reagire alla sofferenza, ci vuole pazienza, forza interiore, determinazione, coraggio, se hai Fede, Dio stesso penso che ti darà ciò di cui hai bisogno per realizzare veramente ciò che è Bene. Se tutti reagissero in modo attivo alle proprie sofferenze, il mondo sarebbe costretto progressivamente a cambiare, invece c'è spesso tanta rassegnazione...




Carissimo,
come ho già scritto in qualche altro post, ho una responsabilità ben precisa che è quella di educare e crescere i miei figli. Non me la sento di lasciarli per andare alla ricerca della felicità con un ragazzo. Non posso fare come Pilato. Forse quando saranno maggiorenni e potranno capire le cose potrei anche farlo. Ma attualmente non ci riesco. Gli errori purtroppo si pagano in prima persona e non c'è nessun garante sul quale io possa fare affidamento. Capisci bene i traumi che potrebbero avere i miei figli, lasciando stare quelli di mia moglie. O forse se fosse lei a divorziare sarei più sereno, ma mi opporrei ugualmente per i bambini che pagherebbero le conseguenze. Per me il dolore non è l'omosessualità in sé, ma l'ostracismo, il disprezzo, lo scherno, la derisione, la crudeltà, la violenza, l'egoismo, l'indifferenza che fanno sì che l'omosessualità si trasformi in una tragedia silenziosa, ovvero diventa dolore di vivere, un'agonia senza termine, che assume il volto della solitudine, dell'abbandono, della colpa, del limite, fino a desiderare la morte. Il dolore va guardato negli occhi, va accettato e riconosciuto. Attraverso il dolore dell'altro si capisce meglio il proprio e si approfondisce la storia che ognuno di noi traccia vivendo. Il dolore è fondamento dei legami, anche dei legami d'amore.
Pertanto, caro giovane tu e tutti gli amici del forum, siete cari al mio cuore, per la bontà che mostrate nell'ascoltare la mia povera, disadorna voce, la quale vi narra i crucci e le speranze, i pensieri e le meditazioni che hanno accompagnato la mia vita, così povera di gioie e così esperta in amarezze e disinganni. Quale gioia più grande del parlare cuore a cuore, del sussurrarsi confidenze e delusioni. Questa è la vera amicizia. Si è così soli nella vita: una solitudine che desta sgomento. In due, mano nella mano, ci faremo compagnia e coraggio, nel buio del cammino, verso l'ignoto.
Con affetto
Ermes

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Sciamano
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Re: Manuel, nuovo arrivato desideroso di amicizia

Messaggio da Sciamano » martedì 15 settembre 2009, 23:03

Ermes ha scritto:Ho una responsabilità ben precisa che è quella di educare e crescere i miei figli.
Certo ti capisco perfettamente. Non ho considerato l'età dei tuoi figli, effettivamente mentre parlavo, pensavo a figli un po' cresciuti, ma se son bambini, è meglio che tu li aiuti a crescere nel migliore dei modi... per il resto solo tu puoi decidere cosa fare... chi è "esterno" può dare solo consigli e difficilmente ben azzeccati.

In bocca al lupo!
Cercare la felicità rispettando gli altri, sarebbe una grande conquista per l'umanità!

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