Non posso essere nessun'altro

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eidos86
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Non posso essere nessun'altro

Messaggio da eidos86 » martedì 29 settembre 2009, 4:12

Ebbene ho deciso di presentarmi. E forse in uno dei miei momenti peggiori.
Non è facile: sono fatto di opposti, di contraddizioni. I miei pensieri si smentiscono a vicenda, le mie azioni si susseguono incoerentemente, la mia volontà è tanto flebile da non poter dominare nulla all'infuori di me stesso. A volte penso che questo mi porti ad essere in continua costruzione, rinnovamento , evoluzione. Altre volte, la snervante assolutizzazione di questo stato mi si presenta come una staticità autoalimentante che non presenta alcuna via d'uscita. Un eterno Sisifo che si cotruisce, si demolisce, si rimonta e di nuovo si smonta con l'unico scopo di ricominciare; se dal principio, dalla fine o dal mezzo non si capisce.
Una razionalità molto più che esigente tenta di sorreggere un'emotività trascinante e inconcludente, ma sopratutto una volontà debole, pigra e vigliacca.
Accidia, è questo il mio aggettivo: fisica , intellettuale, volitiva...
Ho desideri, forse obbiettivi, come tutti. Ma non mi basta: esigo da me stesso (o dall'esterno?) che siano legittimi, nei confronti di chi? Non lo so. Cerco qualcosa che abbia un reale valore a prescindere da quello che possa attribuirgli io: sono maniacalmente ossessionato dalla voglia di conoscere "la verità", quello che c'è dietro; quello che è com'è, perchè lo è; quello che è giusto perchè è giusto; che ha un significato intrinseco non attribuitogli da nessuno. Voglio trovarlo, adorarlo, lottare , conquistarlo... Lo voglio? In realtà non lo so. Lo cerco perchè sento che c'è : ma allora non è questa l'ennesima mera attribuzione di significato dove realtà impone che significati non ci siano? ...Ermeneutica del nulla totale...patetico.
Sto sparpagliando parole senza senso, senza criterio, senza contenuto, direte voi. Ma non doveva essere una presentazione? Cosa, o chi ci sta venendo presentato? Ed è proprio su questo che mi arrovello e mi torturo di continuo... Perchè quello che voglio dovrebbe essere importante? Chi sono io perchè la mia felicità , soddisfazione, ambizione debbano avere un peso rispetto a quelle di un qualsiasi altro essere, o meglio, rispetto ad una qualsiasi altra cosa? Penso sempre più spesso che le cose non siano nulla di più di quello che sono e che noi tutti tendiamo arrogantemente a filtrarle con un'obbiettivo deformante. Quest' obbiettivo ha la forma dei valori e dei significati e serve a noi tutti per non impazzire di fronte alla sterile casualità dell'esistenza. E allora rieccomi: nulla mi stimola, nulla è abbastanza forte da spingermi ad arrivare fino in fondo. Sono incostante, arrendevole, debole. Non ho motivi per esserlo, mi ripeto. Però poi mi racconto tante bugie, non è colpa mia mi dico, e ci credo finchè di nuovo non mi rendo conto del contrario. Coscienza che muove dalla mia razionalità ma che non può far altro che prendere forte la rincorsa ed impattare sullo spesso muro di insensatezza e di accidia. Ed ecco lo scontro: ossa rotte e sangue ovunque.
Sono sei anni che sono innamorato di L, (evviva uno scorcio di concretezza e di vita relae finalmente!) e giuro, non pensavo davvero di poter provare qualcosa di simile e, ogni volta che ci penso, ancora me ne stupisco. Lui ha naturalmente altre prefereze sessuali ed affettive rispetto alle mie, ma nonstante ciò abbiamo un rapporto estremamente stretto aperto e intimo quasi a livello "familiare". Non è una di quelle relazioni strane gay-etero, siamo semplicemente grandissimi amici. Volendo essere sincero non riesco davvero più a ricordare cosa fosse la mia vita e come fossi io prima di innamorarmi di lui. Col senno di poi mi rendo conto che ho permesso che questo amore diventasse (non so quanto coscientemente) un mostro: ogni fibra del mio corpo della mia mente e del mio spirito è orientata verso di lui. Ho sviluppato una specie di dipendenza da lui, da tutto ciò che lo riguarda e che lo coinvolge. Per contrasto tutto il resto è diventato grigio e non solo, ma addirittura disprezzabile... e rieccoci alla vuotezza... Sembrerò un maniaco forse, ma non credo sia cosi. Ma ve lo lascerò pensare perchè non immagino come possa essere possibile riuscire a spiegare chiaramente perchè, e cosa vuol dire sentirsi letterlamente esplodere al solo pensare, anche distrattamente,ad una persona. Provo un sentimento così grande da essere stato in grado di cancellare la memoria di ciò che lo ha preceduto, e ogni giorno da sei anni lo vedo sfociare nel nulla, non trovare alcuna risposta, passare inosservato ( a nessuno è mai venuto il sospetto di nulla e non è che io sia tanto bravo a nasconderlo!). Perchè allora le persone, i sentimenti, gli ideali hanno importanza? La domanda continua a divorare e a partorire se stessa lasciandomi letteralmente paralizzato di fronte ad ogni cosa. Sto buttando via la mia esistenza? Indovinate un pò: non lo so.
Mi vengono mosse spesso critiche riguardo al mio modo di affrontare la vita ma c'è una cosa che posso dire: preferisco di gran lunga pochi e brevi istanti capiti, compresi, sviscerati, penetrati fino in fondo; che una ricca ed intensa vita di cui non riesco a capire nulla.

Eccomi dunque , sono io. Un altro non posso essere quindi credo debba andare bene cosi...

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bluray61
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Re: Non posso essere nessun'altro

Messaggio da bluray61 » martedì 29 settembre 2009, 7:07

Benvenuto Eidos, portatore di idee.
Ci siamo incrociati quache volta in chat.
Eccomi dunque , sono io. Un altro non posso essere quindi credo debba andare bene cosi...
va bene cosi Eidos,non sono in grado di argomentare oltre, penso solo che un animo nobile come il tuo meriti di piu', se ci sara' l'occasione di risentirci in chat approfondiremo.
ciao Luigi
"Ci si risveglia ancora in questo corpo attuale
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F.Battiato

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progettogayforum
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Re: Non posso essere nessun'altro

Messaggio da progettogayforum » martedì 29 settembre 2009, 14:22

Ciao Eidos,
Benvenuto nel Forum!!!
Ti dico la verità, ho letto la tua presentazione ma alla fine non riesco a farmi un’idea neppure vaga di chi è eidos86, a parte l’elemento riferibile ai sei anni di innamoramento, la presentazione è tutta basata su sensazioni indefinibili e stati d’animo descritti in modo molto astratto. Dal tuo nick deduco che sei dell’86, da quello che hai scritto deduco solo che sei stato per sei anni innamorato di un ragazzo etero. Ma non sarebbe meglio scegliere la strada della concretezza? Dietro una dimensione molto astratta c’è spesso la fuga dal concreto, la paura di affrontare le cose in modo semplice, per quello che sono, nella loro concretezza che forse fa paura. Anche i sei anni di innamoramento nei confronti di un ragazzo etero, per superlativo che sia, sembrano piuttosto un mettere da parte l’idea di un confronto reale con altri ragazzi gay, con i quali potrebbe essere possibile creare rapporti non meno seri di quelli che hai con il ragazzo etero, ma con una componente sessuale esplicita in più. Dal di fuori, per quel minimo di elementi che fornisci, sembrerebbe concreta l’ipotesi di aggirare il confronto diretto con la sessualità gay, chiudendosi in una storia d’amore assolutamente unilaterale.

eidos86
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Re: Non posso essere nessun'altro

Messaggio da eidos86 » martedì 29 settembre 2009, 15:32

beh...prima di innamorarmi ho avuto due relazioni con due ragazzi. La prima più lunga e importante (un ragazzo più grande che mi ha aiutato molto a conoscermi e mi ha tenuto lontano da certe esperienze che lui purtroppo aveva avuto) , la seconda è finita quasi subito. Del primo dicevo anche di essermi innamorato ma, come ho già detto li ricordo solo come dei fatti. Non ricordo come mi sentivo e cosa volevo prima di innamorarmi di L, sembra assurdo ma è cosi. Quindi si, in un certo senso è come se non mi fosse accaduto altro nella vita.
Ho una grande paura project è vero. Ma è quella del cambiamento: ho rifiutato di incontrare un ragazzo conosciuto online con cui parlavo molto bene perchè sapevo che le cose sarebbero potute cambiare. Sono circondato da persone che mi vogliono bene e che so che capirebbero se smettessi loro di mentire e gli dicessi che sono gay, in modo da potermi finalmente sentire libero ma, non sopporto nemmeno l'idea di attraversare quella fase di adattamento e di transizione in cui dovrei spiegare, in cui mi dovrei sentire gli occhi addosso in ogni momento... Ho paura dei cambiamenti forse perchè mi cotringerebbero a reagire alla vita.
Quanto alla concretezza, io non penso proprio di vivere in quel mondo astratto che hai detto tu sai? Io rifletto molto e analizzo ogni cosa perchè credo che senza consapevolezza nulla valga pena di essere vissuto. E per quanto ti possano sembrare mere astrazioni (che poi è più un difetto di esposizione secondo me) sono solo riflessioni sulle cose più concrete che ho: me stesso, i miei sentimenti, i miei desideri e le mie esperienze...

voyager79
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Re: Non posso essere nessun'altro

Messaggio da voyager79 » martedì 29 settembre 2009, 21:08

Benvenuto eidos86!!!

Benvenuto sia nel forum, sia nel club di coloro che hanno paura dei cambiamenti: io sono iscritto in entrambi...

Tempo fa mi è capitato di leggere un articolo in merito al cambiamento, o meglio riguardo al non aggrapparsi alle persone ed alle situazioni accettando che possano allontanarsi da noi...Per me è stato molto utile, te lo riporto di seguito così magari potrebbe servire pure a te...

“Lasciare andare” è un atteggiamento parte integrante della meditazione e della vita quotidiana.
Le emozioni attribuite alle persone, alle cose ed agli eventi, sono la fonte della gioia e del dolore. Benché si abbia bisogno dell’intelletto e dei sentimenti per funzionare come esseri umani, aggrapparsi ad essi può causare dei problemi: alcuni sentimenti e pensieri possono essere innocui se presi singolarmente, ma quando vengono messi insieme possono trasformarsi in una miscela velenosa. Quindi, dobbiamo riconoscere i nostri sentimenti e pensieri per poi lasciarli andare, come gocce di pioggia che scivolano su una foglia o come semi trasportati dal vento.
Tutte le cose, buone o cattive, penose o allegre, passano. Aggrapparsi ad esse è ciò che crea sofferenza. Vivere nel momento presente è ciò che arreca pace. Riconoscere e rispettare le cose per ciò che sono, per poi lasciarle andare, è l’unico modo per ottenere il benessere.
In realtà, tutto è buono, perché tutto fa parte dell’universo, fa parte di noi. Quindi, se qualcosa di meraviglioso accade nella propria vita o un pensiero gioioso attraversa la mente, lo si deve accogliere, per poi lasciarlo andare. Se accade qualcosa di tremendo o un pensiero terribile si affaccia nella mente, lo si deve accettare, poi lo si lascia andare. Lo si allontana delicatamente concentrandosi sul momento che si ha davanti.


Un affettuoso saluto,
Marco
fiero di essere D.I.V.E.R.S.O.

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konigdernacht
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Re: Non posso essere nessun'altro

Messaggio da konigdernacht » martedì 29 settembre 2009, 22:33

Caro eidos,
un benvenuto nel progetto e un augurio di buona permanenza. Che dire, la tua presentazione mi ha lasciato sorpreso e mi sono rispecchiato molto, se non interamente, in quello che sono nella prima parte del tuo intervento, ed in quello che ero nella seconda.
Posso per ora dirti: tutto quello che facciamo, lo facciamo per noi, ossia per la nostra felicità e per la nostra realizzazione. Credo che una persona felice e realizzata abbia un patrimonio interiore non indifferente per se stesso, da offrire anche agli altri, alle altre persone.
La vita è una ricerca continua, che non finisce o non si ferma mai; bisogna essere sempre coraggiosi ad affrontare nuovi orizzonti e non arrendersi mai, non accontentarsi mai, esigere sempre di meglio perché il fine della vita è la piena realizzazione personale. Prima si è coscienti di questo e prima ci si renderà conto di quale grande dono abbiamo avuto ad essere Uomini e di poter Vivere :D
Un abbraccio

"Si fallor, enim sum" (Sant'Agostino)
Zerchmettert, zernichtet ist unsere Macht
wir alle gestürzt in ewige Nacht

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