Strano a dirsi,
ma bisogna convivere con l'assenza,
perché la vita è ingrata ai morti,
e fa si che se ne accetti l'assenza.
Si convive con la dipartita
di chi più non vive,
si così è.
E mi affaccio sulla terrazza,
con lo sguardo all'orizzonte,
e penso a te che non ci sei,
non si esiste che per raggiungerti,
ma bisogna aspettare,
un'attesa trascorsa a ricordare
chi ha già raggiunto i propri ricordi
ch'erano coloro che partiti ancor prima,
avevano lasciato un'ombra sulle vite
di quelle care persone che ora mancano a me.
Quasi una catena,
che ci riporta tutti di fronte allo stesso nodo in gola,
che non è un lamento,
no forse non lo è,
piuttosto direi una sorda mancanza,
che si fa sentire
senza aggiungere nulla a quel che già si sa.
E' che in certi momenti ci si affaccia per forza all'orizzonte,
e li si rivede ancora,
com'eran fatti,
come era il loro sorriso,
come su una tela piazzata proprio all'ingresso
della propria casa,
ed una volta appesa,
non si può fare a meno di vederla,
per entrare o per uscire,
man mano che il tempo passa e anche noi
si esce per l'ultima volta.
Convivere con l’assenza (8 Marzo 2011)
Convivere con l'assenza
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Re: Convivere con l'assenza
Molto bella e molto vera, mi ha dato qualche istante di brivido.
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