Per una promessa

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JackTwist
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Per una promessa

Messaggio da JackTwist » lunedì 27 agosto 2018, 12:28

Mi scuso in partenza con chi leggerà tutto questo, per il mio discorso sconnesso, prolisso e noioso ma avevo bisogno almeno di parlarne.
Vi scrivo perché orami, dopo aver percorso 20 anni della strada della vita, sono arrivato ad un bivio: vita o morte ? Per alcuni la risposta è scontata, per me non lo è mai stata, ho percorso questo sentiero, quello della vita ovviamente, ma sempre di più lo sguardo è caduto sull'altro. Da un po' di tempo mi trovo bloccato nel mezzo e sento che devo prendere una decisione, perché il percorso della vita è diventato estremamente impervio e faticoso e tutta questa forza io non ce l'ho più. In verità vi sto scrivendo per una promessa fatta ad un amico che è stato qui tempo fa.
Ho sempre creduto e continuo a farlo, che siamo destinati ad un breve periodo limitato di felicità nella vita, io so di aver avuto il mio: l'infanzia. Dall'età dell'adolescenza ad ora ( ben "20 anni, neanche 18/neanche 19... ed è già passato un secolo/ dacché ero vivo, un intera vita/ consumata dal dolore dell'idea/ che non avrei mai potuto dare il mio amore/ se non alla mia mano o all'erba dei fossi" Pasolini.) è stato un progredire, un aumentare, del dolore. Ho sempre ridotto la causa (di questo dolore) alla mia condizione d'essere, di esistere così come sono, ma in fondo so che non è solo questo. Trovo già di per sé difficile la condizione di essere umano, di persona, di entità appartenente ad una società ed a un ambiente che credo non ci rappresenti a pieno. Ma trovo ancora più difficile, la mia posizione di persona diversa dalla maggioranza, da quello che è definito normale e quanto questo possa gravare sulla libertà di essere me stesso, sempre. Parlo in maniera un po' criptica non perché non voglio favi capire bene la situazione, ma semplicemente perché ho difficoltà sia nel parlarne sia ad esporla. Ci provo meglio. Ho sempre pensato di essermi accettato, a me va bene essere così: omosessuale, forse no ? Non lo so più nemmeno io, perché non vedo nulla di più normale che 2 persone dello stesso sesso che si amino, ho difficoltà con le coppie eterosessuali a dirla tutta. Due estati fa, orami tre, ho detto ai miei genitori che sono gay, non l'hanno presa bene, una reazione che sinceramente non mi aspettavo, mi hanno chiesto di non dirlo a nessuno, di cambiare e dal giorno dopo hanno fatto finta di niente come se io non fossi quello che sono. In tutto ciò è forse proprio questo quello che mi fa più male, il loro parere, le loro limitazioni, il (voler) rispettare le loro richieste e il non poter andarmene da casa. Al tempo stesso vedo nel "mondo omosessuale" cose che mi scoraggiano un po' cose troppo lontane dalla mia visione di amore, che è molto simile ad una favola Disney: 2 persone che si bastano l'una con l'altra, senza questa spasmodica ricerca di innumerevoli partner sessuali. Non critico nessuno, sono scelte, sono pensieri e modi di vivere diversi dal mio modello ideale, dove anche qui sono sicuro di star sbagliando.
Ho pensato di scappare, di andare lontano, ma dove ? Cosa faccio poi ? Come vivo ? Dovrei vivere per strada, lo farei ma le mie condizioni di salute non lo permetterebbero a lungo (non sto qui a spiegarvele). Io idee non ne ho più, se non una: quella che vi ho esposto all'inizio, prendere l'altra strada al bivio.
Studio all'università e, purtroppo, forse non ho scelto una laurea consona alla mia situazione, avrei potuto scegliere una laurea breve e andare a specializzarmi fuori, non mi sarei trovato qui ora. Invece no, ho scelto la laurea più lunga possibile, sbagliando di nuovo e ormai così vecchio e con gli esami avviati non me la sento di rinunciarci. Ho visto che le persone che iniziano ad iscriversi qui, con questi problemi così  simili ai miei sono più giovani di me, io come al solito mi sono ridotto a 22 anni e mi sento così vecchio e allo stesso tempo solo e spaesato come un bambino... Vi sto vomitando addosso tutto questo senza nessun motivo preciso, solo per una promessa e mi dispiace infinitamente, so che nessuno può risolvere i problemi al posto mio e infatti ho sempre tentato di cavarmela da solo, ma giuro questa volta avrei un disperato bisogno di qualcuno che mi guidasse per mano. Mi servirebbe un miracolo.
Ma almeno parlare è un inizio. Scusatemi ancora.
Un abbraccio, Jack Twist

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progettogayforum
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Re: Per una promessa

Messaggio da progettogayforum » martedì 28 agosto 2018, 3:06

Caro JackTwist,
Una cosa mi dispiace veramente ed è il non avere approvato immediatamente il tuo post e il non avere risposto subito, ma anche se è tardissimo, devo almeno abbozzare una risposta. Domattina cercherò di risponderti come di dovere.
Non ti dimenticare mai che per quanto tu possa stare male, è possibile risalire a livelli di vita non solo vivibile ma anche gratificante. Hai scritto cose che meriterebbero una risposta seria e l'avrai stanne certo. Non ti fare spaventare da nulla, adesso sei qui e non resterai solo, vedrai che troverai delle risposte serie e molto confortanti. Conosco tantissimi gay e ti posso garantire che sono persone ottime mille miglia lontane dagli schemi del modo di pensare comune. Sei giovanissimo e hai un'infinità di prospettive davanti a te. I tuoi erano probabilmente del tutto impreparati al tuo coming out e hanno reagito conformemente al modello classico dell'ambiente omofobo, magari nel tuo ambiente sociale l'omofobia è veramente radicata, qualche volta il non dichiararsi è una scelta di buon senso e di necessità, ma certo fare finta di niente rischia di mettere malamente in crisi i rapporti familiari. Forse sei qui per una promessa, ma qualunque sia il motivo immediato, adesso ci sei e non resterai solo. Ti renderai conto che molte delle cose che ci sembrano terribili possiamo cambiarle in modo decisivo, anche le scelte sbagliate si possono cambiare. E poi non è affatto detto che tu non debba ottenere quello che veramente sogni. I problemi della cosiddetta accettazione della omosessualità sono indotti dall'ambiente sociale. Nei paesi del Nord Europa questi problemi non esistono proprio. L'Italia e certe regioni in particolare, scontano una forte arretratezza culturale, ma da queste cose non bisogna farsi sommergere, bisogna invece darsi da fare per modificarle, perché cambiarle è difficile ma è possibile.
Un forte abbraccio! Comincia a pensare che non ci sono affatto due alternative, la vita non deve essere rifiutata ma migliorata per te e per gli altri e c'è un'infinità di cose da fare. Metti da parte i brutti pensieri, vedrai che la tua strada la troverai eccome!
Un forte abbraccio e benvenuto nel forum!!! :) Sono passate le tre! Buonanotte! Domani ti rispondo meglio.

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Help
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Re: Per una promessa

Messaggio da Help » martedì 28 agosto 2018, 7:15

Ciao JackTwist,
Anche se parli di un bivio, nel tuo scrivere ho letto la ricerca della vita. Dici di aver scritto per promessa, ma a me sembra più la ricerca di un motivo per cui valga la pena vivere.

Hai detto di aver scelto il percorso più lungo quindi ipotizzo che sia medicina. Quello è un percorso di circa 11 anni (6 di laurea + 5 dove vieni retribuito ma ti insegnano il mestiere). Se già a 22 non vedi più il senso di studiare, valuta un cambio. Ci sono cose che possiamo vivere solo una volta diventati indipendenti, ovvero la possibilità di essere noi stessi i fautori del nostro destino. Tutto il senso di inutilità e il peso che deriva dal dipendere svanirà appena avrai finalmente preso il tuo posto nel mondo.

Valuta anche di parlare della tua condizione con uno psicologo. L'università ne fornisce uno gratuito (l'attesa dipende dal numero di persone che ne richiedono le prestazioni). Ci sono pesi che non si devono portare da soli.

Buona fortuna JackTwist

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agis
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Re: Per una promessa

Messaggio da agis » martedì 28 agosto 2018, 8:57

Mah, guarda Jack ti han già risposto bene project ed Help. Che aggiungere? E' un'idea quella del suicidio che, belli o brutti, viene a moltissimi se non a tutti quindi vedi? Se fossi un politico ti direi :"Votami Jack! Mettimi un like! Sono stato suicida anch'io!" ^_^
Tuttavia, se sono ancora qui ad importunarti a 58 anni, è perché poi, alla fin fine, alla stragrande maggioranza di coloro che hanno intrattenuto questo pensiero non è più venuta voglia di passar dalla potenza all'atto ed io, ovviamente, mi sono conformato.
Oggi come oggi ti dico che non riesco a capire che necessità ci sia di uccidersi. Lo trovo un atto un po' sopra le righe. Abbiam già così poco tempo fidati.
E poi anche ad un pessimistone cronico come Leopardi il suicidio appariva sconveniente per non dare un dolore ai congiunti ed agli sparuti amici.
Ma non temere Jack, neppure per i numerosi nemici vale la pena di uccidersi. Tanto per loro ti ammazzi sempre troppo tardi ^_^

Davide94
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Re: Per una promessa

Messaggio da Davide94 » martedì 28 agosto 2018, 10:40

Ciao Jack Twist e un sincero benvenuto anche da parte mia!

Innanzitutto mi associo a quanto detto da Help: anch'io leggo in ciò che hai scritto la volontà di vivere.
Quanto al resto, sai, anch'io ho pensato a volte alla strada sbagliata del bivio di cui parli, ma sono assolutamente convinto che non sia mai, in nessun caso, una scelta valida. Provo a dirti alcuni dei motivi:
1) per quanto la nostra condizione attuale possa apparirci disperata, non c'è modo di conoscere quale sarà il futuro ed il futuro può riservare non solo eventi lieti, ma persino felicità: magari uno si uccide, ma la Vita aveva in progetto di migliorare la sua condizione esattamente il giorno dopo e, se avesse tenuto duro, avrebbe potuto goderne. Io a 18 anni ero solo, isolato dai miei coetanei, totalmente preda dei pensieri, passavo le giornate a vomitare e a farmi male da solo e non vedevo soluzione a questa situazione. Uno dei primi giorni di Università me ne stavo seduto in un'aula e nella fila davanti a me c'era una ragazza che, senza motivo, si gira sorridente e mi fa: "ciao, io sono E., tu come ti chiami?" e non mi ha più lasciato solo. Piano piano lei ed altri mi hanno fatto stare meglio. Ti racconto questo per darti una prova di quello che ti dicevo: se mi fossi ucciso il giorno prima? Ho ancora problemi, non ho mai avuto un ragazzo né una ragazza, sono insicuro di tante cose. Forse non risolverò mai i problemi, forse non troverò mai l'Amore, forse non vincerò mai le insicurezze. O forse invece tutto questo inizierà a risolversi domani. Ma se mi uccido non do la possibilità al Bene di accadere. E se anche questi problemi non dovessero risolversi, se anche se ne dovessero aggiungere altri, la Vita è troppo importante per rinunciarvi.
2) lo so che è difficile la condizione umana e che, ancor di più, può essere vivere se non si rientra in ciò che la società ritiene "norma". Ma a te sembra giusto che chi ci fa soffrire, i carnefici, i violenti, gli ipocriti, chi giudica senza capire e senza conoscere, continuino a camminare sulla strada della vita ed invece chi è vittima innocente, chi è semplicemente se stesso, puro, con un sincero e nobile desiderio di amare debba prendere la strada della sconfitta? Tu meriti di vivere, ti spetta di diritto, anzi ne hai il dovere. Mi ha spiegato mio fratello che il vero bivio non è "vita o morte?", il vero bivio è "disperazione o rabbia?", "rassegnazione o azione?" Se intorno il mondo ti è ostile, come è ostile a tanti (agli ultimi, ai diversi, a chiunque sia fragile), non bisogna reagire con la disperazione, in maniera negativa, distruttiva, scegliendo la morte, ma bisogna riaffermare con forza la bellezza della vita e sbatterla in faccia a chi non la comprende e anzi la deturpa con la sua cattiveria, bisogna scegliere la strada positiva, costruttiva, della rabbia. Se il mondo ti è ostile non sei tu a dover cambiare oppure a dover arrenderti, ma devi combattere per cambiare il mondo. Non sei tu ad essere sbagliato, è il mondo ad essere sbagliato. Cambiarlo come? A mio parere basta poco. Aiutare un altro essere umano, fosse anche uno solo in tutta la vita, e poi vedere che sorridendo ti dice "grazie, grazie davvero" riempie di senso la nostra esistenza. Non devono uccidersi le vittime , devono essere unite ed aiutarsi. Qualche giorno fa un ragazzo che aveva dei problemi e che ho provato ad aiutare mi ha detto: "sai, tutta questa storia e parlare con te ha cambiato la mia visione dell'omosessualità e se avrò un figlio lo educherò a tutte le forme d'amore". E' un seme per una società meno brutta? Lo spero.
3) c'è una persona a cui devi la scelta di prendere sempre la strada della Vita e quella persona sei tu. Lo devi al te bambino, che ha diritto ad essere felice, lo devi al te adolescente, che ha diritto ad essere ripagato del dolore, lo devi a te, persona unica e irripetibile e, ne sono certo, meritevole. Ma lo devi anche ad altre persone, a tutti quelli che non desiderano altro se non vedere che ce la fai, che combatti e vinci. Per esempio io, per quello che conta, già solo per aver letto il tuo scritto sarei felice di saperti presto più sereno e, come me, ne sono certo tutte le altre splendide persone che fanno parte di questo forum.

Aggiungo solo che ho una visione dell'amore simile alla tua, "due persone che si bastano l'una con l'altra", e che qui tanti altri la condividono.

Se ho detto banalità perdonami. Spero che in questo forum tu possa trovare, almeno in parte, la guida che cerchi. Certamente potrai parlare come tra amici sinceri. Vorrei che ci conoscessimo per darti un abbraccio reale, ma siccome siamo su un forum posso solo dirti: un forte abbraccio.
Ti auguro il meglio

Davide
Ultima modifica di Davide94 il lunedì 10 settembre 2018, 16:02, modificato 5 volte in totale.
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progettogayforum
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Re: Per una promessa

Messaggio da progettogayforum » martedì 28 agosto 2018, 19:41

Rieccomi. Provo ad approfondire un punto che sembra secondario e probabilmente non lo è, quello dell'università. Rinunciare a quello che hai fatto ti può sembrare una scelta incongrua e forse lo è, ma una scelta di studi universitari come quella che hai fatto tu, non è solo una scelta di studi, ma è una scelta professionale per la vita, una scelta che si giustifica se c'è alle spalle una vera vocazione, sentita e incrollabile per quel tipo di impegno, Si tratta di attività che richiedono anche forte partecipazione personale. Il problema non è riducibile al rinunciare agli studi ma bisognerebbe chiedersi se si vuole veramente abbracciare quella strada e quella professione per la vita, perché, se così non fosse, andare avanti significherebbe sacrificare l'intera vita a qualcosa che si sente realmente proprio e che non motiva, non spinge ad andare avanti anche nei momenti di scoraggiamento che pure nella professione possono essere molti e difficili di superare. Mentre l'essere gay è un dato di fatto che può essere vissuto bene o male a seconda dell'ambiente circostante, ma in pratica è quello che è e non si può cambiare (per fortuna!), il corso di studi si può cambiare e su quello bisogna prendere una decisione. Mi sembra molto ovvio che questo fatto possa essere profondamente ansiogeno. Io ricordo sempre mio padre (che ormai avrebbe più di 100 anni) quando mi vedeva preoccupato si fermava a parlare con me e mi riportava al senso della realtà. Quando avevo quasi 50 anni e lui era vecchio comprai una macchina nuova e la ammaccai di brutto il giorno stesso che era uscita dal concessionario. Io ero nero per la rabbia, dovevo andare a pranzo a casa di mio padre, suonai il campanello, mi vide sconvolto e mi chiese: "Che è successo?" Gli dissi che avevo fatto un incidente con a macchina nuova, lui mi chiese: "Ti sei fatto male?" Io dissi no. Lui chiese: "Hai fatto male a qualcuno?" Io dissi che erano solo danni alla macchina e lui mi fece un sorriso e mi disse: "Allora non è successo niente! Vai a lavarti le mani che è già in tavola!" Lui era già molto vecchio e io ho imparato una scala di valori più saggia della mia a quell'epoca! Anche i problemi dell'università vanno inquadrati nella luce giusta. Prendere le cose con tranquillità senza farsi spaventare da nulla è cosa difficile ma si impara piano piano!!

mobius89
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Re: Per una promessa

Messaggio da mobius89 » martedì 28 agosto 2018, 20:25

Caro JackTwist,

ti do anche io il benvenuto tra noi. Mi associo a tutto ciò che è stato scritto nelle precedenti risposte. Non è stato facile per la maggior parte di noi accettare ciò che siamo e credo che quasi tutti ci siamo trovati di fronte a quel bivio.

Tu dici di aver 22 anni e ti senti vecchio. Ho alcuni anni in più di te, ed oggi, dopo aver capito chi sono, mi sento di nuovo un adolescente!! Io a 22 anni nonostante percepissi che qualcosa in me differiva rispetto a quanto stessi costruendo, ho represso tutto ed ho continuato sino a poco tempo fa, quindi sono contento che tu abbia chiaro cosa realmente senti.

La mia storia puoi leggerla tra le presentazioni recenti. Nel momento in cui ho capito che stavo costruendo qualcosa che non mi apparteneva più, mi è crollato tutto addosso e nella mia mente è apparso il maledetto BIVIO. Nonostante ciò, ho avuto la forza di superarlo, e sai come? Mi sono ricordato che la vita ci dà così tanto da poter apprezzare. C'è un mondo intero da vedere. Pensa a quanta storia c'è disseminata nel mondo, a ciò che la natura ci offre con i suoi spettacoli. A quanto bene si può fare. Ho rivalutato inoltre quel sentimento che avevo provato per la prima volta per un ragazzo, che seppur aveva fatto crollare il castello che mi stavo costruendo, ha fatto rinascere in me una voglia di vivere che avevo del tutto dimenticato.
Se siamo piovuti su questa terra, un motivo ci sarà. Perché dover prendere una scorciatoia per la morte. Pensa quanti ragazzi vorrebbero proseguire per la strada della vita e non possono.

Io giorno dopo giorno cerco di ripianificare il mio futuro. Sono in cerca di nuovi hobbies ed altro. Come te, anche io spero di trovare un compagno serio, e qui hai potuto leggere storie di ragazzi seri che hanno incoraggiato me e tanti altri ragazzi. Non siamo strani o soli!! Lo sai qual è il mio sogno più grande? Poter avere un giorno un figlio…potrò essere un egoista, ma non smetto di sperarci.

Aggiungo che mi sono sentito anche la percora nera della famiglia, ma infine ho preso consapevolezza del fatto che sebbene tutti attorno a me fossero “normalmente sposati”, la mia infelicità a confronto della loro era nulla. L’equazione omosessualità-infelicità è FALSA. Non siamo né infelici, né inferiori. Sai quanti ragazzi in adolescenza mi facevano battutine disgustose facendomi morire dentro? Se potessi tornare indietro, gli spaccherei la faccia o una gamba. Bene, alla fine i peggiori di loro non sono riusciti a combinare un bel niente, quindi gli inferiori sono proprio loro.

Beh i tuoi genitori fanno finta di nulla. Certo, a loro fa male. Pensa, alcuni ragazzi molte volte vengono cacciati di casa. I miei non sanno nulla di me, e se lo sapessero non so quale potrebbe essere la loro reazione. In realtà ormai so che io vivrei liberamente. Libertà che deriva dalla mia quasi totale indipendenza economica. E qui che tengo a sottolineare la cosa più importante, agganciandomi così alla questione universitaria. Sei ancora giovane, puoi valutare se ciò che fai non fa per te. Prima sarai indipendente economicamente, prima sarai libero di vivere. Per noi l’indipendenza economica significa libertà, la quale ci dà la possibilità di andare via da casa, da contesti retrogradi e vedere che fuori c’è un mondo. Alcuni anni fa conobbi un ragazzo che non solo stava affrontando il suo percorso di accettazione ma aveva problemi con l’università. Lui non sapeva nulla di me, ma lo ammiravo e gli volevo un bene in quanto in fondo sapevo che eravamo gli stessi (credimi oggi mi pento di non averlo abbracciato quando mi confidava le sue cose). Non riusciva a proseguire con gli studi dal momento che aveva capito che ciò che faceva non gli piaceva. Bene, ad un certo punto ha deciso di cambiare tutto, ha trovato lavoro (quindi indipendenza economica) ed oggi vive felicemente con il suo compagno.

Hai scritto che vuoi scappare… bene, anche io voglio scappare e non sai quanto. Questa voglia indica la nostra volontà di vivere, quindi DIMENTICA IL BIVIO e VAI AVANTI.
Oggi ho scambiato due parole con Project, e credimi è davvero utile in quanto è di gran supporto e poter parlare è importante. C’è la chat di progetto, quindi se vuoi scambiare due parole sono disposto ad ascoltarti e confrontarmi nelle ore serali. Se non ci aiutiamo tra noi!!!
Un abbraccio,
Mobius89

Hospes91
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Re: Per una promessa

Messaggio da Hospes91 » martedì 28 agosto 2018, 23:19

Caio JackTwist, è bello che tui abbia scritto qui anche solo per mantenere una promessa fatta ad una persona che evidentemente stimi, o con cui ti sentivi magari in debito per l'aiuto che possa averti dato, sto ipotizzando ma credo di averci preso se ho letto bene la tua presentazione.
Allora guarda, io ho passato il mio ventesimo compleanno da solo, volutamente, perché per me era una tragedia: quella cifra (20!) mi sembrava davvero troppo grande da gestire per uno che si era ridotto ad uno stato pietoso di debolezza. Ero depresso, profondamente depresso da oltre un anno, quando capito di essermi preso per la prima volta una sbandata per un ragazzo. Sensazione nuovissima, bella solo all'inizio, lì lì mentre me ne accorgevo, ma subito dopo orribile: non mi accettavo, non volevo, se fosse stato possibile avrei voluto "uscire da me stesso", desideravo assolutamente continuare a pensare solo alle ragazze e basta, con gli altri ragazzi solo amicizia , anche forte, certo, ma doveva finire lì. Per molti è relativamente facile accettarsi, ma per altri è un'autentica tragedia. Ci si sente sporchi, terribilmente sporchi, e soprattutto impotenti, e duqnue DISPERATI. Tutto mi appariva nero ed insensato: che senso aveva godere delle piccole gioie della vita, se tanto non avrei potuito avere l'unica che alla fine considerassi più importante di tutte le altre ? ! ? Delle chiacchiere, delle malelingue per fortuna ormai non me ne fregava più nulla, ma purtroppo non potevo scappare da me stesso... Io che fino ai 18 anni non vedevo l'ora di andare all'università, di fare sport, di impegnarmi in 1000 attività, vedevo tutto scuro, anzi, insulso: niente aveva più sapore, niente più gioia, aspettative, entusiasmi, NIENTE! C'era solo la disperazione che per quanto la esplicitassi non riuscivo a farla comprendere alle persone con le quali potevo confidarmi: per loro ero esagerato e basta. Le cose sembravano migliorare solo quando interagivo con gli altri, perché ovviamente non volevo mancare di rispetto a loro (e a me stesso) facendomi vedere che mi piangevo addosso, e dunque ero costretto a reagire, anche perché lavorando devi avere la testa sgombra. Purtroppo quando tornavo da solo ero nuovamente vittima di me stesso: mi risultava faticosissimo sorridere, eppure agli occhi degli altri avevo tutto ciò che un ragazzo della mia età potesse desiderare. Ne sono uscito con moooooolta fatica, ma oggi posso dire di avercela fatta, ho imparato ad apprezzare tante fortune che prima (probabilmente viziato da un eccessivo benessere) davo erroneamente per scontate. Non so che cosa sarà della mia vita, non so se riuscirò mai a realizzare il mio sogno più grande che è quello di diventare padre, ma anche se non dovessi riuscirci sento che, con la visione che ho oggi, dopo aver lavorato tantissimo interiormente, potrei accettare quasi facilmente di non ricevere una tale fortuna. La vita è troppo preziosa per buttarla quando il nostro desiderio maggiore è irrealizzabile o quasi, anzi, forse proprio perché non posso realizzarlo mi sento di provare a perseguire gli altri con maggiore determinazione, anche se non voglio affatto che il lavoro o un passatempo o un animale da compagnia divengano dei sostituti di un figlio che non sia arrivato.

Per quanto riguarda l'università, il mio consiglio è quello di renderti indipendente (almeno economicamente) il prima possibile, ma è anche fondamentale che il corso di laurea che hai scelto ti piaccia sul serio, se no lavorerai scontento, e sarà pesante. Purtroppo non tutti hanno la fortuna di svolgere un lavoro che piaccia, ma direi che si debba almeno PROVARE a cercarlo, perché se il mio lavoro mi piace, allora lo faccio addirittura con gioia, dà senso alle mie giornate, mi riempie, mi fa addirittura sorridere di soddisfazione. Poi certo, c'è anche il lato economico che è importante, nessuno lo nega, però la fiamma che ti accende un lavoro che ti piace, che ti fa dire "Ecco, mi sento proprio al mio posto, sento di essere questo!", senza stupide competizioni e rivalse sociali o complessi di inferiorità/superiorità nei confronti delle altre persone, credo sia impagabile!

Valuta tu se la facoltà che fai ti piace ma non riesci ad apprezzarla perché depresso, oppure perché ti senta fuori posto; quando avrai capito (sei ancora in tempo a 22 anni per un eventuale cambio di facoltà! Ovviamente però cerca di darti una mossa a capire, parlati francamente senza temere le risposte!) percorri la strada fino in fondo, presto e bene (ma senza manie di perfezionismo: bello l'impegno costante, ma non farlo diventare un boomerang, altrimenti ti areni), lavora e sganciati dai tuoi genitori: non ti voglio assolutamente mettere contro di loro, avranno bisogno dei loro tempi, in ogni caso tu non puoi rimetterci attendendo che loro "maturino". Tu va' per la tua via, ovviamente senti i loro consigli, chiudi il dialogo solo se pensi sia impossibile qualsiavoglia tentativo realizzare una comunicazione, anche se per fortuna non mi sembra il vostro caso: io li vedo più spaventati ed impreparati, credo temano per la tua incolumità e probabilmente anche i giudizi della gente, tu non soffire se loro fingono che tu non gli abbia mai detto nulla, se fanno come niente fosse, ripeto: avranno bisogno dei propri tempi, pensa a realizzarti tu nello studio/lavoro e poi sganciati. A quel punto se vorranno "maturare", bene; altrimenti mi spiace ma un figlio è una persona a sé, con la propria vita, i propri bisogni e i propri desideri, che non è detto coincidano con quelli dei genitori, quindi dovresti avere la forza di staccartene, in quel caso.

Non mettiamo troppa carne a cuocere, però! Per ora fai chiarezza sul tuo futuro lavorativo e sulla tua laurea, un bel pezzo di fatica (coming out) l'hi fatto, ti sei tolto un dente! Studia, se puoi trovati un lavoretto, cresci interiormente. Secondo me i tuoi genitori avranno modo in questi anni di metabolizzare la cosa e crescere essi stessi, dai loro tempo, non pressarli, non litigarci: vi caricate di tensione e basta. Poi, quando sarai indipendente, valuterai. Ti consiglio anche (non offenderti, siamo nel 2018!) un percorso di analisi, a mio avviso non potrà che aiutarti. In bocca al lupo! ;)

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agis
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Re: Per una promessa

Messaggio da agis » mercoledì 29 agosto 2018, 8:57

progettogayforum ha scritto: Io ricordo sempre mio padre (che ormai avrebbe più di 100 anni)
E' stata dura coi vecchi?

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