Una storia come tante.

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morrissey
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Re: Una storia come tante.

Messaggio da morrissey » lunedì 11 ottobre 2010, 20:22

Be' ragazzi che dire... grazie per la calorosa accoglienza! Così come ho sempre fatto bene a non iscrivermi ai vari forum gay in cui mi sono imbattuto, questa volta ho fatto strabene ad iscrivermi qui!

@Barbara: è vero ci siamo beccati in chat l'altra sera! Per quanto riguarda l'aneddoto di mia madre e dei gay austriaci, ti dico che hai ragione: la mia sessualità è un nervo scoperto ed è molto facile diventare troppo suscettibili. Però penso di riuscire ad essere obiettivo nell'analisi di quell'episodio. Ho ancora ben impressi il tono, i gesti, lo sguardo con cui mia madre pronunciò quella frase, come a voler sottolineare il distacco tra lei e questo mondo "traviato"! Ebbi l'impressione che fosse una specie di monito che mi stesse incosciamente rivolgendo. Come se, nutrendo qualche (fondato :lol: )sospetto, volesse cogliere l'occasione e dire "bada a quello che fai!". Anche perchè mi chiedo: perchè venne a parlarne proprio con me? Alla fine erano amici di mio fratello, io li conoscevo da pochi giorni, come lei. Scritto così effetivamente mi fa sembrare un folle paranoico, forse è stato tutto un parto della mia mente! Comunque, giuro, la smetto con ste pippe!!!
Grazie per l'augurio, in effetti questa presentazione è sì una preziosa conquista, ma spero anche un punto di partenza!

@Project: grazie per l'incoraggiamento e per questo forum. Ormai sarai abituato ai complimenti, ma penso che le attestazioni di stima facciano sempre bene a chi si impegna in prima persona per uno scopo tanto importante!

@tatos76: le esperienza altrui non possono che essermi gradite! ;) Hai ragione, quando mi sentirò pronto a parlarne con loro, dovrò superare quest'ennesima paura... alla fine sapranno capire! Per quanto riguarda le amicizie femminili, anche io sono giunto a questa conclusione e non me ne cruccio più. Le amicizie con i maschi riesco a basarle sono su interessi in comune e stima reciproca, ma mai su sentimenti e per questo sono meno profonde e durature. E' così e basta...e non è poi un gran male!!

@Jek70: grazie davvero, le tue parole mi sono di grande aiuto! :D

Grazie ancora a tutti e scusate lo sproloquio... cercherò di essere più sintentico d'ora in avanti!
"Gran parte delle brutture di questo mondo viene dal fatto che della gente che è diversa, permette che altra gente la consideri uguale!" Harold e Maude

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diversodachi
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Re: Una storia come tante.

Messaggio da diversodachi » martedì 12 ottobre 2010, 0:38

Ciao Morrissey,
Condivido quasi tutto quello che hai detto e come te e moltissimi altri in questo forum ho vissuto le tue stesse paure e i tuoi stessi stress.

Dirlo a degli amici che non avrebbero nessun problema nell'accettarti come omosessuale? Sembra una cazzata, ma forse è ancora più difficile che dirlo a qualcuno che è notoriamente contro all'omosessualità, perché almeno da questo qualcuno sai cosa aspettarti, mentre nel primo caso fino all'ultimo avrai il dubbio se i tuoi amici saranno davvero comprensivi come ti hanno fatto credere oppure cambieranno opinione su di te, magari proprio perché ti credevano una persona sincera.
Bene, un amico (o un'amica che sia, non ha importanza) che si arrabbia è un egoista, perché nel momento in cui noi ci mostriamo per la prima volta come siamo realmente dopo una vita intera passata a nasconderci, mettendoci a nudo di fronte a lui, con l'enorme difficoltà che questo comporta, se la reazione è "Potevi dirmelo prima, mi hai mentito per anni?" allora questa persona non ha capito niente, perché come facciamo a parlare ai nostri amici, anche i più cari, di qualcosa che fa male solo a pensarci? Finché non ci mettiamo noi per primi la coscienza a posto (e questo forum ha principalmente questo obbiettivo), trovo sia assurdo poterne parlare con qualcuno, ma io credo che se le tue amiche sono davvero tue amiche come dici, non devi temere questa reazione. Non credo che tu ti sia divertito a mentire per anni, come non si diverte nessuno di noi, e nel caso non lo capiscano subito, dovresti farglielo capire tu.

Gli atteggiamenti:
Ben comprendo anche il tuo sentirti a disagio nel momento in cui i tuoi genitori, come anche tuo fratello, hanno questi comportamenti diciamo poco rispettosi verso gli omosessuali, senza che nemmeno se ne rendano conto. Il fatto è che molti eterosessuali (ovviamente non faccio di tutta l'erba un fascio) non considerano minimamente l'idea che intorno a loro possano esserci degli omosessuali. Anche di fronte a segnali più o meno forti, l'idea non gli passa neanche per l'anticamera del cervello, e per questo sono soliti fare battutine, anche e soprattutto chi si professa un difensore dei gay. Quante ne avrò sentite dire dai miei amici? E quanti rospi ho dovuto ingoiare di fronte a certe bestialità? Semplicemente loro non ci pensano, lo ritengono praticamente impossibile, e quindi ci feriscono selvaggiamente senza nemmeno rendersene conto. La prima cosa che mi è stata detta da un mio caro amico quando ho fatto coming out con lui, è stata "scusami per tutte le cazzate che mi hai sentito dire in questi anni, sono un coglione!".
Mio fratello è sicuramente un liberale, e non credo che avrebbe alcun problema nell'accettarmi, eppure, in quanto maschio etero, non è riuscito a comprendere la gravità della sua reazione alla vista di non-mi-ricordo-neanche-cosa alla tivù.
Non è stata una frase, ma una semplice parola: Froci.
E' stato come ricevere un pugno nello stomaco, puoi immaginare come può avermi ferito. Però non ho detto niente. Non potevo, e a quel punto non meritava neppure di sapere la verità, ho pensato. Ma sbaglio, perché se solo lui avesse la vaga idea di avere un fratello omosessuale, so per certo che un commento del genere non l'avrebbe mai fatto, e non perché si sarebbe trattenuto dal dire qualcosa che pensava realmente, ma semplicemente perché quel "froci" l'ha detto senza riflettere e senza dargli alcuna importanza, perché dà per scontato che nessuno intorno a lui potrebbe offendersi, perché "i froci sono gli altri". Non ci pensa proprio. Credo anche che se lui sapesse della mia sessualità, probabilmente avrebbe in generale un atteggiamento molto più rispettoso nei confronti dei gay, perché a quel punto le tematiche gay lo riguarderebbero se non direttamente, almeno indirettamente. Parlerebbe da persona informata dei fatti, così come ho riscontrato in alcuni miei amici che ora sanno di me (che pure ora non mi risparmiano battute, ma in modo affettuoso e sicuramente non con l'intento di offendere :mrgreen: ).

L'uscire allo scoperto:
Molti di noi, me compreso, all'inizio confondiamo il dichiararsi agli amici con il dichiararsi pubblicamente... ma sbagliamo!! Nessuno ci obbliga ad andare in giro con l'etichetta "gay" sulla fronte, ma ciò non toglie che le persone a cui vogliamo davvero bene possano sapere di noi. Posso solo immaginare com'è vivere con la "fama" che ci precede, non per chissà quale atto osceno da noi fatto ma per il puro e semplice essere gay. Hai ragione, è ingiusto, soprattutto se pensiamo che per descrivere qualsivoglia persona eterosessuale, la descrizione non inizia con "è eterosessuale".
Quello che dobbiamo fare è semplicemente (e so benissimo che non è semplice) vivere liberamente, senza farci condizionare dai pregiudizi degli altri, ma soprattutto dobbiamo farci conoscere per quello che siamo: persone, belle o brutte, simpatiche o irascibili, arroganti o generose, ecc. Esattamente come tutti gli altri. Stai tranquillo che se sei una bella persona, il tuo orientamento sessuale verrà messo sicuramente in secondo piano. Anche perché se conosci qualcuno sicuramente la prima cosa che gli dirai non sarà "sono gay", ma parlerai di musica, libri, film e fumetti, ovvero i tuoi interessi. Se poi vedrai che la persona di fronte a te sarà in grado di capirti e di guardare oltre al tuo orientamento, sarai tu a decidere se, come, quando e perché rivelarglielo.

I genitori:
Probabilmente lo scoglio più grande che un omosessuale deve affrontare nel suo percorso. Dirlo ai genitori non è mai semplice e comporta una quantità di coraggio abnorme. Anche in questo caso, nessuno ti obbliga, sia chiaro, ma è ovvio che più passa il tempo e più diventa un peso, perché se a 23 anni è ancora normale non essere sposati e avere una famiglia, a 30 la cosa si fa più ardua, così come diventa più arduo portarsi appresso il peso delle aspettative dei genitori. Purtroppo non c'è una soluzione universale per questo problema, e anche se può essere terribile dirlo, spesso non c'è proprio soluzione.

In ogni caso, un passo alla volta. I genitori sono spesso gli ultimi a sapere dell'omosessualità del figlio, e ci sono parecchi buoni motivi: nel caso di un rifiuto (anche temporaneo) da parte loro, è sempre meglio avere l'appoggio dei nostri amici, e soprattutto per rivelarlo ai propri genitori ci vuole sì una gran dose di coraggio, ma anche un buon livello di sicurezza interiore. Bisogna essere forti, convinti ed irriducibili, perché spesso la loro prima reazione consiste nel verificare se l'omosessualità possa essere causata da fattori esterni, se ci possa essere una qualche soluzione, a volte persino (ahimè) una cura. Quindi, un nostro cedimento o tentennamento, potrebbe rafforzare le loro sbagliatissime convinzioni. Bisogna prepararsi al peggio, ed essere pronti a rispondere ad ogni domanda-affermazione con sicurezza e convinzione.
Non so se sono riuscito a spiegarmi.. :roll:

Detto ciò (giusto due righe.. :lol: ), posso solo darti il benvenuto nel forum, sicuramente il posto giusto per iniziare a prendere coscienza e sicurezza. Buona permanenza :mrgreen:

Leonardo
Now show me the way to the next whiskey bar.

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green-eye
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Re: Una storia come tante.

Messaggio da green-eye » martedì 12 ottobre 2010, 11:26

hei morrissey,già ci siamo incrociati in chat ed ora ti do il benvenuto anche qui sul forum!!! :D
Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo

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morrissey
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Re: Una storia come tante.

Messaggio da morrissey » martedì 12 ottobre 2010, 21:38

Leonardo, innanzitutto ti ringrazio per la risposta, che, come ti accenavo in chat, condivido.

Per quanto riguarda il fatto degli amici, hai ragionissima. Anche se dovessero avere la famigerata reazione "ma allora mi hai sempre preso per i fondelli?", penso che riuscirei a far capire loro cosa si prova. Alla fine basterebbe dire la verità: anche se l'ho sempre saputo, sono stato io il primo ad essermi preso per i fondelli. Come avrei potuto parlare di un lato di me che avevo completamente tagliato fuori dalla mia vita? Per me è stato davvero così, mi ero letteralmente autoconvinto di essere etero. Ho iniziato ad "accettarmi" non molto tempo fà. A darmi lo scossone sono state tante cose, prima di tutto il senso di colpa per aver ingannato delle ragazze, spesso vermente dolci ed ingenue. E poi naturalmente il desiderio di provare ciò che voglio davvero e non ciò che il mondo desidera che io voglia! Quindi, fidandomi di loro, devo pensare che capiranno.
Capito questo, leggendo quanto hai scritto, mi sono chiesto: ma allora perchè non parto con la "missione dichiarazione"? La risposta che mi do è proprio deludente: perchè, per quanti passi in avanti stia facendo nell'ultimo periodo, mi sa che ancora non me la sento di fare questa scelta. Cioè se lo dicessi ad una cara amica, intraprenderei una strada a senso unico. E' vero che nessuno mi obbliga a dirlo a mezzo mondo, però ogni passo indietro sarebbe impossibile. E se poi mi rendessi conto di aver sbagliato? Se poi ritornassi a pensare che è meglio mentire che rimanere solo e sconsolato? Tu leggendo penserai "vabbè ma questo allora che rompe a fare? Sta proprio indietro!" In effetti è vero, nonostante abbia già ahimè 23 anni e mi senta estremamente immaturo leggendo quanto coraggiosi siano molti di voi pur essendo più giovani, ancora mi sa che non sono pronto. Sono certo di essere gay ma non sono certo che la mia fragile psiche possa reggere a un cambiamento così radicale nella mia vita. Cioè io sono uno che impiega mezz'ora a scegliere la pizza, prendere decisioni non è mai stato il mio forte! :lol: Quello che so adesso è solo che voglio farcela, per quanto lungo sia ancora il cammino!

Per quanto riguarda le battutine omofobe, non posso che ritrovarmi in quanto scrivi. Penso di averne sentite migliaia. Tipo quando ero proprio un ragazzino dissi a un mio cugino molto più grande di me che la Cucinotta è un cesso (oh è vero, ha i baffi!! :D ). Lui mi rispose "Che dici? Senti puoi diventare tutto, ma ti prego, nè frocio, nè prete!". Non so cosa avrebbe detto, sapendo la verità. Onestamente non penso che tutti i miei parenti/amici possano davvero sentirsi chiamati in causa una volta scoperta il mio, diciamo, segreto. Mi piacerebbe esserne certo, ma secondo me non pochi alzerebbero un bel muro tra me e loro. Sarebbe poco male per un cugino imbecille, non tanto bello sarebbe però per i genitori. La sola idea di adunarli e dire loro "sono gay!" mi fa collassare. Sono decisamente lo scoglio più grande :?! A volte penso che potrei evitare per altri 3,4 anni. In questo periodo sarò laureato, entrato in specializzazione e avrei già il mio bello stipendio. Quindi potrei dir loro: adesso sono indipendente e vi sbatto in faccia la verità. Questo non perchè penso che se sapessero mi taglierebbero la carta di credito, non lo farebbero mai, ma perchè mi sentirei libero di reagire come voglio. Se loro ne facessero un dramma, potrei tagliare i ponti per un pò! Vabbè questa è solo una vigliaccata, lo so! Probabilmente è l'idea di rimandare che mi alletta tanto!

Come vedi continuo ad essere un fiume in piena, ma poichè non sei il mio analista la smetto qui!!! Anche se sembro paranoico ed esaurito, quello cha hai scritto mi ha dato diversi spunti di ottimismo! Fammi sapere se devo pagarti una parcella :mrgreen: !!
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Re: Una storia come tante.

Messaggio da Sciamano » martedì 12 ottobre 2010, 22:42

Benvenuto Morrissey! Bella presentazione, mi ha colpito, anche perché quello che hai scritto sulla tua famiglia potrei dirlo ank'io, mi ci sono rispecchiato moltissimo. Come te ho 23 anni e davvero da molto poco, un anno forse nemmeno pieno... mi sono accettato come omosessuale senza più problemi. Ed è sicuramente merito di questo forum se mi sono compreso e se il mondo dei ragazzi gay l'ho reinterpretato come un mondo normale e speciale al tempo stesso.

Complimenti per tutti gli interventi precedenti, molto azzecati e profondi :)
Cercare la felicità rispettando gli altri, sarebbe una grande conquista per l'umanità!

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Re: Una storia come tante.

Messaggio da kikko » lunedì 18 ottobre 2010, 0:04

wo morrisey il grezzo :mrgreen: con te non sono in ritardo fra un pò ti facevo pure gli auguri di natale ahahah... benvenuto anche se ormai ti sei già accomodato pene ihihih :mrgreen: ci sniffiamo in giro!

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Re: Una storia come tante.

Messaggio da morrissey » martedì 19 ottobre 2010, 1:07

Grazie kikko... meglio tardi che mai!
E comunque Buon Natale! :P ahahahah
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Re: Una storia come tante.

Messaggio da Ennis » martedì 19 ottobre 2010, 22:14

oh... anche se con un pò di ritardo volevo darti anch'io il benvenuto! ;)

mi è piaciuta molto la tua presentazione... come dici tu stesso siamo un pò tutti sulla stessa barca, abbiamo storie molto simili...

sono d'accordo con tutti gli altri interventi, hai fatto benissimo ad iscriverti in questo forum... vedrai che ti sarà d'aiuto! ;)

ci sentiamo... a presto!!! :D
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Re: Una storia come tante.

Messaggio da Alyosha » lunedì 25 ottobre 2010, 14:23

Ciao morrissey... il benvenuto non te lo do perché sei arrivato prima tu :D. Ci siamo sentiti l'altra volta in chat ho riletto il tuo post e mi sono ritrovato in tante cose che hai scritto... del tipo: "A darmi lo scossone sono state tante cose, prima di tutto il senso di colpa per aver ingannato delle ragazze, spesso veramente dolci ed ingenue. E poi naturalmente il desiderio di provare ciò che voglio davvero e non ciò che il mondo desidera che io voglia". Per adesso in testa ho tante cose, avete presente il film "il sesto senso", quando alla fine si scopre tutto e poi si vedono le immagini di cosa era veramente successo? Ecco mi sento proprio così, intento a reinterpretare tutto. L'altra volta pensavo che non ho mai baciato un uomo... ecco vedete devo ancora dare il primo bacio, scandaloso!!! Comunque non era questo che volevo dirti... Solo non penso si tratti di coraggio, quando dici che non ti senti di dirlo a nessuno. Alla fine sopratutto per chi non lo scopre subito secondo me si tratta di un percorso interiore di accettazione che non centra col dirlo. Non è che se lo dici significa che ti sei accettato? A me per esempio è capitato di dirlo e potresti dirmi che sono stato "coraggioso" e invece no perché anche se l'ho detto a qualche paio di amiche, la verità è che non mi sono ancora accettato affatto, tant'è che ancora fatico a definirmi gay (da sto punto di vista hai fatto molto più tu per esempio).

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morrissey
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Re: Una storia come tante.

Messaggio da morrissey » martedì 26 ottobre 2010, 0:08

Boy-com, come avevamo già notato, le nostre storie hanno in comune molte vicessitudini! Anche questa fase in cui si reinterpreta tutto ci accomuna.
In effetti essere arrivato alla constatazione (non so se di accettazione si può davvero parlare!) della mia omosessualità è stata una conquista importante per me, e sono felice di riuscire a parlarne liberamente anche solo qui sul forum. Cosa sia coraggioso o cosa non lo sia è abbastanza relativo. Dipende da quelle che sono i nostri punti di forza o le nostre paure, e quindi principalmente dal contesto familiare e socio-culturale in cui siamo cresciuti. Sento di essere stato vigliacco ad aver interrotto quelle che avrebbero potuto diventare storie serie, e che invece sono state avventure o poco più, senza nemmeno accennare alla ragazza di turno quale fosse il reale motivo. Allo stesso modo credo che il fatto che tu sia riuscito ad essere onesto con loro sia ammirevole. E' vero che accettarsi e dire la verità alle persone care sono due concetti distinti e differenti, ma per come sono fatto io, il parlarne con qualcuno mi sembra una meta lontanissima.
Certo di coraggio ce ne serve molto ancora, perchè a prescindere dalle rispettive situazioni, non abbiamo che percorso solo le primissime tappe!
Il fatto del primo bacio mi ha fatto sorridere... prendiamola così, come un'occasione dataci per vivere due volte questa esperienza! :lol:
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