Una storia come tante.
Una storia come tante.
Ciao a tutti, sono Morrissey (in onore di un cantante e di un gruppo che adoro) ed ho 23 anni.
Ho scritto che la mia è una storie come tante perchè il motivo che mi ha spinto, dopo aver letto molti post, ad iscrivermi a questo forum, è proprio quello di aver capito di non essere il solo a vivere situazioni di disagio interiore a causa della propria sessualità. Pensavo di essere uno dei pochi ad aver trascorso tutti i giorni della propria vita a nascondersi dalla verità, a sacrificarsi per paura di una società in cui il concetto di norma viene ancora confuso con quello di normale...invece no!!
Come la maggior parte di voi fin da piccolo mi ero accorto di essere “particolare” rispetto agli altri ragazzini. Crescendo ne ho avuto la certezza, ma non sono mai riuscito a dirlo a nessuno. Ho sempre pensato che alla fine non sarebbe stato impossibile ingannare il mondo su ciò che sono davvero. Ero certo che mi sarei sposato, che avrei avuto dei figli e che in nome dell'amore per questi, sarei sopravvissuto a questa disastrosa finzione. Non sono un adone, ma in genere fisicamente non dispiaccio poi tanto, così ho avuto alcune storie con ragazze, tutte insignificanti e di breve durata perchè ogni volta non riuscivo a sopportare di prenderle in giro. Meritavano di essere amate e non di essere usate per i miei egoistici scopi. In realtà spesso pensavo di desiderale anche, ma non era vero; era un piacere che scaturiva dal riconoscermi nei modelli sociali che mi circondavano. Finalmete potevo rispondere affermativamente e col sorriso a chi incessantemete mi sottopponeva (e ancora mi sottopone) al solito terzo grado del tipo “ma insomma l'hai trovata o no una ragazza?”. Da qualche tempo invece ho iniziato a sognare di poter un giorno vivere la mia vita vera, con onestà per me stesso e per gli altri... ma dal sognare al realizzare c'è un abisso!
Vivo e studio a Firenze da 5 anni, ma provengo dal sud, non da un piccolo paese ma da una città di media grandezza in cui un mondo gay esiste, anche se estremamente sotteraneo. Nonostante ciò sono ancora distante anni luce da un possibile outing. I motivi sono i soliti, prima di tutto la mancanza di coraggio. Quando si parla di qualcuno dichiarato pubblicamente, tutti, anche le persone più aperte mentalmente, per descriverlo iniziano col parlare della sua omosessualità. Io questo non potrei sopportarlo. Sono un ragazzo curioso e con molti interessi: musica, lettura, cinema, telefilm, fumetti, arte, scienze, politica. Questo mi piace di me, sono introverso e insicuro, ma, una volta rotto il ghiaccio, sono in grado di intavolare un discorso su tutto (tranne che sullo sport! ). Non mi va proprio di essere il ragazzo gay e basta, è ingiusto, ma purtroppo è quello che accade.
Per fortuna non soffro più di tanto la solitudine, di amici ne ho abbastanza. Certo non sono mister popolarità ma non mi lamento. Da questo punto di vista incarno molto il clichè del gay amico delle donne: la vera amicizia, basata su affetto e fiducia, è quella che ho con tre ragazze, che ahimè sono attualmente lontane e fidanzate! A loro oggettivamente non sarebbe stato impossibile dire la verità. Sono tutte e tre molto intelligenti e soprattutto mi vogliono un bene profondo, ne sono certo. Una tra l'altro ha un fratello apertamente gay, che adora e di cui è la principale confidente. Sembrerebbe facile allora, ma non è così... come reagirei io se una di loro mi dicesse che per oltre dieci anni, di cui alcuni anche di convivenza, durante migliaglia di interminabili chiacchierate e confessioni, mi ha mentito? Sarebbe bruttissimo! Io le ho guardate negli occhi moltissime volte e ho parlato di questa e di quella, mentendo a loro ma anche a me stesso. A mia discolpa devo però dire che, pur non essendo effemminato, non è che mi mimetizzo a tal punto da sembrare il classico etero. Anzi spesso scherziamo sul fatto che non tutti i lati della mia personalità sono propriamente virili. Insomma preferisco parlare di vestiti che di calcio, e quando dico che una ragazza è bella non è mai perchè ha il seno grosso ma perchè magari ha un portamento elegante. Inoltre sono sempre in prima linea quando si discute di diritti per i gay. Basta che qualcuno in mia presenza proferisca termini omofobi, e subito faccio partire il predicozzo sul rispetto e sull'uguaglianza. Sono cioè apertamente gay-friendly, non come i classici gay che si reprimono a tal punto da odiare chi vive serenamente la propria sessualità. E di questo, almeno di questo, vado fiero.
Mi ero ripromesso di non essere prolisso, ma ho fallito in pieno!! Altre due parole però mi sento di spenderle sulla mia famiglia. I miei sono brave persone, colte ed educate, religiose ma non troppo. Fanno di tutto per me, ma si mantengono sul piano materiale, soldi mio padre, manicaretti mia madre. Per loro è molto raro parlare della psicologia di una persona, non perchè siano cattivi ma perchè a loro volta i loro genitori li hanno abituati così. Nonostante voglia loro bene, in questo periodo non riesco a non avercela i miei genitori. Non tanto perchè non hanno mai colto, o si sono sforzati di non cogliere, i segnali circa il mio orientamento, ma perchè penso abbiano sbagliato a far crescere me e mio fratello in un mondo in cui qualsiasi cosa anche vagamente attinente al sesso era un enorme taboo. Come avrei potuto confessare una cosa tanto grande, quando loro non hanno mai pronunciato la parola gay? O meglio una volta mia madre l'ha pronunciata, ed è stato un disastro. Un paio di anni fa era venuta a trovarci in estate una coppia gay di due ragazzi austriaci, colleghi di mio fratello. Inutile dire che io presi una cottarella per uno dei due, ma questa è un'altra storia! Senza metterci d'accordo né io, né mio fratello abbiamo parlato ai miei della loro omosessualità (e questo la dice lunga su quanto li riteniamo pronti a riguardo!). Un giorno però mia madre li sorprese uscire insieme dal bagno, venne da me, e mi disse: “ma non è che sono gay?”. Io rimasi impietrito, avendo subito intutito che dopo quegli attimi avrei avuto più chiare molte cose. Al che lei continuò subito “Vabbè anche se fosse a noi non interessa... sono problemi loro!” Ogni lettera di quella parola mi sembrò un pugno sui denti. Avrei voluto risponderle “Non è un problema, loro sono felici e si amano da morire. L'unico problema della loro omosessualità è la gente stupida come te!”. Invece tacqui, e passai il mese successivo a deprimermi. Mio fratello, ma soprattutto la sua ragazza, che io adoro, sono molto aperti in merito, ma comunque in loro assenza sottolineavano le effusioni che i due ragazzi si concedavano lontano dai genitori. Questo mi faceva male: non discriminavano, però quei bacetti romantici attiravano i loro sguardi. Io sono molto timido e riservato, non riuscirei ad accettare che ogni mio minimo gesto sia passibile di sguardi incuriositi, o peggio ancora, di giudizi malevoli.
Avrei molte altre cose da dire ma già è un miracolo se qualcuno riuscirà a leggere senza appisolarsi quella che doveva essere una presentazione, ma è divenuta un romanzo di Tolstoj!! Concludo ringraziando project e tutti voi per questo forum, non avrei mai creduto di avere il coraggio di raccontare a qualcuno tutte queste cose! Grazie mille!
Ho scritto che la mia è una storie come tante perchè il motivo che mi ha spinto, dopo aver letto molti post, ad iscrivermi a questo forum, è proprio quello di aver capito di non essere il solo a vivere situazioni di disagio interiore a causa della propria sessualità. Pensavo di essere uno dei pochi ad aver trascorso tutti i giorni della propria vita a nascondersi dalla verità, a sacrificarsi per paura di una società in cui il concetto di norma viene ancora confuso con quello di normale...invece no!!
Come la maggior parte di voi fin da piccolo mi ero accorto di essere “particolare” rispetto agli altri ragazzini. Crescendo ne ho avuto la certezza, ma non sono mai riuscito a dirlo a nessuno. Ho sempre pensato che alla fine non sarebbe stato impossibile ingannare il mondo su ciò che sono davvero. Ero certo che mi sarei sposato, che avrei avuto dei figli e che in nome dell'amore per questi, sarei sopravvissuto a questa disastrosa finzione. Non sono un adone, ma in genere fisicamente non dispiaccio poi tanto, così ho avuto alcune storie con ragazze, tutte insignificanti e di breve durata perchè ogni volta non riuscivo a sopportare di prenderle in giro. Meritavano di essere amate e non di essere usate per i miei egoistici scopi. In realtà spesso pensavo di desiderale anche, ma non era vero; era un piacere che scaturiva dal riconoscermi nei modelli sociali che mi circondavano. Finalmete potevo rispondere affermativamente e col sorriso a chi incessantemete mi sottopponeva (e ancora mi sottopone) al solito terzo grado del tipo “ma insomma l'hai trovata o no una ragazza?”. Da qualche tempo invece ho iniziato a sognare di poter un giorno vivere la mia vita vera, con onestà per me stesso e per gli altri... ma dal sognare al realizzare c'è un abisso!
Vivo e studio a Firenze da 5 anni, ma provengo dal sud, non da un piccolo paese ma da una città di media grandezza in cui un mondo gay esiste, anche se estremamente sotteraneo. Nonostante ciò sono ancora distante anni luce da un possibile outing. I motivi sono i soliti, prima di tutto la mancanza di coraggio. Quando si parla di qualcuno dichiarato pubblicamente, tutti, anche le persone più aperte mentalmente, per descriverlo iniziano col parlare della sua omosessualità. Io questo non potrei sopportarlo. Sono un ragazzo curioso e con molti interessi: musica, lettura, cinema, telefilm, fumetti, arte, scienze, politica. Questo mi piace di me, sono introverso e insicuro, ma, una volta rotto il ghiaccio, sono in grado di intavolare un discorso su tutto (tranne che sullo sport! ). Non mi va proprio di essere il ragazzo gay e basta, è ingiusto, ma purtroppo è quello che accade.
Per fortuna non soffro più di tanto la solitudine, di amici ne ho abbastanza. Certo non sono mister popolarità ma non mi lamento. Da questo punto di vista incarno molto il clichè del gay amico delle donne: la vera amicizia, basata su affetto e fiducia, è quella che ho con tre ragazze, che ahimè sono attualmente lontane e fidanzate! A loro oggettivamente non sarebbe stato impossibile dire la verità. Sono tutte e tre molto intelligenti e soprattutto mi vogliono un bene profondo, ne sono certo. Una tra l'altro ha un fratello apertamente gay, che adora e di cui è la principale confidente. Sembrerebbe facile allora, ma non è così... come reagirei io se una di loro mi dicesse che per oltre dieci anni, di cui alcuni anche di convivenza, durante migliaglia di interminabili chiacchierate e confessioni, mi ha mentito? Sarebbe bruttissimo! Io le ho guardate negli occhi moltissime volte e ho parlato di questa e di quella, mentendo a loro ma anche a me stesso. A mia discolpa devo però dire che, pur non essendo effemminato, non è che mi mimetizzo a tal punto da sembrare il classico etero. Anzi spesso scherziamo sul fatto che non tutti i lati della mia personalità sono propriamente virili. Insomma preferisco parlare di vestiti che di calcio, e quando dico che una ragazza è bella non è mai perchè ha il seno grosso ma perchè magari ha un portamento elegante. Inoltre sono sempre in prima linea quando si discute di diritti per i gay. Basta che qualcuno in mia presenza proferisca termini omofobi, e subito faccio partire il predicozzo sul rispetto e sull'uguaglianza. Sono cioè apertamente gay-friendly, non come i classici gay che si reprimono a tal punto da odiare chi vive serenamente la propria sessualità. E di questo, almeno di questo, vado fiero.
Mi ero ripromesso di non essere prolisso, ma ho fallito in pieno!! Altre due parole però mi sento di spenderle sulla mia famiglia. I miei sono brave persone, colte ed educate, religiose ma non troppo. Fanno di tutto per me, ma si mantengono sul piano materiale, soldi mio padre, manicaretti mia madre. Per loro è molto raro parlare della psicologia di una persona, non perchè siano cattivi ma perchè a loro volta i loro genitori li hanno abituati così. Nonostante voglia loro bene, in questo periodo non riesco a non avercela i miei genitori. Non tanto perchè non hanno mai colto, o si sono sforzati di non cogliere, i segnali circa il mio orientamento, ma perchè penso abbiano sbagliato a far crescere me e mio fratello in un mondo in cui qualsiasi cosa anche vagamente attinente al sesso era un enorme taboo. Come avrei potuto confessare una cosa tanto grande, quando loro non hanno mai pronunciato la parola gay? O meglio una volta mia madre l'ha pronunciata, ed è stato un disastro. Un paio di anni fa era venuta a trovarci in estate una coppia gay di due ragazzi austriaci, colleghi di mio fratello. Inutile dire che io presi una cottarella per uno dei due, ma questa è un'altra storia! Senza metterci d'accordo né io, né mio fratello abbiamo parlato ai miei della loro omosessualità (e questo la dice lunga su quanto li riteniamo pronti a riguardo!). Un giorno però mia madre li sorprese uscire insieme dal bagno, venne da me, e mi disse: “ma non è che sono gay?”. Io rimasi impietrito, avendo subito intutito che dopo quegli attimi avrei avuto più chiare molte cose. Al che lei continuò subito “Vabbè anche se fosse a noi non interessa... sono problemi loro!” Ogni lettera di quella parola mi sembrò un pugno sui denti. Avrei voluto risponderle “Non è un problema, loro sono felici e si amano da morire. L'unico problema della loro omosessualità è la gente stupida come te!”. Invece tacqui, e passai il mese successivo a deprimermi. Mio fratello, ma soprattutto la sua ragazza, che io adoro, sono molto aperti in merito, ma comunque in loro assenza sottolineavano le effusioni che i due ragazzi si concedavano lontano dai genitori. Questo mi faceva male: non discriminavano, però quei bacetti romantici attiravano i loro sguardi. Io sono molto timido e riservato, non riuscirei ad accettare che ogni mio minimo gesto sia passibile di sguardi incuriositi, o peggio ancora, di giudizi malevoli.
Avrei molte altre cose da dire ma già è un miracolo se qualcuno riuscirà a leggere senza appisolarsi quella che doveva essere una presentazione, ma è divenuta un romanzo di Tolstoj!! Concludo ringraziando project e tutti voi per questo forum, non avrei mai creduto di avere il coraggio di raccontare a qualcuno tutte queste cose! Grazie mille!
"Gran parte delle brutture di questo mondo viene dal fatto che della gente che è diversa, permette che altra gente la consideri uguale!" Harold e Maude
"People are just sexual, the prefix is immaterial" Morrissey(quello vero!)
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Re: Una storia come tante.
bella storia come tutte direi!XD che dire benvenuto sul forum vedrai che qua potrai confrontarti con molti ragazzi come te, ci vediamo in giro! ciao!
Re: Una storia come tante.
Ciao Morissey, benvenuto anche qui. Eri nella chat l'altra sera, vero?
Hai scritto cose molto toccanti, ma si avverte anche che non sei il tipo di persona che si arrende di fronte alle difficoltà.
Da etero quale sono ti dico che a volte , per abitudine soprattutto, si dicono cose che in realtà non hanno il valore che un ragazzo gay può attribuirgli .
Ci sono parole che vengono automatiche per il semplice fatto di averle sentite dire e è necessario un certo allenamento per cambiare vocabolario.
Magari tua madre in quell'episodio intendeva dire "fatti loro" , visto che alla fine si è comportata bene con questi due ragazzi , o forse temeva che la cosa ti avrebbe shoccato o si sentiva responsabile per averti messo in contatto con una situazione che avrebbe potuto turbarti. Ma il significato che un figlio può dare anche a una singola parola , mi rendo conto che é molto diverso. Un figlio é solo di fronte alla propria nuova identità ed é ipersensibile a qualunque segnale la metta in discussione . E allora l'equivoco e l'incomprensione é sempre dietro l'angolo.
Invece per il fatto di aver tenuto nascosta la tua condizione alle tue amiche , se fossi in te non me ne preoccuperei. In genere noi stessi siamo indifficoltà nell'entrare in argomento , anche se a volte abbiamo dei dubbi, per cui il disagio dell'amico che non si rivela è anche il nostro disagio, per cui semmai ci chiederemmo se avremmo potuto fare qualcosa in più per aiutarlo a confidarsi . Questo beninteso se le amiche sono di mentalità aperta come le descrivi.
Credo che scrivere qui sia un passo importante. Un giorno non lontano leggerai ciò che hai scritto e ti stupirai di quanta strada hai fatto nel frattempo nell'avvicinarti a ciò che desideri. Ti auguro che quel giorno arrivi al più presto.
Hai scritto cose molto toccanti, ma si avverte anche che non sei il tipo di persona che si arrende di fronte alle difficoltà.
Da etero quale sono ti dico che a volte , per abitudine soprattutto, si dicono cose che in realtà non hanno il valore che un ragazzo gay può attribuirgli .
Ci sono parole che vengono automatiche per il semplice fatto di averle sentite dire e è necessario un certo allenamento per cambiare vocabolario.
Magari tua madre in quell'episodio intendeva dire "fatti loro" , visto che alla fine si è comportata bene con questi due ragazzi , o forse temeva che la cosa ti avrebbe shoccato o si sentiva responsabile per averti messo in contatto con una situazione che avrebbe potuto turbarti. Ma il significato che un figlio può dare anche a una singola parola , mi rendo conto che é molto diverso. Un figlio é solo di fronte alla propria nuova identità ed é ipersensibile a qualunque segnale la metta in discussione . E allora l'equivoco e l'incomprensione é sempre dietro l'angolo.
Invece per il fatto di aver tenuto nascosta la tua condizione alle tue amiche , se fossi in te non me ne preoccuperei. In genere noi stessi siamo indifficoltà nell'entrare in argomento , anche se a volte abbiamo dei dubbi, per cui il disagio dell'amico che non si rivela è anche il nostro disagio, per cui semmai ci chiederemmo se avremmo potuto fare qualcosa in più per aiutarlo a confidarsi . Questo beninteso se le amiche sono di mentalità aperta come le descrivi.
Credo che scrivere qui sia un passo importante. Un giorno non lontano leggerai ciò che hai scritto e ti stupirai di quanta strada hai fatto nel frattempo nell'avvicinarti a ciò che desideri. Ti auguro che quel giorno arrivi al più presto.
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Re: Una storia come tante.
Benvenuto morrissey!! Putroppo un ragazzo gay deve farsi una corazza per resistere allo stress ambientale, sia in famiglia che fuori, ma al di là delle incomprensioni la possibilità di realizzare la propria vita esiste eccome. Mai scoraggiarsi e mai perdere di vista l'obiettivo di trasformare i propri sogni i realtà.
Benvenuto nel forum!
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Re: Una storia come tante.
Benvenuto!
Re: Una storia come tante.
Benvenuto Morrissey!
Io non sto frequentando tanto il forum, ma oggi ci sto bazzicando ed ho visto la tua presentazione.
Mi ritrovo molto nella tua situazione delle amiche.
Io sono più grande di te, ma ho attraversato due fasi:
-adolescenziale, dove i dubbi a riguardo li dicevo un pò a tutti, senza considerare chi erano gli 'amici' veri, ma a quella età tendevo a considerare amici tutti (anche se spesso è ancora così)
- con il tempo (e situazione peggiorativa annessa, ma quello è un mio problema ) se ne ho parlato è stato con le perosne di cui mi fidavo.
Questo per dire, se ti va di parlarne con le amiche, non pensare al discorso 'per tanti anni sembra che ho mentito', perchè se sono amiche capiranno che non è così.
E poi non hai mentito, in un certo senso hai voluto "proteggere" loro e te da una cosa che è difficile da spiegare.
Ti spiego, quando mi è capitato di confidarmi, far capire quali erano i miei dubbi, le mie paure...spesso si traduceva in domande da parte loro...che volevano capire di più.
Ti porto poi un'altra mia esperienza, se ti può servire, anche se mi rendo conto che in questi post spesso parlo più di me che, e non dovrebbe essere così
Proprio perchè ho più amiche che amici (in riferimento a maschi/femmine), questo anno ho realizzato ed ho dovuto farmene una ragione, anzichè starci male, che alla fine io cmq non riesco ad entrare nelle loro dinamiche, per farla breve...fra amiche ci si sente e confida di più...io sono l'amico maschio...
In bocca al lupo per tutto!
Io non sto frequentando tanto il forum, ma oggi ci sto bazzicando ed ho visto la tua presentazione.
Mi ritrovo molto nella tua situazione delle amiche.
Io sono più grande di te, ma ho attraversato due fasi:
-adolescenziale, dove i dubbi a riguardo li dicevo un pò a tutti, senza considerare chi erano gli 'amici' veri, ma a quella età tendevo a considerare amici tutti (anche se spesso è ancora così)
- con il tempo (e situazione peggiorativa annessa, ma quello è un mio problema ) se ne ho parlato è stato con le perosne di cui mi fidavo.
Questo per dire, se ti va di parlarne con le amiche, non pensare al discorso 'per tanti anni sembra che ho mentito', perchè se sono amiche capiranno che non è così.
E poi non hai mentito, in un certo senso hai voluto "proteggere" loro e te da una cosa che è difficile da spiegare.
Ti spiego, quando mi è capitato di confidarmi, far capire quali erano i miei dubbi, le mie paure...spesso si traduceva in domande da parte loro...che volevano capire di più.
Ti porto poi un'altra mia esperienza, se ti può servire, anche se mi rendo conto che in questi post spesso parlo più di me che, e non dovrebbe essere così
Proprio perchè ho più amiche che amici (in riferimento a maschi/femmine), questo anno ho realizzato ed ho dovuto farmene una ragione, anzichè starci male, che alla fine io cmq non riesco ad entrare nelle loro dinamiche, per farla breve...fra amiche ci si sente e confida di più...io sono l'amico maschio...
In bocca al lupo per tutto!
Ho fatto un patto sai. Con le mie emozioni. Le lascio vivere. E loro non mi fanno fuori. (Vasco)
- serpentera
- Messaggi: 430
- Iscritto il: martedì 24 agosto 2010, 19:37
Re: Una storia come tante.
Ciao Morrissey ci siamo visti di sfuggita ieri sera in chat!Sono contento che ti sei iscritto sul forum...benvenuto!!
- musicheart
- Messaggi: 135
- Iscritto il: mercoledì 4 agosto 2010, 10:08
Re: Una storia come tante.
Bevenuto Morrissey!
Sono più grande di un giorno fa.
Migliore del me di un'ora fa.
Ma mai mi sentirò perfetto.
Carmy.
Migliore del me di un'ora fa.
Ma mai mi sentirò perfetto.
Carmy.
Re: Una storia come tante.
Ciao Morrissey,
bellissima presentazione, grazie per aver condiviso con noi questa tua parte intima.
Non devi minimamente sentirti in colpa per non avere detto alle tue amiche questo tuo lato di te, la tua intimità è sacra e preziosa come quella di qualsiasi altro essere umano. Non devi sentirti in dovere di condividerla o peggio "confessarla" a chi che sia, anche se sono buoni amici.
La tua intimità è solo e solamente tua e ti appartiene in toto e di diritto, e con la massima serenità e libertà, e senza il minimo sentiri in obbligo o non sincero, sceglierai tu e solamente tu, chi sarà degno di tale onore.
Un calorosissimo benvenuto fra noi.
bellissima presentazione, grazie per aver condiviso con noi questa tua parte intima.
Non devi minimamente sentirti in colpa per non avere detto alle tue amiche questo tuo lato di te, la tua intimità è sacra e preziosa come quella di qualsiasi altro essere umano. Non devi sentirti in dovere di condividerla o peggio "confessarla" a chi che sia, anche se sono buoni amici.
La tua intimità è solo e solamente tua e ti appartiene in toto e di diritto, e con la massima serenità e libertà, e senza il minimo sentiri in obbligo o non sincero, sceglierai tu e solamente tu, chi sarà degno di tale onore.
Un calorosissimo benvenuto fra noi.
Re: Una storia come tante.
Ciao morrissey, benvenuto...qui ti troverai sicuramente benissimo!
un saluto!
"Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti in basso, che non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita, la bellezza di ritirarsi su"
un saluto!
"Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti in basso, che non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita, la bellezza di ritirarsi su"
Are you lost or incomplete?
Do you feel like a puzzle, you can't find your missing piece?
Tell me how you feel?
Well I feel like they're talking in a language I don't speak [Coldplay]
Do you feel like a puzzle, you can't find your missing piece?
Tell me how you feel?
Well I feel like they're talking in a language I don't speak [Coldplay]