omosessualità e scout

Il rapporto fra tematiche gay e religiose, nella vita di sempre
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progettogayforum
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Re: omosessualità e scout

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 9 maggio 2012, 14:54

Bello Hugh! Quasi condivisibile! Salvo il fatto che la Tua chiesa non è conforme alla dottrina mille volte ribadita dalla gerarchia cattolica come irrinunciabile.

Nicomaco
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Re: omosessualità e scout

Messaggio da Nicomaco » mercoledì 9 maggio 2012, 16:52

Sai Project … la mia impressione è che qualcosa cominci a fare “corto circuito” nelle riflessioni più o meno ufficiali intorno alla sessualità umana. Insomma … è dura pensare che su questo tema “tutto si tenga” mirabilmente … le aperture nuove (di padre Salucci … e dell’Agesci … aperture che fino all’altro giorno non conoscevo …) con le posizioni vecchie e pietrificate come quelle che hai citato tu (posizioni che a suo tempo, quando le lessi, mi avevano fatto molto, ma molto male). E questo se può essere segno che qualcosa si sta evolvendo in seno alla Chiesa … può anche essere segno di una certa confusione di idee che sicuramente non aiuta la comunità dei credenti … scout compresi … Però è anche vero che i credenti sanno pensare con la loro testa … ed è augurabile che non vi rinuncino mai …. e poi … è già capitato nel passato … se non erro …. che la Chiesa abbia chiesto scusa per posizioni poco encomiabili .... ad esempio nei confronti delle donne … Chissà cosa riserverà il futuro.... Certo è che un omosessuale credente oggi come oggi deve continuare a vivere, orientare il proprio comportamento scegliendo ciò che è bene e scartando ciò che è male (come ogni persona di buon senso del resto, che creda o meno in qualche Dio ...) e non può aspettare che le posizioni ufficiali mutino (se mai muteranno ...). I tempi della vita della persona singola non sono quelli della Chiesa istituzione: questo è chiaro ...
La verità, vi prego, sull'amore (W.H. Auden)

Alyosha
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Re: omosessualità e scout

Messaggio da Alyosha » mercoledì 9 maggio 2012, 18:29

Non siamo, noi cattolici, qui a mani giunte a sperare e a gioire per ogni briciola che pare venga di quando in quando concessa dalle gerarchie o dai teologi: una nostra serenità, in tanti casi, l'abbiamo già raggiunta. Ci fa quindi più piacere per loro se riescono a liberarsi da sessuofobia in genere e da omofobia in particolare.
Mi piace molto questa conclusione, credo sia l'atteggiamento migliore per un credente, dotato di uno spirito critico e una propria coscienza.

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Hugh
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Re: omosessualità e scout

Messaggio da Hugh » mercoledì 9 maggio 2012, 18:58

Ringrazio Project e boy-com per i commenti al mio "papiro" :)

Project: forse hai scritto un "fa" al posto di un "che" ?
Il significato si intuisce, ma la frase non scorre...
La lotta spirituale è dura quanto la guerra tra uomini
(Arthur Rimbaud, Una stagione all'inferno )

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progettogayforum
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Re: omosessualità e scout

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 9 maggio 2012, 19:45

Grazie! Sistemato! Sai la foga del discorso...

barbara
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Re: omosessualità e scout

Messaggio da barbara » mercoledì 16 maggio 2012, 18:00

Un aggiornamento sull'argomento. Riporto qui una nota sulla presa di posizione dell'ordine degli psicologi della regione Lombardia in merito ai lavori del convegno dell'Agesci


L’Ordine degli Psicologi della Lombardia ritiene opportuno sottolineare che alcune affermazioni sull’omosessualità fatte dai relatori al seminario, e riportate dalla stampa, vanno considerate con attenzione per quanto riguarda il ruolo dello Psicologo. Si fa riferimento, in particolare, alle parole di padre Francesco Compagnoni, Assistente ecclesiastico nazionale del MASCI (Movimento Adulti Scouts Cattolici Italiani) il quale ha affermato che: “se il ragazzo o la ragazza presenta in diversi modi tendenze omosessuali secondo me bisognerebbe parlare con i genitori e invitare un esperto con cui consigliarsi. In linea generale uno psicologo dell’età evolutiva o ancora meglio un pedagogista. Non si può semplicemente evitare il problema non affrontandolo….”. Si considerano anche le dichiarazioni dello psicologo Contardo Seghi, che vanno misurate e confrontate con il Codice Deontologico della professione di Psicologo. In merito a queste affermazioni, la dottoressa Carlotta Longhi, Segretario dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, premettendo che, “in quanto psicologi e psicoterapeuti condanniamo ogni tentativo di patologizzare l’omosessualità, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce una ‘variante naturale del comportamento umano’”, dichiara: “il consiglio di riferirsi allo psicologo dell’età evolutiva per il semplice fatto che un ragazzo scout si dichiari omosessuale significa dare per scontato che il ragazzo o la famiglia non abbiano le risorse per far fronte e gestire un orientamento sessuale non maggioritario visto come qualcosa di problematico in sé. Inoltre, in merito alla sottolineatura da parte dei relatori della necessità di una prudenza da parte dei capi scout nel dichiararsi ai ragazzi, evidenziamo che questa indicazione si pone in contrasto con gli orientamenti teorici e clinici più recenti (si veda, per esempio, Margherita Graglia, Omofobia. Strumenti di analisi e di intervento, 2012) che vedono nella visibilità in ambito familiare, lavorativo ma anche educativo delle persone omosessuali un fattore di protezione da problemi psicologici e, quindi, una condizione di benessere, sia personale che comunitario. Inoltre, il coming out dei capi scout insegna ai ragazzi eterosessuali la legittimità ad essere lesbica o gay, prevenendo forme di omofobia e bullismo omofobo“.
Riguardo alle cosiddette “terapie riparative dell’omosessualità”, le quali presuppongono, appunto, che l’omosessualità sia una “patologia da curare”, già il 12 maggio del 2010 il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia aveva deliberato di assumere la seguente posizione ufficiale: “L’Ordine degli Psicologi della Lombardia difende la libertà dei terapeuti di esplorare senza posizioni pregiudiziali l’orientamento sessuale dei propri clienti, segnalando che qualunque corrente psicoterapeutica mirata a condizionare i propri clienti verso l’eterosessualità o verso l’omosessualità è contraria alla deontologia professionale ed al rispetto dei diritti dei propri pazienti. Segnala inoltre che le cosiddette ‘terapie riparative’, rivolte a clienti aventi un orientamento omosessuale, rischiano, violando il codice deontologico della professione, di forzare i propri pazienti nella direzione di ‘cambiare’ o reprimere il proprio orientamento sessuale, invece di analizzare la complessità di fattori che lo determinano e favorire la piena accettazione di se stessi.”

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