OMOSESSUALITA’ E MORALE

Il rapporto fra tematiche gay e religiose, nella vita di sempre
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OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da progettogayforum » domenica 17 giugno 2012, 14:30

In alcuni miei post precedenti, ho preso in considerazione la morale sessuale e in particolare quella attinente alla omosessualità secondo alcuni personaggi, come Burcardo vescovo di Worms, San Pier Damiani e Sant’Alfonso dei Liguori. Chi vuole può leggere questi articoli in cui sono riportati i testi originali che, per l’evidenza della loro profonda “immoralità”, cioè ripugnanza a qualsiasi coscienza morale libera, non hanno bisogno di commento.

Ho avuto alcune risposte a quei post da parte di persone che si ritengono cattoliche e che mi hanno fatto notare che avrei, secondo loro, posto troppo marcatamente l’accento su documenti ormai sorpassati, quasi volessi, in questo modo, presentare falsamente la chiesa come una realtà non conciliabile con l’omosessualità. Devo dire che, leggendo i documenti ufficiali e vedendo con quale zelo la chiesa porta avanti la lotta contro l’omosessualità ancora oggi, si arriva alla conclusione che dai tempi di Burcardo di Worms nulla è cambiato l’inconciliabilità è rimarcata dagli stessi uomini di chiesa sempre e comunque. Girando su Internet mi sono imbattuto in una pagina particolarmente interessante: http://www.sancarlo.pcn.net/argomenti_n ... ina39.html, chi lo desidera può leggerla, io evito di fare commenti perché non ce n’è alcun bisogno.

Le posizioni delle chiese riformate, pur se con molti distinguo e con molte eccezioni, sono su questo punto talvolta lontanissime da quelle della chiesa cattolica, basti un esempio.

Il sinodo della chiesa luterana riunitosi a Roma dal 12 al 15 maggio 2011, ha approvato a larghissima maggioranza un documento nel quale si afferma che “l’omosessualità fa parte delle espressioni della sessualità, quindi rappresenta una condizione naturale”. Per questo “la condanna morale dell’omosessualità non può essere in nessun modo giustificata”. “La benedizione delle unioni di vita non tradizionali riguarda le coppie sia etero che omosessuali – sottolinea la presidente del Sinodo Christiane Groeben, che ha condotto i lavori -. Riteniamo infatti che il compito della chiesa sia quello di accompagnare i cristiani nel loro percorso di vita ascoltando la Parola di Dio e osservando i cambiamenti sociali. E quello che osserviamo è che nel campo delle relazioni umane esiste una molteplicità di comunioni di vita, comprese quelle omosessuali, vissute in maniera responsabile e basate sulla volontarietà, sulla continuità e la fiducia, verso cui la chiesa ha delle responsabilità pastorali che non può eludere”.

La condanna dell’omosessualità è spesso giustificata sulla base di testi biblici, e in particolare Genesi 19, che racconta della distruzione di Sodoma, donde deriva anche il termine sodomia:

“4 Non si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sodoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. 5 Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». 6 Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, 7 disse: «No, fratelli miei, non fate del male! 8 Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra del mio tetto». 9 Ma quelli risposero: «Tirati via! Quest'individuo è venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!». E spingendosi violentemente contro quell'uomo, cioè contro Lot, si avvicinarono per sfondare la porta. 10 Allora dall'interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot e chiusero il battente; 11 quanto agli uomini che erano alla porta della casa, essi li colpirono con un abbaglio accecante dal più piccolo al più grande, così che non riuscirono a trovare la porta.”

Ma l’episodio della distruzione di Sodoma e Gomorra, riportato in Genesi 19, non ha con ogni probabilità nulla a che vedere con l’omosessualità. Lot offrì le sue figlie allo stupro, per evitare lo stupro degli stranieri ospitati nella sua casa. Si potrebbe obiettare che l’offerta in cambio dei due stranieri delle figlie di Lot fu rifiutata, ma in Giudici 19 si presenta una situazione del tutto simile a quella di Genesi 19 (la descrizione ricalca passo passo Genesi 19) in cui, invece, l’offerta di una donna (tra l’altro poi uccisa e fatta a pezzi ma non dagli stupratori!) fu invece accettata e la donna fu sottoposta a violenze di gruppo per tutta la notte.

“22 Mentre aprivano il cuore alla gioia ecco gli uomini della città, gente iniqua, circondarono la casa, bussando alla porta, e dissero al vecchio padrone di casa: «Fa' uscire quell'uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui». 23 Il padrone di casa uscì e disse loro: «No, fratelli miei, non fate una cattiva azione; dal momento che quest'uomo è venuto in casa mia, non dovete commettere questa infamia! 24 Ecco mia figlia che è vergine, io ve la condurrò fuori, abusatene e fatele quello che vi pare; ma non commettete contro quell'uomo una simile infamia». 25 Ma quegli uomini non vollero ascoltarlo. Allora il levita afferrò la sua concubina e la portò fuori da loro. Essi la presero e abusarono di lei tutta la notte fino al mattino; la lasciarono andare allo spuntar dell'alba. 26 Quella donna sul far del mattino venne a cadere all'ingresso della casa dell'uomo, presso il quale stava il suo padrone e là restò finché fu giorno chiaro. 27 Il suo padrone si alzò alla mattina, aprì la porta della casa e uscì per continuare il suo viaggio; ecco la donna, la sua concubina, giaceva distesa all'ingresso della casa, con le mani sulla soglia. 28 Le disse: «Alzati, dobbiamo partire!». Ma non ebbe risposta. Allora il marito la caricò sull'asino e partì per tornare alla sua abitazione.
29 Come giunse a casa, si munì di un coltello, afferrò la sua concubina e la tagliò, membro per membro, in dodici pezzi; poi li spedì per tutto il territorio d'Israele. 30 Agli uomini che inviava ordinò: «Così direte ad ogni uomo d'Israele: È forse mai accaduta una cosa simile da quando gli Israeliti sono usciti dal paese di Egitto fino ad oggi? Pensateci, consultatevi e decidete!». Quanti vedevano, dicevano: «Non è mai accaduta e non si è mai vista una cosa simile, da quando gli Israeliti sono usciti dal paese d'Egitto fino ad oggi!”

Come è evidente l’omosessualità in queste cose non c’entra affatto, si tratta di situazioni di violenza di gruppo sugli stranieri affini allo stupro di guerra, che è condotto anche su uomini ed anzi è considerato ancora più umiliante se condotto su uomini, di questo ci sono prove ampie anche in fatti recenti di genocidio e di odio razziale. Il fatto che si possa considerare uno stupro violento di gruppo condotto su stranieri come un episodio di omosessualità è aberrante ed è la conseguenza di una deviazione mentale, la stessa che permette di considerare moralmente lecito esporre donne allo stupro di gruppo pur di fare in modo che lo stupro non avvenga su uomini.

Francamente, considerare Genesi 19 e Giudici 19 come parola di dio ripugna alla coscienza.

Ma di esempi di cose che ripugnano alla coscienza e che sono considerati legge di dio ce ne sono moltissimi, basti un solo esempio: Deuteronornio 21,18-21: «Quando un uomo ha un figlio ribelle che non ubbidisce alla voce né di suo padre né di sua madre (...) tutti gli uomini della sua città lo lapideranno sì che muoia».

Quanto poi a Levitico 20-13 la condanna della omosessualità è formulata insieme a molte altre come quella di chi si taglia i capelli in tondo e si spunta gli estremi della barba o mangia la carni di animali impuri. In ogni caso, per rispettare la cosiddetta legge di dio, bisognerebbe ripristinare la pena di morte, che il Levitico prevede esplicitamente come cosa voluta da dio a condanna dei peccatori.

Fondare una morale su testi come questi mi sembra in tutta coscienza palesemente immorale.

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konigdernacht
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Re: OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da konigdernacht » domenica 17 giugno 2012, 14:54

Aderire a questi testi, del tutto simili a delle favole piuttosto che a dei libri su cui poter basare e fondare delle "leggi", è del tutto immorale perché sono dei libri inumani ed anti-umani!

Rincuora leggere quanto espresso dal Sinodo Luterano :mrgreen:
Zerchmettert, zernichtet ist unsere Macht
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Kirillov
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Re: OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da Kirillov » martedì 19 giugno 2012, 21:42

Mi ha sempre fatto molto riflettere il fatto che le autorità religiose ultimamente non parlano apertamente e nel dettaglio della grande maggioranza dei testi e non invitano a leggere le scritture come un tempo. È come se preferissero un "fedele" non informato, anzi ignorante, a un laico; qualcuno che dice di essere credente e non sa cosa questo implica piuttosto che un ateo. Per esempio ho conosciuto diverse persone che si dicono credenti e poi non sanno che la transustazione è un dogma al quale devono credere; quando gli viene fatto notare rimangono stupite e dicono che non può essere così.
Non so quanti in un discorso pubblico avrebbero il coraggio di sostenere certe assurdità anacronistiche basandosi su passi del genere di quelli che project ha riportato. Mi sembra abbastanza chiaro quello che voglio dire. Ho l'impressione che questo confronto venga spesso taciuto, rimandato. Tra le persone credenti che conosco e che sostengono questa morale, infatti, nessuna ha mai letto i testi. Se conoscessero la provenienza delle regole e dei precetti che seguono perché così è stato insegnato loro, forse sarebbero di un'altra opinione.

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ghego
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Re: OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da ghego » mercoledì 4 luglio 2012, 19:48

Project apprezzo molto il lavoro che fai anche in campo di morale etico-religiosa..

Parlando del tuo post ad una persona molto informata in campo cattolico, molto credente ma assolutamente libera da chiusure mentali, giudizi e discriminazioni (direi che si contano sulle dita di una mano le persone come quella) mi ha spiegato che nel cattolicesimo il problema fondamentale non sta negli scritti del primo testamento che ogni studioso deve ritenere superati in base anche alle disposizioni non della CEI ma della storia della chiesa stessa piuttosto nelle parole di Pietro (o Paolo; non ricordo) che critica, aborra, e condanna esplicitamente l'omosessualità.

Lì non ho più saputo replicare! :?
"Ognuno vive la propria vita e paga il proprio prezzo per viverla. Il guaio è che molto spesso si paga per un unico errore. Anzi, non si finisce mai di pagare. Nei suoi rapporti con gli uomini, il destino non chiude mai i conti." [O. Wilde]

Alyosha
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Re: OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da Alyosha » mercoledì 4 luglio 2012, 20:19

Bastava rispondergli che su certi punti si dovrebbe e potrebbe ammorbidire l'interpretazione come s'è fatto in tanti altri luoghi del testo Sacro e che è una questione di volontà "politica" farlo. Purtroppo credo che la questione chiesa e omosessualità non verrà mai risolta, ci sonio troppe tensioni che girano su di essa. In genere nel dialogo con un credente non si va molto lontani o prende esplicitamente le distanze dalla posizione ufficiale della chiesa in materia di omosessualità o se cerca di giustificarla in qualche modo, per quanto possa dare versioni rabbuonite resta il fatto che condannerà l'omosessualità Comunque tecnicamente ha ragione lui S. Paolo condanna apertamente l'omosessualità.

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ghego
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Re: OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da ghego » domenica 8 luglio 2012, 13:51

boy-com ha scritto:Bastava rispondergli che su certi punti si dovrebbe e potrebbe ammorbidire l'interpretazione come s'è fatto in tanti altri luoghi del testo Sacro e che è una questione di volontà "politica" farlo. Purtroppo credo che la questione chiesa e omosessualità non verrà mai risolta, ci sonio troppe tensioni che girano su di essa. In genere nel dialogo con un credente non si va molto lontani o prende esplicitamente le distanze dalla posizione ufficiale della chiesa in materia di omosessualità o se cerca di giustificarla in qualche modo, per quanto possa dare versioni rabbuonite resta il fatto che condannerà l'omosessualità Comunque tecnicamente ha ragione lui S. Paolo condanna apertamente l'omosessualità.

beh, lui è d'accordissimo con me... quindi la conclusione era la stessa!
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progettogayforum
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Re: OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da progettogayforum » domenica 8 luglio 2012, 18:59

Paolo ammonisce: 1 Corinti 6,9-10: «[...] Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati (malakoi — Vulg. molles), né sodomiti (arsenokoitai — Vulg. masculorum concubinatores, cioè letteralmente quelli che vanno a letto con gli uomini), né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio». D’altra parte i vangeli sinottici (Mc 10,25; Mt 19,24; Lc 18,25), quando parlano di chi entrerà nel regno di Dio, non seguono l’elenco di Paolo ma si limitano a dire che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieli, non si tratta di un “rapace” come dice Paolo, ma semplicemente di un ricco. Qualcuno disse: chi ha orecchio per intendere intenda!

Ma, a parte queste considerazioni, vorrei fermarmi su un concetto specifico: tutta la morale di tipo precettistico si presenta come la formalizzazione della morale, ossia come un dare valore al che cosa si fa, indipendentemente dai sentimenti e dalle finalità di chi agisce e dai sentimenti di chi riceve l’azione. Tutto lo zelo dei grandi moralisti, tra l’altro, si esplica in una lunghissima e dettagliatissima serie di condanne ornate della più enfatica oratoria da pulpito che sfocia più o meno consapevolmente in forme di istigazione all’odio. La caccia alle streghe è un fenomeno che andrebbe approfondito per capire come l’immoralità dei comportamenti persecutori venga legittimata dall’idea dello lotta contro l’immoralità e contro il demonio e le sui presunte manifestazioni. Lo stesso discorso vale per la pena di morte che legittima l’esercizio estremo della violenza contro una persona proprio sulla base dell’idea della difesa dei valori fondamentali. Che nella società serva una legge non c’è dubbio, ma come diceva Zanardelli, che depenalizzò l’omosessualità, la legge e la morale sono cose intrinsecamente diverse. C’è da chiedersi a che cosa serva una morale, in particolare una morale precettistica. Per chi crede in un’antropologia positiva e non pensa che gli uomini siano dannati per effetto del peccato di Adamo, cosa che ripugna alla coscienza libera, il giudice del bene e del male è nella coscienza di ciascuno di noi e abdicare alla libertà di giudizio della propria coscienza delegando ad altri il compito di valutare al nostro posto che cosa sia bene e che cosa sia male equivale ad accettare un principio di schiavitù morale. Detto questo, ovviamente san Paolo, come chiunque altro, può scrivere qualsiasi cosa poi sta a noi usare il nostro cervello.

Kirillov
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Re: OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da Kirillov » domenica 8 luglio 2012, 22:10

progettogayforum ha scritto:Paolo ammonisce: 1 Corinti 6,9-10: «[...] Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati (malakoi — Vulg. molles), né sodomiti (arsenokoitai — Vulg. masculorum concubinatores, cioè letteralmente quelli che vanno a letto con gli uomini), né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio». D’altra parte i vangeli sinottici (Mc 10,25; Mt 19,24; Lc 18,25), quando parlano di chi entrerà nel regno di Dio, non seguono l’elenco di Paolo ma si limitano a dire che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieli, non si tratta di un “rapace” come dice Paolo, ma semplicemente di un ricco. Qualcuno disse: chi ha orecchio per intendere intenda!

Ma, a parte queste considerazioni, vorrei fermarmi su un concetto specifico: tutta la morale di tipo precettistico si presenta come la formalizzazione della morale, ossia come un dare valore al che cosa si fa, indipendentemente dai sentimenti e dalle finalità di chi agisce e dai sentimenti di chi riceve l’azione. Tutto lo zelo dei grandi moralisti, tra l’altro, si esplica in una lunghissima e dettagliatissima serie di condanne ornate della più enfatica oratoria da pulpito che sfocia più o meno consapevolmente in forme di istigazione all’odio. La caccia alle streghe è un fenomeno che andrebbe approfondito per capire come l’immoralità dei comportamenti persecutori venga legittimata dall’idea dello lotta contro l’immoralità e contro il demonio e le sui presunte manifestazioni. Lo stesso discorso vale per la pena di morte che legittima l’esercizio estremo della violenza contro una persona proprio sulla base dell’idea della difesa dei valori fondamentali. Che nella società serva una legge non c’è dubbio, ma come diceva Zanardelli, che depenalizzò l’omosessualità, la legge e la morale sono cose intrinsecamente diverse. C’è da chiedersi a che cosa serva una morale, in particolare una morale precettistica. Per chi crede in un’antropologia positiva e non pensa che gli uomini siano dannati per effetto del peccato di Adamo, cosa che ripugna alla coscienza libera, il giudice del bene e del male è nella coscienza di ciascuno di noi e abdicare alla libertà di giudizio della propria coscienza delegando ad altri il compito di valutare al nostro posto che cosa sia bene e che cosa sia male equivale ad accettare un principio di schiavitù morale. Detto questo, ovviamente san Paolo, come chiunque altro, può scrivere qualsiasi cosa poi sta a noi usare il nostro cervello.
Perfetto

Ilex
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Re: OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da Ilex » venerdì 13 luglio 2012, 11:41

Caro PG,
Ricordo che, in occasione del mio ultimo viaggio a Roma, trovai nella chiesa di San Carlo al corso un opuscolo informativo sulla posizione della Chiesa Cattolica nei confronti dell'omosessualità dal contenuto del tutto identico al link che hai postato.
Forse non ricordi, ma facemmo le stesse considerazioni che si stanno facendo qui ora, buttando l'occhio su quei pezzi di carta stampati.. ;)
La cosa ironica è che quegli opuscoli erano sistemati accanto all'mmagine votiva del Buon Pastore...
Cristo secondo le scritture disse: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra!" a chi voleva lapidare un'adultera, e mai condannò una persona perchè omosessuale.
Purtroppo le norme morali propagandate da secoli dalla Chiesa Cattolica hanno poco dell'insegnamento di Cristo, e molto di atavici tabù che condannano comportamenti poco comprensibili ai più, per individuare un facile capro espiatorio dei mali che affliggono il mondo...
La sfera sessuale è stata l'oggetto di gran parte di questi tabù, forse perchè in tempi remoti il tramandare la progenie e dare ai figli un'identità e un posto legittimo nella società, avevano un'importanza ben più alta della libertà di espressione dell'individuo. Non è bastata la morte di Gesù 2000 anni fa per abbatterli, anzi, i suoi discepoli li hanno impressi nella loro bandiera.
Così ho conosciuto più di un vicario di Criso che, all'amore per il prossimo come quello per se stessi, ha preferito il disprezzo della propria natura e il rifiuto della felicità, sperando di meritare così il paradiso. Trovo questo davvero triste.
E' giusto che la fede si alimenti di gesti e di ritualità che hanno accompagnato una comunità per secoli, è giusto che un fedele si senta in comunione con la sua chiesa, ma la chiesa non è fatta dai suoi prelati, è fatta dai fedeli, e sono i fedeli che dovrebbero pretendere che i loro rappresentanti rimettano l'amore predicato da Cristo sulla loro bandiera.
Chissa se un giorno avverrà questa rivoluzione..

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Re: OMOSESSUALITA’ E MORALE

Messaggio da progettogayforum » venerdì 13 luglio 2012, 14:16

Certo Ilex,
ricordo perfettamente l’episodio al quale ti riferisci, ma resta il fatto che se si devono comunque organizzare crociate è molto più semplice organizzarle contro i gay che contro le mafie e poi la condanna degli omosessuali conferisce a chi la pronuncia una patina di moralità e non c’è da aspettarsi che si abbandoni una questione di principio che per secoli ha rappresentato uno dei punti forti della dottrina cattolica per lasciare spazio ad un pensiero più libero, qui non si tratta di ragionare ma di dogmi, per qualcuno queste cose contano più della propria coscienza, per qualche altro è immorale pensare di limitare la liberà della coscienza sulla base di dogmi di qualsiasi tipo.

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