Cattolicesimo ed omosessualità

Il rapporto fra tematiche gay e religiose, nella vita di sempre
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Landon
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Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da Landon » sabato 7 luglio 2012, 14:50

Ho deciso di aprire questo topic per raccontarvi la mia persona esperienza con il cattolicesimo. Sono ben accetti pareri,commenti ed anche altre esperienze per confrontarci un po’ :)

Io sono sempre stato abbastanza credente. Andavo tutte le domeniche a messa e pregavo Dio costantemente. Ci sono stati dei periodi in cui sono stato meno assiduo nel frequentare la Chiesa ma,dopo un po’,sono tornato lì dentro. Tutto procedeva senza alcun tipo di problema: credevo in tutto quello che il cattolicesimo “predicava” ai suoi fedeli. Ovviamente consideravo l’omosessualità come un qualcosa d’innaturale e contro natura. Quando,però,ho cominciato a prendere coscienza di me stesso,le cose sono cambiate. Inizialmente continuavo ad andare,tutte le domeniche,in Chiesa. Spesso venivano fatti dei discorsi sulla famiglia e l’unica esistente poteva essere soltanto quella eterosessuale. Il resto era tutto sbagliato. Recentemente ho riflettuto sul fatto d’essermi odiato per anni poiché frequentavo ambienti fortemente cattolici. Stavo male per tutto questo.
La situazione,però,è iniziata a cambiare con la mia consapevolezza d’essere gay. Se,inizialmente, tentavo,inutilmente,di reprimere me stesso e di sentirmi in colpa ogni qualvolta guardassi un ragazzo, le cose erano cambiate ed io stesso ero cambiato. Domenica dopo domenica non riuscivo più a sopportare tutto quello che veniva professato perché mi sentivo discriminato per una cosa di cui non avevo colpa. Si parlava tanto d’accoglienza,d’amore per il prossimo e di pace tranne per me. Oh,scusate mi correggo. Io potevo,comunque,essere accolto,amato a patto che mi reprimessi. Dovevo scacciare i “pensieri gay” e trovarmi una bella ragazza. Secondo la loro opinione,tutto sarebbe cambiato in meglio. Potevo essere accettato come una persona di serie B ma gli eterosessuali mi erano,evidentemente,superiori. Il mio stato d’animo cambiò rapidamente. Se prima era un piacere frequentare la Chiesa,giorno dopo giorno,divenne come un macigno sempre più pesante da sopportare. Non riuscivo più ad andare in Chiesa. Cominciavo ad avere mal di testa e mi sentivo guardato e giudicato da tutti quanti. Pian piano iniziai a mettere in dubbio tutto quello che veniva predicato e mi sono ritrovato ad andare a messa nonostante non credessi più in quello che veniva detto. Veniamo al presente. Ho preso,dopo un po’ di sofferenza, una decisone: non andare più in Chiesa. Mi dispiace tanto ma non posso permettere a qualcuno di distruggere la mia autostima ed il rispetto creato verso me stesso in questi mesi. Da un lato,finalmente,potrò liberarmi da tutti questi condizionamenti ma,dall’altro,mi sento veramente male al fatto di non poter più fare la comunione. Continuerò a credere in Dio(non posso più definirmi un cattolico ma rimango sempre cristiano perché continuo a credere in Gesù)e pregarlo per conto mio. Non sarà lo stesso anche se spero che possa,un giorno,perdonarmi. All’interno del cristianesimo ci sono i valdesi che hanno una visione più aperta dell’omosessualità. Eppure non penso di cominciare a frequentarli. Per il momento è meglio che io rimanga da solo. Questa decisione,per me,è stata molto difficile perché,in qualche modo,percepisco questo come un tradimento nei confronti di Dio ma,poi,penso: Dio permetterebbe mai che qualcuno venga discriminato soltanto per essere se stesso? Perché l’amore gay non può essere uguale a quello eterosessuale? Perché io sono contro natura e,quindi,sono chiamato a convertirmi ed astenermi da una qualsiasi storia d’amore? So che ci sono alcuni cattolici più aperti su questa tematica ma,la maggioranza,rimane comunque molto chiusa. Con questo non voglio assolutamente mancare di rispetto verso nessuno ma non posso dimenticare quanto dolore mi abbiano provocato quelle parole. Mi hanno corroso poco a poco ed inconsapevolmente. Adesso mi ritrovo senza punti di riferimento eccetto il forum e Dio. Ormai è noto che nella Chiesa non c’è posto per i gay che “osano ritenersi come gli altri”. Quindi,gentilmente, tolgo il disturbo. Non sarebbe nemmeno giusto continuare ad andare in Chiesa e non essere d’accordo in quasi niente di quello detto anche per rispetto verso chi ci crede. Sono arrivato alla conclusione che non si possa essere cattolici e gay allo stesso tempo. Io non posso sacrificare me stesso e stare male soltanto per essere accettato. Penso che se Dio mi abbia creato in questo modo,mi ami lo stesso. Che senso avrebbe creare delle persone per farle vivere male? Dio non vuole il meglio per ognuno di noi?

Mi scuso se questo topic possa aver offeso qualcuno perché non era mia intenzione. Voi avete mai avuto un conflitto fra omosessualità e cattolicesimo?

giorgio82
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Re: Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da giorgio82 » sabato 7 luglio 2012, 15:32

Io ce l'ho avuto questo conflitto..e parecchio! Nel momento in cui ho iniziato a prendere in considerazione il mio orientamento ho anche chiuso con tutto ciò che è cattolico.Ho passato un lungo periodo di rabbia assoluta sull'argomento, negando tutto ciò che riguardava il cattolicesimo e giudicandolo come totalmente negativo.
Mi ricordo lunghe litigate con mio padre (cattolico e frequentante) sull'argomento.
Ora non provo più rabbia. E' un mondo che praticamente non mi appartiene più.Anche se provo talvolta un pò di nostalgia per una dimensione spirituale che a volte,forse,un pò mi manca.
Qualche tempo fa proprio mio padre,parlando del ragazzo con cui stavo uscendo,m'ha detto: "Tutte le domeniche a messa faccio alcune preghiere personali.ora tra le mie preghiere ho aggiunto anche tu e lui,comunque vada tra voi spero che sia un'esperienza positiva.Forse per te questa è una stronzata,ma io ci credo"
Bhe.. devo dire che m'ha spiazzato.
Mi sono accorto che tutte le mie litigate non erano servite a niente. Evidentemente lui ci crede davvero ed ha elaborato un suo modo personale di vivere la sua religiosità.
Credo che il cattolicesimo sia pieno di contraddizioni forti. Credo però che una persona che crede e crede con la propria testa,valutando le cose, possa tranquillamente trovare dei compromessi e vivere la fede secondo una propria personale dimensione.
Infine penso che tu faccia bene al momento staccarti un pò.cerca però di non dare giudizi sommari e di non buttare tutto in un unico calderone...
forse stai vivendo solo una fase di rottura.Poi avrai modo di ricostruire pian piano, modellando le cose secondo i tuoi valori più profondi.

Torrismondo
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Re: Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da Torrismondo » sabato 7 luglio 2012, 16:08

Ciao Landon,
ce l'ho tuttora questo conflitto, anche se sta sopendosi. Devo dire che sono stato un credente abbastanza assolutista e bigotto negli anni dell'adolescenza (ora ne ho quasi 22) un po' per il mio carattere complesso, un po' per l'imposizione parrocchiale da parte di persone fondamentalmente stupide. In quegli anni infatti ho negato la mia omosessualità considerandola una cosa sbagliata. Vero è però che in me ha sempre esercitato un certo fascino (ahhh, il gusto delle cose proibite :D ) Martin Lutero e, sebbene riconoscessi che non potevo essere un buon cattolico con queste idee, ho sempre pensato che gran parte delle sue teorie fossero (e siano) corrette. Mi sono allontanato dal mondo cattolico quando ho capito che non mi faceva pensare con la mia testa, ma coi dogmi pontifici e dopo aver subìto delle batoste non indifferenti sul piano personale (finanche minacce...) da parte di cattolici della mia ex-parrocchia (anche da parte del prete..... vabbè). A dire il vero, più per abitudine che per altro, continuo ad andare alla funzione domenicale coi miei, anche se loro stessi non avrebbero nulla in contrario se io non andassi. Alla fine ascolto solo le letture.. credo di farlo solo per poter criticare poi, forse è un comportamento puerile... non so, vedremo cosa succederà. Comunque anche per altri motivi a volte la mia presenza è necessaria (PM se volete sapere perchè, non spiego in pubblico), comunque non mi sento cattolico, ma solo cristiano: nemmeno luterano perché ora come ora ho deciso di non classificarmi se non come cristiano. Credo in Dio, non nella Chiesa, non nel Papa perché sono convinto che solo la prima cosa sia sufficiente. Come vedi quello che ti è successo è abbastanza comune, purtroppo, e sinceramente credo lo sarà per molto tempo, visto che mutamenti da parte della Chiesa Romana non ne vedo.
Velle parum est: cupias ut re potiaris oportet (Ov. Ex Ponto I 1, 35)

ocean94
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Re: Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da ocean94 » sabato 7 luglio 2012, 18:55

Certo, avere terribili conflitti interiori è il destino di tutti i ragazzi gay cresciuti in famiglie fortemente cattoliche (come la mia!! ;)). Landon, mi rispecchio veramente molto in quello che hai scritto, visto che, essendo i miei genitori molto credenti, hanno sempre cercato di trasmettere la loro fede a me e alle mie sorelle, di farci andare a messa ogni domenica, di farci pregare e quant’altro e sono quindi cresciuto all’interno di un ambiente fortemente omofobo, che considera l’omosessualità come una malattia, un vizio o comunque qualcosa di profondamente innaturale. Adesso non posso biasimare i miei genitori per aver cercato di educarmi in questo modo e di trasmettermi i valori nei quali credono (in maniera forse troppo insistente, anche se hanno sempre detto di non volermi coercizzare in alcun modo) e ai quali loro stessi erano stati educati dai loro genitori, e non posso nemmeno rinnegare completamente l’educazione religiosa che mi hanno impartito, senza la quale bene o male non sarei la persona che sono oggi. Ovviamente però, con la progressiva scopertà di me stesso e della mia omosessualità, tutto ciò ha iniziato a farmi soffrire moltissimo ,la mia fede è entrata in conflitto con la ricerca di me stesso e ho dovuto faticare veramente tanto per scrollarmi di dosso anni e anni di indottrinamento e di stupide convinzioni derivanti dalla mia educazione cattolica . Ricordo che a 12 anni, quando mi resi veramente conto di essere gay e delle implicazioni che questo fatto comportava, ebbi una specie di attacco di panico e provai un fortissimo senso di angoscia fino a quando non decisi che dovevo cercare di reprimermi e di “diventare etero” e per qualche mese credetti veramente nella possibilità di riuscirci. Questo senso di angoscia opprimente derivava dalla mia convizione che se fossi stato gay avrei subito il castigo divino, perché in famiglia mi era sempre stato fatto capire questo. So che per persone che non hanno ricevuto un’educazione fortemente religiosa tutto questo può risultare assurdo, ma io avevo veramente una paura terribile di finire all’inferno e chissà che altro e questo mi faceva soffrire terribilmente. Ho quindi cercato di reprimermi per circa un anno, evitando nella maniera più totale di masturbarmi e di cercando di scacciare i pensieri “cattivi” dalla mia mente. Alla fine non ce l’ho più fatta. “Peccavo” e poi mi venivano dei sensi di colpa fortissimi del tutto irrazionali, legati alla mia convinzione che l’omosessualità fosse qualcosa di sbagliato e contro natura, che mi avrebbe allontanato da Dio. Soffrivo ed ero furioso con la mia famiglia per avermi inculcato una fede che mi faceva vivere a quel modo, impedendomi di essere felice e vivere le mie prime esperienze sessuali con serenità. Da allora ho smesso di credere ciecamente a tutto ciò che diceva il prete in chiesa e ho cercato di trovare un equilibrio tra la mia (ormai del tutto accertata) omosessualità e la mia fede in Dio, o meglio la mia esigenza di spiritualità. Per quanto la mia ricerca non si sia ancora conclusa, anzi devo ancora fare molta strada per risolvere il problema, e queste due parti di me lottino ancora, credo di essere cresciuto e aver capito una cosa importante : Dio, se esiste, non può in alcun modo volere la nostra infelicità o la nostra sofferenza, perché Dio è amore, e l’omosessualità è semplicemente un altro modo di offrire e ricevere amore, un’ altra modalità di amare. Non c’è nulla dell’omosessualità in se che possa offendere Dio, nulla di sbagliato o innaturale nell’amare in questo modo, questo è ciò che penso e nessun prete o suora, e nemmeno i miei genitori, riusciranno a farmi cambiare idea. Ripeto, io parlo parlo ma poi sono il primo a farmi pare assurde e angosciarmi per cose stupide, ma già aver capito questo mi da serenità. Credo quindi che la chiave del problema sia prendere il meglio da ciò che ci è stato insegnato, lasciando da parte le idee ridicole che la chiesa cerca da sempre di inculcare nella gente e costruirsi una spiritualità propria, più adulta e più consapevole, un proprio modo di entrare in contatto con Dio e di vivere la fede. Hai ragione Landon : non bisogna mai sacrificare se stessi e la propria felicità per essere o sentirsi accettati da qualcun’ altro. Io sono dell’idea che la vita è una ed è un peccato sprecarla a causa delle sciocche credenze di qualcuno che della vita e di Dio non ha capito proprio un bel niente. E non preoccuparti : allontanarsi dalla chiesa non vuol dire tradire Dio ( io stesso ho smesso di andare a messa da circa un anno) perché spesso non c’è niente di più lontano da Dio della chiesa stessa. Come diceva sant’Agostino, cercare se stessi e accettarsi per quello che si è vuol dire cercare Dio e riconoscere il suo riflesso in noi stessi. Landon, ti auguro di poter trovare nel tuo cammino di scoperta di te stesso, e quindi di Dio, tutta la felicità e serenità possibili e non ti preoccupare, perchè come vedi di traumi infantili legati alla religione in giro ce ne sono tanti!! :D :D

Alyosha
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Re: Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da Alyosha » sabato 7 luglio 2012, 20:39

Landon complimenti per il post, quando ho letto il titolo mi aspettavo chissà cosa e ho pensato o mio Dio ora scoppia un'altra guerra e invece molto bello il taglio che hai dato e le discussioni che hai scatenato. Mi aggiungo pure io ho vissuto una piccola fase di crisi e qualche traccia in questo forum è rimasta. La mia storia è particolare, perché i miei sono molto religiosi ma protestanti. Il protestantesimo non è meno omofobo però da sempre sono stato cresciuto con il "sospetto" addosso su ciò che professava il cattolicesimo e non ho mai tenuto in nessun conto ne quello che dice il Papa e ancora meno la dottrina e morale cattolica. La mia formazione è radicalmente e serenamente da sempre anticlericale. In più a 17 anni, quando scopro per la prima volta di essere gay, scopro le meraviglie del pensiero sessantottino e divento un nostalgico di certe idee e radicalemtne più anticlericale. Poi succede che finita la laurea in preda ad un crisi profonda comincio a dedicarmi al volontariato ed è così che mi avvicino per la prima volta alla religione cattolica, che per molti aspetti preferisco a quella protesta. Diciamo che ho visto il volto migliore del cattolicesimo ci sono rimasto dentro sette anni ed è stato complicato liberarsi un pò da certe cose. Purtroppo per quanto aperti di mente possano essere certi luoghi e contesti, le idee comunque passano, le respiri e ti contaggiano. Questo lo dico ben al di là dell'omosessualità. Crisi direttamente legate alla religione non ne ho mai avute, non così esplicite quanto meno. C'è stato un periodo in cui stavo pensando persino di prendermi la prima comunione e poi insomma è successo un pò tutto il patatrac e non me la sono sentita di mettermi addosso sto cappello. La mia fede è e resterà ambigua e senza chiesa. E' molto più una fede nell'uomo e nel divino che c'è in lui che in Dio. Praticamente ormai è finita che con i medesimi discorsi litigo sia con i gay che con i cattolici, perché se mi sente parlare un gay pensa che sono credente dai discorsi che faccio se mi sente parlare un credente pensa che sia un ateo. Una volta l'ho proprio fatto come esperiemento e pubblicai il medesimo testo qui e nel blog che allora curavo per il gruppo. Qua si scatenò il putiferio e per poco on mi scambiavano per chirichetto di là mi guardarono con sospetto, perché l'idea di una fede senza chiesa non piacque molto.
Ora sto molto meglio, allontanarsi da certi ambienti mi è servito, c'ero entrato in un periodo particolare della mia vita e adesso non me la sentirei più di rientrarci. Non mi pento di nulla sia chiaro a tutt'oggi le esperienze più belle e le emozioni più forti le ho vissute in quel contesto e tuttavia sento che quella fase s'è chiusa.
La risposta è chiaramente no se esiste un Dio ha ben altri pensieri che preoccuparsi della nostra sessualità, diciamo che non è di così facile scandalo come molti moralizzatori credenti e non. Però certe dichiarazioni sono scritte e quelle parole lasciano traccia nei cuori e nei giudizi delle persone. Se penso a quanta sofferenza generano non esito a dire che il male è in loro e non in quello che fa un gay.
Grazie per lo spunto è stata una bella occasione per tirare un pò le somme del mio percorso infondo.

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il principe
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Re: Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da il principe » domenica 8 luglio 2012, 22:49

Dal mio punto di vista dio coincide con l'universo e la sua immutabile volontà sono le leggi fisiche (acosmismo), ma coincidendo con il tutto, dio si nega come entità distinta, non esiste (ateismo).
Mi ritengo ateo, ma il mio è un ateismo che passa per l'acosmismo, non nego dio come concetto, ma lo nego come entità autonoma.

Per parlare della mia esperienza devo dire che fin da bambino, per quanto i miei mi abbiano fatto ricevere tutti i sacramenti, non ho mai creduto in dio. Per un certo periodo ho cercato di convincermi della sua esistenza (fino, forse, ai dodici anni), poi semplicemente ho lasciato perdere, incentivato dal fatto che abbia sempre trovato l'ambiente cattolico molto bigotto e falso.
Non ho mai avuto dissidi interiori, ho sempre vissuto più che bene senza credere in dio o in qualsiasi altra fantasiosa fandonia, tanto più se raccontatami da una istituzione ipocrita, presuntuosa, misogina, omofoba (Non voglio generalizzare, mi sto riferendo alla mia esperienza personale, per carità).
In effetti non vedo perchè qualcuno dovrebbe convincersi dell'esistenza di esseri paranormali e subire i mortificanti precetti morali di una setta per essere trascinato in inevitabili lotte interiori.
Forse per condizionamento sociale (essere nati in una famiglia cattolica molto convinta e convincente) o per disperazione (cercare un essere più grande e amorevole -mica tanto, poi- che mi dia almeno un illusione di serenità)?

Penso che a breve mi farò sbattezzare, non tanto perchè l'idea di essere battezzato mi infastidisca (come ho detto, non credo a dio, ai sacramenti), ma perchè mi infastidisce l'essere considerato parte della comunità cristiana, perchè quando il papa, dal suo scranno dorato in Vaticano si esprime, non si esprima anche per me.

Non ho intenti provocatori, ho soltanto voluto raccontare quello che penso.
;)
Ultima modifica di il principe il lunedì 9 luglio 2012, 21:44, modificato 1 volta in totale.
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pavloss
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Re: Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da pavloss » lunedì 9 luglio 2012, 20:35

&&&&
Ultima modifica di pavloss il venerdì 4 agosto 2023, 20:09, modificato 1 volta in totale.

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Barragan
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Re: Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da Barragan » domenica 12 agosto 2012, 12:23

Premetto che mi sono liberato del concetto di religione abbastanza precocemente...visto che andava contro la mia visione più logica e concreta di realtà.

CI sono alcuni gay che riescono tranquillamente a convivere con il proprio orientamento in un contesto cattolico...addirittura frequentano gli ambienti ecclesiastici.

Landon non è sbagliato avere fede in un essere superiore, hai soltanto preso coscienza che i suoi lacchè non lo rappresentano al meglio ma lo riportano in una dimensione prettamente umana e macchiata da pregiudizi e paure.

Ho scoperto l'altro giorno, e nel post me lo confermi, che non viene condannato il gay ma la sua natura...quindi basta che guarire che vieni perdonato.
Facciamo un minuto di silenzio su questa trovata.....grazie.

whitetiger90
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Re: Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da whitetiger90 » domenica 12 agosto 2012, 18:34

Io non ho mai avuto direttamente questo problema essendo la mia fede mai esistita (fin da bambino la religione non è mai stata più di un gioco, il mio carattere estremamente materialista poi mi impone di non credere a niente che non posso dimostrare, aggiungici gli studi scientifici e la frittata è fatta), tuttavia ho a che fare indirettamente con questo problema. Mi spiego, io non sono dichiarato e ho degli amici fortemente cattolici (frequentanti l'Azione Cattolica per intenderci) e spesso fortemente bigotti (non sono tolleranti verso baci gay, tantomeno unioni gay ecc). La situazione mi imbarazza e spesso vorrei cercare di farli ragionare, ma la paura di espormi mi blocca. La mia opinione è che l'omosessualità e la religione cattolica siano due cose inconciliabili, e ovviamente la colpa è tutta della Chiesa e della sua ottusaggine. Come potrei io avvicinarmi ad una religione che mi ritiene sbagliato per qualcosa che io non posso controllare? E' la mia natura! Non sono un peccatore, il peccato è qualcosa che scegli consapevolmente di compiere, qui è diverso. Io sono (nella loro visione, non nella mia sia chiaro) una creatura di Dio, se lui mi ha fatto così e voi mi ritenete sbagliato, vuol dire che Dio ha creato qualcosa di sbagliato, e allora Dio non è perfetto come dite?...e qui siamo sul filosofico..dal punto di vista umano io non accetterei mai che la mia religione impedisca ad esempio l'uso del preservativo ben consapevoli del fatto che così facendo creano solo morte e dolore in tante persone...insomma la religione cattolica è qualcosa di anacronistico e i suoi 2000 anni se li porta male, sarebbe bastato poco per entrare nel 21° secolo e invece nulla, si stanno autodistruggendo, mi dispiace dirlo, ma per molte persone (gay inclusi) sarebbe un bene

pavlosss
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Iscritto il: lunedì 6 agosto 2012, 14:23

Re: Cattolicesimo ed omosessualità

Messaggio da pavlosss » martedì 14 agosto 2012, 1:26

whitetiger90 ha scritto:... ho degli amici fortemente cattolici ... La situazione mi imbarazza e spesso vorrei cercare di farli ragionare, ma la paura di espormi mi blocca. La mia opinione è che l'omosessualità e la religione cattolica siano due cose inconciliabili, e ovviamente la colpa è tutta della Chiesa e della sua ottusaggine.
In queste frasi tocchi due punti.

1) "Vorrei farli ragionare". Per esperienza so che è molto difficile fare "ragionare" chi ha presupposti differenti dai tuoi. Da un certo livello in giù hai a che fare con chi, aderendo al Cristianesimo, lo fa per un motivo puramente identitario non profondo. Parlare con persone così è come levar loro la sedia sulla quale siedono. Minimo minimo te li fai nemici. Lascia perdere....

2) In teoria omosessualità e Cattolicesimo paiono inconciliabili. In pratica si crea una sorta di rapporto molto singolare che si puo' riassumere nel modo seguente: senso di colpa per essere gay - desiderio di espiazione - sequela religiosa o vocazionale per rispondere a questo desiderio.
Ne consegue che un certo tipo di gay, sinceramente religiosi, si prestano ad un gioco puramente psicologico (si sentono in colpa e vogliono espiare) nel quale la struttura "cattolicesimo" finisce per trarne vantaggio.

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