L'impegno dei Valdesi per i diritti delle persone LGBT

Il rapporto fra tematiche gay e religiose, nella vita di sempre
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barbara
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L'impegno dei Valdesi per i diritti delle persone LGBT

Messaggio da barbara » giovedì 6 dicembre 2012, 8:35

Ho trovato sul web una bella risposta alla domanda di un giovane sulla concezione dell'omosessualità nella chiesa Valdese. Un pastore risponde così:

"La tua domanda mi mette un po’ in difficoltà, perché non so bene come risponderti. Questo non perché non abbia le idee chiare in proposito, ma perché ai valdesi è estraneo il concetto che una chiesa possa regolamentare in qualche modo un comportamento così privato. Lo so che in un passato lontano - il Medioevo - alcune chiese hanno elaborato complessi sistemi per definire cosa fosse “fattibile” e cosa scandaloso nell’amore - e che qualcuno ha nostalgia di questo tempo - ma noi no.
Non esiste una posizione “ufficiale” della chiesa valdese sull’omosessualità, così come non ne esiste una sull’eterosessualità: perché mai dovrebbero esserci? Se uno è omosessuale o meno è un dato di fatto, non qualcosa che ha a che fare con le opinioni della chiesa in proposito: del resto ci rendiamo conto benissimo che le definizioni che vengono dall’esterno, più che aiutare chi vive male, lo fanno soffrire ancora di più.
Questo non vuol dire che tutto vada sempre bene, certo: per esempio là dove una relazione umana implica sopraffazione e dolore c’è qualcosa che non va - ma questo vale per ogni relazione. Quanto poi all’esistenza dei tabù... hai ragione, ce ne sono in ogni società e in ogni chiesa (i cristiani mica vivono fuori dal mondo): è utile riconoscerli, può anche essere importante fare i conti con questi, ma non è detto che dobbiamo farne degli idoli. Un caro saluto"

Nel 2007 il sinodo valdese riconosce l'omofobia come peccato.
Nel 2010 il sinodo Valdese approva il sì alla benedizione delle coppie gay

All'interno della chiesa Valdese ci sono anche gruppi , iniziative, convegni per offrire momenti di confronto a persone LGBT che sentano l'esigenza di discutere del rapporto fra la loro condizione e la fede.

Una bella preghiera della Chiesa Valdese di Verona:
"Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità cancellava l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali: qualche anno dopo la comunità gay e lesbica internazionale scelse la data del 17 Maggio per la celebrazione della Giornata Mondiale contro l’omofobia (ovvero l’odio e la paura verso le persone omosessuali e transessuali).
In questa occasione noi, uomini e donne della Rete Evangelica Fede e Omosessualità, vogliamo invitarvi tramite queste poche righe ad unirvi a noi nella preghiera e nell’azione affinché nelle nostre Chiese e nella società vengano meno le discriminazioni, l’esclusione e tutte le violenze fisiche e verbali nei confronti delle persone omosessuali e transessuali.
Le nostre Chiese hanno da tempo intrapreso un coraggioso cammino che, partendo dalla lettura storico-critica della Bibbia, punta a superare la millenaria connessione tra condizione omosessuale e peccato per giungere a un pieno riconoscimento e valorizzazione delle persone omosessuali nella loro dignità e integrità. L’approvazione durante l’Assemblea Sinodo del 2007 di un Documento dove le nostre Chiese hanno confessato il peccato dell’omofobia ed invitato le comunità locali all’apertura e al rispetto nei nostri confronti, ha rappresentato per noi omosessuali e lesbiche evangelici un importante traguardo, ma anche l’inizio per un nuovo e impegnativo cammino a cui ci sentiamo chiamati e a cui vogliamo rispondere anche con questa lettera.
Siamo convinti che l’Evangelo rappresenti una chiamata alla vita e alla libertà per ogni uomo e per ogni donna, così come sono stati creati da Dio: la risposta a questa chiamata trasforma le nostre Chiese in un luogo aperto e accogliente per tutti e tutte, e dove tutti e tutte possono vivere nella comunità la propria vocazione, il proprio cammino, i propri affetti e relazioni.
Sappiamo che il cammino è ancora lungo, ma è un cammino che vogliamo risolutamente intraprendere insieme a voi, attraverso il dialogo, lo studio della Parola ed anche la conoscenza reciproca. Vi vogliamo dunque comunicare al nostra piena disponibilità a collaborare con la vostra Comunità per un approfondimento delle tematiche legate a omosessualità e fede evangelica o per individuare insieme nuove forme di contrasto all’omofobia, dentro e fuori la Chiese: vi invitiamo dunque a contattarci tramite il vostro Pastore o Pastora per cominciare (o continuare) insieme questo percorso.
Preghiamo dunque insieme, fratelli e sorelle, per coloro che ancora oggi nel mondo (ma anche più vicino a noi di quanto pensiamo) sono esclusi, insultati, derisi o addirittura fatti oggetto di violenza o uccisi a causa della loro condizione omosessuale o transessuale. Preghiamo per i genitori, i fratelli, gli amici delle persone omosessuali, anch’essi vittime del pregiudizio e della condanna sociale.
Il ricordo del dolore e della sofferenza di tante sorelle e tanti fratelli è però unito nei nostri cuori alla certezza che, come ci suggerisce l’Apostolo Paolo, “né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”: certezza che è allo stesso tempo consolazione ed invito all’agire.
Un forte abbraccio in Cristo Risorto"

Machilosa
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Re: L'impegno dei Valdesi per i diritti delle persone LGBT

Messaggio da Machilosa » venerdì 7 dicembre 2012, 23:58

"A differenza delle chiese di tipo cattolico, i valdesi non raccolgono il principio della successione episcopale secondo cui la presenza di Cristo è garantita dalla successione dei vescovi; essi affermano che tra Cristo e la Chiesa (= comunità di credenti) non ci sono forme di autorità intermedia; il popolo dei credenti è chiamato a vivere la sua fede avendo la certezza che il Signore lo guida mediante il suo Spirito.
Di conseguenza la chiesa non ha da dare direttive specifiche concernenti le scelte politiche, l'etica sessuale."
http://www.chiesavaldese.org/pages/credo/valdesi.php

Pur vergognandomi della mia ignoranza, ammetto di non aver mai sentito parlare di Chiesa Valdese sino a quando non mi sono imbattuto, per puro caso, in un programma radiofonico no profit a tematica LGBT, trasmesso proprio all'interno di un canale radio legato alla Chiesa Evangelica Valdese, caratteratterizzato dall’attenzione al territorio, alle attività culturali, giovanili e socioassistenziali.
Mi è parso proprio un bell'ambiente ed ho colto al volo l'occasione di partecipare alla redazione radio e di registrare qualche cosa, ogni tanto.
Metterei il link, visto che si tratta di una radio ad emissione locale, che vive più di volontariato che non d'altro, ma non voglio infrangere nuovamente le leggi del forum. In ogni caso, chi fosse interessato ad ascoltare in streaming un programma a tematica LGBT su una radio evangelica, non credo che farebbe fatica a rintracciarne il sito.
Ho trovato molto interessante questa risposta, seppur datata, di un teologo valdese ad una lettrice:
"Che cos'è peccato? Bella domanda e grosso problema, per niente facile da risolvere. Conosco delle chiese nelle quali è peccato (grave) per una donna mettersi il rossetto (perché nella Bibbia sta scritto che la donna non deve abbellirsi né avere altro ornamento che le buone opere: I Timoteo 2, 9-10);è peccato (grave) portare i pantaloni (perché sta scritto nella Bibbia: «La donna non si vestirà da uomo, né l'uomo si vestirà da donna; poiché chiunque fa tali tose è in abominio all'Eterno; il tuo Dio» -Deuteronomio 22, 5: andatelo a dire agli Scozzesi, con i loro gonnellini!); è peccato (grave) in quelle chiese, sempre per le donne, partecipare al culto senza velo (perché sta scritto nella Bibbia: la donna «si metta un velo» I Corinzi 11, 6). Secondo una certa visione della fede, della Bibbia e della chiesa, questi sono tutti peccati (gravi). Per me non lo sono affatto, e forse neppure per Lei, lettrice Sconfietti, anche se sono inequivocabilmente «fondati» sulla Bibbia. Credo sinceramente (Lei mi chiede di risponderLe «sinceramente») che il peccato sia qualcosa di più serio, di molto più serio, che queste futilità. [...] sappiamo tutti che Gesù ha dato due soli comandamenti, che poi in realtà ne costituiscono uno solo: amare Dio con tutto il cuore e amare il prossimo come noi stessi. Ed ha precisato: «Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti» (Matteo 22, 40). L'apostolo Paolo dice la stessa cosa: «Chi ama il prossimo ha adempiuto la legge» (Romani 13, 8). E qui giungiamo al nocciolo della questione. Alla domanda: che cos'è peccato? Kierkegaard rispondeva così: «Il contrario del peccato non è la virtù, ma la fede». Il peccato è l'idolatria. La nostra città, cioè la nostra civiltà, è come l'antica Atene, «piena di idoli» (Atti 17, 16). Ma il peccato non è solo adorare altre divinità anziché il Dio di Abramo, dì Isacco, di Giacobbe e di Gesù. È peccato anche la mancanza di amore. Chi non ama, pecca. Il peccato è non amare. Chi invece ama, dimora nell'amore, «e chi dimora nell'amore, dimora in Dio, e Dio dimora in lui» (I Giovanni 4, 16)."
http://www.chiesavaldese.org/pages/arch ... php?id=437

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