L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondios

Il rapporto fra tematiche gay e religiose, nella vita di sempre
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L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondios

Messaggio da Aδελφοποίησις » domenica 20 gennaio 2013, 2:52

Pochi purtroppo conoscono Mons. Avondios di Milano (al secolo Ioan Dumitru Bica) e Mons. Mapelli Giovanni, due Esponenti dell'Ortodossia di grande cultura e di grande nobiltà d'animo.




http://www.arcigayroma.it/ArcigayRoma/i ... zione=News

Dimitrie Bica: prete ortodosso al Pride
19/05/2007 enzo fasoli

Intervista a Padre Dimitrie Bica a Roma .
Registrata il 15 marzo 2007 ore 14,30 in piazza Pio XII
Riveduta ed aggiornata il 17 aprile 2007
Eseguita da Enzo Fasoli – giornalista


Dimitrie Bica, nato nel 1977 a Caransebes, nella parte ovest della Romania, da una famiglia modesta di operai del tempo di Causescu, in una famiglia credente della fede ortodossa vissuta in silenzio per la paura del regime.

Il suo sogno è diventare un grande pittore. Il segno dell’ arte si fa sentire in tenera età, a 4 anni con un chiodo raffigura un volto di un uomo con la barba sull’armadio di casa, poi a 12 i genitori lo iscrivono all’ istituto d’arte di Timisoara.

Negli studi è particolarmente bravo e la pittura lo affascina sempre di più, in particolare, oltre alle varie tecniche, si esprime al meglio con la realizzazione di icone in vetro e in legno, tanto che già alcuni quadri sono stati venduti anche in Italia. Ora si prepara alla realizzazione di una mostra con varie opere, dalle pregevoli icone a tempera e oro, alle tecniche del rinascimento. Un ritrattista che ama le raffigurazioni ad ispirazione religiosa ma che non rinnega l’armonia della natura. Passa dal ritratto al paesaggio con una armonia di luci, ombre e colori incline ai dipinti del 1400 -1500. Soprattutto la pittura è complice e compagna negli anni della adolescenza e del seminario che gli hanno consentito di vivere la sua repressione sessuale.

A 15 anni si innamora di un compagno di classe, ma il coetaneo non lo saprà mai, non si è mai dichiarato. Dimitrie chiede aiuto ad un prete che lancia i suoi anatemi: “Per amor di Dio, se non vai a farti frate, finirai nel fuoco dell’inferno te e tutta la tua famiglia”.

Le parole risuonavano nella mente come una grave colpa e per la paura, in silenzio, entra in convento nel 1993 per cacciare il demonio dell’omosessualità.

Perché demonio?

“Nella Chiesa, non solo cattolica, in quasi tutte le religioni l’omosessualità è considerata una depravazione e un peccato da punire. E’ una grande sparata inventata dall’uomo. Non si può dire una cosa del genere!

Allora il demonio della omosessualità colpisce anche il regno animale che poverini non c’entrano nulla. Si vede che questo demonio non ha altro da fare che colpire tutta la natura umana, anche quella vegetale e animale.

Cosa provava ?

All’inizio ho odiato me stesso perché a 15 anni, io, sentivo una cosa che altri non avevano. Ho iniziato ad odiare i miei genitori perché mi hanno fatto così!

Si sentiva in colpa?

Si! Ero spaventato delle parole del prete e iniziando a leggere dei libri della Chiesa che parlavano soltanto al negativo in modo apocalittico e sconvolgente dell’omosessualità. Dalle prediche che sentivo in chiesa crescevano le mie paure. Mi sono chiesto perché il demonio ha scelto proprio me.

Come ha vissuto i suoi anni di “noviziato”?

Sono stati anni 9 anni dove ho rinnegato la mia sessualità. E’ stata una continua repressione.

Ha subito violenze all’interno della Chiesa?

“No mai, nessuno mi ha mai chiesto di avere un rapporto sessuale. Sono io che non ho potuto accettare un voto di castità.

Lei conosce la triste vicenda del ragazzo suicida…

Non vorrei parlare di una triste vicenda umana. Quel giovane non ha potuto conservare in silenzio le sue angosce, per liberarsi ha dovuto compiere un gesto di forte impatto.

Nell’animo di chi lo ha deriso o ho voluto schernirlo anche solo per gioco è il vero problema. Saranno loro a soffrire in silenzio. Su quella morte è gia calato il sipario, ci siamo scrollati le responsabilità e le nostre colpe. Dovremmo tutti riflettere e capire perché troppo spesso per un giovane è veramente un tormento e una sofferenza sentirsi non accettato, anche il semplice gioco può diventare un incubo. Manca una cultura e pochi insegnano il rispetto e l’amore. Purtroppo chi subisce violenze fisiche o psichiche legate alla sessualità diventa sempre più fragile e pensa quasi sempre al suicidio.

L’abbiamo incontrata anche a piazza Farnese a Roma durante la manifestazione in favore dei Diritti per le coppie omosessuali?


“Ci sono stato per due motivi: non per ostentare il Vaticano o la Chiesa, io sono di fede ortodossa aperto all’ecumenismo e a San Pietro, il Santo che unisce le due confessioni, quella cattolica e ortodossa. Sono andato per essere vicino a quelli che soffrono, quelli che sono rinnegati e ripudiati dalla società e sono andato in nome di quelli che sono stati uccisi nei campi di concentramento per la loro omosessualità.

Ho sofferto in Romania per aver dichiarato quello che sentivo e che sento, tanto che ho dovuto cercare asilo nel vostro Paese.
Ero in piazza come un prete che sta vicino a tante persone che sono costrette a difendersi per la loro libertà. “

Ha anche un suo sito, chi sono i frequentatori?

E’ un sito (http://www.paxinterra.wordpress.com – n.d.r.) che tratta della comunità credente gay, al cristianesimo e interreligione, quindi molti sono anche i preti cattolici che frequentano il forum dove possono sfogare tranquillamente le loro verità, le ansie e le paure. Purtroppo troviamo anche chi è costretto ad auto distruggersi.

Si parla di “Dico” come la risoluzione di diritti per le convivenze, Lei crede ad una breve approvazione?

Non credo che i “Dico” o qualsiasi altro nome si voglia dare ad un diritto di uguaglianza anche per le coppie omosessuali siano approvate in tempi veloci, la Chiesa Cattolica ha il diritto di salvaguardare la famiglia e credo che il governo italiano abbia sbagliato ad inserire un simile provvedimento per tutte le coppie di fatto. Se si limitava al solo riconoscimento delle coppie omosessuali forse la Chiesa non avrebbe partecipato lanciando anatemi. Le coppie tradizionali possono essere famiglie con molti diritti, hanno già alcuni benefici, e ben altri se si regolarizzano con il matrimonio sia civile che religioso.

Hanno definito la manifestazione dei diritti come “un porcile, lei che ne pensa?

Non era e non è un porcile, secondo me, sono giovani che non ce la fanno più, non è possibile vedere questa continua repressione. Le autorità politiche ed ecclesiastiche non devono avere paura, comunque la pensino le sensazioni sessuali di una persona non cambiano, anzi se lasciano vivere in assoluta armonia la vita di ognuno avranno molto meno problemi.

Non è detto che tutte le coppie gay vogliono unirsi in un atto riconosciuto, così come tutte le coppie uomo-donna non vogliono sposarsi. Nessuno non può proibire di amare chi vuole, così come spesso avviene, molte famiglie con figli si dividono con troppa facilità.

Perché la Chiesa è contro i gay?

Sebbene vi siano molti preti che pregano per questa comunità la chiesa fa bene a difendere la famiglia tradizionale e a dire la propria posizione. Certo è, che deve comunque abbracciare tutti i confratelli sotto la protezione di Dio. I vertici del Clero sono in contraddizione con se stessi e questo è male. Non possono essere contro la natura, che viene dell’insegnamento di Dio. Ciò che non capisco è perché l’uomo vuole dividere le persone, uno è quello che è e non c’è bisogno di tutta questa rappresentazione di odio, perché di questo si tratta. Se una persona ama uno dello stesso sesso non compie nulla di impuro perché è nella sua natura. E quindi esiste già una unione tra due persone.

La specie non cambia i suoi equilibri. Non credo che se si parla di gay e lesbiche sia possibile un aumento di queste persone. E’ una stretta minoranza e sempre resterà tale dai tempi dei tempi fino che l’uomo continuerà ad esistere.

Nella Chiesa vi sono diversi episodi di pedofilia, alcuni scoperti ed altri ancora no, cosa ne pensa?

Io non posso rispondere per la Chiesa Cattolica, è un loro problema ma, dovrebbero fare attenzione. Chi va con i bambini compie un atto impuro,

Ma non è nella natura umana anche quello?

Assolutamente no! Un atto sessuale è un atto d’amore ma tra persone alla pari, mature, non un atto di forza verso minore specialmente se piccolo che non può difendersi, anzi spesso quelle persone agiscono con una azione psicologica inreparabile.

Dalla Romania ha portato la sua bandiera, quale significato ha?

E’ l’unica cosa che ho portato dalla Romania, una bandiera di cui sono orgoglioso, la bandiera della sofferenza e della speranza: rosso il sangue dei martiri e azzurro la speranza della democrazia.

Una democrazia che aspetto in Romania e spero che un giorno questa omofobia, che purtroppo esiste nel mio paese, sia sconfitta e vi sia una cultura della accettazione per coloro avranno il coraggio di dichiarare la loro natura. Questa discriminazione è molto forte in Romania alimentata da forze governative anche con l’aiuto dalla chiesa Ortodossa. Non dimentichiamo che fino al 2002 era un reato essere omosessuale e quindi veniva punito con la prigione. Dopo aver saputo della mia omosessualità in Romania tanti miei confratelli preti hanno predicato contro di me in chiesa dichiarandomi che io sono il satana e l’anticristo e il demonio; che sono il figlio del diavolo che vuole distruggere la chiesa ortodossa.

Ma c’è un’altra accusa peggiore e naturalmente infondata: sarei fuggito dal mio Paese e che vivrei in Italia in una villa lussuosa e con i soldi delle Comunità Europea. Questo mi ha fatto molto male non solo perché non vero ma perché è stata diffusa anche in internet in un forum della chiesa ortodossa

A quel punto cosa decide?

Il 6 agosto del 2000 sono stato ordinato sacerdote dall’attuale Metropolita di Transilvania I.P.S. Laurentiu (Lorenzo) Streza e ho dovuta lasciare il mio convento di Poiana Màruluì a 70 chilometri da Caransebes dove ero superiore e solo per iniziare una battaglia.

Volevo sentirmi libero di parlare della verità verso tutte quelle perone che soffrono. Ci sono molti gay che vanno in chiesa. Perché dobbiamo lottare contro di loro? Sono venuto in Italia dopo tantissime minacce e persecuzioni che ho subito per la mia omosessualità in Romania, togliendomi anche il diritto di vivere e il lavoro. Mi erano rimaste solo due soluzioni: rinchiudermi in un convento, come un carcere a vita, e di nuovo iniziare a rinnegare me stesso e odiare me stesso per quello che sono o andare via e far sentire la voce dove non si può sentire. Purtroppo non solo in Romania si è costretti a vivere la propria vita in clandestinità e censura.

Quanta ingiustizia! Non aveva prove “silenziose” del suo Paese?

Si diverse testimonianze e anche registrazioni di un ragazzo 16 enne che era stato abusato sessualmente da un attuale Vescovo Ortodosso, dunque avevo materiale per ricattare le persone ma non l’ho fatto perché ho una coscienza. Non lotto contro le persone , ma contro l’ipocrisia. Ho voluto mettere un segno di domanda nella coscienza delle persone. Se voi credete di avere il diritto di rovinare la vita degli altri, giudicando gli altri, guardate la vostra vita prima di giudicare. Questa è la mia battaglia.

Perché ha scelto l’Italia e Roma?

Sono arrivato a Roma lo scorso maggio del 2006, non so proprio perché, forse spinto dai miei studi sulla lingua italiana (parla italiano perfettamente e conosce l’arte italiana in ogni loro espressione n.d.r). Non sapevo dove andare l’unico posto dove avrei potuto ritrovarmi era in Vaticano.

Sono stato tre giorni sotto il colonnato (sul lato sinistro guardando la Basilica) e guardando l’Icona della Vergine, l’immagine che si vede benissimo da questo punto proprio vicino alla stanza del Santo Padre. Non conoscevo nessuno a Roma quindi sono rimasto in quel punto per tre giorni e tre notti. Ho fatto la richiesta di asilo politico. Lo stato Italiano ha cui sono grato mi ha concesso lo stato di rifugiato per motivi umanitari lo scorso agosto a Crotone.

Tre giorni a riflettere proprio a San Pietro in un punto del Colonnato dove poteva vedere la Madonna, voluta da Giovanni Paolo II, “Tutus Tuus” e nell’altra angolazione poteva osservare la finestra dove aveva preso dimora il Cardinale Luciani prima di diventare Papa? Perché questa coincidenza?

Non so per quale motivo è avvenuto tutto questo. Posso dire che questo piccolo posto è stato di grande conforto per me, non posso dire che sia stato un miracolo, però ho avuto come richiamo alla Madre di Dio, è stata una forza per ritrovare me stesso dopo tutto il male che avevo ricevuto nel mio Paese. Credo di essermi avvicinato alla idea del Santo Padre Giovanni Paolo II, anche lui dell’Est Europeo, perché ha sempre desiderato di libertà per i popoli, il Papa ha sempre combattuto l’odio e lottato per la Pace.

Il pensiero più ricorrente?

Tra le lacrime chiedevo aiuto a Dio e mi chiedevo a che punto sono arrivato di questa battaglia, io che vivevo in Romania con L’autista e ora a Roma come un barbone. Non ho mai rimpianto quello che ho fatto ma ti chiedi perché? Poi come sempre la divina provvidenza da sempre il suo segno e risolve anche i momenti di maggiore abbandono.

La provvidenza come si è manifestata?

Ho trovato ospitalità presso una famiglia.

Come vive? Lavora? Ha dei sussidi?

Non è stato facile. Ho iniziato vari lavori, anche il facchino al mercato, ho trovato chi mi ha lasciato subito a casa non so se perché gli ho detto che ero prete o per altro, certo è che avevo subìto qualche insofferenza. Ora lavoro come cameriere in ristorante nel quartiere Testaccio vicino al mattatoio. Sono molto contento e non mi fanno problemi, ma credo sempre che sia la provvidenza e il Signore ha darmi forza.

Lei è sospeso a Divini e se la provvidenza le permettesse di ritornare ad esercitare il mistero?

Non sono sospeso dai divini mi sono auto-sospeso per un segno di protesta. E perché fino al momento della decisione della mia dichiarazione di essere un prete gay ho sempre obbedito alla castità. Prima di cedere alla mia prima esperienza d’amore ho capito che non potevo più restare. Sono sempre rimasto fedele alla dottrina ortodossa fino che ho potuto. Ha 25 anni mi sono innamorato di un seminarista, ne abbiamo parlato a lungo, lui ha compreso ed ha capito se stesso, ha abbandonato la possibilità di diventare sacerdote. Insieme abbiamo lasciato il convento

Si pente di questo suo incontro e come poteva sapere di essere gay se aveva sempre mantenuto la castità?

Di cosa dovrei pentirmi? E’ nella mia natura, io ho sempre avuto attrazione fisica per persone del mio stesso sesso, verso le donne provavo ammirazione, simpatia ma non attrazione. Comunque non credo che vi sia anche un solo prete che possa vivere in assoluta castità ed obbedienza carnale. Vi sono preti che preferiscono restare tali e farlo di nascosto, che preferiscono vivere una doppia vita, preti omosessuali ed eterosessuali. Io ho preferito dichiararmi, anche per verificare quando sentivo dentro di me.

Quindi?

Io sono ancora prete ortodosso. La Chiesa non può sospenderti se ti sei auto-sospeso. Io mi sono ritirato accettando la mia situazione in attesa che un giorno la mia chiesa cambierà e spero che cambierà presto oppure che mi darà di nuovo la possibilità di riavere la mia parrocchia con il diritto di parlare liberamente senza ad essere costretto a non dire certe cose. Del resto ricevo quotidianamente posta via internet dai miei parrocchiani che mi dimostrano tutto il loro affetto. Semmai sono loro che possono giudicarmi e loro mi apprezzano per la mia missione spirituale. Prima di lasciare il convento e la parrocchia i miei superiori mi avevano invitato a rimanere pur vivendo nel silenzio la mia vita. Io ero e sono consapevole che se rimanevo avrei ceduto, avrei potuto avere rapporti con altri ragazzi ma nel silenzio. No! Questo non l’ho mai accettato e credo che in quel modo sarebbe veramente peccato ed antimorale.

Come vive oggi il divieto di non concelebrare?

Malissimo. E’ una altrettanta sofferenza, prego molto e nel conforto della preghiera racchiudo in me la mia serenità.

Attualmente ha una storia d’amore?

Come si dice, sono Single. Per ora c’è una simpatia per un ragazzo che ho conosciuto, certo gli sguardi si incrociano e a volte il cuore riprende a battere forte. Per ora non posso dire di avere un compagno ma ci spero. E’ nella nostra natura avere un amore importante.

Ma Dio?

Lui è importantissimo per la nostra fede e per l’universalità. Il signore non ha mai vietato a nessuno l’amore per gli altri, anzi ha sempre insegnato l’amore verso gli altri ovviamente rispettandosi con fedeltà.
Quanti Gay sono credenti e praticanti?
Vi sono molte persone gay che frequentano la chiesa e che sono praticanti e profondamente religiosi e abbiamo anche omosessuali laici, che non credono, come Cecchi Paone che difende i diritti e si impegna per questa libertà, però sono molto offensivi verso il Vaticano, dichiarandosi così anti-vaticanisti non vedono il Cristo, osservano solo le persone che sono contro i gay. Non comprendono che Dio è presente ovunque è il solo vero giudice.

Lei andrà al prossimo Gay Pride?

Certo, non sarò sul carro perché non amo tutto quel esibizionismo che assomiglia ad un carnevale esageratamente festoso. Ci sarò e spero che ci siano anche altri preti, anche se nascosti dai loro abiti sacerdotali.

Spero che al prossimo Gay Pride vi siano molte più persone e non solo gay, dovrebbero scendere in piazza anche fratelli, sorelle, genitori, colleghi di lavoro e tanti altri, solo così con una presenta attiva di tante persone si potrà arrivare al riconoscimento di un diritto di convivenza in un Paese democratico. Per fortuna sono tanti che dicono di essere d’accordo per una uguaglianza poi, purtroppo, si fermano davanti ad una manifestazione per paura di essere giudicati.

Finché l’omosessualità non è vissuta e capita come un aspetto della natura saranno sempre i politici e la chiesa cattolica a vincere.
Quale è ora il suo desiderio?

Ci sono due cose che vorrei! Una legata alla nostra comunità interreligiosa cristiana: vedere molti preti gay dichiararsi liberamente per vivere in serena cristianità la propria vita. Io credo che se si liberano da questa oppressione verrebbero meno anche molti atti di pedofilia. L’altra, realizzare una mostra dei miei quadri, le mie icone che sono l’espressione della mia fede

Enzo Fasoli
Ultima modifica di Aδελφοποίησις il domenica 20 gennaio 2013, 3:04, modificato 1 volta in totale.

Aδελφοποίησις
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Re: Monsignori Giovanni Mapelli e Avondios

Messaggio da Aδελφοποίησις » domenica 20 gennaio 2013, 3:02

COMUNICATO STAMPA DELL'ONOREVOLE FRANCO GRILLINI

Il Vescovo Giovanni Mapelli, ordinato dalla Chiesa Ortodossa Autonoma dell'Europa Occidentale e delle Americhe, è stato fermato dalla Polizia italiana, su territorio italiano, perché ha partecipato, in abito ecclesiastico, al sit-in, del 12 gennaio 2008, in ricordo di Alfredo Ormando, un omosessuale che si è suicidato in Piazza San Pietro.
Le circostanze del fermo, con la Polizia che doveva stabilire, a stretto contatto con le autorità di Polizia vaticana, se Mapelli fosse o meno Vescovo, fanno pensare ad un abuso da parte delle autorità vaticane e ad una violazione dall'articolo 19 della Costituzione italiana che stabilisce che i cittadini hanno il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma e di esercitarne in privato e in pubblico il culto.

Ho depositato una interrogazione parlamentare nella quale chiedo al Ministro degli Interni, Giuliano Amato, di avere maggiori informazioni rispetto alla circostanze che hanno portato al fermo e al ruolo abbia svolto lo Stato Città del Vaticano nell'intera vicenda.
Ancora vogliamo sapere se Amato non ritenga che il fermo e il sequestro della stola, non rappresentino una violazione della libertà religiosa così come tutelata dall'articolo 19 della Costituzione italiana che stabilisce che i cittadini hanno il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma e di esercitarne in privato e in pubblico il culto.
Infine chiediamo al Ministero degli Interni di porgere le scuse ufficiali al Vescovo Mapelli e alla Chiesa Ortodossa Autonoma dell'Europa Occidentale e delle Americhe.
Questa vicenda dimostra che il Vaticano non vuole la libertà religiosa, e che è stato fatto un uso della Polizia italiana assolutamente inaccettabile, per il quale dobbiamo chiederci se, per caso, il Vaticano, che ormai blocca qualunque legge che non gli aggrada, sia ormai padrone e dia ordini anche alle nostre autorità di polizia.
In Italia non esiste libertà religiosa perché le religioni non sono sullo stesso piano, e non è garantita la pari dignità di tutte le confessioni.
L'immagine della polizia italiana che si porta via un vescovo e lo trattiene per tre ore, e gli sequestra i paramenti sacri è plateale dimostrazione che in questo paese il prepotente predominio della struttura di potere del vaticano rappresenta ormai un serio limite all'espressione della libertà religiosa e delle libertà in generale.

Franco Grillini
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Re: L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondi

Messaggio da Aδελφοποίησις » domenica 20 gennaio 2013, 3:26

Mons. Avondios fa Messa quasi tutte le domeniche alla Chiesa Ortodossa al Lazzaretto di via San Gregorio 5 a Milano dove c'è il Monastero di San Giovanni Maximovich ma è probabile avere la sua guida spirituale il venerdi pomeriggio se andate a chiedere. Invece Mons. Mapelli mi risulta operi prevalentemente fra Monza, Torino e Milano ma potrei sbagliarmi perchè frequento Milano. Speriamo che entrambi entrino presto in comunione con i Patriarchi di Costantinopoli e soprattutto di Mosca, sarebbe un bel gesto di apertura al mondo da parte di paesi come la Turchia e la Russia che non possono continuare a chiudersi e devono liberarsi da personaggi come Erdogan e Putin!

Un saluto in Cristo.

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Re: L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondi

Messaggio da progettogayforum » domenica 20 gennaio 2013, 3:55

Benvenuto Aδελφοποίησις, ti ringrazio per queste testimonianze che sono particolarmente interessanti. Ho avuto modo tramite questo forum di conoscere persone di fede Ortodossa per le quali nutro il massimo rispetto in ragione della loro assoluta onestà intellettuale.

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Re: L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondi

Messaggio da Aδελφοποίησις » domenica 20 gennaio 2013, 4:04

Ti ringrazio tanto caro Amministratore, magari si potrà affrontare qualche tema in proposito del mio nick e su come di fatto l'Ortodossia riconoscesse le unioni fra lo stesso sesso prima delle degenerazioni omofobe degli ultimi 2 secoli, che ci hanno allontanato fra l'altro proprio dalla vera Ortodossia.
Si stanno aprendo grandi spazi se tieni presente che persino a Mosca stanno per riconoscere questo fatto, i nodi stanno venendo al pettine anche lì dove il Patriarca deve tenere un profilo basso a causa delle minacce statali ma è un uomo davvero fedele alla Ortodossia, quella vera.

barbara
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Re: L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondi

Messaggio da barbara » domenica 20 gennaio 2013, 9:57

Queste storie fanno molto riflettere. Un religioso pronto a perdere tutto ciò che ha pur di testimoniare ciò in cui crede e un vescovo che non teme di manifestare pubblicamente la propria solidarietà alla sofferenza delle persone omosessuali. Ammiro molto il loro coraggio . E' di esempio a ognuno di noi.
Come dice il tuo titolo, la fede vera è questa , non quella delle gerarchie che diventano sepolcri imbiancati , rinnegando i valori autentici del loro stesso credo.

pavlosss
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Re: L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondi

Messaggio da pavlosss » sabato 9 febbraio 2013, 11:59

barbara ha scritto:Queste storie fanno molto riflettere. Un religioso pronto a perdere tutto ciò che ha pur di testimoniare ciò in cui crede e un vescovo che non teme di manifestare pubblicamente la propria solidarietà alla sofferenza delle persone omosessuali. Ammiro molto il loro coraggio . E' di esempio a ognuno di noi.
Come dice il tuo titolo, la fede vera è questa , non quella delle gerarchie che diventano sepolcri imbiancati , rinnegando i valori autentici del loro stesso credo.

Non sono d'accordo con questo giudizio che ritengo sommario.
In ogni credo religioso esiste chi, in buona fede, cerca di essere meglio che può fedele ai suoi valori autentici (condivisibili o meno).
Ci possono essere persone omofobe ma religiosamente integre esattamente come esistono persone omofobe e religiosamente farisaiche.
E, d'altra parte, possono pure esistere persone non omofobe e religiosamente integre e persone non omofobe e religiosamente farisaiche.

Assumere il criterio dell'omofobia per dichiarare una correttezza religiosa è, secondo me, fuorviante perché pericolosamente semplicistico. Dire che "il vero cristiano e il vero ortodosso non sono omofobi" è un pericoloso riduzionismo e può far breccia solo in chi non vede la complessità del sistema religioso e della psiche umana.

Il punto relativo all'omosessualità, nelle Chiese, riguarda questioni di ordine antropologico viste, però, da un'angolatura religiosa.
In una persona piano religioso e piano antropologico sono dunque differenziati anche se hanno delle intersecazioni. Poi uno per incoscienza può mescolarli o crederli mescolati (in nome di Dio, un tempo, si diceva che è il sole a girare attorno alla terra, e qui si mescolava piano scientifico con piano religioso....).

Allora uno può essere autentico religiosamente anche se, antropologicamente può essere assai carente e quindi omofobo, esattamente come uno poteva essere autenticamente religioso, pur credendo che il sole girasse attorno alla terra.

Questo spiega come, autori tipo san Giovanni Crisostomo, stimabili e assai interessanti religiosamente, possano poi essere criticabili antropologicamente quando affrontano le questioni relative all'omosessualità.

Se dovessimo dire che i "veri ortodossi" sono i "non omofobi" allora si andrebbe a cozzare in un palese controsenso: san Giovanni Crisostomo sarebbe un "non ortodosso", a dispetto della sua evidente qualità religiosa!!!
(Ma pensiamo a quello che diciamo???).

Perciò la questione sulla quale tutte le Chiese tradizionali devono interrogarsi è la seguente: la nostra antropologia è veramente adeguata ed esaustiva nello spiegare il mistero dell'amore umano?

Ovviamente la complessità di questa risposta spinge parecchi a rifugiarsi in soluzioni già preconfezionate da secoli, confortati dall'autorità di chi le ha fornite.

Altri ancora, come un filosofo francese la cui conferenza si trova in un sito ortodosso francese, pur dicendo anche cose condivisibilissime, fanno un cortocircuito evidente: la realtà, per loro, è solo quella fattuale data dall'incontro uomo-donna. Al di fuori di ciò esiste solo "artefazione".
(vedi: http://www.orthodoxie.com/actualites/vi ... pour-tous/ ).

D'altronde, l'esistenza di persone che, cavalcando la questione omosessuale, cerchino di guadagnarci ("venite nel mio negozio o nella mia chiesa che è più autentica") o di far passare concetti indifferenziati o libertini è un dato di fatto indiscutibile e umanamente comprensibile anche se non accettabile.

Ma svelare chi, per libertismo, per relativismo assoluto o per banali questioni di cassa, approfitta della questione omosessuale, non significa (e non dovrebbe significare) certo negare il fatto stesso dell'omosessualità, poiché in chi ne è coinvolto è un "fatto", non un capriccio o un desiderio banale.

Ed è qui che le Chiese tradizionali non sono in grado di convenire e per combattere i primi negano l'esistenza ai secondi.
Alla fine chi fa così è come un cane legato alla catena: non può muoversi oltre ad un certo spazio a lui consentito.

(In parole semplici, non è detto che tutto quanto compie un omofobo sia religiosamente o umanamente cattivo e quanto compie un non omofobo sia automaticamente ottimo religiosamente e umanamente. Non si può essere così ingenui! C'è caso e caso!).

barbara
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Re: L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondi

Messaggio da barbara » sabato 9 febbraio 2013, 14:02

il mio parere era forse troppo sintetico , ma non intendevo dire ciò che hai detto.
La mia opinione era una risposta a una testimonianza bel precisa e credo sia importante leggerla in quanto tale, senza isolarla dal contesto. Non a caso tra l'altro ho parlato di gerarchie e non di persone religiose in generale. Continuo , detto per inciso, a pensare che gli interessi di molte gerarchie siano spesso legati a questioni di potere che poco hanno a che fare con la religiosità. Ma questa è una mia opinione.
Non ho fatto comunque un'equivalenza tra religiosità e mancanza di omofobia. Possono esserci persone gayfriendly assolutamente atee, per cui concordo con te che un'equivalenza in tal senso non sarebbe logica.
Ma ,visto che ci sono , preciso meglio il mio pensiero e anzi ti ringrazio per avermi stimolato a farlo.
Intendevo dire che spesso le gerarchie non si limitano ad essere ignoranti in tema di omosessualità, ma condizionano concretamente le politiche e le pratiche in modo che risultino a sfavore e gravemente lesive degli omosessuali, come hai anche ben descritto nell'altra discussione che hai postato.
Ciò a mio parere è in contrasto con quei principi religiosi che, per fare l'esempio della religione cattolica, impongono a un fedele di "amare il proprio prossimo come se stesso".
Un conto quindi è il sacerdote che per sua mentalità conosce poco dell'argomento e in buona fede esprime i limiti della propria cultura umana, pur cercando di rispettare il fedele che ha di fronte. Un conto è chi , in veste di autorità ecclesiastica, impedisce a un religioso di manifestare la propria solidarietà verso gli omosessuali o addirittura lo perseguita obligandolo all'esilio.
Ma non escludo nemmeno che il mio concetto di religiosità possa divergere dal tuo.
Per me non c'è religiosità se non c'è rispetto e amore per il prossimo.
Ad esempio io stento a trovare tracce di autentica religiosità in chi invita i credenti africani a non usare il preservativo , pur sapendo che ciò provocherà morte per adulti e bambini a causa dell'aids. Mi piacerebbe conoscere la tua opinione in merito, ma forse andremmo O.T. Potresti sempre aprire una discussione in merito se vuoi ;)

pavlosss
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Re: L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondi

Messaggio da pavlosss » domenica 10 febbraio 2013, 0:07

Ringrazio l'intervento di Barbara e, noto per inciso, che il mio rimbrotto non è qualcosa di personale ma è teso a definire bene certi principi sui quali non sempre esiste chiarezza.

Personalmente sono infastidito da chiunque - ecclesiastico o meno - si serva di persone e di gruppi per dire "io sono meglio degli altri", come fosse un negoziante in cerca di clientela. Sono cose che non mi piacciono affatto. Di qui la mia radente polemica.

Se i cosiddetti "omofobi" non sono cristiani ortodossi (e questo è detto da qualcuno che qui interviene per primo, se non vado in errore), allora ci metteremo pure tutti i teologi e i padri della Chiesa (che non brillavano certo di tolleranza in tal senso) e dunque su quali autorità si baseranno questi nuovi ortodossi se non unicamente su loro stessi? Sono queste le basi della cosiddetta "vera Ortodossia"? No, affatto, dal momento che l'Ortodossia non può prescindere, per definizione, dalle autorità ecclesiastiche passate!

Il discorso, dunque, va posto con argomentazioni diverse, non puerili!, e con indispensabili distinzioni, altrimenti si entra in contraddizione con se stessi, come qui pare proprio avvenire!

Detto questo, la questione dell'amore verso il prossimo trova, evidentemente, il mio acconsentimento. Ma come viene inteso questo amore? E' qui che nella pratica le cose divergono.
Penso che sia necessario tenere conto della situazione reale, della condizione reale delle persone, della loro concreta possibilità, più che di principi religiosi così alti da parere astratti e impraticabili.

Non si può dire ad un gay che vorrebbe amare un suo simile: "Per amore di Dio e tuo ti impongo la strada ardua della castità", quando poi lo mandi in depressione.

Non credo che nel passato necessariamente odiassero il prossimo. Neppure gli ufficiali inquisitoriali - teoricamente - odiavano tant'è che per il "bene" dell'anima dell'inquisito facevano quello che tutti noi sappiamo e oggi deprechiamo.

E' evidente che l'amore cristiano deve tenere conto di una prospettiva squisitamente religiosa (altrimenti non si differenzia da qualsiasi amore umano) ma deve pure stare attento a non astrarsi troppo dalle possibilità degli uomini e dalle loro condizioni concrete. Si tratta di avere gli occhi sulla "teologia" e sull' "antropologia", per dirla in termini più tecnici.

Ora, molti possono essere bravissimi ad appellarsi ai principi religiosi (e in questo non sbagliano e non vengono meno come "Chiesa") ma pochi sono in grado di conciliare questi con le possibilità concrete degli individui.

E' qui che si matura tutta la tragedia e l'impossibilità di dialogo tra Cattolicesimo e Ortodossia intransigenti e buona parte del mondo attuale.
Essi, in un certo senso, non vengono meno nel valore delle istanze religiose propugnate (non ha dunque senso delegittimarli e proporsi come valida alternativa religiosa) ma vengono senz'altro meno nella possibilità concreta di applicare queste istanze, data l'incapacità di capire la condizione di alcuni e dei gay in particolare.

In teoria non è l'amore in quanto tale che viene meno (nell'intenzione di costoro). Anche un padre che picchia il figlio direbbe che lo fa per amore.
Quello che viene meno è la capacità di dare una vera attenzione e comprensione.

E' facile delegittimare, come pare facciano i propugnatori dell' "Ortodossia vera".
Ma è interessante, invece, osservare il comportamento di Cristo, descritto nei Vangeli. Egli non spinge i suoi discepoli a rigettare l'Ebraismo (questo avverrà solo con san Paolo), non lo dichiara inutile, tant'è che i suoi discepoli continueranno a salire al tempio per pregare. "Non sono venuto ad abolire ma a porre a compimento", dirà.

Egli, però, distingue la questione prettamente religiosa dalla sua deriva disseccata.
Si veda, ad esempio, la polemica sul far del bene nel giorno di sabato.

Ne consegue che una religione non viene meno per i suoi principi religiosi ma per la sua incapacità a renderli carne e sangue in uomini concreti.

E' quanto sta succedendo e questo spiega bene la pesante crisi di buona parte del Cristianesimo nel mondo moderno e attuale.

Personalmente diffido di "nuovi redentori" che si propongono come "più veri e autentici" e mi affido molto al mio buon senso. Ne ho viste abbastanza anche tra certi "nuovi redentori"...
Avere attenzione e prudenza è, dunque, cosa che consiglio caldamente anche ad altri.

barbara
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Re: L'Ortodossia vera:i Monsignori Giovanni Mapelli e Avondi

Messaggio da barbara » domenica 10 febbraio 2013, 10:19

Ora comprendo meglio il tuo intervento. Tuttavia , visto che hai preso ad esempio l'inquisizione, posso dirti che rispetto il tuo punto di vista, che mi sembra tenga in dovuto conto anche il contesto storico in cui sono avvenuti quei fatti.
Tuttavia come cristiana non posso condividerlo. "Ama il prossimo tuo come te stesso" è un'espressione molto chiara secondo me, che non ha mezze misure . Ora può anche darsi che soggettivamente un inquisitore pensasse di amare il filosofo che mandava a bruciare sul rogo o la donna che praticava la medicina popolare. Ma ciò non significa che in quel momento stesse applicando i dettami del vangelo. Per quella che è la mia modesta opinione , se sei veramente in contatto con Dio , se sei un uomo di fede, come può Dio suggerirti di uccidere un essere umano?
Per come la penso io, in quel momento tu credi di pregare, ma sei solo con te stesso , con la tua arroganza di uomo, con il tuo sadismo, o con la tua incapacità di ribellarti a qualcosa che ti proviene da altri e che intimamente sai essere ingiusto , ma a cui ti adegui per paura o per convenienza.
Ho visitato Triora qualche mese fa, tristemente noto per l'uccisione di molte donne, tra cui una bambina di tredici anni.Sono rimasta molto impressionata anche dal fatto che non vi fosse un monumento in memoria di quelle vittime.
C'è un museo per chi voglia visitarlo, ma mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di più tangibile in loro onore , invece di tanti negozi con pupazzetti di streghe. Questo commento risente molto di quel mio sguardo , per cui sarà magari emotivo e poco razionale.
Non ho bisogno di pensare che le mie radici religiose debbano ricomprendere queste atrocità. A me basta e avanza il Vangelo . Non leggo libri di teologia, per cui le mie opinioni sono molto semplici e possono dunque apparire o essere ingenue.
Ma se da cristiana dovessi pensare che veramente gli inquisitori fossero uomini di fede, dovrei concludere che il mio Dio avrebbe a che fare con questo . Quindi capirai bene che non posso proprio accettarlo, perchè se lo accettassi dovrei cambiare religione o credere in qualcos'altro.

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